
a) Cercare ipotesi alternative, spiegazioni, conclusioni, progetti, fonti, ecc.; ed essere aperti a lorob) Considerare seriamente altri punti di vista oltre al proprioc) Cercare di essere ben informatid) Appoggiare una posizione nella misura in cui, ma solo nella misura in cui, è giustificata dalle informazioni disponibilie) Usa le proprie capacità di pensiero critico
a. Scoprire e ascoltare il punto di vista e le ragioni degli altrib. Essere chiari sul significato di ciò che viene detto, scritto o altrimenti comunicatoc. Determinare e mantenere l'attenzione sulla conclusione o sulla domandad. Cercare e offrire ragionie. Prendere in considerazione la situazione complessivaf. Essere riflessivamente consapevoli delle proprie convinzioni di base
a) Evita di intimidire o confondere gli altri riguardo alla loro capacità di pensiero critico, accettando di tenere conto dei sentimenti e del livello di comprensione degli altri.b) Preoccupati per il benessere degli altri"
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Il pensiero critico è una capacità intellettuale che va sviluppata e non un'attitudine che si eredita geneticamente.
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La mente umana, sebbene abbia la capacità potenziale di pensare razionalmente, è per sua natura incline ad assumere atteggiamenti egocentrici e sociocentrici come riporta la psicologa Linda Elder (ved. bibliografia 2007):
- Egocentrismo (o narcisismo): è la tendenza umana innata a vedere il mondo solo in relazione a se stessi. Secondo lo psicologo infantile Jean Piaget, bambini e adolescenti sono egocentrici perchè nelle prime fasi della vita ogni nuovo pensiero nasce incorporando il mondo in un delirio di onnipotenza. Tale tendenza si stempera parzialmente con le esperienze della crescita quando si va alla ricerca di un accomodamento con la realtà. Il filosofo Thomas Gilovich ha dimostrato la presenza di un bias nella mente umana tale per cui ognuno "crede" di essere "notato" dagli altri più di quanto in realtà accada (The Spotlight Effect - ved. bibliografia).
Tale tendenza ha una base neuroscientifica radicata nel cervello da molti millenni e si svolge nella cosiddetta "Default Mode Network", cioè in quella modalità di base che pone ognuno di noi al centro dell'universo che conosciamo, e che si alimenta per lo più di pensieri autoreferenziali.
- Tale tendenza ha una base neuroscientifica radicata nel cervello da molti millenni e si svolge nella cosiddetta "Default Mode Network", cioè in quella modalità di base che pone ognuno di noi al centro dell'universo che conosciamo, e che si alimenta per lo più di pensieri autoreferenziali.
- Sociocentrismo (o etnocentrismo): è la tendenza umana innata a vedere il mondo dalla prospettiva ristretta e fuorviante del gruppo cui si appartiene, e agire conseguentemente nel mondo attraverso credenze (per lo più inconsce e parziali) del gruppo: influenze etiche, regole, interessi, ecc. I politologi Robert Axelroad e Ross Hammond (ved. bibliografia 2006) hanno evidenziato che il sociocentrismo (o etnocentrismo) è una sindrome di natura evoluzionistica, costituita da attitudini discriminatorie e comportamenti che considerano gli appartenenti al proprio gruppo superiori a coloro che non ne fanno parte. Tale sindrome viene sfruttata dalla politica per la creazione o la distruzione di capitale sociale. Lo psicologo Michael Tomasello nel libro "Diventare umani" ha evidenziato l'origine evoluzionistica del sociocentrismo nelle sue ricerche sintetizzando così la sua forza: "il 'noi' precede l''io' nello sviluppo dei bambini ed anche nell'evoluzione della specie".
L'origine del pensiero critico può essere individuata nel metodo socratico descritto da Platone, ad esempio, nel Teeteto. Questo metodo, che si avvale del dialogo tra maestro e allievo, consiste nell'aiutare l'allievo a individuare il proprio punto di vista, a riconoscerne la fallibilità e ad argomentare correttamente.
