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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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La vita è un pranzo e la vecchiaia non ci rovinerà più la sua conclusione
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"Siamo ancora seduti a tavola e non abbiamo intenzione di alzarci, vogliamo goderci anche il dessert". Con una delle sue asserzioni fulminanti, coniata sulla analogia che dice "la vita è un pranzo", Lidia Ravera invita i suoi simili, gli over 65, i grandi adulti come li chiama lei, a gustare l'ultima  pietanza alla festa dell'orgoglio di essere riusciti a diventare vecchi, l'Age Pride. Riuscire a diventare vecchi - salvo poi maledire il fatto di esserlo - è una conquista recente dell'umanità. [questo è l'incipit dell'articolo di Francesca Rigotti che, sul Sole24Ore del 19 marzo 2023, presenta il libro di Lidia Ravera "Age Pride. Per liberarci dei pregiudizi sull'età"]. E già...diventare vecchi, in passato, presentava ancora dei problemi soprattutto a carico del 'corpo', che è sottoposto a una 'deriva epigenetica' fin dal primo anno di vita di un bambino. Ma OGGI, il rischio di malattie legate all'età può essere contrastato da 'strategie' che rallentano il ticchettio dell'orologio epigenetico. Nel corso della vita, il profilo di metilazione del DNA genomico di una persona (metiloma) è permanentemente alterato da molteplici fattori. La perdita di integrità del metiloma durante l'invecchiamento e il conseguente aumento del rischio di malattia si riflettono nell'aumento dell'età epigenetica, misurata dall'orologio epigenetico. Il rischio di malattie legate all'età potrebbe essere ridotto mediante strategie che riducano o invertano il tasso di invecchiamento epigenetico. A differenza di ieri, OGGI sappiamo che le 'esperienze' di vita modificano il nostro epigenoma via via che invecchiamo, in base a quel che mangiamo, beviamo, fumiamo, incontriamo nell'ambiente in termini di persone e stress psicologici conseguenti. La Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, scrive: "L’epigenetica studia come l’età e l’esposizione a fattori ambientali, tra cui agenti fisici e chimici, dieta, attività fisica, possono modificare l’espressione dei geni pur senza modificare la sequenza del DNA. I meccanismi epigenetici che possono modificare l’espressione dei geni sono diversi e in molti casi reversibili. Le caratteristiche epigenetiche si modificano nel corso della vita e possono essere trasmesse sia da una cellula che si duplica alle cellule figlie, sia dai genitori alla prole. L’epigenetica può influenzare il rischio di sviluppare molte malattie, incluso il cancro. L’insieme dei composti che possono modificare in modo epigenetico l’espressione dei geni (epigenoma) è oggi al centro di molte ricerche anche in oncologia. In passato si pensava che l’espressione dei geni (cioè il modo e la frequenza in cui l’informazione in essi contenuta viene letta e tradotta in proteine) fosse determinata esclusivamente dalla sequenza dei geni stessi e di parti contigue, “scritte” nel DNA. Oggi sappiamo che a tale espressione contribuiscono molti meccanismi e molecole, tra cui quelli epigenetici. In greco il prefisso “epi” significa “sopra”. Di conseguenza il termine “epigenetica” indica qualcosa che si colloca al di “sopra” dei geni, e dunque del DNA e della sequenza di basi azotate di cui è composto. Nell’insieme i cambiamenti epigenetici nella regolazione dell’espressione dei geni possono determinare una modifica del fenotipo di una cellula, un tessuto, un organismo (ciò che vediamo come risultato dell’espressione dei geni), senza che sia per questo modificato il genotipo (la sequenza del DNA dei nostri geni). Con una metafora attinta dalla lingua scritta, possiamo considerare le modifiche epigenetiche sulla sequenza di DNA come gli accenti posti sulle parole: non cambiano la sequenza di lettere di cui è fatta la parola, ma il modo in cui questa viene pronunciata e dunque compresa. L’epigenetica può influenzare la regolazione dell’espressione genica con diversi meccanismi, ma tre sono le vie più note e studiate attraverso le quali agisce: la metilazione del DNA, la modifica degli istoni e l’azione degli RNA non codificanti. La metilazione del DNA consiste nell’aggiunta di un gruppo chimico (metile, formula -CH3) in punti specifici del DNA. In genere la metilazione blocca l’espressione del gene e di fatto lo inattiva, per esempio impedendo ad apposite proteine di trascrivere il DNA. Il processo opposto, ovvero la rimozione del gruppo metile, è detto demetilazione e, in genere, può