
Pure democracy!
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vero (cioè deve essere verificato il rispetto delle sue condizioni di verità)
valido (cioè deve essere rispettata la logica dal punto di vista formale)
- efficace (cioè deve tener conto del sistema di valori del destinatario).
Un argomento è costituito da una o più proposizioni con le quali si cerca di dare fondamento e sostegno a una certa asserzione (o tesi). Si ritiene infatti che, senza tale sostegno, l'asserzione verrebbe rifiutata dal lettore (o interlocutore). La nostra esperienza ci dice che raramente ci imbattiamo in buoni argomenti, più spesso ne leggiamo (o ascoltiamo) di cattivi. Cosa distingue un buon argomento da un cattivo argomento? In particolare tre proprietà:
VERITÁ: si intende una verità epistemologica, cioè la verifica della verità delle premesse e delle conclusioni dell'argomento. Come ha scritto N.Bobbio nell'introduzione al libro "Trattato dell'argomentazione" di C.Perelman "tra la verità assoluta e la non verità c’è posto per le verità da sottoporsi a continua revisione, mercé la tecnica dell’addurre ragioni pro o contro".
VALIDITÁ: si intende una validità logica; non ci si occupa quindi del contenuto dell'argomento ma solo della forma degli enunciati e delle relazioni formali tra premesse e conclusioni nel ragionamento. Si tratta quindi di verificare la validità delle inferenze logiche (deduzioni, induzioni, abduzioni) delle proposizioni che costituiscono l'argomento.
EFFICACIA (o PERSUASIVITÁ): si intende un'efficacia nei riguardi di una specifica persona (o specifico pubblico). Infatti gli argomenti sono efficaci non in senso universale, quanto in senso specifico: è il destinatario della comunicazione che ne guida la scelta.
Un argomento è costituito dalla coppia di elementi premesse e conclusione; le premesse possono essere vere, false o probabili. Si hanno dunque i seguenti casi:
se le premesse sono vere e l'inferenza è valida la conclusione sarà necessariamente vera. In questo caso l'argomento sarà definito CORRETTO. (es: premesse: tutti gli iscritti ai club rossoneri sono milanisti, si dà il caso che tu sia iscritto al club rossonero - conclusione: sei milanista)
se l'argomento è CORRETTO ed è rivolto a un ricevente che lo riterrà credibile esso sarà anche EFFICACE e, dunque, BUONO. (es: l'argomento dell'esempio precedente verrà ritenuto efficace da coloro che seguono il calcio e non efficace da coloro che non sanno cos'è un club sportivo)
se le premesse sono false e l'inferenza è valida, la conclusione sarà FALSA. (es: premesse: la maggior parte di coloro i quali vivono a Milano sono milanisti, si dà il caso che tu viva a Milano - conclusione: sei milanista)
se le premesse sono solo probabili e l'inferenza è valida, la conclusione sarà solo probabile. In questo caso l'argomento può essere definito DUBBIO (es: premesse: la maggior parte di coloro i quali vivono a Milano sono milanisti, tu non hai una residenza stabile e giri l'Italia per lavoro - conclusione: non so se sei milanista)
se la conclusione non è nè vera nè probabile ma errata avremo una fallacia e l'argomento sarà definito FALLACE (es: premesse: la maggior parte di coloro i quali vivono a Milano sono milanisti, quindi (conclusione) coloro i quali sono milanisti vivono a Milano)
La filosofa Franca D'Agostini, nel suo libro "Verità avvelenata", descrive a lungo le circostanze di base da tenere in considerazione quando si valuta la verità di una argomentazione. Il primo punto da tenere a mente è che la pretesa di verità è un dato strutturale di ogni argomentazione, ed è cosa diversa dalla verità. Il punto debole di ogni argomentazione va cercato nelle verità incerte o controverse inserite nelle premesse. Il brano qui sotto riportato, preso come esempio, presenta due diverse opinioni sul tema dell'adesione al nazismo: l'opinione di papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), e quella della filosofa Hanna Arendt. Procediamo a una verifica della verità di tali opinioni.
