Il Campo ZPE consente all'essere umano di emanciparsi per adattarsi all'ambiente
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Ogni atomo, come la monade di Leibniz, è un piccolo universo e manifesta un certo grado di coscienza. Esso è la forza da cui hanno origine le forze elettromagnetiche, gravitazionali e nucleari conosciute e dei campi, è la fonte stessa della materia. Il vuoto quantistico coincide con la Materia Prakriti della filosofia orientale. Il campo Zero Point Energy (ZPE) è diffuso in tutto l'universo e le sue proprietà sono ancora in corso di studio. Tuttavia i fisici intuiscono che le sue potenzialità sono immense perché è da esso che è nato l'universo, che ha tratto le sue proprietà attingendo ad esso per crearlo. Il fisico Ludwig Thorsten scrive (vedi bibliografia): "Il principio di Heisenberg descrive una piccola area di incertezza, al cui interno possono esserci fluttuazioni. Ad esempio, in una frazione di tempo un positrone e un elettrone possono nascere e annichilirsi di nuovo. Quando elettroni, protoni o altre particelle entrano in questi campi fluttuanti, i loro campi e le loro proprietà fisiche cambiano. Questo ci porta a considerare le proprietà dello spazio. Quindi, perché la velocità della luce nel vuoto è di circa 299.791,82 km al secondo? Perché l'onda viaggia a questa velocità? Ha a che fare con le proprietà dello spazio. Se ci sono un positrone, un elettrone e un campo, si verificherà una polarizzazione, chiamata polarizzazione del vuoto. Ci sono anche fotoni blu, fotoni verdi, fotoni infrarossi: si formano per un breve periodo e poi scompaiono. Tutta questa attività avviene, potrei dire, spontaneamente o a causa del fenomeno descritto dal principio di indeterminazione di Heisenberg – il che sarebbe un argomento ancora più complesso da spiegare – ma in ogni caso esiste. Gli scienziati l'hanno scoperta, e questo porta alla conclusione che nello spazio c'è attività di particelle e onde. Pertanto, si potrebbe dire che nello spazio stesso esiste un mare di energia. Tutto ciò si chiama energia di punto zero." Riguardo alla Cosmometria: le forme primarie della cosmometria strutturale sono famose come Solidi Platonici, prima messe sotto indagine dalla scuola Platonica nell’antica Grecia. Questi sono i cinque “edroni” fondamentali – “facce” – il tetraedro (4 facce), esaedro (6 facce), il cubo, l’ottaedro (8 facce), il dodecaedro (12 facce) e l’icosaedro (20 facce). La caratteristica unica di queste CINQUE FORME PLATONICHE è che ognuna di esse è in equilibrio simmetrico con facce composte di soli triangoli equilateri (tetra, octa e icosa), quadrati (cubo) o pentagoni (dodeca), tutte della stessa dimensione. Da questa semplice e simmetrica espressione della forma, emerge una grande complessità quando vengono “trasformate” tramite stellazione, troncatura, combinazione, sottrazione, distorsione, ecc..

Oltre a questo, tutte le interazioni energetiche che creano forme geometriche (che siano o meno davvero strutturali), possono essere viste come sistemi di tensione dinamica; eventi energetici multipli tenuti in relazione risonante dall’attrazione elettromagnetica che hanno tra loro e che crea una integrità tensionale della forma.
La parola per definire questa integrità tensionale è “tensegrity”. La tensegrità risulta essere la dinamica energetica fondamentale che lega gli atomi in molecole, le molecole in materia e sta alla base delle strutture delle membrane, dei sistemi muscolo-scheletrici di umani ed animali, delle dinamiche gravitazionali celesti e molto altro. In questa sezione esploreremo le forme primarie della cosmometria strutturale: Il Vector Equilibrium e le cinque forme Platoniche e quella a cui Fuller si riferiva come Gerarchia Cosmica della loro innata simmetria.
Il Vector Equilibrium (VE) è la disposizione energetica e geometrica primaria nel cosmo. Il Vector Equilibrium, come descritto dal nome, è l’unica forma geometrica in cui tutti i vettori sono della stessa lunghezza e relazione angolare (60°). Questo includendo sia quelli dal suo centro all’esterno verso i suoi vertici sulla circonferenza che i suoi lati (vettori) che connettono tali vertici. Avendo la stessa forma del cubottaedro, il filosofo Richard Buckminster Fuller ha scoperto il significato della piena simmetria di vettori nel 1917 e l’ha chiamato Vector Equilibrium nel 1940. L’aspetto più fondamentale del VE da capire, è che, essendo una geometria dell’equilibrio assoluto in cui tutta la fluttuazione (e quindi il differenziale) cessa, è concettualmente la geometria di quello che chiamiamo campo di punto-zero (ZPE) o Campo Unificato, detto anche “vuoto” dello spazio. Perché qualsiasi cosa si manifesti nell’universo, sia fisicamente (energia) che metafisicamente (coscienza), è necessaria una fluttuazione nel Campo Unificato, grazie alla quale si manifestano i campi Quantistici e dello Spaziotempo, osservabili e misurabili. Fino ad ora abbiamo visto il VE nel suo stato statico (o più correttamente, il suo stato zero d’equilibrio dinamico. In altre parole, abbiamo osservato la forma nel suo stato di simmetria perfetta. Altra cosa notevole del VE, è che, avendo sei facce quadrate e geometricamente non-strutturali (solo i triangoli sono strutturalmente stabili), il VE possiede l’abilità di “collassare” all’interno, tirando verso il suo centro dodici punti esterni, simmetricamente. Nel farlo passa dal suo stato di equilibrio perfetto (fase zero) in uno “spin” dinamico che può contrarlo in direzione oraria ed antioraria. Quando contratto ed espanso alternativamente nelle due direzioni, esibisce un “pompaggio” dinamico che Fuller chiamava Jitterbug (dal nome della danza famosa negli anni 30, quando studiava questo fenomeno).