In tal modo il maestro aiuta l'allievo a riconoscere che la propria verità è solo un'opinione che va sottoposta a verifica.
Eccone un breve brano che mostra l'importanza di riconoscere le differenze :
SOCRATE: Ora però Teeteto, dacché mi son fatto vicino a quel che diciamo come a una pittura in prospettiva, non riesco assolutamente a comprendere neanche un pò. Mentre, quando ne ero lontano, mi sembrava di dire qualcosa.
TEETETO: E perché mai questo?
SOCRATE: Te lo dirò se ne sono capace: io avendo retta opinione di te, se riesco a comprendere anche la ragione, posso dire di conoscerti, altrimenti sto solo esprimendo un'opinione.
TEETETO: Sì .
SOCRATE: E ragione voleva appunto dire interpretazione della tua differenza.
TEETETO: Così .
SOCRATE: Quando dunque esprimevo solo opinioni, riuscivo forse col pensiero a raggiungere qualcuno di quegli aspetti per cui tu differisci dagli altri?
TEETETO: Non pare.
Sulla figura di Socrate è possibile vedere un bel documentario qui.
Ebbene che cosa fa di Socrate il filosofo prototipico? Il fatto che non si accontenta di quelle che sono le risposte tradizionali alle grandi questioni dell'uomo. Socrate problematizza sistematicamente queste risposte, cioè le mette costantemente in una situazione di epoché, cioè le sospende. Socrate non era forse paragonato a una torpedine? Questo viene detto nel Simposio, il famoso dialogo in cui Aristofane parla di Socrate. In esso si dice che Socrate nella città si presenta come qualcuno che intorpidisce l'interlocutore. Perché lo intorpidisce? Perché lo paralizza. Lo paralizza perché lo confuta, anzi perché lo mette nella situazione di doversi confutare da solo.
Per chi volesse acquisire una formazione maieutica segnaliamo due corsi particolarmente significativi:
- Pratiche filosofiche, consulenza e analisi - Università degli Studi di Milano Bicocca - Milano
- Scuola di formazione maieutica - Centro Psico Pedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti - Piacenza

Risk lover!
Il pensiero critico è l'attitudine a uno scetticismo riflessivo nei confronti di ciò che leggiamo e ascoltiamo (dalle persone, dalla TV, dalla radio, dai giornali, ecc). Critico, in quest'ottica, non significa solo andare alla ricerca di errori, incoerenze, debolezze ma significa giudicare ciò che è apprezzabile (e perchè) e ciò che non è apprezzabile nei testi che leggiamo o nei discorsi che ascoltiamo. Il pensiero critico è una capacità intellettuale che va sviluppata e non un'attitudine che si eredita geneticamente, esso non è una credenza ma un processo. Il pensiero critico consente di stemperare i propri pregiudizi per tentare di confrontare obiettivamente punti di vista diversi fino a giungere, nella migliore delle ipotesi, a una sintesi equilibrata (e temporanea).
Il pensiero critico richiede l'impiego di una serie di attitudini e capacità che possono essere sviluppate. Secondo Robert H. Ennis, per praticare un pensiero critico, occorre fare in modo interdipendente le attività indicate nel box blu sottoriportato.
- Giudicare la credibilità delle fonti
- Identificare conclusioni, motivazioni e presupposti
- Giudicare la qualità di un argomento, incluso l'accettabilità delle sue motivazioni, presupposti e prove
- Sviluppare e difendere una posizione su un tema
- Fare domande appropriate per chiarire temi controversi
- Pianificare esperimenti e giudicare l'assetto degli esperimenti stessi
- Definire la terminologia in modo appropriato al contesto
- Avere una mente aperta
- Cercare di essere ben informati
- Tirare delle conclusioni se giustificate, ma con cautela
- Riflettere: si tratta di sforzarsi di essere riflessivi, cioè di fermarsi a pensare piuttosto che esprimere giudizi impulsivi, accettare la prima idea che salta alla mente o tutto ciò che i mass media o i social media propongono
- Motivare: consiste nel fare (o farsi) delle domande, quali: in che modo lo hai saputo?, Quali sono i motivi?, La fonte è credibile? Spingendo così l'interlocutore ad avere delle buone ragioni a sostegno delle proprie opinioni.
