
Liquid, though.
-
-
Il sociologo Zygmunt Bauman ha utilizzato il termine "liquido" per la percezione di questa accresciuta incertezza: viviamo una vita liquida, in una società liquida, dominata da una modernità liquida in cui l'uomo, che da produttore è diventato consumatore, cerca di sfuggire al rischio di esclusione che la nuova condizione comporta.
Le condizioni del lontano passato non valgono più oggi, come fa notare lo psicologo Paolo Legrenzi (ved. bibliografia 2007):
Immaginiamo di essere un nostro antenato, un cacciatore/raccoglitore nel periodo da diecimila a centomila anni fa. Si muoveva in un ambiente ostile e largamente fuori dal suo controllo, tutto al contrario di oggi. Imparava a dominare (molto relativamente) quello che succedeva nel suo circoscritto mondo sulla base delle frequenze successi/insuccessi. Se la nostra mente è stata costruita per selezione naturale, attrezzandosi ad affrontare questo tipo di rischi, non è da stupirsi che la specie umana, nel mondo contemporaneo, sia spesso a mal partito. L’ambiente cambia di continuo e le serie storiche del passato non sono una guida per l’oggi.
Knight definisce il rischio come una condizione in cui è possibile derivare una distribuzione di probabilità dei risultati tale da riuscire ad assicurarsi contro tale condizione. L’incertezza rappresenta invece una condizione nella quale non esiste tale distribuzione di probabilità.

- Digitare messaggi (Texting)
- Uso di cellulari o smarthone
- Mangiare e bere
- Parlare con altri passeggeri
- Pulizia personale (Grooming)
- Leggere (incluso mappe)
- Armeggiare con il navigatore
- Guardare video
- Armeggiare con radio, lettore CD o MP3
La tecnologia digitale dà possibilità enormi, e non è lei il problema. Il problema siamo noi, è capire se il timone è ancora in mano nostra o invece siamo telecomandati dalla nuova tecnologia. [...] Anche quando sono in compagnia di un amico stretto, fisicamente presente, il bisogno di essere contattati online da qualcun altro si fa sentire con forza. La tecnologia digitale si è impossessata delle decisioni sui rischi da correre
Statistiche più complete e aggiornate sul fenomeno texting and driving negli USA sono consultabili alla pagina: 2019 Cell Phone Texting and Driving Accident Statistics


Così l'impatto emotivo dell'11 settembre, oltre alle 2974 vittime dirette, ha provocato indirettamente negli anni seguenti molte altre vittime dovute alla paura per gli aerei e all'aumento del traffico stradale. In questo caso si può affermare che le emozioni hanno alterato la percezione del rischio di molte persone che non hanno tenuto conto delle statistiche degli incidenti che vedono quelli in aereo nettamente minoritari.Un ottimo esempio di questi mutamenti nell'equilibrio sociale si presentò nei mesi successivi agli attacchi dell'11 settembre 2011, quando i viaggiatori, timorosi di prendere l'aereo, passarono in massa all'automobile. La loro paura si tradusse in circa 1000 incidenti mortali in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: vittime invisibili dell'11 settembre.
Viviamo in un mondo che cavalca l'illusione della certezza, mentre la psicologia cognitiva ha ormai assodato che sia le singole persone, sia le organizzazioni complesse, affrontano l'incertezza prendendo le loro decisioni in modo intuitivo (euristico) e sono soggette a molte distorsioni del giudizio (bias cognitivi).
Come sostiene lo psicologo Gerd Gigerenzer, l'incertezza non può essere misurata, essa va affrontata con le euristiche, mentre il rischio può essere (in qualche misura) individuato, calcolato e gestito con il pensiero statistico (ved. immagine a fianco).