Il Campo Unificato possiede un potenziale energetico e creativo infinito. Questo potenziale non viene attinto finché non viene introdotto un impulso che sposta l’equilibrio della IVM e quando avviene, “il campo collassa” (come spesso si dice nella fisica quantistica, quando la coscienza di un osservatore cerca di determinare la locazione o il momento angolare di un quanto energetico) e una piccolissima quantità dell’infinita energia del Campo entra in una dinamica polarizzata di rotazione, differenziale, forma e moto. Un evento energetico locale è emerso dall’altrimenti invisibile e non-misurabile Campo Unificato (un evento energetico locale come un fotone, un elettrone, un protone e di complessità superiore, fino alla scala macroscopica dei gruppi galattici). Questa è la natura frattale del moto dinamico del VE, dove il massimo di una scala (forma VE) è avvolta dalla minima forma ottaedrica della scala seguente. Questo nuovo minimo si espande per divenire il seguente massimo VE nella scala, che a sua volta sarà avvolto dal seguente minimo ottaedro e così via in espansione e contrazione, salendo e scendendo lungo lo spettro cosmico dal macro al micro. La seguente animazione illustra questo fenomeno, mostrando la simultanea espansione e contrazione attraverso le scale e il punto d’incontro nel momento ottaedrico, che è simmetrico rispetto la fase ottaedrica manifesta (stato di minima contrazione) e la fase-zero immanifesta del VE. In questo modo possiamo vedere ancora che nel flusso dinamico di energia nel campo quantistico, troviamo un continuo ritorno al Campo Unificato di punto zero, nel cui momento tutto è istantaneamente e infinitamente unificato. Questo semplice modello dinamico e le sue implicazioni, porta a logiche spiegazioni cosmometriche per fenomeni come la chiaroveggenza, la chiaroudienza, la guarigione a distanza, l’intreccio quantistico, ecc..
Da una prospettiva frattale-olografica, è questa dinamica fondamentale che agisce in ogni scala, prima espressa come fotoni, quindi particelle subatomiche, che poi si aggregano in gruppi di atomi, che formano composti e poi cristalli, minerali, cellule e organi e interi organismi come alberi, animali, noi, ecosistemi, atmosfere, pianeti, stelle e galassie. Ad ogni scala la dinamica del flusso toroidale è attiva finché è mantenuta la coerenza dell’energia manifesta. Una volta persa la coerenza (con l’energia dissipata o a causa di fattori interni ed esterni), la forma toroidale non sarà più stabile e tornerà in uno stato di equilibrio dinamico.
Un buon esempio è l’apparizione e la scomparsa di vortici in un flusso d’acqua. L’equilibrio dinamico è il flusso che si muove interamente. In questo flusso l’acqua interagirà con oggetti come una roccia e i risultanti differenziali di pressione causeranno il collasso del campo d’acqua in un vortice (in questo caso il vortice è la porzione visibile di una completa dinamica toroidale invisibile nell’acqua). Secondo il fisico David Bohm, questa è la vera natura del campo sottostante (campo sub-quantistico, come lo chiamava), dove si trova una continua corrente di flusso (che lui chiamava olomovimento) nella quale vortici di energia emergono (fotoni, elettroni,..). Questi vortici sono distinti e completamente connessi tra loro e con la corrente, come nel caso dell’acqua. Questa idea, le caratteristiche e i principi relativi al toroide vengono esplorati nella sezione sul Processo di Flusso Dinamico del Toroide.

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COSCIENZA E FRATTALI: Il nostro cervello è composto da cellule chiamate neuroni e si ritiene che la loro attività combinata generi la coscienza. Ogni neurone contiene microtubuli, che trasportano sostanze a diverse parti della cellula. La teoria di Penrose-Hameroff della coscienza quantistica sostiene che i microtubuli sono strutturati in uno schema frattale che consentirebbe il verificarsi di processi quantistici. I frattali sono strutture che non sono né bidimensionali né tridimensionali, ma sono invece valori frazionari intermedi. In matematica, i frattali emergono come bellissimi schemi che si ripetono all’infinito, generando ciò che è apparentemente impossibile: una struttura che ha un’area finita, ma un perimetro infinito. Questo potrebbe sembrare impossibile da visualizzare, ma in realtà i frattali si verificano frequentemente in natura. Se osservi attentamente le cime di un cavolfiore o i rami di una felce, vedrai che sono entrambi costituiti dalla stessa forma di base che si ripete più e più volte, ma a scale sempre più piccole. Questa è una caratteristica chiave dei frattali. Lo stesso accade se guardi all’interno del tuo stesso corpo: la struttura dei tuoi polmoni, ad esempio, è frattale, così come lo sono i vasi sanguigni nel tuo sistema circolatorio. I frattali sono presenti anche nelle incantevoli opere d’arte ripetute di MC Escher e Jackson Pollock, e sono stati usati per decenni nella tecnologia, come nella progettazione di antenne. Questi sono tutti esempi di frattali classici ovvero frattali che rispettano le leggi della fisica classica piuttosto che della fisica quantistica. È facile capire perché i frattali sono stati usati per spiegare la complessità della coscienza umana. Poiché sono infinitamente intricati, consentendo alla complessità di emergere da semplici schemi ripetuti, potrebbero essere le strutture che supportano le misteriose profondità delle nostre menti. Ma se questo è il caso, potrebbe accadere solo a livello quantistico, con minuscole particelle che si muovono secondo schemi frattali all’interno dei neuroni del cervello. Ecco perché la proposta di Penrose e Hameroff è chiamata teoria della “coscienza quantistica”. C’è un collegamento rigoroso e poetico tra la spirale aurea con la struttura del DNA e con la disposizione delle energie negli spazi “sacri”. Ogni luogo in cui si verifica una perfetta compressione frattale è un punto in cui le linee di forza si armonizzano: è il luogo dove un seme germoglia meglio, dove il corpo guarisce prima, dove l’intuizione si amplifica. Questa scoperta, oggi supportata da modelli di biofisica avanzata, ridefinisce l’architettura, la medicina ambientale e l’ecologia spirituale. Un tempio non è sacro per tradizione, ma perché crea le condizioni geometriche per l’emergere del sacro.
