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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Principio Antropico Partecipativo: è l'essere umano che crea l'universo e la realtà
TEORIE > CONCETTI > QUANTISTICA2
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L'enciclopedia Treccani riporta: "antròpico [Der. del gr. anthropikós "attinente all'Uomo"] Principio a.: principio in base al quale l'Uomo, quale osservatore dell'Universo, viene ad assumere il ruolo di convalidatore dell'Universo medesimo; in effetti, s'invoca tale principio per "spiegare" talune proprietà dell'Universo osservato sulla base del fatto che, in assenza di quelle proprietà, non si sarebbe originata la vita e quindi non si sarebbe potuto osservare l'Universo medesimo." Wikipedia riporta (8 aprile 2015): " Il termine «principio antropico» fu coniato nel 1973 dal fisico Brandon Carter durante il simposio Confronto delle teorie cosmologiche con i dati delle osservazioni tenutosi a Cracovia nel quadro delle celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario della nascita di Niccolò Copernico. Nel suo intervento (Large Number Coincidences and the Anthropic Principle in Cosmology) Carter notava che «…anche se la nostra situazione non è "centrale", è inevitabilmente per certi versi privilegiata». Con tale affermazione intendeva mettere in guardia dall'uso eccessivo del principio copernicano e si proponeva di riportare all'attenzione degli scienziati un'apparente ovvietà: l'universo e le sue leggi non possono essere incompatibili con l'esistenza umana."
"L'enunciato di Carter ha due formulazioni denominate "debole" e "forte": «Dobbiamo tenere presente il fatto che la nostra posizione [nello spazio e nel tempo] è necessariamente privilegiata, in quanto compatibile con la nostra esistenza di osservatori» (cosiddetto "Principio antropico debole") «L'universo (e di conseguenza i parametri fondamentali che lo caratterizzano) dev'essere tale da permettere la creazione di osservatori all'interno di esso a un dato stadio [della sua esistenza]» (cosiddetto "Principio antropico forte") Carter presentò le sue idee sul principio antropico nel 1974 in una pubblicazione dell'Unione Astronomica Internazionale. Successivamente, nel 1983, sostenne che nella sua forma originale il principio intendeva solo mettere in guardia astrofisici e cosmologi da possibili errori nell'interpretazione dei dati astronomici e cosmologici se i vincoli biologici dell'osservatore venivano presi in considerazione. Sottolineò come un qualsiasi teorema scientifico, per poter essere considerato valido in cosmologia, non dovesse includere come condizione di validità l'impossibilità dell'esistenza di forme di vita nel cosmo." Nel 1986 John Archibald Wheeler formulò il Principio Antropico Partecipativo (PAP), una variante del principio antropico forte, e giunse alla conclusione che l'informazione sia una grandezza fondamentale, altrettanto importante dell'energia e della materia, se non più. La priorità ontologica dell'informazione venne sintetizzata nell'espressioneː "it from bit" per indicare che non esiste realtà fisica senza prima una struttura informativa. Le risposte che otteniamo ponendo domande alla Natura dipendono molto dalle domande che poniamo. Senza domande, nulla otterrebbe risposta, quindi siamo 'partecipanti' al verificarsi degli eventi. La sua maggiore affermazione fu la seguente: "Nessun fenomeno è un fenomeno reale finché non è un fenomeno osservato."  Ciò significherebbe che è stata finalmente raggiunta la convergenza di mente e materia (auspicata da Carl Gustav Jung). Il CNR scrive: "Si è tenuto online il 18 gennaio 2023 il seminario del primo ciclo di incontri dal titolo "Storia e filosofia della scienza: tradizioni storiografiche e prospettive epistemologiche". L'incontro sul tema "L’epistemologia storica tra analogie, immagini insepolte, monadi: verso un nuovo gioco delle perle di vetro?" sarà dedicato all’epistemologia storica nella sua applicazione alla fisica più recente ed in particolare alla figura di John Archibald Wheeler (Jacksonville 9 luglio 1911 – Hightstown 13 aprile 2008). Il fisico americano si dedicò attivamente nell’ultimo periodo della sua vita agli aspetti fondativi della fisica, affrontandone le incertezze epistemologiche e filosofiche. In questo ambito di studi formulò il Principio Antropico Partecipativo (PAP) e giunse alla conclusione che l'informazione costituisca una grandezza fondamentale, altrettanto importante come l'energia e la materia. La priorità ontologica dell'informazione venne da lui sintetizzata nell'espressione: "it from bit" proprio per indicare che non esiste realtà fisica senza prima una struttura informativa." Questi temi saranno poi declinati analiticamente confrontandosi, in particolare, con l’opera di Walter Benjamin e Aby Warburg, prendendo anche in considerazione analitica il pensiero filosofico e scientifico di Heisenberg, onde cercare di delineare un possibile programma di ricerca coeso, unitario ed eventualmente condivisibile.