portare a riattivare un gene, permettendone l’espressione. L’epigenoma è l’insieme di tutte le molecole che rendono possibili i cambiamenti epigenetici presenti nell’organismo." La ricercatrice biologica Anna Reale e i suoi colleghi (vedi bibliografia 2022) scrivono: "Gli “orologi epigenetici”, traducono il profilo di metilazione genomica in una “età epigenetica”. L'età epigenetica non solo stima l'età cronologica, ma può anche prevedere il rischio di malattie croniche e mortalità. Si ritiene che l'età epigenetica sia una delle metriche più accurate dell'età biologica". Al fine di invertire l'età epigenetica (o biologica) ricercatori hanno individuato i seguenti metodi: (1) PARABIOSI ETEROCRONICA [infusioni di sangue giovane in organismi vecchi], (2) RESTRIZIONE CALORICA [la restrizione dietetica abbassa i livelli di biomarcatori sistemici dell'invecchiamento e anche molteplici fattori di rischio di cancro e malattie cardiovascolari in individui sani], (3) RIPROGRAMMAZIONE CELLULARE [trasferimento nucleare di cellule somatiche (SCNT) e creazione di cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC)], (4) FATTORI AMBIENTALI [l'azione dell'ambiente sulla variazione dell'orologio epigenetico sembra prevalere su quella dei fattori genetici]. L'epigenoma è la nostra storia personale, tutto ciò che ci è successo nel tempo e nello spazio hanno agito su di noi, lasciando tracce visibili. Se il nostro pranzo è stato cattivo è una nostra responsabilità. Se abbiamo condotto una vita sregolata e adesso vogliamo recuperare i nostri errori è oggi (in parte) possibile.
La nostra età biologica
Ho scoperto la mia età biologica e sono rimasto infastidito dal risultato. (Jessica Hamzelou)
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OROLOGI EPIGENETICI: La ricercatrice biologica Anna Reale et al. scrivono: "Nonostante sia in una fase iniziale, la ricerca sugli orologi epigenetici si preannuncia un successo. La loro capacità di stimare l'età biologica in diversi tessuti suggerisce che sono in grado di catturare gli effetti di un meccanismo pervasivo, che agisce a livello di sistema (Jylhävä et al., 2017). Inoltre, il recente sviluppo di orologi DNAm in grado di stimare con precisione l'età in molte specie di mammiferi suggerisce che gli orologi riflettono l'attività di meccanismi specifici e condivisi, che sono alla base del processo di invecchiamento".
Punti di riflessione
In condizioni ideali, qualsiasi cellula, dopo aver subìto un danno, è solitamente in grado di auto-ripararsi senza problemi. Questo fatto, unito alla capacità delle cellule di riprodursi, sta alla base dei meccanismi biologici che rendono possibile la vita di un organismo differenziandolo da qualsiasi altra macchina costruita dall'uomo. (Fabio Piccini p.31)
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Ciò che mangia la nostra mamma in gravidanza e ciò che noi assumiamo nei primi anni di vita contribuiscono  a determinare il nostro profilo epigenetico, ma anche il cibo che ha consumato il papà ha un ruolo, dal momento che alcune modifiche epigenetiche possono essere trasmesse da entrambi i genitori. (Fondazione AIRC)
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L’epigenoma è un sistema che cambia continuamente nel corso della vita di un individuo e che reagisce rapidamente all’influenza dell’ambiente. Il bruco e la farfalla sono lo stesso organismo, possiedono lo stesso DNA, eppure esibiscono fenotipi diversi in diverse fasi dello sviluppo: il genoma resta lo stesso, ma l’epigenoma cambia. L’ape operaia, il fuco e l’ape regina di un alveare hanno lo stesso DNA, ma sono nutriti in maniera diversa (la regina mangia la pappa reale) e queste differenze ambientali si ripercuotono a livello morfologico, comportamentale e dunque a livello epigenetico. All’interno di un medesimo formicaio, le formiche hanno lo stesso DNA, ma possono essere soldato o operaie, con fenotipi morfologici e comportamentali diversi. Uno studio pubblicato su Science nel 2016 ha trovato che alcune di queste differenze comportamentali dipendono dall’alimentazione, la quale a sua volta si riflette in differenti pattern epigenetici di acetilazione istonica di alcuni geni di cellule neuronali. (Francesco Suman)
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La metilazione del DNA (DNAm) sovrascrive le informazioni su più fattori estrinseci sul genoma. L'età è uno di questi fattori. L'età provoca cambiamenti caratteristici del DNAm che si pensa siano non solo i principali motori del normale invecchiamento, ma anche precursori di malattie, tra cui il cancro è uno di questi. (Anna Reale et al.)