- Cercare alternative: consiste nell'enfatizzare la ricerca di ipotesi alternative e punti di vista diversi.
Negli ultimi decenni la psicologia cognitiva ha chiarito che è impossibile adottare un pensiero esclusivamente razionale perchè la mente umana ha incorporato, durante l'evoluzione, una serie di comportamenti intuitivi che hanno consentito all'homo sapiens di sopravvivere in ambienti ostili prendendo decisioni euristiche.
Oggi l'essere umano è immerso in un ambiente meno ostile dal punto di vista fisico (la sicurezza personale è tutelata da leggi in buona parte del mondo e gli animali feroci si trovano solo nei parchi naturali), ma più ostile dal punto di vista psichico (il sovraccarico informativo e la manipolazione mediatica sono ormai alla base della vita quotidiana). Diventa dunque importante conoscere il funzionamento di entrambi i sistemi mentali (razionale e intuitivo) che governano la nostra mente. Uno dei più importanti psicologi che hanno studiato le differenze tra pensiero razionale e pensiero intuitivo è Daniel Kahneman.
Il pensiero critico (sistema 2) tenta di contrastare gli errori euristici (sistema 1). Lo psicologo Daniel Kahneman nel suo studio delle illusioni cognitive (Bias Cognitivi), che gli è valso il Nobel per l'economia nel 2002, ha dimostrato che le persone, anche quando si sono procurate dati e informazioni di qualità, le elaborano spesso in maniera errata effettuando inferenze scorrette e prendendo decisioni incongrue.
Riassumendo, le principali caratteristiche dei due sistemi di pensiero sono le seguenti:
Sistema 1 | Sistema 2 |
Autonomo (non richiede innesco) | Non Autonomo (richiede innesco) |
Parallelo (i processi possono avvenire contemporaneamente) | Seriale (i processi sono consequenziali) |
Adatto ad ambienti benigni | Adatto ad ambienti ostili |

Nel 1877, in un saggio intitolato "il fissarsi della credenza" (da: Opere, C.S.Peirce, 2003 -pp.361-362), egli descrisse ciò che si oppone all'autocorrezione dei processi di pensiero:
[image:image-1]L'irritazione del dubbio causa una lotta per conseguire uno stato di credenza.[...]Perciò la lotta inizia con il dubbio, e termina con la cessazione del dubbio. Insomma, il solo obiettivo della ricerca è lo stabilirsi di un'opinione. Si potrebbe supporre che questo non basti, e che noi andiamo in cerca non meramente di un'opinione, ma di un'opinione vera. Ma se mettete alla prova questa supposizione, la troverete senza fondamento: infatti, appena raggiungete una salda credenza, siete perfettamente soddisfatti, sia che la credenza sia vera, oppure falsa.[...] Possiamo al massimo sostenere che andiamo in cerca di una credenza che 'crederemo vera'
I testi dei massmedia e i discorsi delle persone che frequentiamo cercano di convincerci impiegando degli argomenti. Se non si è in grado di distinguere un argomento valido da uno non valido, allora si rischia di essere facilmente manipolabili. Il pensiero critico (critical thinking) si preoccupa di accertare la validità o meno di questi argomenti. Per il processo di lettura critica (critical reading) andare alla pagina leggere criticamente, che descrive come affrontare con metodo la lettura di testi anche complessi (ved. schema sottoriportato).