L'informazione nel mondo?
Reality
Il mondoè costituito da tre elementi costitutivi: materia (in tutte le sue modalità), energia (in tutte le sue forme), e informazione (in tutte le sue varianti).
John Wheeler
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SCELTA RITARDATA DI WHEELER: Wikipedia riporta: "L'esperimento di cancellazione quantistica a scelta ritardata, eseguito per la prima volta da Yoon-Ho Kim, R. Yu, SP Kulik, YH Shih e Marlan O. Scully [1] e pubblicato all'inizio del 1999, è un esperimento di cancellazione quantistica che incorpora il principio dell'esperimento di scelta ritardata di Wheeler. L'esperimento è stato progettato per indagare le conseguenze peculiari del noto esperimento della doppia fenditura in meccanica quantistica e le conseguenze dell'entanglement quantistico. L'esperimento di cancellazione quantistica a scelta ritardata indaga su un paradosso evidenziato da John Archibald Wheeler in alcuni esperimenti mentali: se un fotone si manifesta come se fosse venuto da un unico percorso sino al rivelatore, allora il "buon senso" (che Wheeler e gli altri sfidano) dice che deve essere entrato nel dispositivo a doppia fenditura come particella, mentre, se si manifesta come se fosse venuto da due percorsi indistinguibili, allora deve essere entrato nel dispositivo come un'onda. Se l'apparato sperimentale viene modificato mentre il fotone è in volo, il fotone dovrebbe invertire la sua originale "decisione" sul fatto di essere un'onda o una particella. Wheeler ha sottolineato che quando queste ipotesi sono applicate ad un dispositivo di dimensioni interstellari, una decisione dell'ultimo minuto fatta sulla terra su come osservare un fotone potrebbe alterare una decisione presa milioni o addirittura miliardi di anni prima."
Punti di riflessione
I segnali METI (Messaging to Extra-Terrestrial Intelligence) intelligenti a bassa entropia rappresentano una partecipazione consapevole alla struttura osservabile dell'Universo. Solo noi che aiutiamo a superare il Grande Silenzio meritiamo di sentire la voce del Cosmo. (Alexsander Zaitsev)
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«Il cristianesimo non è una mera religione ma una scienza testabile sperimentalmente.» (Frank Tipler)
Origine del principio antropico nella mente di Wheeler
Riguardo all'orientamento di John Wheeler verso l'antropizzazione dell'Universo, nel 2023 il fisico teorico Stefano Furlan scrive:

[una fase finale] dai primi anni ’50 va fino ai primi anni ’70, vede Wheeler riorientare i propri interessi, dedicarsi a rispolverare e sviluppare quella che considerava l’eredità principale del suo mentore Albert Einstein, cioè la relatività generale, di cui divenne una delle principali autorità e di cui guidò uno dei principali gruppi di ricerca a Princeton, di fondamentale importanza negli anni ’60 anche per la neonata astrofisica relativistica (nel qual contesto bisogna calare il suo ruolo di padrino dei buchi neri). Infine, l’ultima fase della sua carriera è caratterizzata da una notevole molteplicità di dialoghi transdisciplinari e/o con figure di spicco, in larga parte ancora inesplorati (curioso, per esempio, che il suo confronto con Ilya Prigogine resti pressoché ignoto), tutti volti alla ricerca ed esplorazione di idee che gli consentissero di intravedere un livello più profondo della fisica a sua disposizione, ed è in questo contesto che  va  collocato  il  celebre it  from  bit. Ma,  al  di  là  di  questa  tripartizione,  ciò  che  è interessante sottolineare è il modo in cui le indagini di Wheeler, lungi dal limitarsi a cambiare semplicemente ambito di ricerca, crebbero gradualmente in scopo a partire da questioni  e  idee  germinative  che  lo  accompagnarono  per  decenni  attraverso  campi considerati piuttosto disparati. Il percorso di questa singolare figura è dapprima quello di un giovane che, affascinato dai fenomeni naturali e dai congegni tecnici, si cimenta in questioni specifiche – ma non prive di respiro teoretico – che all’epoca erano di frontiera, come la fisica nucleare, per poi allargare via via i propri campi di indagine e, infine, interrogarsi  su  princìpi  comuni  e  più  profondi.  