
Show the old man who is in you: don't give a damn!
L'industria petrolifera ha manipolato e diffuso per anni dati scientifici falsi per negare l'influenza dei combustibili fossili sul Riscaldamento ambientale e sul Cambiamento climatico.
Le cause del riscaldamento dell'atmosfera terrestre sono state occultate e negate per anni dai principali responsabili (ved. The Scientific Guide to Global Warming Skepticism).
Com'è noto il "riscaldamento globale" è la tendenza di lungo termine alla crescita della temperatura media dell'atmosfera, mentre il "cambiamento climatico" si riferisce ai cambiamenti del clima derivanti dall'aumento della temperatura media globale (ved. bibliografia 2015). E' ormai accertato scientificamente che la concentrazione di ossido di carbonio (CO2) nell'atmosfera terrestre è aumentata negli ultimi 150 anni da 280 parti per milione (ppm) dell'era pre-industriale (prima del 1800) agli attuali 380ppm (ved. diagramma a fianco).
Per analizzare il riscaldamento globale venne creato nel 1988 un Gruppo intergovernativo di 1300 esperti scientifici di tutto il mondo (IPCC) che è arrivato alla conclusione (ved. bibliografia 2007) che c'è una probabilità superiore al 90% che le attività umane nel corso degli ultimi 50 anni abbiano scaldato il nostro pianeta. Il gruppo di esperti ha inoltre concluso che c'è una probabilità superiore al 90% che i gas serra prodotti dall'uomo, quali anidride carbonica, metano e protossido di azoto abbiano causato gran parte all'aumento osservato nelle temperature della Terra negli ultimi 50 anni. Essi auspicano una rapida riduzione delle emissioni generate dai combustibili fossili per mitigare effetti avversi quali scioglimento dei ghiacci artici, innalzamento del livello dei mari, eventi atmosferici anormali, ecc. Secondo questi esperti azioni volte a modificare l'approvvigionamento energetico con varie tecnologie potrebbero mitigare il 60-80% del riscaldamento climatico. Il report completo, rivolto ai politici, è disponibile in PDF (ved. bibliografia).
Dove si trovano le principali fonti emissive? Come ha scritto Riley Duren, ingegnere della NASA responsabile del Megacities Carbon Project,
Il consenso scientifico sul cambiamento climatico è recente e, secondo i giornalisti scientifici Naomi Oreskes e Erik Conway, autori del libro "Il collasso della civiltà occidentale" (un loro contributo si può leggere anche in "Agnotology" pp.51-89), è stato ritardato dalla "guerra fredda" negli anni dello scontro frontale tra USA e URSS e dalla posizione degli scienziati raccolti attorno al George C. Marshall Institute, un istituto creato nel 1984 e finanziato dalla lobby dei petrolieri (ved. bibliografia Put a Tiger In Your Think Tank). Ma anche dopo la fine della guerra fredda nel mondo rimase un'opinione diffusa che negava il cambiamento climatico. Nel 1989 negli USA, i petrolieri e le industrie automobilistiche crearono la Global Climate Coalition (GCC vedi box apposito) per opporsi ad azioni obbligatorie per affrontare il riscaldamento globale. Nel 1997, quando il Senato degli Stati Uniti approvò in modo schiacciante una risoluzione contro la ratifica del protocollo di Kyoto, la lobby dei petrolieri finanziò con 13 milioni di dollari (ved. bibliografia Gelbspan) la pubblicità che precedette il voto. Ma, più in generale, l'oscuramento e la manipolazione mediatica del problema furono molto ampi: un sondaggio mondiale Gallup-Yale del 2007 (ved. bibliografia Leiserowitz) attestò che il 40% della popolazione era inconsapevole, ed erano proprio gli abitanti delle nazioni più vulnerabili. Oreskes e Conway concludono così (p.80):Circa tre quarti delle emissioni di CO2 dei combustibili fossili provengono da circa il 2% della superficie terrestre. Si tratta delle città e delle centrali elettriche che alimentano le città.
Il grande economista John Maynard Keynes fece notare che non ci sono pasti gratuiti. Il mondo occidentale ha vissuto 150 anni di inaudita prosperità costruita utilizzando l'energia immagazzinata nei combustibili fossili. Quello è stato il nostro pranzo. Il riscaldamento globale è il conto.
