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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Speculazioni finanziarie di Banche e Imprese e crisi economica
TEORIE > CONCETTI > DEMOCRAZIA E WEB
Incremento disuguaglianze economiche provocato dalla crisi del 2007-2008
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Di che crisi parliamo? Di una crisi già dimenticata ma importante, quale la crisi economica innescata dalla crisi finanziaria del 2007-2008 che, invisibilmente, si trascina da allora. Pochi dicono che la crisi è stata una scelta politica in certi casi consapevole, in altri inconsapevole, di decisioni prese dai poteri forti dell'establishment mondiale. Il sociologo Luciano Gallino ha analizzato nel dettaglio l'origine e le cause della crisi finanziaria del 2007-2008 (2014 ved. bibliografia) e le conseguenze sui bilanci degli Stati e sulla vita dei cittadini nel libro "Il colpo di stato di banche e governi - L'attacco alla democrazia in Europa". Egli, nel chiedersi se la UE sia ormai diventata una dittatura di Banche e Grandi imprese, scrive: "Pare evidente che la UE abbia smesso di essere una democrazia, per assomigliare sempre più a una dittatura di fatto, la cui attuazione — come vari giuristi hanno messo in luce — viola perfino i dispositivi già scarsamente democratici dei trattati istitutivi. La dittatura UE potrebbe essere tollerabile se avesse conseguito successi economici. Italiani e tedeschi hanno applaudito i loro dittatori per anni perché procuravano lavoro e prestazioni da stato sociale. Ma le politiche economiche imposte dal 2010 in poi hanno provocato solo disastri".

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IL NEOLIBERISMO E' ALLA FRUTTA? Il giurista Cass Sunstein, nella recensione all'ultimo libro ("Ci prendono per fessi") degli economisti George A. Akerlof e Robert J. Shiller), evidenzia il fatto che pochissimi economisti previdero la grande crisi del 2008-2009, confermando la loro fallibilità: "Le persone tendono ad essere troppo sicure di sé; mostrando un ottimismo non realistico; esse spesso non prendono in considerazione i rischi; esse trascurano il "lungo termine" (bias del presente); e odiano le perdite molto più di quanto amino i guadagni (loss aversion). Negli ultimi anni, la maggior parte degli economisti non ha detto nulla del problema della disuguaglianza crescente. Ci sono buoni argomenti sui legami tra questi temi, all'interno del dibattito tra gli economisti, e sui deleteri effetti che essi hanno sulle politiche pubbliche. Molti economisti inneggiano al libero mercato, appellandosi alla sovranità del consumatore. Se la gente sta comprando patatine fritte, dolci e birra, o sta facendo investimenti rischiosi, quello è il suo compito; la gente conosce i suoi valori e i suoi gusti."
Punti di riflessione
La crisi esplosa nel 2007-2008 è stata sovente rappresentata come un fenomeno naturale, improvviso quanto imprevedibile [...]. In realtà la crisi che stiamo attraversando non ha niente di naturale o di accidentale. E' stata il risultato di una risposta sbagliata, in sè di ordine finanziario ma fondata su una larga piattaforma legislativa, che la politica ha dato al rallentamento dell'economia reale che era in corso per ragioni strutturali da un lungo periodo. (Luciano Gallino - Il colpo di stato di banche e governi)

