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I principali settori dell'economia mondiale sono dominati da soggetti che inducono nell'opinione pubblica ignoranza delle conseguenze nocive dei loro prodotti (o servizi), diffondendo studi scientifici inaccurati, falsi o fuorvianti oltre a corrompere giornalisti e politici. (@pencrit)
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Il primo studioso a parlare di agnotologia è stato Robert N.Proctor, che insegna Storia della Scienza all'Università di Stanford, il quale derivò il termine dal greco antico "agnōsis" che significa "non noto". Egli definì l'agnotologia come "lo studio dell'ignoranza o dubbio indotti culturalmente, in particolare con la pubblicazione di dati scientifici inaccurati o fuorvianti". (@pencrit)
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Quando si hanno cattivi argomenti scientifici e non si riesce a falsificarli le lobby delle multinazionali corrompono i politici alterando il processo decisionale. (@pencrit)
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Come tutti sanno la costruzione e distribuzione di conoscenza e ignoranza sono fortemente implicate in "relazioni di potere".
La Treccani definisce così la "Knowledge society": "Società nella quale il ruolo della conoscenza assume, dal punto di vista economico, sociale e politico, una centralità fondamentale nei processi di vita, e che fonda quindi la propria crescita e competitività sul sapere, la ricerca e l’innovazione." Belle parole che i massmedia ci ripetono da anni asserendo che viviamo ormai nella "Società della Conoscenza". Peccato che si tratti di un falso mito e che è invece più facile e lucroso diffondere l'ignoranza (questa pagina porterà argomenti a sostegno di questa tesi), anche se la Rete rimane una grande dispensatrice di conoscenza (ma solo per chi la sa sfruttare).
Gli storici della scienza Robert N.Proctor e Londa Schiebinger, autori del libro "Agnotology - The making and unmaking of ignorance" (purtroppo non tradotto in italiano), hanno esplorato il modo in cui l'ignoranza viene prodotta e mantenuta in diversi ambiti e con quali meccanismi. Essi scrivono (p.2):
L'ignoranza ha molti interessanti surrogati e sovrapposizioni nella miriade di modi con cui è generata da segretezza, stupidità, apatia, censura, disinformazione, fede, e dimenticanza, tutti innescati dalla scienza. L'ignoranza si nasconde nelle ombre della filosofia ed è vista di buon occhio dalla sociologia, ma si trova anche in una grande quantità di retorica popolare: non è una scusa, è ciò che non può farti del male, è la beatitudine.
Proctor distingue l'ignoranza in tre categorie:
- Ignoranza come "stato nativo" (o risorsa per il cambiamento): è uno stato da superare, una richiesta di conoscenza.
L'ignoranza nativa (o originaria) implica un deficit causato da ingenuità giovanile o da carenza di educazione. La storia della filosofia greca porta Socrate (citato da Platone) quale esempio di consapevolezza della propria ignoranza quale pre-condizione per l'illuminazione. Il potere rigenerativo dell'ignoranza rende sostenibile l'impresa scientifica. - Ignoranza come "regno perduto" (o costrutto passivo): è il prodotto della disattenzione umana, vale a dire di ciò che si incontra ma che si decide di trascurare.
Questo tipo di ignoranza viene approfondito da Londa Schiebinger (pp.149-162) con un interessante esempio storico sui criteri con cui vennero scelte (o trascurate) le spezie da importare in Europa dalle Americhe. In particolare gli europei non si interessarono a una quantità di erbe abortive con cui gli amerindi controllavano le nascite, mentre preferirono l'importazione di erbe contro malaria (chinino), diarrea (jalapa, quassia) e depressione (cacao). - Ignoranza come "stratagemma strategico" (o costrutto attivo): è il prodotto dell'incertezza o del dubbio creati, mantenuti e manipolati da altre persone
Questo tipo di ignoranza implica la costruzione del dubbio e dell'incertezza come qualcosa che viene costruito, mantenuto e manipolato avvalendosi di specifiche discipline scientifiche. In altre parole l'ignoranza è l'obiettivo di piani che vengono deliberatamente ingegnerizzati e implementati. Scrive Proctor (p.9):
Scienza e industria sono sempre più interallacciate, con ricerca e sviluppo (R&D) svolti al riparo della privacy per mantenere certi vantaggi di business. La Scienza anche nelle migliori circostanze è "aperta" solo sotto vincoli altamente formalizzati.
