
You're losing your memory.

Il concetto di memoria di lavoro, introdotto da Alan Baddeley e Graham Hitch (1974), ha ampliato il significato di memoria di breve termine proponendo che essa sia costituita da una serie di sistemi interagenti. Il modello di Baddeley e Hitch proponeva che i processi del pensiero umano avvenissero in un sistema dedicato a immagazzinare informazioni nella memoria di breve termine; essa era costituita da tre elementi: un sistema centrale (esecutore), un sistema fonologico (verbale) e un sistema visuo-spaziale (vedi figura).
Scrive Alan Baddeley nel suo libro del 1986 "La memoria di lavoro" (p.98):
Graham Hitch e io abbiamo abbandonato la teoria di una memoria di lavoro intesa come un magazzino unitario, sostituendola con l'idea che un certo numero di sottosistemi siano controllati da un sistema esecutivo a capacità limitata.[...] Abbiamo scelto di lavorare inizialmente con un sistema tripartito che comprende un sistema supervisore di controllo, l'esecutore centrale, aiutato da due sistemi asserviti, uno di questi specializzato nell'elaborazione del materiale linguistico, il loop articolatorio, l'altro che si occupa della memoria visuo-spaziale, il visuo-spatial scratch pad (taccuino visuo-spaziale).
Nel 2000 Baddeley aggiunse al modello originario della memoria di lavoro un terzo componente costituito dalla memoria episodica (episodic buffer) nel quale vengono aggregate informazioni spaziali, visuali e verbali sequenziate in storie complete di senso.


La memoria di lavoro si riduce con l'avanzare dell'età. La gerontologa Elizabeth Zelinsky sostiene che, generalmente, la memoria di lavoro di una persona di 70 anni è ridotta di un terzo rispetto a quando l'individuo aveva 18 anni, benchè vi siano delle variazioni individuali. Può sembrare una piccola riduzione, ma dato che il ruolo della memoria di lavoro è fondamentale per molti processi cognitivi, tale riduzione provoca un degrado mentale maggiore di quanto ci si aspetti. Dice la Zelinsky:
Quando le persone si lamentano dei loro problemi di memoria, probabilmente la maggior parte delle loro difficoltà coinvolge la memoria di lavoro più che, semplicemente, "non essere in grado di ricordare le cose".
Memoria di lavoro: ha una bassa capacità: 7±2 pezzi di informazione rimane il riferimento più accreditato, e decade molto rapidamente (circa 70msec).
La memoria umana ha una natura polisemica, nel senso che è costituita da vari sistemi ciascuno dei quali attiva una serie di reti cerebrali che svolgono specifici processi mnestici. Nella figura a fianco è mostrata, per avere un quadro complessivo, una rappresentazione semplificata dei principali sistemi di memoria oggi noti tratta da "Sistemi di Memoria" di UNIFE.
Memoria Sensoriale: gestisce gli stimoli provenienti dai sensi e si suddivide in memoria iconica (visiva) e memoria ecoica (uditiva)
Memoria di Lavoro: mantiene ed elabora le informazioni durante l'esecuzione di compiti cognitivi (è il nostro presente)
Memoria Episodica: è costituita da specifici eventi ed esperienze di vita di ognuno
Memoria Semantica: costituisce il repertorio di concetti, e il vocabolario linguistico e non linguistico che li esprime, posseduti da ogni persona
Memoria Procedurale: consiste nel recupero di modi di procedere e sequenze di azioni dei quali la persona non è consapevole
Priming: è l'identificazione inconscia di parole o oggetti ai quali si è stati esposti nel passato
Nota: la memoria esplicita è detta anche "dichiarativa" perchè comprende conoscenze che possono potenzialmente essere dichiarate, ossia richiamate alla mente verbalmente o sotto forma di immagini mentali; la memoria implicita è detta anche "non dichiarativa" perchè include forme di apprendimento inconsce quali l'assuefazione e le abitudini
Il filosofo della scienza Silvano Tagliagambe , in un suo intervento alla Festa di Scienza e Filosofia del 2017 (vedi video a fianco), ha proposto della memoria una visione che ribalta quella tradizionale:
La memoria non è un archivio, ecco perchè è salutare rinfrescarla spesso soprattutto per gli eventi più importanti. Essa non scorre dal passato al presente ma, all'inverso, quando nel nostro presente ci imbattiamo in qualche evento che ci ricorda altri eventi del passato, allora richiamiamo alla coscienza questi eventi del passato e li ricategorizziamo caricandoli di nuovi significati e di nuove tonalità emotive. Questo fa sì che l'evento primigenio non scompaia nell'oblio ma sopravviva nella nostra memoria arricchito di nuove cognizioni ed emozioni. In tal modo i ricordi rimangono vivi e resi vitali nella nostra coscienza. Se così non fosse i ricordi rimarrebbero inconsci e diverrebbero un peso angosciante perchè non saremmo in grado di interpretarli e categorizzarli.
è essenziale persistere nell’alimentare i ricordi di emozioni e significati sempre nuovi in modo da non rimuoverli, perché molto importanti a livello personale ma anche a livello storico-sociale: essi infatti permettono di non commettere gli stessi errori già avvenuti nel passato. Esempio lampante ne è l’olocausto, tema molto divergente sia tra i negazionisti, che negano eventi storici con una notevole importanza come questo, sia tra i moralisti.

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A. Baddeley, G.Hitch (1974) Working Memory (pp.47-87)
- A. Baddeley (2003), Working Memory: looking back and looking forward (PDF)
- A. Baddeley (2000), The episodic buffer: a new component of working memory? (PDF) [5374 citazioni]
- A. Baddeley (1986), La memoria di lavoro - Cortina Editore
- G.Cooper (1998), Research into Cognitive Load Theory and Instructional Design at UNSW (PDF)
- E.Kandel, L.Squire (2010), Come funziona la memoria - Meccanismi molecolari e cognitivi - Zanichelli Ed.
- The working memory model (2011) da The Development of Working Memory in Children di Lucy Henry (PDF)
- Sistemi di memoria (2008) Capitolo (in italiano) descrittivo dei sistemi di memoria - Università di Ferrara (PDF)
- Tipi di apprendimento e di memoria (2002) - Aldo Rossi - Psychomedia
- L. Hasher, R.T. Zacks (1988) - Working memory, comprehension, and aging: A review and a new view. (PDF)
- A.M. Brickman, Y. Stern (2009), Aging and memory in humans (PDF)
- Lara Scuttari (2018), L’alimentazione dei ricordi - Festival della scienza e della filosofia
- Marilyn L. Turner, Randall W. Engle (1989), Is working memory capacity task dependent? - Science Direct [2863 citazioni]
- Oliver Wilhelm, Andrea Hildebrandt, Klaus Oberauer (2013), What is working memory capacity, and how can we measure it? [308 citazioni]
Pagina aggiornata il 1 settembre 2022