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I meccanismi di regolazione epigenetica fanno esattamente questo: se il genoma è un libro intonso, l’epigenoma è l’insieme di appunti, etichette e sottolineature che servono a ricordare i punti salienti da andare a recuperare. (Francesco Suman)
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Gli “orologi epigenetici”, traducono il profilo di metilazione genomica in una “età epigenetica”. L'età epigenetica non solo stima l'età cronologica, ma può anche prevedere il rischio di malattie croniche e mortalità. Si ritiene che l'età epigenetica sia una delle metriche più accurate dell'età biologica. (Anna Reale et al.)
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In linea con il tasso di crescita senza precedenti della popolazione mondiale che invecchia (Harper, 2014, Kaeberlein et al., 2015, Moffitt, 2020), vi è una chiara necessità di biomarcatori in grado di prevedere la capacità funzionale di tessuti, organi e persino dell'intero individuo in modo accurato. Inoltre, i biomarcatori dovrebbero dare una valutazione dell'età biologica, fornendo così informazioni utili per la valutazione del tasso di invecchiamento di un individuo e del suo rischio di malattie legate all'età. Tuttavia, nonostante i grandi sforzi compiuti negli ultimi decenni, ad oggi non è emerso alcun marcatore di questo tipo (Jylhävä et al., 2017). (Anna Reale et al.)
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Tra le malattie legate all'età, il cancro è quella in cui è più evidente il ruolo dell'invecchiamento epigenetico. Il cancro è una malattia derivante dall'accumulo di alterazioni genetiche ed epigenetiche e, per diversi tumori, il fattore di rischio più importante è l'età (Age and Cancer Risk, National Cancer Institute, www.cancer.gov). (Anna Reale et al.)
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Sebbene il livello di istruzione possa essere considerato un fattore ambientale biologicamente distante dalla metilazione del DNA, l'impatto dell'istruzione sull'accelerazione dell'età epigenetica era paragonabile e indipendente da altri fattori legati allo stile di vita come il fumo, il BMI, l'alcol e l'attività fisica. Ciò suggerirebbe che si può ottenere un vantaggio di invecchiamento epigenetico sfruttando l'istruzione al di là di altri fattori ambientali/stile di vita modificabili. Un ulteriore supporto a questa ipotesi viene da studi che suggeriscono che gli individui che hanno sperimentato un miglioramento del contesto sociale e del livello di istruzione per tutta la vita, in particolare durante la prima infanzia, hanno tassi di invecchiamento epigenetico più lenti (Austin et al., 2018, Fiorito et al., 2017, Gomez-Verjan et al., 2021, Hughes et al., 2018). (Anna Reale et al.)
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La sensibilità all'influenza ambientale osservata in periodi successivi non è così forte come durante il periodo fetale (Guintivano e Kaminsky, 2016, Heim e Binder, 2012). In linea con queste osservazioni, alcuni studi indicano che il tasso di progressione dell'orologio epigenetico è ampiamente stabilito prima dell'età adulta. (Kananen et al., 2016, Li et al., 2020 ). Ciò è particolarmente significativo in quanto molte delle associazioni riscontrate in età successive potrebbero essere correlate a esposizioni precoci. Infatti, uno studio longitudinale su un'ampia coorte di anziani mostra che l'associazione tra età di metilazione del DNA e molti fenotipi (inclusi i fenotipi del sangue, fisici, cognitivi e dello stile di vita, nonché la mortalità) dipende in gran parte sia dall'abilità cognitiva generale misurata all'età di 11 anni e il numero di anni di istruzione. Infatti, l'aggiustamento per le capacità cognitive all'età di 11 anni ha attenuato la maggior parte delle associazioni trasversali riscontrate in età avanzata (Stevenson et al., 2019). (Anna Reale et al.)
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Per quanto riguarda l'età epigenetica, sebbene si sappia molto poco su ciò che controlla l'orologio epigenetico, diversi lavori hanno fornito stime della sua ereditabilità , che appare essere piuttosto moderata, essendo spesso inferiore al 50% (Horvath, 2013, Levine et al. ., 2015b, Marioni et al., 2015a). Di conseguenza, l'azione dell'ambiente sulla variazione dell'orologio epigenetico sembra prevalere su quella dei fattori genetici. (Anna Reale et al.)