Brano tratto da "Verità avvelenata" (F.D'Agostini, Bollati Boringhieri 2010 - p.91):In un suo discorso del 9 agosto 2009, papa Benedetto XVI (Ratzinger) ha identificato nichilismo e nazismo: il nazismo - ha sostenuto - fu la presa del potere da parte di un manipolo di criminali, e questa presa di potere fu possibile grazie al nichilismo che pervadeva e pervade la morale pubblica moderna. La diagnosi di Hanna Arendt è opposta. E' vero che i crimini nazisti sono stati possibili grazie all'allineamento dei molti che accettarono il regime; Arendt ricorda però che si allinearono preferenzialmente proprio coloro che credevano nei valori tradizionali, mentre furono anzitutto gli individui liberi, senza speciali radici nella società che non fossero dovute al libero esercizio della loro intelligenza, a non accettare il nazismo. Dunque il problema non è che persone di scarsa moralità o addirittura delinquenti prendano il potere, ma che ci siano persone, molte persone, che glielo lasciano fare, o anzi li incoraggiano su questa via.
Opinioni a confronto


Franca D'Agostini non ha indicato, nel brano in esame, la fonte dell'opinione di Arendt, ma ha indicato nella bibliografia generale il testo Responsabilità e Giudizio di Hanna Arendt (Einaudi Editore - 2010), dal quale scegliamo autonomamente il seguente brano (p.37-38):
"Lo spartiacque tra quanti vogliono pensare e debbono perciò giudicare da sé, e quanti invece non lo vogliono, è trasversale rispetto alle differenze di tipo sociale, culturale o educativo. In questa prospettiva, il totale collasso morale della società rispettabile durante il regime di Hitler può insegnarci che in tali circostanze coloro che hanno cari i valori etici e ci tengono alle norme e agli standard morali non sono gente affidabile: sappiamo ormai che tali norme e tali standard possono cambiare dal mattino alla sera e che tutto ciò che resta, allora, è solo il fatto di tenersi aggrappati a qualche cosa. Molto più affidabili, in casi come questi, si rivelano i dubbiosi e gli scettici, non perchè il dubbio o lo scetticismo siano un bene in sé, ma perchè grazie a essi ci abituiamo a esaminare le cose e a farci una nostra idea in proposito. I migliori tra tutti sono quanti hanno una sola certezza: qualunque cosa accada, finchè vivremo, dovremo continuare a convivere con noi stessi".
Brano originale tratto da Angelus 9 agosto 2009
I lager nazisti, come ogni campo di sterminio, possono essere considerati simboli estremi del male, dell’inferno che si apre sulla terra quando l’uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di dare la vita e la morte. Purtroppo però questo triste fenomeno non è circoscritto ai lager. Essi sono piuttosto la punta culminante di una realtà ampia e diffusa, spesso dai confini sfuggenti. I santi, che ho brevemente ricordato, ci fanno riflettere sulle profonde divergenze che esistono tra l’umanesimo ateo e l’umanesimo cristiano; un’antitesi che attraversa tutta quanta la storia, ma che alla fine del secondo millennio, con il nichilismo contemporaneo, è giunta ad un punto cruciale, come grandi letterati e pensatori hanno percepito, e come gli avvenimenti hanno ampiamente dimostrato. Da una parte, ci sono filosofie e ideologie, ma sempre più anche modi di pensare e di agire, che esaltano la libertà quale unico principio dell’uomo, in alternativa a Dio, e in tal modo trasformano l’uomo in un dio, ma è un dio sbagliato, che fa dell’arbitrarietà il proprio sistema di comportamento. Dall’altra, abbiamo appunto i santi, che, praticando il Vangelo della carità, rendono ragione della loro speranza; essi mostrano il vero volto di Dio, che è Amore, e, al tempo stesso, il volto autentico dell’uomo, creato a immagine e somiglianza divina.
Parafrasando l'argomentazione di Ratzinger otteniamo la seguente frase: il male del nazismo, vale a dire l'usurpazione del diritto di decidere che cosa è bene e che cosa è male, non è circoscritto ai lager ma trova riscontro in filosofie quali il nichilismo contemporaneo, in ideologie e modi di pensare che fanno dell'arbitrarietà il proprio sistema di comportamento.
Parafrasando l'argomentazione di Arendt otteniamo la seguente frase: il collasso morale della società durante il nazismo, ci insegna che coloro che si attengono ai valori etici e agli standard morali del loro tempo non sono affidabili perchè queste norme possono cambiare rapidamente, e queste persone non sono in grado di pensare autonomamente e si aggrappano a qualunque cosa . Molto più affidabili sono gli scettici e i dubbiosi che ci insegnano a esaminare le cose e a farci una nostra idea, ci spingono cioè a pensare.