Linea rossa: dati misurati nell'osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii
(Cliccare sull'immagine per andare alla fonte)
L'economista Jeremy Rifkin da anni analizza le principali tendenze socio-economiche e le relative ripercussioni sulla società. Egli ha ipotizzato fin dal 2002, nel libro "Economia all'idrogeno", il tramonto dell'Era del Petrolio, e la sua auspicabile sostituzione con fonti rinnovabili che consentano una produzione distribuita (che lui ha individuato nell'idrogeno). Secondo Rifkin, i movimenti e le speculazioni sui prezzi del petrolio di questi ultimi anni sono i segni della crisi irreversibile in cui si dibattono i produttori di petrolio per ritardare la loro crescente irrilevanza e la loro sostituzione con altre fonti rinnovabili. Secondo Rifkin vi sono tre fattori che stanno convergendo verso il rischio di un collasso dell'economia mondiale (ved. immagine a fianco). Questi tre fattori sono:
- L'imminente picco della produzione petrolifera globale
- La concentrazione in Medio Oriente delle principali riserve di petrolio
- Il riscaldamento dell'atmosfera terrestre
A complicare le cose, gli esperti del settore ricorrono a una miriade di altri termini per definire le riserve: "attive", "inattive", "probabili","possibili", "stimate", "identificate", "non scoperte". lI geologo Jean H. Laherrère [ ved. bibliografia ] afferma che tale proliferazione di aggettivi qualificativi è intenzionale, appositamente studiata per permettere alle nazioni e alle società energetiche di falsificare le cifre - in una sorta di contabilità creativa - a fini politici ed economici. Lahèrrere punta il dito contro quegli interessi costituiti che ricorrono a definizioni e interpretazioni forzate per produrre cifre che soddisfino i loro obiettivi politici.
Secondo i pessimisti scoperte e tecnologie nuove possono fare ben poco per condizionare significativamente i tempi della crisi. Che noi siamo preparati o meno, la produzione mondiale di petrolio convenzionale raggiungerà probabilmente il picco fra il 2010 e il 2020.
3. Riscaldamento dell'atmosfera terrestre
I produttori di combustibili fossili hanno sempre negato le alterazioni climatiche da "effetto serra", dovute al consumo di petrolio, carbone, gas naturale, e per farlo hanno falsificato e diffuso dati scientifici falsi con un'opera di mistificazione che ha finora impedito reali progressi (vedi applicazione Protocollo di Kyoto).

La civiltà fondata sul petrolio, il regime energetico di maggior successo nella storia dell'uomo, è a pochi anni da un punto di svolta. Tre forze deteminanti stanno convergendo rapidamente, costringendo la società a prendere una decisione sulla strada da imboccare per garantirsi un futuro. L'interazione tra l'imminente picco della produzione petrolifera globale, la conseguente concentrazione delle rimanenti riserve di petrolio in Medio Oriente (la regione più politicamente e socialmente instabile del mondo) e il progressivo riscaldamento dell'atmosfera terrestre provocato dal decadimento dell'energia, o entropia, spesa nel corso dell'era industriale sta creando una situazione critica e pericolosa per il mondo, le cui conseguenze, in questo momento, sono ancora incerte.

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- Taro Takahashi (2004), The Fate of Industrial Carbon Dioxide (PDF) - Science
- IPCC (2007), Climate Change 2007: Synthesis ReportSummary for Policymakers (PDF) - IPCC
- IPCC (2016), IPCC Expert Meeting on Communication (9-10 February 2016, Oslo, Norway)
- Richard Alley (2015), Global warming vs climate change - Skeptical Science
- (2005), Put a Tiger In Your Think Tank - Mother Jones
- (2014), Megacities Carbon Project
- Anthony Leiserowitz (2007), Climate Change in the Public Mind (PDF)
- Ross Gelbspan (2005), Snowed - Mother Jones
- Sissi Bellomo (2014), «Nel 2008 manipolazioni sul petrolio» - Sole24ore
- Antonio Cianciullo (2015), Jeremy Rifkin: "L'accordo sull'ambiente non basta, la vera rivoluzione arriverà dal basso"
- Cristiano Alviti (2016), Idrogeno e contesto italiano - Un'esperienza applicativa dell'idrogeno in Alto Adige
- (2015), Petrolio, perché il prezzo è crollato? - Fatto Quotidiano
- (2014), Oil and Gas Prices Are Manipulated Once Again … Stay Tuned - The Daily Bell
- Jean Leharrère (2001), Estimates of Oil Reserves (PDF) [83 citazioni]
- Renewables 2015 Global Status Report
- (2015), 2014 Renewable Energy Data Book (PDF)
- Energy and Wildlife
- Pete Danko (2015), 6 New Charts That Show US Renewable Energy Progress
- Luca Sappino (2016), Petrolieri & co. : che fine ha fatto la legge sulle lobby - L'Espresso
Pagina aggiornata il 26 luglio 2022