Punti di riflessione
Il cervello, e in particolare la corteccia, da questo punto di vista avrebbe la capacità di convertire le onde di interferenza in ricordi. Questo spiegherebbe, secondo Pribram, da un lato la capacità del cervello di immagazzinare un’enorme quantità di informazioni in uno spazio relativamente ridotto e dall’altro la sua ipotesi olografica, in quanto la distribuzione non locale delle informazioni permette una connessione immediata fra le parti come ipotizzato nell’Universo Olografico immaginato da Bohm. (Doriano Dal Cengio)
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L’esistenza di una energia associata al vuoto è alla base dell’emancipazione spirituale di tutte le creature; essa non ha niente a che fare con tutte quelle dottrine speculative che portano alla falsa conoscenza. Essa è per la liberazione spirituale di quelle persone le cui menti non distratte sono pienamente rivolte verso l’energia di punto zero.
Cos'è la Zero-Point Energy (ZPE)?
Lynne McTaggart nel libro "Il campo quantico" (p.37) scrive: "Quello che tendiamo a pensare come un vuoto assoluto, ossia uno spazio privo di materia e di energia, e perfino lo spazio tra le stelle, esaminato in termini subatomici, ribolle di attività. [...] Ciò significa che la struttura fondamentale dell'universo è costituita da un mare di campi magnetici che non possono essere eliminati da nessuna legge fisica conosciuta. Quello che riteniamo un universo stabile e statico è in realtà un tempestoso vortice di particelle subatomiche che appaiono e scompaiono da un attimo all'altro." Si trattava di particelle effimere, cioè di "particelle quantiche virtuali" che appaiono dal nulla combinandosi e annullandosi in meno di un istante (10-23 secondi). Esse sono diverse da quelle reali perché esistono solo per la durata dello scambio, e compongono il Campo del Punto Zero, perché le sue fluttuazioni sono ancora rilevabili allo zero assoluto, ovvero al più basso livello di energia possibile. Come scrive la McTaggart14 (p.42): "Il Campo del Punto Zero è il deposito di tutti i campi, di tutti gli stati fondamentali dell'energia e di tutte le particelle virtuali: è il campo dei campi."
L'importanza del campo ZPE sta diventando evidente, via via che nuove ricerche emergono. Il filosofo Guerrino Varutti scrive:
La ZPE è il livello minimo di energia che una particella o un campo può avere, anche a temperatura dello zero assoluto. Questo concetto nasce dalla meccanica quantistica e riflette il fatto che, anche se un sistema non possiede energia termica (zero kelvin), non è mai completamente privo di energia. In altre parole, la ZPE è una "energia residua" che deriva dalle fluttuazioni quantistiche del vuoto, cioè dall'attività continua di particelle virtuali che appaiono e scompaiono istantaneamente.
Le fluttuazioni quantistiche sono il risultato della teoria di Heisenberg e del principio di indeterminazione, che stabilisce che non possiamo conoscere con precisione simultaneamente la posizione e la velocità di una particella. Questo implica che anche nel "vuoto" ci siano sempre fluttuazioni energetiche. La ZPE, quindi, è una manifestazione di queste fluttuazioni.Recenti scoperte e teorie cosmologiche relative alla ZPELa ZPE ha guadagnato maggiore attenzione negli ultimi decenni grazie alla sua potenziale connessione con la cosmologia e l'astrofisica. Sebbene molte delle idee che circondano la ZPE siano ancora speculative, ci sono alcune scoperte e concetti che stanno alimentando il dibattito scientifico.La ZPE e l'Espansione Accelerata dell'UniversoUno dei più affascinanti sviluppi riguarda il ruolo che la ZPE potrebbe giocare nell'energia oscura, la misteriosa forma di energia che sembra causare l'accelerazione dell'espansione dell'universo.
