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In qualità di presidente, Eric Schmidt - che detiene ancora più di $ 5,3 miliardi in azioni di Alphabet (la società madre di Google), nonché grandi investimenti in altre società tecnologiche - ha essenzialmente gestito uno shakedown con sede a Washington per conto della Silicon Valley. Lo scopo principale dei due consigli è quello di chiedere aumenti esponenziali della spesa pubblica per la ricerca sull'intelligenza artificiale e su infrastrutture tecnologiche come il 5G - investimenti che andrebbero a beneficio diretto delle società in cui Schmidt e altri membri di questi consigli hanno ampie partecipazioni. [...] La spinta dell'argomentazione di Schmidt è stata che dal momento che il governo cinese è disposto a spendere denaro pubblico illimitato per costruire l'infrastruttura di sorveglianza ad alta tecnologia, pur consentendo Società tecnologiche cinesi come Alibaba, Baidu e Huawei di intascare i profitti dalle applicazioni commerciali, la posizione dominante degli Stati Uniti nell'economia globale è sul precipizio del collasso. [...] A meno di due settimane dal blocco dello stato di New York, Schmidt scrisse un articolo per il Wall Street Journal che stabiliva il nuovo tono e chiariva che la Silicon Valley aveva tutte le intenzioni di sfruttare la crisi per una trasformazione permanente.
Internet non è qualcosa di completamente negativo. Ha fatto davvero molto per la società e per i singoli, in particolare per tenere in contatto famiglie, amici e colleghi di lavoro sparsi nel mondo. [...] Se usata in maniera critica, internet può rivelarsi una preziosa fonte per comprendere il mondo- da Wikipedia a Twitter, agli ottimi siti web di testate d'informazione professionali, tra cui il NewTork Times e il Guardian. Tuttavia gli aspetti negativi nascosti superano di gran lunga quelli positivi autoevidenti. [...] La sfida che ci attende è quella di dare una forma corretta ai nostri strumenti in rete prima che siano loro a plasmarci.
Il capitalismo della sorveglianza opera sfruttando un'asimmetria senza precedenti della conoscenza e del suo potere. I capitalisti della sorveglianza sanno tutto di noi, mentre per noi è impossibile sapere quello che fanno. Accumulano un'infinità di nuove conoscenze da noi, ma non per noi. Predicono il nostro futuro perchè qualcun altro ci guadagni, ma non noi.
Quando fai ricerche su Google, i risultati, la pubblicità, gli articoli che ti arrivano sono messi lì con un proposito, non c’è niente di casuale. Non te ne rendi conto, ma sei bersaglio di strategie sofisticate, basate anche sulle tecniche della psicografica: l’analisi dei profili psicologici e delle fragilità di ognuno di noi. Se sfrutti queste debolezze per vendere prodotti commerciali è un conto. Con la politica le cose cambiano.
Nel 2010 l'allora CEO di Google Eric Schmidt aveva prefigurato, in una intervista (ved. bibliografia 2010), il futuro ruolo di Google nella cultura umana. Egli, parlando del futuro delle ricerche online, aveva detto che molte ricerche venivano già fatte senza che l'utente dovesse digitare nulla. Per essere esatti egli aveva detto:
Effettivamente penso che la maggior parte delle persone non voglia che Google risponda alle loro domande, essi vogliono che Google gli dica cosa fare dopo. Immagina di star camminando per strada. A causa di tutte le informazioni che Google ha raccolto su di te, noi sappiamo chi sei, a cosa sei interessato, chi sono i tuoi amici. Google sa, con l'approssimazione di pochi centimetri, dove ti trovi. Se hai bisogno di latte, e c'è un negozio che lo vende lì vicino, Google te lo segnalerà.
Oggi, nel 2019, questa approfondita conoscenza di ciò che facciamo e desideriamo appare in tutta la sua pericolosità. Possiamo dire che la visione di Schmidt si è realizzata: Google ha creato un "ecosistema di servizi web" che segue l'utente in modo personalizzato, che si avvale di una potente profilazione degli utenti e della diffusione di smartphone equipaggiati con assistenti vocali. In tal modo ognuno di noi può andare in giro come uno zombie e ricevere in tempo reale tutte le indicazioni che Google gli propone come "utili".
