
Oh my God, what a fool!
Quando si pensa alla sorveglianza sociale di solito viene in mente la videosorveglianza attuata oggi con un numero crescente di telecamere o a quella futura (ma non troppo) dei droni.
Esiste però una modalità di sorveglianza sociale molto più incisiva e invisibile: la Sorveglianza Digitale (Web 2.0) che con la conseguente proliferazione di social media e social network ha comportato una trasformazione della sorveglianza sociale. Tradizionalmente la sorveglianza è stata esercitata dal Potere in modo verticale e aveva lo scopo di osservare e disciplinare i "corpi" a fini repressivi, cioè infliggendo supplizi e pene (come descritto nell'inquietante analisi storica di Michel Foucault nel libro "Sorvegliare e punire. Nascita della prigione").
Il sociologo Fausto Colombo ha descritto l'estensione della sorveglianza sociale al Web 2.0 e alle sue applicazioni nel libro "Il potere socievole".
Secondo Colombo uno dei punti chiave della nuova sorveglianza è che da quando i social network/social media hanno conquistato il mondo della comunicazione due nuovi soggetti si sono affiancati alle istituzioni politiche nell'esercitare il potere: le agenzie che gestiscono la Rete (Google, Facebook, Yahoo, ecc.) e gli utenti stessi.
E gli utenti, oggi, sono spesso inconsapevoli sia di sorvegliare che di essere sorvegliati (nelle loro abitudini, convinzioni, preferenze) in modo massiccio e pervasivo con finalità sia commerciali sia politiche.
Per approfondire il tema della nuova sorveglianza sociale il 26 ottobre 2013 è stato presentato al Castello Medioevale di Cisterna d'Asti (AT) il libro di Fausto Colombo "Il potere socievole" - Bollati Boringhieri Editore.
Il potere socievole di Fausto Colombo
2013 Bruno Mondadori editore
Recensione di Franco Mattarella, ottobre 2013
La tesi centrale del libro di Fausto Colombo è che la sorveglianza sociale attuata dal Potere, che ha avuto storicamente come soggetti attivi le istituzioni politiche, con la comparsa della Rete e soprattutto dei Social Media (Web 2.0), ha subìto nell'ultimo ventennio una mutazione. Due nuovi soggetti sono diventati parte attiva del potere aggiungendosi al potere tradizionale: le agenzie non istituzionali che operano su Internet (Google, Facebook, ecc) e gli utenti stessi. In tal modo la sorveglianza da verticale (quale quella operata dal potere tradizionale con fini repressivi), si è trasformata in orizzontale e viene esercitata da tutti e tre i soggetti attivi del potere con fini preventivi, in una sorta di sorveglianza partecipatoria (o Interveillance).
Le riflessioni di Colombo si fondano sull'analisi storica della sorveglianza sociale che Michel Foucault espresse nel 1975 in "Sorvegliare e punire, nascita della prigione" e ne estendono l'applicabilità all'ecosistema mediatico odierno, del quale i social media e i social network si avviano a diventare gli attori principali.
Il libro di Colombo analizza l'applicabilità al Web 2.0 di tre concetti foucaultiani, vale a dire: rapporto tra potere e controllo sociale, fenomeno del dire di sè (self-disclosure), rapporto tra diritto di parola e verità nei contesti democratici.
Continua... (l'intera recensione può essere letta e scaricata in PDF qui)
Strumenti della Sorveglianza Digitale
“Google ha finalmente ammesso che non rispetta la privacy. Se avete a cuore le vostre informazioni personali, non usate Gmail”, ha detto John M. Simpson, attivista di Consumer Watchdog.
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L'Internet degli oggetti (o Internet delle Cose), secondo il sociologo Evgeni Morozov (ved.blibliografia) si prefigura come il rischio maggiore per la privacy futura e denuncia l'ipocrisia della politica USA (p.37): "Gli Stati Uniti sono riusciti a perseguire i loro interessi nel campo delle comunicazioni appellandosi ad alti princìpi morali ed usando espressioni ambigue come "libertà di internet" per nascondere le tante e profonde contraddizioni della loro politica. In materia di "libertà di internet" - uno slogan più accattivante della "difesa della democrazia" - gli Stati Uniti godevano di una certa legittimazione quando sostenevano di non esercitare la sorveglianza che condannavano in Cina o in Iran. Allo stesso modo, in materia di attacchi informatici potevano criticare il ciberspionaggio cinese o iraniano perchè assicuravano al mondo di essere estranei a questi metodi. Entrambe le affermazioni erano palesemente false, ma finchè non ci sono state le prove gli Stati Uniti hanno potuto guadagnare tempo ed influenza."