- Energia Oscura e Vuoto Quantistico: le osservazioni cosmologiche hanno rivelato che l'espansione dell'universo sta accelerando. Una delle spiegazioni proposte è che l'energia oscura, che costituisce circa il 68% dell'universo, potrebbe essere legata alla ZPE. Alcuni scienziati teorizzano che la ZPE non sia solo un fenomeno locale, ma una proprietà intrinseca del vuoto che permea l'intero spazio. Questa energia del vuoto potrebbe contribuire alla repulsione gravitazionale osservata nell'espansione accelerata dell'universo.
- Cosmologia Quantistica: teorie avanzate, come la cosmologia quantistica, suggeriscono che la ZPE potrebbe essere responsabile per la nascita stessa dell'universo. La ZPE potrebbe essere stata la fonte dell'energia necessaria per il Big Bang, poiché il vuoto quantistico ha la capacità di produrre energia a partire da nulla, attraverso le fluttuazioni quantistiche.
Il Ruolo della ZPE nella Gravità e nel Campo GravitazionaleAlcuni ricercatori stanno esplorando l'idea che la ZPE possa influenzare la gravità a livello cosmologico.
- Gravità Quantistica: teorie come la gravitazione quantistica a loop suggeriscono che la gravità potrebbe derivare in parte dalle fluttuazioni quantistiche del vuoto. In questo contesto, la ZPE potrebbe giocare un ruolo chiave nell'interazione tra la gravità e la materia, portando a una comprensione più profonda delle leggi fisiche che governano l'universo su scala macroscopica e microscopica.
- Interazioni con la Materia: alcuni studi teorici ipotizzano che la ZPE possa influenzare le interazioni tra particelle e forze fondamentali. In questo scenario, il vuoto potrebbe non solo essere una fonte di energia, ma anche un substrato fondamentale attraverso cui la gravità e altre forze potrebbero essere trasmesse.
La ZPE e l'Entanglement QuantisticoL'entanglement quantistico è il fenomeno per cui due particelle possono essere correlate in modo tale che lo stato di una dipenda istantaneamente dallo stato dell'altra, anche a grandi distanze. Le recenti scoperte in fisica teorica suggeriscono che la ZPE potrebbe essere il mezzo attraverso cui avviene questo fenomeno.
- La ZPE come Canale di Comunicazione: alcuni ricercatori ipotizzano che le fluttuazioni della ZPE possano essere alla base dell'entanglement quantistico, poiché il vuoto quantistico sarebbe in grado di trasmettere informazioni tra particelle entangled, anche se distanti tra loro. Ciò potrebbe portare a nuove intuizioni sul "quantum field" che permea l'universo e sulle sue interazioni con la materia.
Teorie Speculative sulla Utilizzazione della ZPEAnche se la ZPE è un concetto ancora non completamente compreso e teorico, ci sono teorie speculative che suggeriscono che potrebbe essere sfruttata in applicazioni pratiche, come la propulsione spaziale e la generazione di energia illimitata.
- Dispositivi a Energia Libera: alcuni teorici propongono che, se riuscissimo a "estrarre" energia dal vuoto quantistico, sarebbe possibile creare dispositivi in grado di produrre energia illimitata senza consumare risorse. Sebbene queste teorie non siano ancora state verificate sperimentalmente e siano spesso considerate marginali dalla comunità scientifica principale, ci sono stati studi e tentativi per costruire dispositivi che possano interagire con la ZPE.
- Propulsione Spaziale: alcuni scienziati speculano che la ZPE potrebbe essere utilizzata per sviluppare motori spaziali altamente efficienti, che sfruttano le fluttuazioni del vuoto per produrre una forma di spinta. Teorie come la propulsione a base di campo quantistico stanno guadagnando attenzione, poiché potrebbero potenzialmente ridurre o eliminare la necessità di carburante convenzionale.
ZPE e la Materia OscuraLa materia oscura è una forma di materia che non emette radiazione e quindi non può essere osservata direttamente, ma la sua presenza è dedotta dagli effetti gravitazionali che ha sulla materia visibile. Alcuni teorici ipotizzano che la ZPE possa essere legata alla materia oscura, poiché entrambe sembrano avere effetti misteriosi sulla gravità e sull'espansione dell'universo.Le scoperte recenti sulla ZPE sono ancora in fase esplorativa e speculative, ma suggeriscono che questa energia del vuoto possa avere implicazioni enormi per la comprensione del nostro universo, dal comportamento delle particelle subatomiche all'espansione cosmologica. Mentre alcune teorie avanzate suggeriscono che la ZPE potrebbe essere un meccanismo fondamentale per fenomeni cosmologici come l'energia oscura, la gravità e l'entanglement quantistico, altre si concentrano su applicazioni pratiche potenzialmente rivoluzionarie. Tuttavia, nonostante l'entusiasmo, la ZPE rimane un campo di ricerca controverso e necessita di ulteriori validazioni sperimentali per verificare le sue reali potenzialità.
Il campo che favorisce l'adattamento umano all'ambiente e alla società

Tutto ciò che esiste è un mare di fluttuazioni quantistiche nello spazio pieno di spazio.
Solo la capacità noetica è eterna, senza inizio né fine.
Il campo di Zero Point Energy (ZPE) rappresenta una fonte di energia onnipresente, illimitata, autocosciente, sempre presente, sempre fonte di gioia, che permea e sostiene tutta la creazione visibile ed invisibile.
L’onnipresenza e onnipotenza della ZPE, come proclamato dai veggenti e saggi rende ZPE il substrato di base in grado di generare da se stessa materia cosmica, campi di materia e di energia per il funzionamento dell’universo e manifestazioni visibili.
