

Quali sono state le caratteristiche che hanno reso possibile la dittatura hitleriana? Kershaw ne elenca quattro: la manipolazione dei mezzi di comunicazione per controllare e condizionare le masse; un cinismo senza precedenti nelle relazioni internazionali; l’immenso potere distruttivo delle ideologie di superiorità razziale e le estreme conseguenze del razzismo; l’uso distorto delle tecnologie moderne e dell’ingegneria sociale. L’avvento di quel regime politico ha dimostrato una volta per tutte “come una società moderna, avanzata e istruita possa sprofondare nella barbarie, fino a culminare nella guerra ideologica, in un’azione di conquista di una brutalità e rapacità ai limiti del concepibile, e in uno sterminio di massa cui in precedenza mai il mondo aveva assistito”.
Mentre un tempo lo smisurato egocentrismo era patrimonio solo di alcuni rari individui, la maggior parte delle persone era disciplinata e contenuta da istituzioni politiche, sociali e religiose oggi scomparse. Oggi invece il narcisismo è diventato, non solo un aspetto consueto nelle società occidentali, ma anche un motore delle trasformazioni in corso, così che appare ipoteticamente possibile che possano nascere e svilupparsi individui dotati di ego smisurati, potenziali protagonisti di avventure politiche inattese.
Hitler era in grado di produrre il fuoco del risentimento e dell’odio. Sono questi due potenti sentimenti negativi che anche oggi agiscono sulle masse popolari dei paesi europei, la cui presenza è rinnovata attraverso slogan che semplificano la complessa situazione economica e politica e spingono a recidere la rete d’interdipendenze e mediazioni che ha mantenuto per settant’anni la pace nel Vecchio continente.
La razionalità cui ricorre la classe dirigente italiana – quello che resta della borghesia illuminata e colta e dei partiti rinnovati dopo “Mani pulite” –, per cercare di spiegare e contenere l’avanzata di Salvini e le scelte economiche e gestionali del M5S, non è più sufficiente a creare un argine a quello che sta accadendo. La storia della Repubblica di Weimar racconta tragicamente questa medesima incomunicabilità.
Il fascismo è in ascesa in tutta Europa con la nascita di movimenti politici nazionalisti e xenofobi che stanno lentamente conquistando consensi popolari e potere politico. In Germania i raduni organizzati da formazioni di estrema destra quale l'AfD (che alle elezioni del 2017 ha ottenuto il 12,6% di consensi) si susseguono, come riporta la giornalista Géraldine Schwarz su The Guardian (vedi bibliografia), e hanno lo scopo di minimizzare i crimini nazisti come primo passo verso il risveglio delle idee di quell'epoca e di lavorare per l'uscita della Germania dalla EU, la sua alleanza con la Russia di Putin e la creazione della "Fortezza Europa" per l'adozione di una gerarchia tra gli umani in base alla loro razza e religione. In Italia, una organizzazione dichiaratamente fascista come CasaPound si è presentata alle elezioni politiche 2018, in deroga ai dettami costituzionali. A questo proposito, il giornalista Giuseppe Franco scrive sul Fatto Quotidiano (vedi bibliografia):
Nonostante le norme di legge in tema di apologia del fascismo, siamo testimoni di un nefasto incremento di manifestazioni nostalgiche che vecchi e nuovi “camerati” inscenano in alcune piazze, stadi, nei siti cimiteriali di alcune città e adesso anche nelle sedi delle associazioni umanitarie. Di conseguenza, nelle metropoli è sempre più frequente scorgere croci uncinate sui muri di edifici istituzionali o scolastici. Vuoti di memoria? No. La proliferazione di queste espressioni apologetiche è da individuare nella negligenza dei governi che, in un’impropria e pericolosa deroga ai dettami costituzionali, non hanno mai garantito che talune reminiscenze nazionalsocialiste, e conseguenti proselitismi, non avessero più luogo, strizzando l’occhio alle forze reazionarie borghesi, con le quali i governi privi di spina dorsale, hanno sempre stretto accordi.
L'uomo del fascismo è individuo che è nazione e patria, legge morale che stringe insieme individui e generazioni in una tradizione e in una missione, che sopprime l'istinto della vita chiusa nel breve giro del piacere per instaurare nel dovere una vita superiore libera da limiti di tempo e di spazio.