Non  è  difficile  riconoscere  in  questo itinerario lo thauma iniziale, seguito da una vasta indagine di tà physikà per interrogarsi poi su metà tà physiká, senza assumere ab initio mondi separati e trascendenti e via dicendo. Inoltre, di contro a certi volgari fraintendimenti che pretendono dalla scienza risposte da ripetere  una  volta  per  tutte,  giova  sottolineare  la  dimensione  sempre interrogativa  di  quelle  audaci  proposte  dell’ultimo  Wheeler, anche  quando  non accompagnate da punti interrogativi – l’importanza di un inestinguibile interrogarsi viene da lui stesso sottolineata costantemente in riferimento al suo esempio ispiratore, Niels Bohr, e d’altronde per decenni Wheeler ha svolto una vera e propria funzione maieutica nei confronti di allievi e collaboratori, continuando ad offrire fruttuosi suggerimenti ben oltre il pensionamento. Si tratta, chiaramente, di aspetti molto più elusivi rispetto a quelli che monopolizzano l’attenzione dei già menzionati “risultatisti”. È quindi interessante notare  come,  in  questa  fase  di krísis e  di  valutazione  di  strategie  future,  Wheeler, quarantenne, decida di reinventare per certi versi la propria affermata carriera, operi una sorta di switch gestaltico abbandonando il precedente tentativo di ontologia particellare, ormai languente, e decida di rispolverare una teoria che, di quella nozione di campo che prima  intendeva eliminare,  faceva  un  ingrediente  fondamentale.  L’ulteriore  passo compiuto da Wheeler fu il seguente: come tentare di costruire una teoria onnicomprensiva a partire dalla geometria della relatività generale? Come fare a meno delle particelle come “ingredienti” dati? Qui Wheeler iniziò ad introdurre varie idee originali, che trasformarono la relatività generale nel suo proprio programma di ricerca, chiamato geometrodynamics, comunque  sempre  fatto  precedere  dal  vessillo  di  Einstein. La  visione  guida  della geometrodinamica  di  Wheeler mirava, almeno  nei suoi  scopi più ambiziosi e a  lunga durata, ad una sorta di monismo pangeometrico, in cui particelle e quant’altro venivano costruiti, in ultima istanza, a partire da increspature o fluttuazioni dovute al carattere per natura  quantistico (e  qui  chiaramente  c’era  una  forte  differenza  con  Einstein)  della geometria dello spaziotempo."
Christopher Fuchs scrive: "Se hai nel cuore, e non tutti ce l'hanno, che il vero messaggio della meccanica quantistica è che il mondo è lasco alle giunture, che c'è davvero contingenza nel mondo, che può esserci davvero novità nel mondo, allora il mondo riguarda sempre le possibilità e la meccanica quantistica le lega insieme."
Espansione dell'Universo dalla sonda WMAP
Wheeler
Uno sguardo all'inizio dell'Universo ripreso dal satellite WMAP, che mostra un modello di residuo luminoso (a sinistra, verde) (C), la formazione dei pianeti (B), tra cui il pianeta Terra (punto rosso) e lo stato di espansione attuale (A).
Evoluzione come sviluppo di informazioni
Wheeler
L’evoluzione come progressivo sviluppo di informazioni dal livello micro a quello macro (sinistra) e dal “Big Bang” agli organismi viventi (destra), entrambi possono essere soggetti a causalità a ritroso (vedere parte 6, 7 e 8).