Come bolle d’acqua i mondi sorgono, esistono e si dissolvono nel Supremo campo che è la causa materiale ed il supporto di tutto.
Questa è la più alta verità spirituale per quanto riguarda l’origine della energia universale per la generazione di materia cosmica e i loro movimenti armoniosi.
L’esistenza di una energia associata al vuoto è alla base dell’emancipazione spirituale di tutte le creature; essa non ha niente a che fare con tutte quelle dottrine speculative che portano alla falsa conoscenza. Essa è per la liberazione spirituale di quelle persone le cui menti non distratte sono pienamente rivolte verso l’energia di punto zero.
Alcuni considerano solo ciò che si può vedere con l’occhio fisico, altri il possesso di beni materiali ed esseri viventi, persone comprese; alcuni considerano solo il denaro, altri la connessione virtuale tramite computer. Alcuni considerano solo il possesso di oggetti tecnologici, altri i sacrifici compiuti con l’unico scopo di poter effettuare un “selfie” (autoritratto fotografico realizzato attraverso uno smartphone); qualcuno considera degno di stima il reddito, altri pensano che l’attaccamento alle proprie costruzioni mentali sia la migliore delle cose.
Così diverse sono le strade che la gente considera importanti per l’emancipazione.
Essendo così diversamente legati a questo mondo, anche coloro che distinguono ancora le azioni buone da quelle cattive, per quanto liberi dal peccato, sono soggetti a smarrimento.
Quel vuoto che non è vuoto ma pieno, è un pieno da cui si può attingere il pieno e che, pur attingendo da esso il pieno, rimane pieno, e tu sei quello, realizza ciò nella caverna del tuo cuore.
Energia del punto Zero (cos'é)
Giuseppe Spizzuoco scrive:
L’energia di punto zero
Il tutto nasce dall'energia di punto zero (zero-point energy, ZPE) che rappresenta il più basso livello energetico possibile in un sistema quantistico. Questa energia è presente ovunque nello spazio e quindi anche nel vuoto, che sebbene privo di materia, non è completamente vuoto ma possiede dell’energia.
Pertanto, anche in uno spazio puramente vuoto ed in assenza di campi esterni esiste una energia di punto zero, per cui osservando questa regione per un periodo di tempo ∆t è sempre rilevabile una quantità ∆E di energia.
Nella meccanica classica, la misura delle grandezze fisiche non alterano le caratteristiche delle grandezze stesse, ma nella meccanica quantistica tale principio non è più valido in quanto il principio di indeterminazione di Heisenberg afferma che non è possibile conoscere con precisione la quantità di Energia ∆E nel tempo ∆t di osservazione se ∆t → 0.
Vale la relazione:
(1) ∆E ∆t ≥ h/4π dove h è la costante di Planck = 6.6 × 10^(−35) J · s
Quindi, determinando il tempo con una precisione sempre maggiore (∆t → 0) si perde ogni informazione sull’energia (∆E → ∞).
Pertanto se ∆t è sufficientemente breve e tale da rispettare l’equazione (1), si manifestano delle fluttuazioni quantistiche di energia ∆E che danno vita alla creazione di coppie particelle-antiparticelle di massa totale:
(2) m = ∆E/c^(2) dove c è la velocità della luce
Tale relazione è alla base della struttura quantistica del vuoto che prevede la possibilità di creare massa dall'energia, nel rispetto dell'equazione (2), attraverso la creazione di coppie particelle-antiparticelle cariche che poi rapidamente si annichilano e scompaiono nel vuoto.
Si ricorda che nella fisica classica l'annichilazione (completa scomparsa di un oggetto, dal latino nihil, niente) è il risultato dell'interazione di una particella subatomica con la sua anti-particella, ad esempio una coppia elettrone-positrone.
Poiché l'energia e la quantità di moto totali devono essere conservate, l'annichilazione di particelle e antiparticelle può dare origine ad altre particelle, quali fotoni ad alta energia ma privi di massa o particelle dotate di massa, ma tali che la somma della loro energia e quantità di moto sia esattamente uguale a quella delle particelle originarie.
2) L’energia di punto zero
Il tutto nasce dall'energia di punto zero (zero-point energy, ZPE) che rappresenta il più basso livello energetico possibile in un sistema quantistico.
Questa energia è presente ovunque nello spazio e quindi anche nel vuoto, che sebbene privo di materia, non è completamente vuoto ma possiede dell’energia.
Pertanto, anche in uno spazio puramente vuoto ed in assenza di campi esterni esiste una energia di punto zero, per cui osservando questa regione per un periodo di tempo ∆t è sempre rilevabile una quantità ∆E di energia.
Nella meccanica classica, la misura delle grandezze fisiche non alterano le caratteristiche delle grandezze stesse, ma nella meccanica quantistica tale principio non è più valido in quanto il principio di indeterminazione di Heisenberg afferma che non è possibile conoscere con precisione la quantità di Energia ∆E nel tempo ∆t di osservazione se ∆t → 0.
Vale la relazione:
(1) ∆E ∆t ≥ h/4π dove h è la costante di Planck = 6.6 × 10^(−35) J · s
Quindi, determinando il tempo con una precisione sempre maggiore (∆t → 0) si perde ogni informazione sull’energia (∆E → ∞).