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In un cero senso la ragione per cui la zona del dollaro (cioè gli Stati Uniti) è un'unione valutaria di successo mentre l'eurozona è afflitta da crisi è che l'America può avvalersi di almeno due meccanismi  di riciclo delle eccedenze, mentre l'Europa non ne ha alcuno. (Yanis Varoufakis)
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Il Crack del 2008 ha avuto luogo quando un animale chiamato "Minotauro globale" è stato ferito in maniare fatale. Finchè governava il pianeta, il suo pugno di ferro era implacabile, il suo dominio spietato. Ciò nondimeno, finchè si trovava in uno stato di salute discreto, manteneva l'economia globale in uno stato di "disequilibrio bilanciato". Era uno stato che offriva un certo grado di stabilità. Ma quando cadde preda dell'inevitabile ed è crollato in uno stato comatoso nel 2008, ha sprofondato il mondo in una crisi latente. Finchè non troveremo modi di vivere senza quella creatura mitologica, la radicale incertezza, la prolungata stagnazione e il riacutizzarsi di un'accentuata incertezza rimarrano all'ordine del giorno. (Yanis Varoufakis "Il Minotauro globale" p.35)
La crisi economica innescata dalla crisi finanziaria del 2007-2008 è nella memoria di molti per la sua gravità ma la maggior parte dei media ne ha parlato senza citarne le cause. Pochi hanno detto che la crisi è stata una scelta politica in certi casi consapevole, in altri inconsapevole, di decisioni prese dai poteri forti dell'establishment mondiale
Il fondamentalismo del mercato: origine e diffusione delle teorie economiche neoliberiste
Il disastro finanziario del 2007-2008 e quelli che lo seguiranno se non si cambia strada, hanno la loro origine nelle teorie economiche neoliberali maturate negli anni Quaranta nella Facoltà di economia dell'Università di Chicago ad opera, principalmente, degli economisti Milton Friedman e George Stigler. Essi si batterono per dare una "veste scientifica" all'economia impiegando la matematica in modo più sofisticato pensando che i loro modelli, applicati all'economia, potessero rappresentare la realtà. Questa presunzione gli valse il premio Nobel, la stima dei politici più aggressivi, quali Ronald Reagan e Margaret Thatcher, ma anche l'ironia degli economisti contrari alle loro idee. Ad esempio, il giurista Kenneth M. Davidson (ved. bibliografia 2009) ha spiegato i motivi del successo delle teorie neoliberiste descrivendone così l'essenza: "il fondamentalismo del mercato si basa sull'idea che le leggi dell'economia siano eterne e immodificabili come quelle della fisica, e che l'azione dei governi debba invariabilmente scontrarsi con queste leggi".

La teoria neoliberista si basa su una premessa: quella che gli attori economici sono massimizzatori di valore che per i loro scopi dispongono di tutte le informazioni necessarie sui prezzi per poter prendere decisioni razionali. Inoltre essa afferma che i mercati funzionano efficientemente mediante contratti volontari tra compratori e venditori in un regime di competizione, e che qualunque regolazione governativa li renderebbe meno efficienti. Quest'idea, a partire dagli anni Quaranta, è sembrata sensata a molti americani, ma la sua applicazione all'economia americana avvenne solo a seguito del periodo di alta inflazione e alta disoccupazione seguito alla sconfitta americana in Vietnam. Ronald Reagan, nel 1981-82, sposò le idee di Friedman e della scuola di Chicago con un messaggio anti-regolatorio dicendo "Il governo non è la soluzione ai nostri problemi; il governo è il problema".

Per descrivere la diffusione delle idee neoliberiste Luciano Gallino scrive (pp. 259-260):