I giovani che avevano guardato i programmi Mediaset negli anni della loro formazione erano meno evoluti dal punto di vista cognitivo e mostravano meno impegno civico dei loro coetanei che in quel periodo avevano avuto accesso solo alla TV pubblica e alle emittenti locali.
La ricerca di Durante, Pinotti e Tesei ha solo dato validità scientifica a un problema che molti intellettuali avevano già intuito. Ad esempio scriveva l'insegnante e divulgatore Marcello Sala (vedi bibliografia 2016):
La deriva culturale degli ultimi decenni ha fatto crescere esponenzialmente la semplificazione come dinamica del pensiero che si esercita negli ambiti di comunicazione sociale. L’archetipo di questa cultura è il talk show che la TV, a cominciare da quella “commerciale”, ha sostituito al vecchio “dibattito”. Assistendo a un talk show ciò che è molto chiaro fin dall’inizio è chi è schierato da una parte e chi è schierato dall’altra. Questa semplificazione è in realtà l’unica cosa chiara, perché l’interazione verbale, in cui dominano sovrapposizioni di voci e insulti, non permette di chiarire l’argomento, di acquisire elementi di conoscenza, né tanto meno di problematizzare. Questo “gioco linguistico” non è una degenerazione della “disputa”, bensì la compiuta realizzazione di una precisa intenzionalità formativa di valore politico, che è quella di non entrare nel merito dell’argomento utilizzando il pensiero critico. Si apprende l’attitudine a non affrontare problemi complessi, come sono quelli che pone continuamente il mondo in cui viviamo, nella dimensione sociale, ecologica, economica, etica ecc., attitudine che è insieme effetto e causa di una certa cultura e di una certa socialità.
I giovani che avevano guardato i programmi Mediaset negli anni della loro formazione erano meno evoluti dal punto di vista cognitivo e mostravano meno impegno civile dei loro coetanei che in quel periodo avevano avuto accesso solo alla TV pubblica e alle emittenti locali (…) da una serie di test psicologici e cognitivi a cui è stato sottoposto un gruppo di reclute è emerso che i giovani che vivevano in zone dove l’esposizione alle reti del gruppo Mediaset era maggiore avevano dall’8 al 25% di probabilità in più di ottenere un punteggio più basso. Da una indagine internazionale condotta nel 2012 è emerso che, in matematica e capacità di lettura, i punteggi degli adulti italiani esposti ai canali Mediaset prima dei 10 anni erano significativamente inferiori a quelli dei loro coetanei. Davano anche prova di un minor impegno civile ed erano meno attivi politicamente. La semplicità e la semplificazione attiva nella programmazione commerciale TV colpirebbe di più i minori che non gli adulti, pure influenzati populisticamente dai notiziari.



La filosofa Martha Nussbaum, nella sua critica a quei sistemi educativi che riducono le competenze umanistiche a favore di quelle tecnico-scientifiche, ha scritto che la mancanza di pensiero critico degli studenti sfocia nel conformismo sociale degli adulti che diventeranno.
Uno degli ambiti in cui il conformismo è più visibile è quello politico, dato che l'agenda dei media è dominata dalla politica anzichè dall'opinione pubblica. Appena un nuovo vincitore politico appare all'orizzonte, molti (per convenienza ma, spesso, per un moto di spontanea adesione) si danno a sostenerlo e imitarlo in una sorta di contagio emotivo. La maggior parte delle persone ha bisogno di identificarsi con personaggi forti e vincenti: se prima sostenevano il ricco, furbo e (falsamente) virile Berlusconi, poi il personaggio da imitare e sostenere è stato il giovane e spavaldo Renzi, così come, successivamente è diventato il decisionista e arrogante Salvini. Come ha scritto il giurista Umberto Allegretti: "Oggi, il bisogno di prossimità può indurre ad affidarsi all’uomo ritenuto capace di interpretarlo. Si torna bambini, affidandosi a un padre."