Pertanto se ∆t è sufficientemente breve e tale da rispettare l’equazione (1), si manifestano delle fluttuazioni quantistiche di energia ∆E che danno vita alla creazione di coppie particelle-antiparticelle di massa totale:
(2) m = ∆E/c^(2) dove c è la velocità della luce
Tale relazione è alla base della struttura quantistica del vuoto che prevede la possibilità di creare massa dall'energia, nel rispetto dell'equazione (2), attraverso la creazione di coppie particelle-antiparticelle cariche che poi rapidamente si annichilano e scompaiono nel vuoto.
Si ricorda che nella fisica classica l'annichilazione (completa scomparsa di un oggetto, dal latino nihil, niente) è il risultato dell'interazione di una particella subatomica con la sua anti-particella, ad esempio una coppia elettrone-positrone.
Poiché l'energia e la quantità di moto totali devono essere conservate, l'annichilazione di particelle e antiparticelle può dare origine ad altre particelle, quali fotoni ad alta energia ma privi di massa o particelle dotate di massa, ma tali che la somma della loro energia e quantità di moto sia esattamente uguale a quella delle particelle originarie.
3) La teoria di Julian Schwinger
Anche se normalmente non rilevabili, secondo la teoria di Julian Schwinger queste particelle virtuali possono essere estratte dal vuoto e diventare particelle reali, fornendo energia esterna al sistema ad esempio sotto forma di onde elettromagnetiche o energia gravitazionale, come nelle vicinanze di un buco nero (radiazione di Hawking).
Infatti, se una particella è presente in una regione dello spazio in cui il campo elettromagnetico è diverso da zero, viene sottoposta ad una forza proporzionale alla sua carica ed alla intensità del campo.
Ma quali sono le particelle interessate ?
Partiamo dal Modello Standard che le suddivide in mediatrici delle forze e costituenti la materia.
Quest'ultimi, i quark ed i leptoni si distinguono fra loro in quanto i primi si legano assieme con una forza di legame detta d’interazione forte, mentre i secondi con una forza detta d’interazione debole. Una particolare particella denominata mesone è formata da un quark ed un anti-quark, legati tra loro da una interazione forte.
I quark sono disponibili in sei diverse forme: up, down, strange, charm, bottom e top, mentre gli anti-quark sono semplicemente anti-versioni di ciascuno di essi, con cariche elettriche opposte. Prendiamo in considerazione le coppie quark-antiquark, all’interno di un mesone, che hanno cariche opposte l’una all’altra: +⅔ e -⅔ (per up, charm e top) o +⅓ e -⅓ (per down, strange e bottom).
In presenza di un intenso campo esterno questi mesoni escono dal vuoto quantistico, mentre le estremità positiva e negativa vengono sottoposte ad intense forze di verso opposto che le sollecitano ad allontanarsi. Se il campo esterno è sufficientemente intenso, queste coppie possono essere lacerate, impedendo loro di ricongiungersi e costringendole a diventare reali. Quando ciò accade, l’energia necessaria per creare la massa extra (E = mc²) proviene dall’energia del campo esterno che ha lacerato il mesone.
4) La simulazione di laboratorio
Nel gennaio del 2022, i ricercatori dell’Università di Manchester hanno sfruttato la particolare configurazione del grafene, per ottenere una simulazione dell’effetto Schwinger con magneti sperimentalmente accessibili.
Il grafene è un materiale particolare, costituito da atomi di carbonio, con una struttura stratificata i cui fogli si comportano come una struttura bidimensionale alla quale, applicando un forte campo, si osservano i seguenti comportamenti:
- alla conduzione elettrica del materiale partecipano oltre agli elettroni del più alto stato di energia parzialmente occupato (elettroni di valenza), anche gli elettroni delle bande inferiori completamente riempite.
Quando ciò accade, in questo materiale si osserva un effetto simile a quello Schwinger con la differenza che invece di produrre elettroni (-) e positroni (+), si producono coppie di elettroni e ”lacune” reticolari (analoghe ai positroni), che scorrono in direzione opposta al flusso degli elettroni. Questo processo di produzione spontanea di elettroni e “lacune” (dovute ad un elettrone mancante) era già stato previsto dallo stesso Schwinger nel 1951. È molto difficile prevedere come l’effetto Schwinger possa essere testato nella sua forma pura, ma grazie alle proprietà del grafene, inclusa la sua capacità di resistere a campi elettrici e correnti intense, è stato possibile osservare un qualcosa che avviene nel dominio dell’astrofisica e della fisica delle particelle. A questo punto ci si chiede: Gli elettroni e positroni (o “lacune”) creati in laboratorio letteralmente dal nulla, strappati dal vuoto quantistico con campi esterni, sono forse un modo alternativo di dimostrare che l’Universo possa o abbia potuto creare la materia dal nulla, utilizzando l'energia gravitazionale presente negli ambienti circostanti (o addirittura interni) ai buchi neri ed alle stelle di neutroni?
Cos'è la ZPE
Wikipedia scrive (17/6/25):

ϵ = h ν 2
dove h è la costante di Planck e è la frequenza di un generico modo di vibrazione associabile alla lunghezza d'onda materiale delle particelle virtuali.
Integrando rispetto allo spazio tutti i contributi dati dalle fluttuazioni quantistiche a tutte le energie e lunghezze d'onda, si ottiene una quantità di energia enorme per unità di volume. Dal momento che l'energia produce gravità, essa dovrebbe contribuire a determinare in modo significativo il valore della costante cosmologica, che invece risulta di entità molto esigua.