La meccanica quantistica e le sue caratteristiche
Wheeler
La fisica quantistica con le sue caratteristiche principali: incertezza della posizione (in alto a sinistra), dualità delle particelle d'onda come dimostrato negli esperimenti della doppia fenditura (figura in alto a destra), quantistica, entanglement (in basso a sinistra), (de)coerenza quantistica (al centro in basso) e sovrapposizione di informazioni sulle onde (vedi riquadro a destra sotto).
Wheeler
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Una teoria unificatrice della meccanica classica e della meccanica quantistica
Nel 2020, il fisico Wim Vegt ha unificato meccanica classica e meccanica quantistica ne "Il mondo oltre i buchi neri": "Per comprendere la fisica dei buchi neri, è importante comprendere la prima legge della fisica che controlla il nostro intero universo. Questa è la legge del "perfetto equilibrio". All'interno dell'intero universo c'è sempre un perfetto equilibrio tra tutte le forze fisiche come la gravità, le forze di inerzia, la pressione di radiazione e le forze di interazione elettromagnetica in qualsiasi momento, in qualsiasi direzione e in qualsiasi coordinata spaziale. Questa è la legge fondamentale della fisica su cui è stata fondata anche l'esistenza di un buco nero. Questa nuova teoria spiegherà le forze all'interno di un raggio di luce che interagiscono con la gravità mentre il raggio di luce si propaga all'interno del campo gravitazionale generato da un buco nero. Quando guardiamo alla fisica moderna, non possiamo che essere impressionati da un'enorme quantità di conoscenza e da un nuovo mondo completo di applicazioni tecniche. Ora viviamo nel secolo dell'impressionante vittoria della nuova scienza e della nuova tecnologia sul mondo vecchio stile e sul vecchio modo di pensare. Grandi cambiamenti nel modo di pensare e i risultati tecnologici sono per lo più caratterizzati da un'importante pubblicazione scientifica in un secolo che cambia tutto in quel secolo. Possiamo riconoscere il secolo di Isaac Newton che nel 1687 ha innescato il cambiamento sismico nel pensiero con la sua famosa pubblicazione "Philisophiae Naturalis Principia Mathematica" (Principi matematici della filosofia naturale). Riconosciamo il secolo di James Clerk Maxwell che nel 1865 ha innescato il grande cambiamento nel pensiero con la sua famosa pubblicazione "Una teoria dinamica del campo elettromagnetico". Riconosciamo il secolo di Albert Einstein che nel 1905 ha innescato i grandi cambiamenti nel pensiero con la sua famosa teoria della relatività speciale rappresentata nella sua pubblicazione "Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento". Manifestazione di una "Nuova teoria" e di un "Nuovo modo di pensare" con importanti contributi di Hendrik Lorentz, Henri Poincaré e Hermann Minkowski."
Chiara Zagonel scrive: "Stiamo così cogliendo la grande occasione di partecipare da protagonisti e non da semplici comparse all'evoluzione dell'Universo, che continuamente accresce la sua consapevolezza anche attraverso noi."
Conclusioni (provvisorie): La caratteristica umana è "autopoietica", cioè l'essere umano tende a creare se stesso, e soprattutto vuole decidere quando e come farlo puntando sul "libero arbitrio"
L'enciclopedia Treccani riporta: "antròpico [Der. del gr. anthropikós "attinente all'Uomo"] Principio a.: principio in base al quale l'Uomo, quale osservatore dell'Universo, viene ad assumere il ruolo di convalidatore dell'Universo medesimo; in effetti, s'invoca tale principio per "spiegare" talune proprietà dell'Universo osservato sulla base del fatto che, in assenza di quelle proprietà, non si sarebbe originata la vita e quindi non si sarebbe potuto osservare l'Universo medesimo." Wikipedia riporta (8 aprile 2015): " Il termine «principio antropico» fu coniato nel 1973 dal fisico Brandon Carter durante il simposio Confronto delle teorie cosmologiche con i dati delle osservazioni tenutosi a Cracovia nel quadro delle celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario della nascita di Niccolò Copernico. Nel suo intervento (Large Number Coincidences and the Anthropic Principle in Cosmology) Carter notava che «…anche se la nostra situazione non è "centrale", è inevitabilmente per certi versi privilegiata». Con tale affermazione intendeva mettere in guardia dall'uso eccessivo del principio copernicano e si