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Sulla vecchiaia non era opportuno indagare. Mai, nè da piccoli nè da grandi. Le persone educate non invecchiano. Fine delle comunicazioni. Nel 1960 gli italiani ultrasessantacinquenni erano il 9% della popolazione, oggi sono il 23 per cento. Nel 1960 inoltrarsi al di là dei settant'anni era una rarità. Un privilegio da benestanti. Una fortuna. Un eroismo. Oggi la vecchiaia è un fenomeno di massa. Vecchi siamo tanti. Non facciamo più notizia. Non facciamo più invidia. Ma neppure pena. (Lidia Ravera Age Pride p.5)
Lidia Ravera scrive in Age Pride (p.16): "Nel giro di una generazione, con i progressi della scienza, con l'entusiasmo e i miliardi che Mr Google, Larry Page, sta investendo per rendere se stesso, e quindi anche molte di noi, immortali, nel giro di una generazione, due al massimo, restare per sempre giovani sarà un progetto realizzabile, non più un sogno ricorrente. La morte non verrà abolita, ma sarà possibile procrastinarla, pagando quel che è giusto".
Il rischio di malattie legate all'età può essere contrastato da strategie che rallentano il ticchettio dell'orologio epigenetico. Nel corso della vita, il profilo di metilazione del DNA genomico di una persona (metiloma) è permanentemente alterato da molteplici fattori intrinseci ed estrinseci. I loro effetti vengono registrati come una sorta di memoria epigenetica e propagati nel tempo. La perdita dell'integrità del metiloma può comportare una progressiva compromissione dei meccanismi omeostatici del corpo, influenzando il carico e la resistenza della malattia. La perdita di integrità del metiloma durante l'invecchiamento e il conseguente aumento del rischio di malattia si riflettono nell'aumento dell'età epigenetica, misurata dall'orologio epigenetico.
L'epigenoma e le influenze ambientali
La Fondazione AIRC scrive:

Accanto al genoma, l’insieme dei geni che compone il nostro DNA, i ricercatori studiano oggi anche l’epigenoma, ovvero l’insieme di tutte le molecole che rendono possibili i cambiamenti epigenetici presenti nell’organismo. Una prima grande differenza tra genoma ed epigenoma risiede nel fatto che, mentre il primo si mantiene piuttosto costante per tutta la vita e in tutte le cellule, il secondo cambia nel corso della nostra esistenza ed è diverso anche tra cellula e cellula. L’epigenoma entra in gioco molto presto, sin dalle prime fasi dello sviluppo dell’embrione. Grazie anche a un epigenoma differente, infatti, due cellule che possiedono lo stesso identico DNA possono differenziarsi e dare origine a tipi cellulari molto diversi tra loro: neuroni, cellule epidermiche, epatociti eccetera. Il tutto, anche perché determinati meccanismi epigenetici inattivano alcuni geni e ne attivano altri. Le caratteristiche epigenetiche cambiano anche con gli anni. Valutando, per esempio, la metilazione del DNA in milioni di siti in tre diverse fasi della vita, è stato dimostrato che il livello maggiore è raggiunto nei neonati, per poi diminuire negli adulti e raggiungere il livello più basso negli anziani.