Nella teoria quantistica dei campi, il termine energia di punto zero è sinonimo di energia del vuoto. L'esistenza di una energia non nulla associata al vuoto è alla base dell'effetto Casimir, previsto nel 1947 e confermato sperimentalmente. Altri effetti derivanti dall'energia di punto zero sono la Forza di van der Waals, lo spostamento di Lamb-Retherford, la spiegazione dello spettro di radiazione di corpo nero di Planck, la stabilità dello stato fondamentale dell'atomo di idrogeno dal collasso radiativo, l'effetto delle cavità di inibire o aumentare l'emissione spontanea di fotoni dagli atomi eccitati e la radiazione di Hawking, responsabile dell'evaporazione dei buchi neri.
Conclusioni (provvisorie): Secondo il fisico David Bohm, questa è la vera natura del campo sottostante (campo sub-quantistico, come lo chiamava), dove si trova una continua corrente di flusso (che lui chiamava olomovimento) nella quale vortici di energia emergono (fotoni, elettroni,..). Questi vortici sono distinti e completamente connessi tra loro e con la corrente, come nel caso dell’acqua.
Ogni atomo, come la monade di Leibniz, è un piccolo universo e manifesta un certo grado di coscienza. Esso è la forza da cui hanno origine le forze elettromagnetiche, gravitazionali e nucleari conosciute e dei campi, è la fonte stessa della materia. Il vuoto quantistico coincide con la Materia Prakriti della filosofia orientale. Il campo Zero Point Energy (ZPE) è diffuso in tutto l'universo e le sue proprietà sono ancora in corso di studio. Tuttavia i fisici intuiscono che le sue potenzialità sono immense perché è da esso che è nato l'universo, che ha tratto le sue proprietà attingendo ad esso per crearlo. Il fisico Ludwig Thorsten scrive (vedi bibliografia): "Il principio di Heisenberg descrive una piccola area di incertezza, al cui interno possono esserci fluttuazioni. Ad esempio, in una frazione di tempo un positrone e un elettrone possono nascere e annichilirsi di nuovo. Quando elettroni, protoni o altre particelle entrano in questi campi fluttuanti, i loro campi e le loro proprietà fisiche cambiano. Questo ci porta a considerare le proprietà dello spazio. Quindi, perché la velocità della luce nel vuoto è di circa 299.791,82 km al secondo? Perché l'onda viaggia a questa velocità? Ha a che fare con le proprietà dello spazio. Se ci sono un positrone, un elettrone e un campo, si verificherà una polarizzazione, chiamata polarizzazione del vuoto. Ci sono anche fotoni blu, fotoni verdi, fotoni infrarossi: si formano per un breve periodo e poi scompaiono. Tutta questa attività avviene, potrei dire, spontaneamente o a causa del fenomeno descritto dal principio di indeterminazione di Heisenberg – il che sarebbe un argomento ancora più complesso da spiegare – ma in ogni caso esiste. Gli scienziati l'hanno scoperta, e questo porta alla conclusione che nello spazio c'è attività di particelle e onde. Pertanto, si potrebbe dire che nello spazio stesso esiste un mare di energia. Tutto ciò si chiama energia di punto zero." Riguardo alla Cosmometria: le forme primarie della cosmometria strutturale sono famose come Solidi Platonici, prima messe sotto indagine dalla scuola Platonica nell’antica Grecia. Questi sono i cinque “edroni” fondamentali – “facce” – il tetraedro (4 facce), esaedro (6 facce), il cubo, l’ottaedro (8 facce), il dodecaedro (12 facce) e l’icosaedro (20 facce). La caratteristica unica di queste CINQUE FORME PLATONICHE è che ognuna di esse è in equilibrio simmetrico con facce composte di soli triangoli equilateri (tetra, octa e icosa), quadrati (cubo) o pentagoni (dodeca), tutte della stessa dimensione. Da questa semplice e simmetrica espressione della forma, emerge una grande complessità quando vengono “trasformate” tramite stellazione, troncatura, combinazione, sottrazione, distorsione, ecc.. Oltre a questo, tutte le interazioni energetiche che creano forme geometriche (che siano o meno davvero strutturali), possono essere viste come sistemi di tensione dinamica; eventi energetici multipli tenuti in relazione risonante dall’attrazione elettromagnetica che hanno tra loro e che crea una integrità tensionale della forma. La parola per definire questa integrità tensionale è “tensegrity”. La tensegrità risulta essere la dinamica energetica fondamentale che lega gli atomi in molecole, le molecole in materia e sta alla base delle strutture delle membrane, dei sistemi muscolo-scheletrici di umani ed animali, delle dinamiche gravitazionali celesti e molto altro. In questa sezione esploreremo le forme primarie della cosmometria strutturale: Il Vector Equilibrium e le cinque forme Platoniche e quella a cui Fuller si riferiva come Gerarchia Cosmica della loro innata simmetria. Il Vector Equilibrium (VE) è la disposizione energetica e geometrica primaria nel cosmo. Il Vector Equilibrium, come descritto dal nome, è l’unica forma geometrica in cui tutti i vettori sono della stessa lunghezza e relazione angolare (60°). Questo includendo sia quelli dal suo centro all’esterno verso i suoi vertici sulla circonferenza che i suoi lati (vettori) che connettono tali vertici. Avendo la stessa forma del cubottaedro, il filosofo Richard Buckminster Fuller ha scoperto il significato della piena simmetria di vettori nel 1917 e l’ha