La vittoria della scuola economica di Chicago diede le ali alla diffusione delle teorie economiche neoliberali negli USA, in Europa e in altri paesi. E con essa venne trasmessa contagiosamente la convinzione che quando la realtà contraddice la teoria è la prima ad avere torto, non la seconda. Il maggiore responsabile di tale distorsione fu Milton Friedman, sebbene sostenesse di essere un realista che vuole analizzare l'economia quale essa è realmente. La transizione avvenne in due passi: primo, nessuno può dubitare che la matematica sia una scienza. Da ciò discende, secondo, che laddove faccia un uso serrato e approfondito della matematica, pure l'economia ha diritto a essere considerata una scienza. I modelli che hanno disastrato il sistema finanziario e l'economia mondiale negli anni Duemila, a causa appunto della loro astrattezza riassumibile nella battuta "tanto peggio per la realtà", sono una filiazione diretta di tale convinzione. Una convinzione introiettata dagli anni Sessanta in poi da decine di migliaia di studenti americani delle facoltà di economia, i quali sarebbero diventati in seguito docenti, insegnanti, manager, traders, consulenti di un centinaio di governi. Affiancati da decine di migliaia di studenti provenienti dalla UE e altri Paesi per conseguire negli USA almeno un diploma di college e magari un dottorato, animati pure essi dal proposito di fare strada nelle stesse professioni. Negli anni Ottanta, metà degli studenti di economia negli USA erano stranieri. E nelle università europee erano (e sono) americani quasi tutti i libri di testo che diffondevano (e diffondono) in milioni di copie concezioni immaginarie di un'economia inesistente, dove i mercati sono sempre efficienti; gli attori completamente informati; la concorrenza perfetta; i rischi perfettamente calcolabili.


Il Minotauro globale e le cause della crisi
Secondo l'economista Yanis Varoufakis le cause della crisi scoppiata nel 2008 vanno cercate nei deficit gemelli dell'economia USA (il deficit del bilancio del governo USA e il deficit commerciale dell'economia americana). Di fronte alla crescita di questi deficit alla fine degli anni sessanta i governanti USA, anzichè decidere di ridurli, decisero audacemente di aumentarli a spese del resto del mondo, avviando così la finanziarizzazione dell'economia globale. Scrive Varoufakis nel libro "Il Minotauro globale" (p. 36):

I deficit gemelli dell'economia USA operarono per decenni come un'aspirapolvere gigante, assorbendo i beni in eccedenza e il capitale di altri popoli. [...] Le principali economie del surplus (cioè Germania, Giappone e, in seguito, Cina), alimentate dai deficit gemelli dell'America, continuavano a sfornare merci che gli americani continuavano a trangugiare. Quasi il 70 per cento dei profitti raccolti su scala globale da questi paesi venivano poi ritrasferiti indietro negli Stati Uniti, sotto forma di flussi di capitale diretti a Wall Street. [...] Attraverso questo prisma tutto sembra più motivato: l'ascesa della finanziarizzazione, il trionfo dell'avidità, la diminuita importanza degli organismi di regolamentazione, l'egemonia del modello di crescita anglo-celtico.

Varoufakis utilizza la figura mitologica del Minotauro di Creta per associarla ai deficit gemelli degli USA infatti, così come il Minotauro cretese andava alimentato con un certo numero di giovinetti ateniesi, il Minotauro globale è stato alimentato con flussi costanti di prodotti prima e di capitali poi provenienti dalle nazioni del surplus. Così come l'uccisione del Minotauro di Creta da parte di Teseo simboleggia la ritrovata libertà di Atene da Creta, la crisi del 2008 simboleggia l'uccisione del Minotauro globale ma, non ancora, la de-finanziarizzazione dell'economia mondiale.