Difficile, come sempre, separare le affermazioni dai fatti e la realtà dalle rappresentazioni.
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- Richard Paul, Linda Elder (2002), Critical Thinking: Tools for Taking Charge of Your Professional and Personal Life (PDF) [1020 citazioni] - Introduzione del Libro (in inglese) sul pensiero critico
- Robert H. Ennis (2011), The nature of Critical Thinking: an outline of critical thinking dispositions and abilities (PDF) [116 citazioni]
- Robert H. Ennis (1993), Critical Thinking Assessment (PDF) [574 citazioni]
- Peter A. Facione (2011), Critical Thinking: What It Is and Why It Counts (PDF) [1193 citazioni]
- Ross A. Hammond, Robert Axelrod (2006), The Evolution of Ethnocentrism (PDF) [345 citazioni]
- Richard Paul, Linda Elder (2006), The miniature guide to Critical Thinking - Concept and Tools (PDF) [636 citazioni]
- Massimo Marino (2016), Brecht: un discorso sul metodo? - Doppio Zero
- Marco Santambrogio, Laterza (2006), Manuale di scrittura (non creativa) - testo sull'analisi dei testi argomentativi
- Critical Thinking on the Web - A directory of quality online resources
- Charles Sanders Peirce (2003), Opere -Testo fondamentale sull'epistemologia; si consiglia in particolare il capitolo "Il fissarsi della credenza" pp.357-371
- Vincent Ryan Ruggiero (2012), Beyond Feelings A Guide to Critical Thinking - McGraw Hills
- Daniele Novara, Con le domande maieutiche si impara (PDF) - Riflessioni pedagogiche sugli errori dell'insegnamento (PDF)
- Tommaso Cerno, Marco Damilano (2014), Il modello per gli italiani? L'Homo Renzianus - L'Espresso - Esempio di conformismo politico
- Massimo Baldacci (Intervista di Carlo Crosato 2015), La buona scuola nasce dal pensiero critico
- Marcello Sala (2016), Le barzellette dei matti - Divulgazione scientifica ed educazione alla scienza - Micromega
- Arnold I. Davidson (2016), Hilary Putnam: cambiare idea come esercizio spirituale (PDF)
- Carlo Veronesi, Einstein e Popper studenti ribelli (PDF) - MATEPristem - Storia di due grandi pensatori critici e della loro insofferenza per i sistemi didattici rigidi e autoritari
- Harvey Siegel (2010), Critical Thinking (PDF) - Un articolo riassuntivo delle varie visioni del Critical Thinking in ambito accademico
- Robert Axelroad, Ross A. Hammond (2006), The Evolution of Ethnocentrism (PDF) [345 citazioni]
- Thomas Gilovich et Al. (2002), The Spotlight Effect Revisited: Overestimating the Manifest Variability of Our Actions and Appearance (PDF) [63 citazioni]
- Thomas Gilovich et Al. (2000), The Spotlight Effect in Social Judgment: An Egocentric Bias in Estimates of the Salience of One's Own Actions and Appearance (PDF) [367 citazioni]
- Matteo Motterlini (2011), Decisioni a due velocità - Sole24Ore
- Robert Rubin (2018), Robert E. Rubin: Philosophy Prepared Me for a Career in Finance and Government - The New York Times
- Guido Romeo (2019), POTERE DEI MEDIA: INFLUENZA E FORMAZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA. - Il Sole 24 Ore- Internazionale
- Andrew van Dam (2019), How trashy TV made children dumber and enabled a wave of populist leaders - Washington Post
- Ruben Durante, Paolo Pinotti, Andrea Tesei (2017), The Political Legacy of Entertainment TV (PDF) [204 citazioni]
- Marta Musso (2019), Secondo alcuni scienziati la tv commerciale di Mediaset ci ha reso populisti - Wired
- Enrique Dans (2023), ChatGPT and the Decline of Critical Thinking - Insights
Pagina aggiornata il 20 maggio 2023