Dunque, il brano di Franca D'Agostini è vero, poichè la verifica delle fonti citate (Ratzinger e Arendt) consente di affermarlo.
La conclusione di un argomento dovrebbe produrre qualche nuova informazione rispetto alle premesse. La regola della fecondità vale per la teoria dell’argomentazione, ma non per la logica, che si limita a stabilire la coerenza formale e la deducibilità della conclusione dalle premesse.

Alcuni vecchi programmi TV sono in bianco e nero, allora alcuni pinguini sono vecchi programmi TV.
Esempio Modus Ponens: se mangi tanti popcorn ti verrà sete e dovrai bere tanta coca cola. Tu compri tanti popcorn, allora dovrai bere della coca cola.
Esempio Modus Tollens: se piove apro l'ombrello. Se accade che "non apro l'ombrello", allora "non piove".
I requisiti che rendono corretta un'inferenza, vale a dire: la validità formale, la validità induttiva, la verità delle premesse, la rilevanza delle premesse per la conclusione, la fecondità della conclusione, possono essere ingannevolmente validi.
Le principali famiglie di fallacie sono: formali, induttive, di falsa premessa, di rilevanza e di circolarità.
E' possibile consultare un elenco piuttosto completo di fallacie (con relativi esempi) a questo indirizzo: Fallacies, oppure a questo: Fallacie argomentative, oppure ancora a questo (parzialmente in italiano): non commetterai fallacie logiche.
Gli esempi più comuni di fallacie:
- Ad hominem: quando qualcuno attacca la persona invece dell'argomento (es: Marco ha fallito l'ultimo test scolastico; non dovresti fidarti di lui per chiarire i tuoi dubbi.)
- Ricorso all'autorità: quando un'affermazione è considerata vera perché è verificata da qualcuno che è una "autorità" sull'argomento.
- Appello all'ignoranza: quando un'affermazione è considerata vera perché non è stato smentita. (es: non vedo alcuna prova per cui gli alieni non esistono, quindi devono esistere!)
- meno generici sono gli enunciati e più sono forti gli argomenti
- più sono forti le premesse e deboli le conclusioni e più sono forti gli argomenti nel loro complesso

Let's change subject.
Yes. Let's talk about the pandemic.
Valutazione: abbiamo un argomento con premesse forti e conclusione debole, valido induttivamente, quindi sicuramente CORRETTO e aspira ad essere forte e persuasivo, cioè diventare un BUON argomento per un certo pubblico.
Esso sarà efficace se il pubblico a cui si rivolge è quello delle persone diabetiche e per i medici che lo considereranno un BUON argomento, sarà un argomento neutro per le persone vegetariane e un cattivo argomento per gli allevatori italiani.
Ogni "testo argomentativo" si fonda su una tesi che deve essere dimostrata attraverso, in sintesi, l'applicazione del seguente schema:
L’argomentazione può essere definita come un insieme di pratiche comunicative messe in atto in presenza di una questione controversa rispetto alla quale esiste un disaccordo riconosciuto tra le parti. Essa presuppone un dialogo con un pubblico critico e viene messa in campo allo scopo di convincere tale pubblico della validità di una o più affermazioni in merito alla questione oggetto di discussione.
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A.Bellan (2006) Comunicazione persuasiva (PDF) - Articolo sintetico sulla comunicazione persuasiva
- Franca D'Agostini (2010), Verità avvelenata, - Un testo chiaro e rigoroso sull'argomentazione nel dibattito pubblico
- Vittorio Girotto - (2005), Gli errori nel ragionamento (PDF) - IUAV - Articolo chiaro (con esempi) sui principali errori inferenziali
- Alberto Greco (1997), L’errore nella logica comune (PDF)
- Manuele De conti (2016), Modus Ponens, Modus Tollens e loro deviazioni (PDF) - Cicap
- Claudio Tugnoli (2019), Recensione di Franca D’Agostini, Verità avvelenata. Buoni e cattivi argomenti nel dibattito pubblico (PDF)
- Franca D'Agostini (2017), Risposte, chiarimenti e ipotesi (PDF)
- Michele Ghilardelli (2017), 20 fallacie logiche da conoscere per vincere un dibattito linguistico
- Carmen Dell'Aversano, Alessandro Grilli (2005), La scrittura argomentativa (Dal saggio breve alla tesi di dottorato) (PDF) Le Monnier Università
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Pagina aggiornata il 20 maggio 2023