Negli anni Ottanta, metà degli studenti di economia negli USA erano stranieri. E nelle università europee erano (e sono) americani quasi tutti i libri di testo che diffondevano (e diffondono) in milioni di copie concezioni immaginarie di un'economia inesistente, dove i mercati sono sempre efficienti; gli attori completamente informati; la concorrenza perfetta; i rischi perfettamente calcolabili
Il Minotauro globale creato dalla necessità di alimentare i deficit gemelli degli USA
Le idee di Luciano Gallino sull'origine della crisi, sono tratte dalla spiegazione delle cause della crisi 2007-2008 data da alcuni economisti non ortodossi, ad esempio Yanis Varoufakis, Joseph Halevi e Nicholas Theocarakis, del cui libro "Modern political economics: making sense of the post-2008 world" la recensione (ved. bibliografia pp. 522-527) chiarisce i termini:
L'idea presente costantemente [nel libro] è l'obiezione dell'esclusione di elementi politici dalla riflessione economica. Senza quest'idea, l'economia capitalista è vista come un sistema auto-regolato che scorre teleologicamente verso l'equilibrio. Questo si associa a una élite di economisti che valutano i modelli come se fossero coerenti come la geometria euclidea, ad esempio ogni conclusione è confrontata con le assunzioni iniziali. Invece di chiarirla, la realtà economica viene oscurata. Al di là di ciò, cose incommensurabili quali valori e prezzi sono posti dentro la stessa struttura allo scopo di mostrare la coerenza del modello e dimostrarne l'inerente armonia. [gli autori] trattano la genesi dell'Unione Europea in modo da concludere che la Germania è diventata il simulacro del "Minotauro Globale Europeo".  [...] L'approccio degli autori culmina nell'analisi di alcuni casi con riguardo alla metodologia qui sviluppata: queste narrazioni possono spiegare perchè la "strumentazione" della UE non è stata creata con uno spririto comunitario, ma soggetta alla logica del Minotauro Globale. Questo spiega anche perchè le entità europee non sono preparate a fronteggiare la crisi nel lungo periodo.

Varoufakis, nel suo libro "Il minotauro globale", mette in rilievo il principale fattore di debolezza del sistema economico della UE, vale a dire l'assenza di un meccanismo di riciclo delle eccedenze. Scrive Varoufakis (pp. 80-81):

In generale, qualsiasi sistema economico contiene elementi che sono portati ad esibire eccedenze e altri che con maggiore probabilità presenteranno dei deficit. Per mantenere l'equilibrio, il sistema deve essere dotato di un meccanismo di riciclo delle eccedenze che mantenga il flusso di eccedenze dal futuro al presente, dai centri urbani a quelli rurali, dalle regioni sviluppate a quelle meno sviluppate, ecc. Il riciclo delle eccedenze, comunque, diventa ancora più pressante quando le varie regioni sono legate insieme da una valuta comune o da qualche forma di tasso fisso di cambio. I deficit e le eccedenze persistenti all'interno di una simile unione valutaria sono come placche tettoniche che spingono l'una contro l'altra. Una volta che le svalutazioni valutarie non sono più possibili, affinchè parte dello sforzo venga assorbito, le forze generate dal commercio in continua espansione minacciano di provocare dei terremoti di crescente potenza all'interno dell'unione. Dato che una valuta non può essere svalutata per diminuire i deficit commerciali accumulati dai "parenti poveri" dell'unione, le tensioni sul tasso di cambio fisso sulla  valuta comune continueranno ad aumentare sempre di più finchè il sistema andrà in frantumi. Questo è ciò che è avvenuto in Argentina alla fine degli anni novanta quando, in assenza di un meccanismo di riciclo delle eccedenze, il deficit della bilancia commerciale in continuo deterioramento finì per pretendere il suo scotto sul tasso di cambio fisso con il dollaro USA. La stessa dinamica negativa è attualmente in corso all'interno di eurolandia.

Varoufakis evidenzia anche la differenza del sistema economico UE da quello USA infatti, mentre la UE non ne possiede alcuno, gli USA dispongono di due meccanismi di riciclo delle eccedenze, il primo sono le unioni di trasferimento fiscale che assicurano che gli assegni di disoccupazione e quelli sanitari degli stati deficitari vengano pagati da Washington, attingendo alle tasse raccolte dagli stati del surplus, il secondo è il complesso militare-industriale che riceve contratti dallo stato con l'obbligo di fare investimenti produttivi negli stati deficitari.