Nell'approvare questa legge il Congresso USA ha accettato l'idea che il progresso industriale americano è stato ostacolato dalla mancata introduzione delle scoperte fatte con fondi pubblici nel mercato. Ciò significa che adesso le imprese orientano le ricerche delle Università verso scopi commerciali basati non sul bene comune ma sul profitto da loro previsto e pianificato.
Stocking e Holstein sottolineano però una differenza di comportamento tra gli industriali, che "costruiscono" sempre il dubbio, e i giornalisti che hanno comportamenti più variegati che dipendono dalla percezione del loro ruolo; essi classificano i giornalisti in quattro categorie (p.37):
- "Giornalisti Disseminatori" che prendono le distanze dalla valutazione della verità e riportano scrupolosamente le opinioni degli industriali e degli scienziati, lasciando ai lettori la responsabilità di accettare o rifiutare quelle opinioni
- "Giornalisti Investigativi" che valutano le asserzioni degli industriali confrontandole con ricerche indipendenti e scrivono editoriali che ignorano le asserzioni degli industriali e lodano le ricerche indipendenti
- "Giornalisti Populisti" che enfatizzano il punto di vista dei cittadini non-esperti. Essi riportano le asserzioni (farcite di ignoranza indotta) degli industriali ma omettono quelle più incendiarie. Essi, in ogni caso, usano asserzioni neutre per attribuire credibilità agli studi scientifici, anche se manipolati
- "Giornalisti Contrastanti " che sono scettici nei confronti di qualunque asserzione, anche di quelle scientifiche. In tal modo esprimono una visione ostile verso la scienza in generale e di supporto all'industria
Quando Reagan venne eletto nel 1980, i fondi federali per l'energia solare vennero azzerati. Gli studi sui semiconduttori che interessavano le applicazioni solari vennero trasferiti all'area che studiava l'irrobustimento dei semiconduttori alle esplosioni nucleari. La ricerca sulle tecnologie solari soffrì della perdita di quei finanziamenti; l'ignoranza in questo caso risultò dalla decisione di enfatizzare i combustibili fossili rispetto alle fonti di energia rinnovabile.
Pensate a come l'avidità che regna incontrastata nel settore farmaceutico, alimentare e petrolifero sia stigmatizzata nell'uso dispregiativo di espressioni come Big Pharma, Big Food e Big Oil. E ora pensate a Big Data: un termine innocente che non viene mai usato per riferirsi alle mire condivise dalle aziende tecnologiche.
Nota: chi volesse approfondire viene indirizzato alla bibliografia (di questa pagina e di quelle specifiche) e a una selezione di testi la cui lettura viene consigliata.
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- Michael J.Smithson (1989), Social Theories of Ignorance (PDF) - Capitolo 9 del libro "Agnotology [The Making and Unmaking of Ignorance]"
- Michael J.Smithson (2011), A taxonomy of unknowns (PDF)
- S.H. Stocking, L.W. Holstein (2009), Manufacturing doubt: journalists' roles and the construction of ignorance in a scientific controversy (PDF) [80 citazioni]
- Robert N.Proctor, Londa Schiebinger (2008), Agnotology: The Making and Unmaking of Ignorance - Stanford University Press [258 citazioni]
- Michael Hiltzik (2014), Cultural production of ignorance provides rich field for study
- Manuela Fernandez Pinto (2014), Learning from ignorance: agnotology’s challenge to philosophy of science (PDF) PHD Thesis
- A.J. Angulo (2016), Miseducation - A history of ignorance making in America and abroad
- Paul Heideman (2014), Bulletproof Neoliberalism
- Antonio Sgobba (2015), Vent’anni di internet, Luciano Floridi intervista se stesso - Wired.it
Pagina aggiornata il 24 giugno 2023