I ricercatori biologici Anna Reale et al. in un loro studio (vedi bibliografia 2023) scrivono:

Diverse teorie sono state proposte per spiegare il meccanismo alla base dell'invecchiamento e la sua connessione con la malattia. Sebbene nessuna teoria sia stata definitivamente dimostrata, prove crescenti suggeriscono che un cambiamento delle informazioni epigenetiche nel tempo potrebbe essere alla base del deterioramento cellulare associato all'età ( Horvath e Raj, 2018 , Liu e Zhu, 2021 , Lopez-Otin et al., 2013 ). In realtà, ora ci sono ampie prove che le variazioni epigenetiche sono regolatori ubiquitari del processo di invecchiamento in vari organismi. Gli studi isogenici negli animali hanno collegato i cambiamenti epigenetici con i fenotipi dell'invecchiamento e la durata della vita ( Jin et al., 2019 , Kucharski et al., 2008 , Treviño et al., 2020 ). Lo stato epigenetico cellulare deriva da un'interazione dinamica tra diversi componenti, di cui la metilazione del DNA (DNAm) è solo uno e sono incluse anche le varianti istoniche e le modifiche post-traduzionali dell'istone (PTM). Tuttavia, il DNAm è la modificazione epigenetica in cui la conoscenza del suo legame con l'invecchiamento è la più avanzata (Ciccarone et al., 2018, Zampieri et al., 2015). Infatti, il DNAm è attualmente il marcatore molecolare più promettente per monitorare l'invecchiamento e prevedere l'aspettativa di vita negli esseri umani. Ciò è particolarmente rafforzato dal recente sviluppo di stimatori dell'età biologica basati sul DNAm, i cosiddetti orologi epigenetici (Bell et al., 2019, Horvath e Raj, 2018, Liu e Zhu, 2021). Questi orologi stanno emergendo non solo come metriche semplici e utili per monitorare accuratamente l'invecchiamento e i relativi esiti di salute, ma anche un mezzo per valutare l'efficacia degli interventi che attenuano l'invecchiamento modificando l' epigenoma. Il DNAm è un marchio epigenetico, presente praticamente in tutti i regni eucariotici, ed è funzionalmente associato al modello di espressione genica e allo sviluppo dell'organismo (Aliaga et al., 2019 , Skinner, 2011). In questo processo biologico, i gruppi metilici vengono trasferiti alla posizione C-5 delle citosine del DNA , culminando nella sintesi di 5-metilcitosina (5mC) nei dinucleotidi CpG palindromi (siti CG) (Greenberg e Bourc'his, 2019). Nonostante formino una piccola frazione dell'intero genoma dei mammiferi (<2%), le regioni ricche di siti CG di circa 1 kb, le cosiddette isole CpG , sono strettamente incorporate in oltre i due terzi dei promotori genici dei mammiferi annotati. Attraverso i 28 milioni di siti CG del genoma umano, circa il 60-80% è costantemente metilato nelle cellule somatiche , mentre il pezzo residuo delle posizioni del genoma CG comprende citosine non metilate (Edwards et al., 2010 , Illingworth et al., 2010). [...] Da un punto di vista evolutivo, il meccanismo della metilazione della citosina non si trova in molti eucarioti, inclusi diversi animali come Drosophila melanogaster e Caenorhabditis elegans. Il DNAm dei mammiferi è determinato e configurato in tre fasi distinte: costituzione ( de novo DNAm), mantenimento e rimozione di 5mC (Li e Zhang, 2014).
In primo luogo, la costituzione di DNAm è determinata dall'attività di due metiltransferasi , DNMT3A e DNMT3B , che danno forma allo specifico modello di metilazione genomica per ciascuna cellula germinale o cellula somatica ( Fig. 1 ). Questo passaggio è fondamentale, poiché coordina il corretto DNAm dell'intero genoma dopo la demetilazione globale nelle cellule germinali primordiali e negli embrioni precoci, un processo necessario per il ritorno della pluripotenza dopo la specificazione e la fecondazione delle cellule germinali (Jones, 2012 , Messerschmidt et al., 2014).
Il metiloma che invecchia: quando nasce la deriva epigenetica


La ricercatrice biologica Anna Reale et al. (vedi bibliografia 2023) scrivono:

Le prove dagli esseri umani sono state raccolte durante l'intera durata della vita. Studi longitudinali su bambini piccoli hanno dimostrato che i livelli di 5mC cambiano già nel primo anno di vita (Martino et al., 2011). Il DNAm inizia anche a divergere molto presto nei gemelli monozigoti ( Martino et al., 2013, Martino et al., 2011). Significativamente, le differenze di DNAm tra i gemelli monozigoti diventano ancora più pronunciate man mano che invecchiano, in particolare nei gemelli che hanno abitudini diverse e vivevano separati l'uno dall'altro (Fraga et al., 2005 Tan et al., 2016). Ciò supporta chiaramente la teoria secondo cui i modelli DNAm associati all'invecchiamento possono derivare dall'interazione tra l'ambiente e i modelli genetici. Questo fenomeno di divergenza epigenetica è definito "deriva epigenetica", secondo cui l'invecchiamento si traduce in una ridotta stabilità epigenetica. Ciò si manifesta con un graduale allontanamento del genoma da un profilo DNAm di base condiviso e con una maggiore variabilità epigenetica interindividuale (Fraga et al., 2005, Issa, 2014, Jones et al., 2015,Tan et al., 2016)