Questa era la concezione dell'uomo quando il fascismo nacque in Italia: esso si concepiva come realizzatore della nazione, un individuo che in essa si trascende. In ciò, si differenzia dal nazionalismo che ha come programma solo l’esaltazione e la difesa della nazione. Sulla differenza tra nazionalismo e fascismo Harari dice:
Il nazionalismo mi dice che la mia nazione è unica, e che io ho precisi doveri nei confronti della mia nazione. Il fascismo, invece, mi dice che la mia nazione è al di sopra di tutti, e che io ho degli obblighi esclusivamente verso di essa. Il fascismo si realizza quando le persone provano a ignorare le difficoltà per rendersi la vita molto più semplice. Il fascismo nega tutte le identità ad eccezione dell'identità nazionale e insiste perché i miei obblighi siano soltanto verso la mia nazione. Allo stesso modo, come decide un fascista che cosa insegnare ai bambini a scuola? È di nuovo molto semplice. Esiste un solo e unico criterio: si insegna ai bambini tutto quello che serve all'interesse della nazione. La verità non ha alcuna importanza.


L’incremento progressivo della spinta nazionalistica in tutti gli stati membri dell’UE è rinfocolato quotidianamente dal clima di tensione urlata, di incertezza, di confusione che permea la comunicazione, la quale con identica assertività afferma tutto e il contrario di tutto, generando paura, diffidenza e una diffusa percezione di smarrimento che induce a confinare e difendere un territorio – fisico e psicologico – entro il quale riconoscere punti di riferimento rassicuranti. Il fenomeno è noto e le ricerche, le analisi e gli studi fin qui condotti ne confermano l’incremento in concomitanza con il dilagare della grande crisi economica del 2008. Un baratro dal quale molti paesi non sono ancora riemersi. Il trend generalizzato al rialzo dei populismi ha in questo periodo toccato punte estreme e molto note: dalle affermazioni sconcertanti del leader ungherese Orban, alla Brexit, all’elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti che con i suoi twitter sconvolge ogni mattina le diplomazie di mezzo mondo, alla vittoria della destra nazionalista nelle elezioni austriache, alla drammatica crisi catalana che pone l’Europa di fronte a domande pressanti che richiedono risposte urgenti, nella realtà mai elaborate e condivise.
Nel sovranismo confluiscono e si mischiano interessi e predisposizioni che provengono dal nazionalismo, dal populismo e dalle culture illiberali (di destra e di sinistra). Esso esprime l'insoddisfazione verso i processi di globalizzazione e, nel nostro continente, di integrazione. Costituisce la reazione all'interdipendenza tra Paesi.
Il massimo beneficiario della asimmetria fra capitale e lavoro è il populismo informatico venuto alla ribalta negli anni delle fake news e della postverità. Il programma di governo è confezionato su misura a partire dalla esatta conoscenza delle aspettative degli elettori, e viene adeguato in tempo reale. Come risultato gli elettori sono sempre pienamente soddisfatti, ma non saranno mai rimborsati per la fiducia data attraverso il voto, giacchè non avranno mai un governo, ma solo lo specchio dei loro desideri.
Il giornale La Repubblica, il 2 luglio 1995, ospitò uno scritto di Umberto Eco che parla di ” fascismo eterno” o di Urfaschismus (il prefisso ur indica qualcosa di originario, primordiale). I suoi caratteri sono riassunti così: identità aggressiva e purismo etico; rifiuto della modernità e tradizionalismo reazionario; rigetto dei principi dell’89 e dei diritti individuali; irrazionalismo e primato dell’azione sulla riflessione e sulla discussione; decisionismo; culto della forza e “machismo”, anti- parlamentarismo; ostilità nei confronti della libertà di scienza arte e stampa, sospette portatrici di germi critici; esaltazione dell’uomo medio e del senso comune; concezione del popolo come un tutt’uno indifferenziato; corporativismo; intolleranza nei confronti dei “diversi” e dei “non integrabili”; xenofobia variamente motivata e razzismo; pensiero unico e unanimismo; fantasmi di complotti; nazionalismo ripiegato su se stesso contro internazionalismo e, a maggior ragione, cosmopolitismo; complesso di unicità e di superiorità, unito a vittimismo che sfocia in aggressività. Il linguaggio, a sua volta, è l’ingrediente comunicativo pieno di sottintesi: parole nuove, parole antiche in significati nuovi; parlar violento e plebeo di cose difficili ed elevate; accarezzare l’ ignoranza e la banalità di massa. Non necessariamente tutti compresenti, questi sono aspetti delle “società chiuse” o “società organiche”, di cui il modello primordiale è, propriamente, la tribù.
Sebbene talora si abbia l’impressione di cose relativamente moderne, comparse nel secolo dei totalitarismi, sono invece antichissime. L’archetipo è il tribalismo da sempre riemergente in particolari situazioni storiche, ogni volta con caratteri propri, per esempio con quelli del fascismo. Ciò significa che tutti i fascismi sono tribalisti, ma non tutti i tribalismi sono fascisti. [..]Si sarà notato che tutti gli elementi del tribalismo stanno anzitutto nel “substrato” delle azioni e dei convincimenti sociali. Da lì occorre procedere. A chi pretende di parlare a nome degli “italiani” e della loro “identità”, si opponga il dissenso; a chi esalta la forza, si oppongano il rispetto e la mitezza; a chi burocratizza la scuola e l’ università per trasformarle in avviamento professionale, si oppongano i diritti della cultura; alle illegalità, si reagisca senza timore con la denuncia; alla cultura della discriminazione e della violenza, si contrappongano iniziative di solidarietà. Agli ignoranti che usano la vuota e spesso oscena neo-lingua, si chieda: ma che cosa dici mai, come parli? eccetera, eccetera.