Il desiderio di vendersi (vendere i propri dati) è il grimaldello usato dai produttori per appropriarsi delle informazioni personali dei consumatori. Molti consumatori accettano spontaneamente di cedere dati che li riguardano in cambio di servizi che immaginano gratuiti. Non siamo costretti a usare certi sevizi di posta elettronica (ad es: Gmail) o certe app mobili, ma siamo noi stessi a consentire l'uso delle nostre scelte sul web per analisi di mercato che possono anche peggiorare la condizione di altri individui.
Ma la malafede degli USA va ben oltre: secondo Armando Sternieri (ved.bibliografia), l'attacco alla privacy è inarrestabile perchè, come alcune rivelazioni di Edward Snowden hanno dimostrato, la National Security Agency (NSA) statunitense ha già preso accordi con i maggiori produttori USA di dispositivi di rete per l'inserimento di backdoor (già in fase progettuale). Tali backdoor consentirebbero all'agenzia americana NSA e a quella britannica Gchq di avere accesso ai dati degli utenti a loro insaputa.
A proposito del Datagate, Alan Rusbridger, caporedattore del Guardian, ha scritto che ciò che lascia attoniti riguardo al vastissimo e segreto programma di sorveglianza digitale, mediante intercettazioni illegali messo in piedi dai servizi segreti statunitensi (NSA), è il rischio che un'infrastruttura così pericolosa cada in cattive mani. Anche in Europa, a poca distanza da Londra c'è ad esempio la Grecia dove un partito neonazista potrebbe prendere il potere in modo democratico. Ciò che la NSA ha creato in termini di sorveglianza digitale eccede perfino le invenzioni letterarie di George Orwell descritte nel libro "1984".
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Fausto Colombo, Trust and Power. A Foucaltian Perspective on Trust and Intercative Media (2011)
Michel Foucault, Sorvegliare e punire -1976 Einaudi
Michalis Lianos, Social Control after Foucault (2003) [199 citazioni]
- Massimo Ragnedda, La società postpanottica (2008) - Aracne editore - Testo scaricabile gratuitamente
Alan Rusbdriger, Le rivelazioni di Snowden e il pubblico (2013) - New York Review of Books - Un articolo sull'impossibilità di imbavagliare la stampa nel Web 2.0 (dal Blog di Alaska - Radio Popolare)
Daniele Mont D’Arpizio, La rete è nata per controllarci: parola di Michel Foucault - 5 agosto 2013 Il BO
- Declan McCullagh, How 9/11 attacks reshaped U.S. privacy debate - September 9, 2011 CNET
- Fabio Chiusi, Il lato oscuro della società iperconnessa - 30 aprile 2013 Messaggero Veneto
- Joe Bodie, The Google Glass Panopticon - 4 august 2013 Culture Mass
- Evgeni Morozov, Il mercato della privacy - 6 settembre 2013 Internazionale
- Armando Sternieri, Non entrate in quella rete - 22 settembre 2013 Sole24ore
- Alan Rusbridger, NSA surveillance goes beyond Orwell's imagination - 23 September 2013 The Guardian
- Laura Eduati, Democrazia digitale: per i dati del "World Forum for Democracy" non attrae l'impegno politico dei disillusi - 19 novembre 2013 L'Huffington Post
- Fabio Chiusi (2015), Hacking Team, "perché è giusto pubblicare tutto" - Messaggero Veneto
- Eric Johnson (2015), Google Glass Isn’t Dead — But It’s All About the Enterprise for Now - Re/Code
- Global surveillance disclosures (2013–present) Wikipedia - Versione PDF (January 29, 2014)- Una storia dei programmi di sorveglianza digitale dal 2013 ad oggi
Pagina aggiornata il 18 giugno 2016