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Varoufakis, nel suo libro "Il minotauro globale", mette in rilievo il principale fattore di debolezza del sistema economico della UE, vale a dire l'assenza di un meccanismo di riciclo delle eccedenze
Perchè le sinistre europee hanno accolto e messo in atto le teorie neoliberiste
In Europa i partiti di sinistra (socialisti in Francia e Spagna, socialdemocratici in Germania, laburisti nel Regno Unito e postcomunisti in Italia fino al PD), ancora prima di andare al potere hanno fatto proprie le idee del neoliberismo. Luciano Gallino si è chiesto come mai e ha trovato la risposta nelle idee della sociologa Johanna Bockman la quale ha ricostruito i rapporti tra Ovest capitalista ed Est socialista fin dagli anni Sessanta.
Scrive Luciano Gallino (pp. 262- 263):


Uno stimolo importante per la nascita del neoliberalismo fu la "teoria della convergenza", da taluni solo prevista e da altri auspicata, fra il capitalismo occidentale e il socialismo dell'Europa orientale. Tale teoria, oggetto di numerose pubblicazioni in quel decennio, sosteneva che sebbene si fossero formate su basi politiche, economiche e sociali del tutto differenti, le società capitaliste e quelle socialiste andavano ormai convergendo verso un medesimo tipo di società, la società industriale. [...] Il piano centralizzato e burocratico dell'URSS era fallito; tuttavia un piano distribuito e libero di autoregolarsi di momento in momento, poichè dispone di un'informazione completa in merito a costi e preferenze, poteva sostituirlo con superiore efficacia. Questo "pianificatore sociale" è ovviamente il mercato.  

Le cause della crisi finanziaria 2007-2008: diseguaglianze e creazione di denaro

Luciano Gallino evidenzia i due fattori principali della crisi nell'enorme aumento delle disuguaglianze nel mondo avvenuto a partire dagli anni '80 e nella possibilità, lasciata alle banche private, di creare denaro dal nulla. Egli scrive (p.45):


è immaginabile che, se non vi fosse stato un fattore predisponente giunto nel 2007 a una soglia limite, il regime di accumulazione finanziaria avrebbe potuto reggere ancora per qualche anno. Ciò che lo mise in ginocchio dall'estate del 2007 non furono affatto i mutui scadenti, che svolsero semmai la funzione di ultimo innesco. Il terreno era stato minato in profondità da due fattori: 1) il livello smisurato raggiunto dalle diseguaglianze di reddito e di ricchezza, prodotto dall'espropriazione della popolazione su cui tale regime si fondava e tuttora si fonda; 2)  la creazione di quantità astronomiche di denaro dal nulla per mano delle banche private.


Il giurista Cass Sunstein, nella recensione  (bibliografia 2015) all'ultimo libro ("Ci prendono per fessi") degli economisti George A. Akerlof e Robert J. Shiller), evidenzia il fatto che pochissimi economisti previdero la grande crisi del 2008-2009, confermando la loro fallibilità:


Le persone tendono ad essere troppo sicure di sé; mostrando un ottimismo non realistico; esse spesso non prendono in considerazione i rischi; esse trascurano il "lungo termine" (bias del presente); e odiano le perdite molto più di quanto amino i guadagni (loss aversion). Negli ultimi anni, la maggior parte degli economisti non ha detto nulla del problema della diseguaglianza crescente. Ci sono buoni argomenti sui legami tra questi temi, all'interno del dibattito tra gli economisti, e sui deleteri effetti che essi hanno sulle politiche pubbliche. Molti economisti inneggiano al libero mercato, appellandosi alla sovranità del consumatore. Se la gente sta comprando patatine fritte, dolci e birra, o sta facendo investimenti rischiosi, quello è il suo compito; la gente conosce i suoi valori e i suoi gusti.