La pretesa delle banche di calcolare il rischio in un mondo reale incerto e in continuo cambiamento è all'origine delle crisi finanziarie. A questo proposito scrive Gigerenzer (nel libro "Imparare a rischiare" p46):
Prima che partisse la crisi dei mutui spazzatura la fiducia nella stabilità era al massimo; ancora nel marzo 2008 Henry Paulson, segretario al Tesoro degli Stati Uniti, dichiarava:"I nostri istituti finanziari, banche e banche d'investimento, sono forti. I nostri mercati dei capitali sono reattivi. Sono efficienti. Sono flessibili. Poco dopo l'intera economia era nel caos: i modelli di rischio dai quali Paulson si era fatto influenzare non avevano previsto l'entità della bolla speculativa, simili in questo al Tacchino induttivista , che non aveva previsto il concetto di Ringraziamento; la sola differenza che invece di andare al macello le banche furono messe a carico dei contribuenti.
Proponendo un senso di certezza illusorio i modelli di rischio conosciuto possono avvicinare il disastro anzichè impedirlo.
La ricerca della certezza e il continuo ripresentarsi dell'incertezza, in ogni ambito, sono sempre stati all'origine dello sforzo conoscitivo dell'essere umano. Come scrive il fisico Carlo Rovelli (ved. bibliografia p.19):
Il sapere sul quale possiamo fare affidamento non è quello che non viene criticato, è quello che accetta continuamente di essere criticato e sopravvive alla critica. Ancora una volta, la certezza nasce dall'apertura alla certezza.
Tutte le storie (sacre o profane) che gli uomini si sono raccontati nel corso dei millenni per spiegare i fenomeni sconosciuti che gli accadevano, erano tentativi di ridurre l'incertezza della loro condizione. Ma quelle narrazioni, che testimoniano uno sforzo conoscitivo ininterrotto, non erano tutte uguali, come scrive Rovelli (p.20):Di fronte all'ignoranza, gli atteggiamenti tradizionali dell'umanità sono sempre stati due. Uno è di raccontarsi delle storie. L'altro è di accettare lo stato attuale di ignoranza e partire da qui per cercare di capire meglio.
Soprattutto in un mondo come quello odierno, nel quale il web rende disponibili a chiunque una mole sterminata di informazioni non verificate, occorre vagliare accuratamente la credibilità dei dati su cui basare le proprie riflessioni. Vale a dire che quel che occorre fare è imparare percepire il rischio, a misurarlo e, infine, a ridurlo.Le narrazioni non sono tutte eguali: alcune sono più corrette ed altre meno; fra loro si parlano, si confrontano, si scontrano, evolvono, e se c'è onestà, convergono. La scienza è una lunga sequela di dibattiti in cui la convergenza è stata raggiunta, e spesso si è scoperto che uno solo aveva ragione contro tutti gli altri che pensavano diversamente. La narrazione migliore emerge, se la ragione prevale.
Iscriviti alla Newsletter di pensierocritico.eu per ricevere in anteprima nuovi contenuti e aggiornamenti:
- Carlo Rovelli (2015), Scienza e certezza - Micromega 5/2015 - Testo della conferenza presentata al Festival della Scienza di Roma gennaio 2015
- Mark Pharoah (2014), Information unravelling with Rovelli - Riflessioni commentate sulla relazione tra informazione e realtà nel pensiero di Carlo Rovelli
- Saverio Mariani (2015), La storia della filosofia è una certezza?
- Paolo Legrenzi (2007), Il rischio (PDF) -
- Jeffrey Kluger (2006), Why We Worry About The Things We Shouldn't... ...And Ignore The Things We Should (PDF) -Time
- Facts and Statistics - Distraction.gov
- Distracted Driving Information & Guidance - SR22 Insurance
- Alessia Chiovaro, Il rischio e l'incertezza in termini di probabilità oggettive e soggettive - Tesi di Laurea
- Autori vari (2009), E se l'incertezza avesse un senso? (PDF) - Pensiero sistemico
a chi vuole migliorare la propria percezione dei rischi
Pagina aggiornata il 3 agosto 2022