Una dieta di alta qualità è uno dei fattori modificabili che possono comportare una più lenta accelerazione dell'invecchiamento epigenetico e portare a una durata di vita più lunga e più sana, anche in individui con uno stile di vita malsano (ad esempio fumatori o individui sedentari). [...] Oltre ai fattori dietetici, è stato riscontrato che una ridotta accelerazione dell'età epigenetica è associata a una maggiore attività fisica in più studi. [...] Un possibile effetto riducente sull'accelerazione epigenetica dell'età si estende anche ai fattori sociali. Un'associazione inversa tra l'accelerazione epigenetica dell'età e il livello di istruzione è ricorrente in più studi. [...] Di questi, i risultati di Fiorito, (Fiorito et al. (2019) sono particolarmente promettenti in quanto confermano le osservazioni precedenti in un campione molto ampio di coorti e paesi. Sebbene il livello di istruzione possa essere considerato un fattore ambientale biologicamente distante dalla metilazione del DNA, l'impatto dell'istruzione sull'accelerazione dell'età epigenetica era paragonabile e indipendente da altri fattori legati allo stile di vita come il fumo, il BMI, l'alcol e l'attività fisica. Ciò suggerirebbe che si può ottenere un vantaggio di invecchiamento epigenetico sfruttando l'istruzione al di là di altri fattori ambientali/stile di vita modificabili. Un ulteriore supporto a questa ipotesi viene da studi che suggeriscono che gli individui che hanno sperimentato un miglioramento del contesto sociale e del livello di istruzione per tutta la vita, in particolare durante la prima infanzia, hanno tassi di invecchiamento epigenetico più lenti (Austin et al., 2018, Fiorito et al., 2017, Gomez-Verjan et al., 2021, Hughes et al., 2018). Questo possibile effetto anti-invecchiamento dei fattori ambientali è supportato anche da recenti analisi trasversali delle popolazioni migranti. Una sorprendente riduzione dell'età epigenetica corrisponde al miglioramento del contesto ambientale e alla transizione sanitaria che di solito sono conseguenti alla migrazione (Chilunga et al., 2021, Horvath et al., 2016). In effetti, la migrazione da un paese a basso reddito a uno ad alto reddito è associata a cambiamenti in molteplici fattori ambientali, tra cui lo stile di vita e un migliore accesso ai servizi sanitari. Secondo il cosiddetto "effetto migrante sano" (Wallace et al., 2019), questi cambiamenti ambientali spiegano il miglioramento dello stato di salute e il vantaggio in termini di mortalità degli individui migranti rispetto ai non migranti. [...] Tutto sommato, i risultati di questi studi suggeriscono che i livelli e i tassi di cambiamento delle traiettorie di salute durante la vita e la vecchiaia possono essere modificati da una combinazione di fattori ambientali correlati alla salute, tra cui abitudini alimentari, fattori comportamentali (ad es. e fattori sociali contestuali (ad es. istruzione e partecipazione sociale), che possono rallentare l'invecchiamento epigenetico. Uno studio longitudinale su un'ampia coorte di anziani mostra che l'associazione tra età di metilazione del DNA e molti fenotipi (inclusi i fenotipi del sangue, fisici, cognitivi e dello stile di vita, nonché la mortalità) dipende in gran parte sia dall'abilità cognitiva generale misurata all'età di 11 anni e il numero di anni di istruzione. Infatti, l'aggiustamento per le capacità cognitive all'età di 11 anni ha attenuato la maggior parte delle associazioni trasversali riscontrate in età avanzata (Stevenson et al., 2019).
Anna Reale et al. scrivono: "Nonostante sia in una fase iniziale, la ricerca sugli orologi epigenetici si preannuncia un successo. La loro capacità di stimare l'età biologica in diversi tessuti suggerisce che sono in grado di catturare gli effetti di un meccanismo pervasivo, che agisce a livello di sistema (Jylhävä et al., 2017). Inoltre, il recente sviluppo di orologi DNAm in grado di stimare con precisione l'età in molte specie di mammiferi suggerisce che gli orologi riflettono l'attività di meccanismi specifici e condivisi, che sono alla base del processo di invecchiamento".