proponeva di riportare all'attenzione degli scienziati un'apparente ovvietà: l'universo e le sue leggi non possono essere incompatibili con l'esistenza umana." "L'enunciato di Carter ha due formulazioni denominate "debole" e "forte": «Dobbiamo tenere presente il fatto che la nostra posizione [nello spazio e nel tempo] è necessariamente privilegiata, in quanto compatibile con la nostra esistenza di osservatori» (cosiddetto "Principio antropico debole") «L'universo (e di conseguenza i parametri fondamentali che lo caratterizzano) dev'essere tale da permettere la creazione di osservatori all'interno di esso a un dato stadio [della sua esistenza]» (cosiddetto "Principio antropico forte") Carter presentò le sue idee sul principio antropico nel 1974 in una pubblicazione dell'Unione Astronomica Internazionale. Successivamente, nel 1983, sostenne che nella sua forma originale il principio intendeva solo mettere in guardia astrofisici e cosmologi da possibili errori nell'interpretazione dei dati astronomici e cosmologici se i vincoli biologici dell'osservatore venivano presi in considerazione. Sottolineò come un qualsiasi teorema scientifico, per poter essere considerato valido in cosmologia, non dovesse includere come condizione di validità l'impossibilità dell'esistenza di forme di vita nel cosmo." Nel 1986 John Archibald Wheeler formulò il Principio Antropico Partecipativo (PAP), una variante del principio antropico forte, e giunse alla conclusione che l'informazione sia una grandezza fondamentale, altrettanto importante dell'energia e della materia, se non più. La priorità ontologica dell'informazione venne sintetizzata nell'espressioneː "it from bit" per indicare che non esiste realtà fisica senza prima una struttura informativa. Le risposte che otteniamo ponendo domande alla Natura dipendono molto dalle domande che poniamo. Senza domande, nulla otterrebbe risposta, quindi siamo 'partecipanti' al verificarsi degli eventi. La sua maggiore affermazione fu la seguente: "Nessun fenomeno è un fenomeno reale finché non è un fenomeno osservato."  Ciò significherebbe che è stata finalmente raggiunta la convergenza di mente e materia (auspicata da Carl Gustav Jung). Il CNR scrive: "Si è tenuto online il 18 gennaio 2023 il seminario del primo ciclo di incontri dal titolo "Storia e filosofia della scienza: tradizioni storiografiche e prospettive epistemologiche". L'incontro sul tema "L’epistemologia storica tra analogie, immagini insepolte, monadi: verso un nuovo gioco delle perle di vetro?" sarà dedicato all’epistemologia storica nella sua applicazione alla fisica più recente ed in particolare alla figura di John Archibald Wheeler (Jacksonville 9 luglio 1911 – Hightstown 13 aprile 2008). Il fisico americano si dedicò attivamente nell’ultimo periodo della sua vita agli aspetti fondativi della fisica, affrontandone le incertezze epistemologiche e filosofiche. In questo ambito di studi formulò il Principio Antropico Partecipativo (PAP) e giunse alla conclusione che l'informazione costituisca una grandezza fondamentale, altrettanto importante come l'energia e la materia. La priorità ontologica dell'informazione venne da lui sintetizzata nell'espressione: "it from bit" proprio per indicare che non esiste realtà fisica senza prima una struttura informativa." Questi temi saranno poi declinati analiticamente confrontandosi, in particolare, con l’opera di Walter Benjamin e Aby Warburg, prendendo anche in considerazione analitica il pensiero filosofico e scientifico di Heisenberg, onde cercare di delineare un possibile programma di ricerca coeso, unitario ed eventualmente condivisibile. La caratteristica umana è "autopoietica", cioè l'essere umano tende a creare se stesso, e soprattutto vuole decidere quando e come farlo puntando sul "libero arbitrio". Per far ciò egli si basa sulla sua "coscienza", cioè sulla consapevolezza dei suoi atti, che guida la sua realtà. Egli percepisce ciò che fa e lo mette in atto, basandosi su sentimenti empatici e compassionevoli. Oggi non è ancora così, ma la direzione verso cui andrà è questa.
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Libri consigliati
a chi vuole capire le idee di John Archibald Wheeler
Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 8 aprile 2025

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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