chiamato Vector Equilibrium nel 1940. L’aspetto più fondamentale del VE da capire, è che, essendo una geometria dell’equilibrio assoluto in cui tutta la fluttuazione (e quindi il differenziale) cessa, è concettualmente la geometria di quello che chiamiamo campo di punto-zero (ZPE) o Campo Unificato, detto anche “vuoto” dello spazio. Perché qualsiasi cosa si manifesti nell’universo, sia fisicamente (energia) che metafisicamente (coscienza), è necessaria una fluttuazione nel Campo Unificato, grazie alla quale si manifestano i campi Quantistici e dello Spaziotempo, osservabili e misurabili. Fino ad ora abbiamo visto il VE nel suo stato statico (o più correttamente, il suo stato zero d’equilibrio dinamico. In altre parole, abbiamo osservato la forma nel suo stato di simmetria perfetta. Altra cosa notevole del VE, è che, avendo sei facce quadrate e geometricamente non-strutturali (solo i triangoli sono strutturalmente stabili), il VE possiede l’abilità di “collassare” all’interno, tirando verso il suo centro dodici punti esterni, simmetricamente. Nel farlo passa dal suo stato di equilibrio perfetto (fase zero) in uno “spin” dinamico che può contrarlo in direzione oraria ed antioraria. Quando contratto ed espanso alternativamente nelle due direzioni, esibisce un “pompaggio” dinamico che Fuller chiamava Jitterbug (dal nome della danza famosa negli anni 30, quando studiava questo fenomeno).
Il Campo Unificato possiede un potenziale energetico e creativo infinito. Questo potenziale non viene attinto finché non viene introdotto un impulso che sposta l’equilibrio della IVM e quando avviene, “il campo collassa” (come spesso si dice nella fisica quantistica, quando la coscienza di un osservatore cerca di determinare la locazione o il momento angolare di un quanto energetico) e una piccolissima quantità dell’infinita energia del Campo entra in una dinamica polarizzata di rotazione, differenziale, forma e moto. Un evento energetico locale è emerso dall’altrimenti invisibile e non-misurabile Campo Unificato (un evento energetico locale come un fotone, un elettrone, un protone e di complessità superiore, fino alla scala macroscopica dei gruppi galattici). Questa è la natura frattale del moto dinamico del VE, dove il massimo di una scala (forma VE) è avvolta dalla minima forma ottaedrica della scala seguente. Questo nuovo minimo si espande per divenire il seguente massimo VE nella scala, che a sua volta sarà avvolto dal seguente minimo ottaedro e così via in espansione e contrazione, salendo e scendendo lungo lo spettro cosmico dal macro al micro. La seguente animazione illustra questo fenomeno, mostrando la simultanea espansione e contrazione attraverso le scale e il punto d’incontro nel momento ottaedrico, che è simmetrico rispetto la fase ottaedrica manifesta (stato di minima contrazione) e la fase-zero immanifesta del VE. In questo modo possiamo vedere ancora che nel flusso dinamico di energia nel campo quantistico, troviamo un continuo ritorno al Campo Unificato di punto zero, nel cui momento tutto è istantaneamente e infinitamente unificato. Questo semplice modello dinamico e le sue implicazioni, porta a logiche spiegazioni cosmometriche per fenomeni come la chiaroveggenza, la chiaroudienza, la guarigione a distanza, l’intreccio quantistico, ecc.. Da una prospettiva frattale-olografica, è questa dinamica fondamentale che agisce in ogni scala, prima espressa come fotoni, quindi particelle subatomiche, che poi si aggregano in gruppi di atomi, che formano composti e poi cristalli, minerali, cellule e organi e interi organismi come alberi, animali, noi, ecosistemi, atmosfere, pianeti, stelle e galassie. Ad ogni scala la dinamica del flusso toroidale è attiva finché è mantenuta la coerenza dell’energia manifesta. Una volta persa la coerenza (con l’energia dissipata o a causa di fattori interni ed esterni), la forma toroidale non sarà più stabile e tornerà in uno stato di equilibrio dinamico. Un buon esempio è l’apparizione e la scomparsa di vortici in un flusso d’acqua. L’equilibrio dinamico è il flusso che si muove interamente. In questo flusso l’acqua interagirà con oggetti come una roccia e i risultanti differenziali di pressione causeranno il collasso del campo d’acqua in un vortice (in questo caso il vortice è la porzione visibile di una completa dinamica toroidale invisibile nell’acqua). Secondo il fisico David Bohm, questa è la vera natura del campo sottostante (campo sub-quantistico, come lo chiamava), dove si trova una continua corrente di flusso (che lui chiamava olomovimento) nella quale vortici di energia emergono (fotoni, elettroni,..). Questi vortici sono distinti e completamente connessi tra loro e con la corrente, come nel caso dell’acqua. Questa idea, le caratteristiche e i principi relativi al toroide vengono esplorati nella sezione sul Processo di Flusso Dinamico del Toroide.
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Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)
- Ludvig Thorsten, Zero-point Energy—The ‘Sea of Energy’ Around Us - The Earth & I
- Vincenzo Pisciuneri (2000), Dottrina segreta e fisica quantistica
- Richard (2012), Cosmometria Strutturale - Altro Giornale
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Pagina aggiornata il 22 giugno 2025