Elysium, uno dei tanti orologi epigenetici disponibili oggi (2023)
(Cliccare per approfondire)
La ricercatrice biologica Anna Reale et al. scrivono: "Sebbene il livello di istruzione possa essere considerato un fattore ambientale biologicamente distante dalla metilazione del DNA, l'impatto dell'istruzione sull'accelerazione dell'età epigenetica era paragonabile e indipendente da altri fattori legati allo stile di vita come il fumo, il BMI, l'alcol e l'attività fisica. Ciò suggerirebbe che si può ottenere un vantaggio di invecchiamento epigenetico sfruttando l'istruzione al di là di altri fattori ambientali/stile di vita modificabili. Un ulteriore supporto a questa ipotesi viene da studi che suggeriscono che gli individui che hanno sperimentato un miglioramento del contesto sociale e del livello di istruzione per tutta la vita, in particolare durante la prima infanzia, hanno tassi di invecchiamento epigenetico più lenti (Austin et al., 2018, Fiorito et al., 2017, Gomez-Verjan et al., 2021, Hughes et al., 2018). Questo possibile effetto anti-invecchiamento dei fattori ambientali è supportato anche da recenti analisi trasversali delle popolazioni migranti. Una sorprendente riduzione dell'età epigenetica corrisponde al miglioramento del contesto ambientale e alla transizione sanitaria che di solito sono conseguenti alla migrazione (Chilunga et al., 2021, Horvath et al., 2016). In effetti, la migrazione da un paese a basso reddito a uno ad alto reddito è associata a cambiamenti in molteplici fattori ambientali, tra cui lo stile di vita e un migliore accesso ai servizi sanitari. Secondo il cosiddetto "effetto migrante sano" (Wallace et al., 2019), questi cambiamenti ambientali spiegano il miglioramento dello stato di salute e il vantaggio in termini di mortalità degli individui migranti rispetto ai non migranti"
Lidia Ravera scrive in Age Pride (p.17): "Restare per sempre giovani, in fondo, qualora fosse già possibile, sarebbe mortalmente noioso. Un paese senza inverno, senza cambio di stagioni, inchiodato a ottusi cieli azzurri, mai un temporale, mai un cono d'ombra, sempre esposti, tutti, ai raggi, per lo più nocivi della ricerca di piaceri sensuali e soddisfazioni personali, tutta la vita a investire energie per la propria riuscita, costretti a competere, vulnerabili alla gelosia, facili allo sconforto, oppressi da pretese celesti, a ogni cena, a ogni festa, a ogni vacanza.
Indicazioni scientificamente credibili, su come misurare la propria età biologica e invertire il proprio invecchiamento, sono state date dal genetista David Sinclair e riportate alla pagina "Nutraceutica di David Sinclair".
Conclusioni (provvisorie): L'epigenoma è la nostra storia personale, tutto ciò che ci è successo nel tempo e nello spazio hanno agito su di noi, lasciando tracce visibili. Se abbiamo condotto una vita sregolata e adesso vogliamo recuperare i nostri errori è oggi (in parte) possibile.




"Siamo ancora seduti a tavola e non abbiamo intenzione di alzarci, vogliamo goderci anche il dessert". Con una delle sue asserzioni fulminanti, coniata sulla analogia che dice "la vita è un pranzo", Lidia Ravera invita i suoi simili, gli over 65, i grandi adulti come li chiama lei, a gustare l'ultima  pietanza alla festa dell'orgoglio di essere riusciti a diventare vecchi, l'Age Pride. Riuscire a diventare vecchi - salvo poi maledire il fatto di esserlo - è una conquista recente dell'umanità. [questo è l'incipit dell'articolo di Francesca Rigotti che, sul Sole24Ore del 19 marzo 2023, presenta il libro di Lidia Ravera "Age Pride. Per liberarci dei pregiudizi sull'età"]. E già...diventare vecchi, in passato, presentava ancora dei problemi soprattutto a carico del 'corpo', che è sottoposto a una 'deriva epigenetica' fin dal primo anno di vita di un bambino. Ma OGGI, il rischio di malattie legate all'età può essere contrastato da 'strategie' che rallentano il ticchettio dell'orologio epigenetico. Nel corso della vita, il profilo di metilazione del DNA genomico di una persona (metiloma) è permanentemente alterato da molteplici fattori. La perdita di integrità del metiloma durante l'invecchiamento e il conseguente aumento del rischio di malattia si riflettono nell'aumento dell'età epigenetica, misurata dall'orologio epigenetico. Il rischio di malattie legate all'età potrebbe essere ridotto mediante strategie che riducano o invertano il tasso di invecchiamento epigenetico. A differenza di ieri, OGGI sappiamo che le 'esperienze' di vita modificano il nostro epigenoma via via che invecchiamo, in base a quel che mangiamo, beviamo, fumiamo, incontriamo nell'ambiente in termini