Dopo un inizio idealista, i due fondatori [di Google] Larry Page e Sergey Brin hanno adottato l'estrazione di dati utili all'analisi predittiva dei comportamenti, aprendo la strada alle pubblicità mirate, portatrici di profitti per l'azienda attraverso algoritmi mai rivelati, in grado di anticipare il modo di pensare degli utenti, di fatto influenzandoli. Si tratta di un potere disponibile solo a pochi superesperti a patto che dispongano anche dei capitali per costruire un'adeguata capacità computazionale e trasformare internet in una rete da pesca per gli inserzionisti.
Una versione del suo motore di ricerca programmata per rispettare i desiderata del governo cinese, quindi per rendere inaccessibili agli utenti tutti i contenuti che Pechino ritiene sensibili: democrazia, diritti umani, dissidenti, ma anche le decine di parole chiave sgradite che di giorno in giorno le autorità aggiungono alla “lista nera”.






- Il motore di ricerca Google (al quale il sito fuckoffgoogle.de attribuisce lo scopo di creare la bolla culturale e realizzare la sorveglianza di massa)
- Il canale video Youtube (al quale il sito fuckoffgoogle.de attribuisce lo scopo di automatizzare la censura)
- Il venture Capital Google Ventures (al quale il sito fuckoffgoogle.de attribuisce lo scopo di modellare il futuro tecnologico)
- Il private equity Google Capital (al quale il sito fuckoffgoogle.de attribuisce lo scopo di effettuare speculazioni finanziarie)
- Le auto a guida autonoma e i droni Google X (al quale il sito fuckoffgoogle.de attribuisce lo scopo di monitorare gli spostamenti umani e, per i droni, di partecipare ai futuri ingenti contratti militari)
- Gli studi di longevità umana Calico (al quale il sito fuckoffgoogle.de attribuisce lo scopo di estendere la durata di vita dei più ricchi e di realizzare il transumanesimo)
- I termostati intelligenti Nest (al quale il sito fuckoffgoogle.de attribuisce lo scopo di monitorare le abitazioni private attraverso i sensori)
- Le connessioni internet ultraveloci Google Fiber (al quale il sito fuckoffgoogle.de attribuisce lo scopo di controllare l'infrastruttura mondiale delle comunicazioni)



“Google ha finalmente ammesso che non rispetta la privacy. Se avete a cuore le vostre informazioni personali, non usate Gmail”, ha detto John M. Simpson, attivista di Consumer Watchdog (da Internazionale 14 agosto 2013).

La personalizzazione delle informazioni ha sicuramente un'utilità per il singolo lettore ma lo espone a un rischio che è stato evidenziato da Eli Pariser nel suo libro "Il Filtro" (La bolla dei filtri: quello che internet ti nasconde). Pariser sostiene che oggi i motori di ricerca e i social networks utilizzano dei filtri personalizzati per ogni utente. Questi filtri analizzano i nostri comportamenti in rete e le nostre preferenze, eliminando tutte le informazioni che pensano non possano piacerci e mostrandoci solo quelle più affini alle nostre precedenti scelte.
Questo è, secondo Pariser, un rischio per noi e per la democrazia in generale, infatti "dare al pubblico ciò che vuole" danneggia il senso civico e Pariser argomenta così tale tesi (Il Filtro p.64):
Le questioni importanti che toccano la vita di tutti noi ma sono fuori dalla sfera del nostro interesse personale immediato sono la base e la ragion d'essere della democrazia. [...] Naturalmente non c'è modo di tornare indietro. Ed è giusto che non ci sia : internet ha ancora le potenzialità di essere uno strumento di democrazia migliore di quanto abbiano mai potuto esserlo la radio e la televisione con il loro flusso di informazioni unidirezionale. Come ha osservato il giornalista A.J. Liebling, la libertà di stampa era riservata a quelli che potevano pubblicare. Adesso possiamo farlo tutti.