Sunstein scrive soprattutto degli aspetti del libro di Akerlof e Shiller che evidenziano i comportamenti ingannevoli e manipolatori di coloro che hanno indirizzato l'economia nel mondo odierno:


Akerlof e Shiller usano la parola "phish" come un anglismo, per indicare i phishermen (quali: banche, società farmaceutiche, agenzie immobiliari, e aziende tabacchiere) che pescano i "phools" (quali: investitori, ammalati, proprietari di casa, e fumatori) per convincerli a fare qualcosa che sia nell'esclusivo interesse dei phishermen, ma non dei phools. Ci sono due tipi di phools: informativi e psicologici. I phools informativi sono vittime di affermazioni intenzionalmente progettate per ingannarli (ad esempio: "è un vecchio appartamento, ma con poche e semplici riparazioni torna come nuovo"). I phools psicologici sono più interessanti e vengono travolti dalle proprie emozioni ("questo investimento potrebbe farmi diventare ricco entro tre mesi!") o dai bias cognitivi ("i prezzi delle case continuano a crescere da vent'anni, quindi continueranno a farlo per altri venti").
Un'ipotesi statistica del futuro del mondo
Un'ipotesi statistica alternativa della diseguaglianza di reddito in un prossimo futuro
economia finanza
We are on the edge of the abyss!
Enjoy the view.
Indice di Gini e curva di Lorenz
L'indice di Gini, è una misura (molto usata in statistica) della diseguaglianza di una distribuzione. È un numero compreso tra 0 ed 1, con il valore 0 che corrisponde alla pura equidistribuzione, ad esempio la situazione in cui tutti contribuiscono paritariamente alla creazione del risultato, e il valore 1 corrisponde invece alla massima diseguaglianza, ovvero la situazione dove la maggioranza delle persone contribuisce al benessere della comunità mentre pochissimi usufruiscono dei benefici.
La curva di Lorenz (ved. diagramma sotto) è uno strumento grafico per l'analisi della distribuzione del reddito. Sul piano cartesiano sono rappresentate sull'ascissa (asse delle x) la percentuale della popolazione, e sull'ordinata (asse delle y) la percentuale di reddito (quantità relative cumulate). Ogni punto della curva di Lorenz mostra la percentuale di individui "x" che dispongongono della percentuale di reddito "y". La curva di Lorenz si troverà tra due estremi, cioè tra la completa eguaglianza della popolazione, indicata dalla retta che unisce il punto "0" con il punto "100" e la completa ineguaglianza degli assi x e y.
Curva di Lorenz
Cliccare per andare alla fonte
Mappa mondiale dell'indice di Gini che misura la diseguaglianza nella distribuzione del reddito
Fonte: World Bank
(Cliccare per andare alla fonte)
Conformismo virale
Il conformismo si è impadronito di tutte le sfere decisionali, è diventato un virus che sta divorando la società, come scrive l'economista Gabriele Gabrielli (ved. bibliografia):

Progressivamente ci siamo indeboliti e la battaglia contro il pensiero critico si è trasformata in un virus che ha trovato terreno fertile di sviluppo nella società, nelle imprese e negli altri luoghi organizzativi. Senza pensiero critico, però, non ci può essere sviluppo pieno della persona, tanto meno si crea il lavoro, quello vero fatto per l’uomo. Dobbiamo ripristinare e accrescerne la dotazione nelle scuole, nella società, nei luoghi di lavoro. L’utilitarismo e le sue teorie nascondono anche questa trappola: l’obiettivo di far passare per inutile ciò che distingue l’umano da ciò che non lo è, ossia il pensiero critico.
Cathy O'Neill spiega gli abusi della matematica che guidano le scelte finanziarie
Senza pensiero critico, non ci può essere sviluppo pieno della persona, tanto meno si crea il lavoro, quello vero fatto per l’uomo. Dobbiamo ripristinare e accrescerne la dotazione nelle scuole, nella società, nei luoghi di lavoro. L’utilitarismo e le sue teorie nascondono anche questa trappola: l’obiettivo di far passare per inutile ciò che distingue l’umano da ciò che non lo è, ossia il pensiero critico
La razionalità richiede impegno personale!
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Libri consigliati
a chi vuole capire origine e conseguenze della crisi innescata dalle Banche
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Pagina aggiornata il 6 luglio 2023

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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