di persone e stress psicologici conseguenti. La Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, scrive: "L’epigenetica studia come l’età e l’esposizione a fattori ambientali, tra cui agenti fisici e chimici, dieta, attività fisica, possono modificare l’espressione dei geni pur senza modificare la sequenza del DNA. I meccanismi epigenetici che possono modificare l’espressione dei geni sono diversi e in molti casi reversibili. Le caratteristiche epigenetiche si modificano nel corso della vita e possono essere trasmesse sia da una cellula che si duplica alle cellule figlie, sia dai genitori alla prole. L’epigenetica può influenzare il rischio di sviluppare molte malattie, incluso il cancro. L’insieme dei composti che possono modificare in modo epigenetico l’espressione dei geni (epigenoma) è oggi al centro di molte ricerche anche in oncologia. In passato si pensava che l’espressione dei geni (cioè il modo e la frequenza in cui l’informazione in essi contenuta viene letta e tradotta in proteine) fosse determinata esclusivamente dalla sequenza dei geni stessi e di parti contigue, “scritte” nel DNA. Oggi sappiamo che a tale espressione contribuiscono molti meccanismi e molecole, tra cui quelli epigenetici. In greco il prefisso “epi” significa “sopra”. Di conseguenza il termine “epigenetica” indica qualcosa che si colloca al di “sopra” dei geni, e dunque del DNA e della sequenza di basi azotate di cui è composto. Nell’insieme i cambiamenti epigenetici nella regolazione dell’espressione dei geni possono determinare una modifica del fenotipo di una cellula, un tessuto, un organismo (ciò che vediamo come risultato dell’espressione dei geni), senza che sia per questo modificato il genotipo (la sequenza del DNA dei nostri geni). Con una metafora attinta dalla lingua scritta, possiamo considerare le modifiche epigenetiche sulla sequenza di DNA come gli accenti posti sulle parole: non cambiano la sequenza di lettere di cui è fatta la parola, ma il modo in cui questa viene pronunciata e dunque compresa. L’epigenetica può influenzare la regolazione dell’espressione genica con diversi meccanismi, ma tre sono le vie più note e studiate attraverso le quali agisce: la metilazione del DNA, la modifica degli istoni e l’azione degli RNA non codificanti. La metilazione del DNA consiste nell’aggiunta di un gruppo chimico (metile, formula -CH3) in punti specifici del DNA. In genere la metilazione blocca l’espressione del gene e di fatto lo inattiva, per esempio impedendo ad apposite proteine di trascrivere il DNA. Il processo opposto, ovvero la rimozione del gruppo metile, è detto demetilazione e, in genere, può portare a riattivare un gene, permettendone l’espressione. L’epigenoma è l’insieme di tutte le molecole che rendono possibili i cambiamenti epigenetici presenti nell’organismo." La ricercatrice biologica Anna Reale e i suoi colleghi (vedi bibliografia 2022) scrivono: "Gli “orologi epigenetici”, traducono il profilo di metilazione genomica in una “età epigenetica”. L'età epigenetica non solo stima l'età cronologica, ma può anche prevedere il rischio di malattie croniche e mortalità. Si ritiene che l'età epigenetica sia una delle metriche più accurate dell'età biologica". Al fine di invertire l'età epigenetica (o biologica) ricercatori hanno individuato i seguenti metodi: (1) PARABIOSI ETEROCRONICA [infusioni di sangue giovane in organismi vecchi], (2) RESTRIZIONE CALORICA [la restrizione dietetica abbassa i livelli di biomarcatori sistemici dell'invecchiamento e anche molteplici fattori di rischio di cancro e malattie cardiovascolari in individui sani], (3) RIPROGRAMMAZIONE CELLULARE [trasferimento nucleare di cellule somatiche (SCNT) e creazione di cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC)], (4) FATTORI AMBIENTALI [l'azione dell'ambiente sulla variazione dell'orologio epigenetico sembra prevalere su quella dei fattori genetici].
L'epigenoma è la nostra storia personale, tutto ciò che ci è successo nel tempo e nello spazio hanno agito su di noi, lasciando tracce visibili. Se il nostro pranzo è stato cattivo è una nostra responsabilità. Se abbiamo condotto una vita sregolata e adesso vogliamo recuperare i nostri errori è oggi (in parte) possibile.
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      a chi è interessato a capire i test per la misura dell'età biologica

      Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

      Pagina aggiornata il 31 marzo 2023

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      Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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