Cos'è cambiato oggi, a causa delle innovazioni tecnologiche, rispetto alle dittature del passato. Dice Harari:
Harari così conclude:Dittatura significava che un numero troppo elevato di macchine era concentrato nelle mani di un governo o di un gruppo di pochi eletti. Oggi, i dati stanno rimpiazzando la terra e le macchine come la risorsa più importante. Governare diventa combattere per il controllo dei flussi di dati. Dittatura oggi significa che troppi dati sono accumulati nelle mani di un governo o di una ristretta élite. Oggi, il più grande pericolo per le democrazie liberali è che i veloci cambiamenti nella tecnologia dell'informazione renderanno le dittature più efficienti delle democrazie. Nel ventesimo secolo, la democrazia e il capitalismo hanno sconfitto fascismo e comunismo perché la democrazia era più brava a elaborare i dati e prendere decisioni. Data la tecnologia del ventesimo secolo, era semplicemente improduttivo tentare di concentrare molti dati e molto potere in un solo posto. L'ascesa dell'intelligenza artificiale e dell'apprendimento automatico potrebbero rendere possibile elaborare enormi quantità di informazioni in modo molto efficiente in un solo posto, per prendere tutte le decisioni in un solo posto, allora l'elaborazione centralizzata dei dati sarà più efficiente rispetto all'elaborazione distribuita dei dati. Allora, il maggior svantaggio dei regimi autoritari del ventesimo secolo, il loro tentativo di concentrare tutte le informazioni in un solo posto, si trasformerà nel loro più grande vantaggio.
Che cosa possiamo fare per prevenire il ritorno del fascismo e la nascita di nuove dittature? La prima domanda che ci dobbiamo fare è: chi controlla i dati? Se siete degli ingegneri, trovate un sistema per evitare che troppi dati siano concentrati in poche mani. I nemici della democrazia liberale, loro sì hanno un metodo. Loro manipolano le nostre emozioni. Non le nostre email o il nostro conto in banca, loro manipolano i nostri sentimenti di rabbia, odio e vanità e poi usano queste emozioni per frammentare e distruggere la democrazia dall'interno. In realtà questo è il metodo che la Silicon Valley ha usato per prima con lo scopo di vendere i suoi prodotti. Ma oggi, i nemici della democrazia usano proprio questo metodo per venderci paura, odio e arroganza. Loro non possono creare queste emozioni dal nulla. Perciò devono capire le debolezze che già abbiamo per poi usarle contro di noi. È quindi responsabilità di noi tutti capire quali sono le nostre debolezze per fare in modo che esse non si trasformino in un'arma nelle mani dei nemici della democrazia. Saper riconoscere le nostre personali debolezze ci aiuterà a evitare anche la trappola dello specchio del fascismo.
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- Roberto Sommella (2017), In Europa torna il fascismo e l'ultima frontiera è la Francia - Huffington Post
- Luigi Pandolfi (2013), Se in Europa torna lo spettro del fascismo - Micromega
- Luca Rasponi (2017), It's happening again - Il ritorno del fascismo in italia e in Europa
- Giuseppe Franco (2017), Nuovi fascismi, non sono vuoti di memoria
- Erika Riggi (2018), NUOVI FASCISMI. COME SONO CAMBIATI I RAGAZZI DI CASA POUND - Corriere della Sera
- Democracy in Crisis (2018), FREEDOM IN THE WORLD 2018 - Freedom House
- Géraldine Schwarz (2018), My family has a Nazi past. I see that ideology returning across Europe - The Guardian
- Gianni Riotta (2016), I Know Fascists; Donald Trump Is No Fascist - The Atlantic
- Sergio Fabbrini (2018), Forza e debolezze dei sovranisti- Sole24 Ore
- Maurizio Ferraris (2018), Diciamoci la verità su queste fake news - La Repubblica
- Marco Belpoliti (2018), Hitler torna? - DoppioZero
- Fausto Colombo (2018), Il potere socievole, storia e critica dei social media (PDF) - Academia.edu [32 citazioni]
- Maria Teresa Cuomo, Gerardino Metallo, Debora Tortora (2011), Opportunità, limiti e criticità dei social network (PDF)
- Marida Brignani, Chiara Fragiacomo (2018), I nazionalismi in Europa - Novecento.org
- Gustavo Zagrebelski (2018), E’ arrivato il tempo della resistenza civile - La Repubblica
Pagina aggiornata il 20 gennaio 2020