Il funzionamento dei filtri è efficacemente descritto da Pariser nell'articolo "Quello che internet ci nasconde", pubblicato in italiano da Internazionale il 6 luglio 2011. Nel box sottostante è possibile ascoltare Pariser (in inglese con sottotitoli in italiano) mentre descrive le sue idee sui rischi che la personalizzazione dei filtri comporta.
Cancellare la cronologia delle tue ricerche in Google è un'operazione irreversibile.
Seppure la cronologia delle tue ricerche non sarà più disponibile per la tua consultazione, continuerà a risiedere sui server di Google per sempre. Questo significa che, nel caso di un'azione legale nei tuoi confronti, e dietro richiesta di un tribunale, Google fornirà i tuoi dati alle forze dell'ordine.
Per evitare la "cattura" delle proprie ricerche da parte dei motori il metodo più efficace è quello di usare la navigazione anonima (continuando a usare l'efficacia del motore google). La navigazione anonima rallenta un po' le ricerche e non può essere ritenuta la soluzione al problema del filtraggio personalizzato, tuttavia è consigliabile in casi estremi. Vi sono due tipi di "navigazione anonima":
quella che non lascia tracce sul browser dell'utente (che si può agevolmente disattivare nelle opzioni del proprio browser)
quella che non lascia tracce nei server del motore di ricerca
I criteri con cui google "personalizza" le ricerche degli utenti sono indicati qui. Una soluzione comoda è l'uso del motore di ricerca Duckduckgo che non filtra le ricerche effettuate dai singoli utenti ma, ovviamente, ha un'efficacia diversa dal motore google. Per chi usa tablet e smartphone Android è consigliato il browser Orfox (ricavato da Firefox) che connette il dispositivo alla rete Tor e funziona piuttosto bene.
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Naomi Klein (2020), Naomi Klein: How big tech plans to profit from the pandemic - The Guardian
Murray Wardrop (2010), Young will have to change names to escape 'cyber past' warns Google's Eric Schmidt - The Telegraph
- Matthew Hindman, Personalization and the future of news - EUI Working Papers
- Aniko Hannak et al. (2013), Measuring Personalization of Web Search (PDF) [55 citazioni]
- Gregg Henriques (2014), Cultural Bubbles in the Era of Globalization
- Seth Flaxman, Sharad Goel, Justin M. Rao (2016), Filter Bubbles, Echo Chambers, and online news consumption (PDF)
- Zuiderveen Borgesius et Al. (2016), Should We Worry About Filter Bubbles? (PDF)
- Tyler Cowen (2017), Come uscire dalla propria bolla - IlPost
- Nathan Taylor (2014), The Ideological Turing Test. What it is. Why it’s worth taking seriously.
- (2017), Non è colpa di Internet, la “filter bubble” ce l'abbiamo nella testa - Linkiesta
- Luca Tremolada (2017), Gli italiani intrappolati nella bolla di Whatsapp e Facebook - IlSole24Ore
- Sebastian Meineck (2018), Perché la 'filter bubble' è la metafora più stupida di internet - Motherboard
- Eytan Bakshy, Solomon Messing, Lada A. Adamic (2015), Exposure to ideologically diverse news and opinion on Facebook (PDF) Michigan University [1289 citazioni]
- Géraldine Delacroix(2019), Il capitalismo di sorveglianza - Effimera
- Massimo Gaggi (2019), L’ex ragazza di Cambridge Analytica «Manipolavamo tutto: voti, comportamenti e coscienze» - Corriere della Sera
- Nick Routley (2019), The 20 Internet Giants That Rule the Web (1998-Today) - Visual Capitalist
- Kari Paul (2019), Google co-founders Page and Brin step down from parent company as Pichai takes over - The Guardian
- Dieter Bohn (2019), Google's third Era, What's next now that Sundar Pichai is CEO of Alphabet - The Verge
- Jemima Kiss (2017), Google CEO Sundar Pichai: 'I don't know whether humans want change that fast' - The Guardian
- Mario Mancini (2019), L’era del capitalismo della sorveglianza
- Naomi Klein (2020), Naomi Klein: How big tech plans to profit from the pandemic - The Guardian
Pagina aggiornata il 16 maggio 2021