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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Cos'è la saggezza
TEORIE > CONCETTI > PIRAMIDE DELLA CONOSCENZA
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Cosa significa invecchiare con successo? A questa domanda di solito si risponde "diventare saggi" perchè la saggezza è spesso considerata l'apice del positivo sviluppo umano dato che comprende qualità positive come l'integrità e la maturità dell'ego, il giudizio e le capacità interpersonali e un'eccezionale comprensione della vita. Tutti noi sperimentiamo sfide nella nostra vita e probabilmente la maggior parte di noi sente di aver imparato qualcosa dalle sfide che abbiamo incontrato. Ma perché alcune (poche) persone imparano cose che le rendono più sagge nel corso della loro vita, mentre altre diventano (o rimangono) rigide, amareggiate, depresse, superficialmente contente o eccessivamente autosufficienti? Negli ultimi 40 anni, psicologi e altri ricercatori hanno dedicato notevoli sforzi allo sviluppo di diversi modelli di saggezza per illustrare i suoi componenti e il modo in cui essa funziona. Un modello di saggezza che è diventato in effetti il ​​"modello standard" con cui vengono confrontati altri modelli è stato sviluppato negli anni '90 dagli psicologi Paul Baltes e Ursula Staudinger presso l'Istituto Max Planck per lo sviluppo umano di Berlino, ed è quindi chiamato "Il Paradigma della saggezza di Berlino”. Baltes e Staudinger definiscono la saggezza come "una competenza nella condotta e nel significato della vita". Il loro approccio attinge alla storia della letteratura sapienziale nel corso dei secoli e la combina con la ricerca moderna e con il loro pensiero. Quando qualcuno ci chiede cosa sia la saggezza pensiamo di saper rispondere, ma diamo poi delle risposte insoddisfacenti che non ne chiariscono l'essenza. Ogni cultura, in Occidente e in Oriente, ha dato risposte diverse a questa domanda e il filosofo Giangiorgio Pasqualotto le ha radunate nel libro "Oltre la filosofia - Percorsi di saggezza tra Oriente e Occidente". In questo libro egli presenta le molte analogie tra il pensiero orientale e quello occidentale, che convergono nell'idea che la saggezza consista nel decidere di rinunciare al proprio ego, al potere, alla gloria e alle apparenze. Sebbene si pensi che la saggezza sia un forte predittore di molti attributi dell'invecchiamento, il concetto di saggezza mancava ancora di una scala di misura completa e direttamente verificabile. Si può misurare qualcosa di così soggettivo come la saggezza così come si misura lo stress o il colesterolo? Alcuni ricercatori hanno cercato di fare proprio questo. Tra di loro c'è la sociologa Monika Ardelt. La Ardelt ha sviluppato un questionario che tenta di valutare quanto siano sagge le persone. Il questionario contiene 39 affermazioni in tre dimensioni: cognitiva, riflessiva e affettiva. La ricerca della Ardelt ha anche evidenziato la relazione tra avversità e saggezza. Il suo lavoro suggerisce, forse prevedibilmente, che le esperienze traumatiche sono affrontate con maggiore successo da persone che ottengono punteggi elevati per la saggezza. La scala della saggezza tridimensionale è solo una delle scale di misurazione della saggezza efficaci in uso oggi. Tuttavia, è stata ampiamente adottata dalle comunità di ricerca come una scala affidabile e uno strumento valido, che restituisce alle emozioni un ruolo centrale nella misurazione della saggezza.
Altan
What is a wise man?
An old man who does not remember what he did as a young man.
Punto chiave di questa pagina
MISURARE LA SAGGEZZA: Il modello della psicologa Monika Ardelt descrive le tre dimensioni della saggezza come segue: (1) Dimensione riflessiva: guardare i fenomeni da diverse prospettive, incluso te stesso, che tende a ridurre l'egocentrismo e consente alle persone di superare soggettività e proiezioni, (2) Dimensione cognitiva: la capacità di vedere la realtà così com'è, di comprendere verità più profonde, in particolare come si relaziona agli aspetti intrapersonali e interpersonali della vita, (3) Dimensione affettiva: empatia e compassione per gli altri. Le dimensioni non sono indipendenti e non si sviluppano separatamente l'una dall'altra. Piuttosto, c'è un'interazione critica tra loro man mano che un individuo cresce in saggezza. Man mano che si diventa più RIFLESSIVI, le distorsioni autoindotte si riducono e si può ottenere un più chiaro apprezzamento della realtà e una riduzione del proprio egocentrismo, Poi c'è la crescita della dimensione COGNITIVA, un apprezzamento più profondo della complessità del comportamento umano che consiste nel vedere la realtà quale essa è allontanando le illusioni, essa consiste nel trascendere la propria soggettività e le proprie proiezioni determinando sia una maggiore introspezione sia una maggiore capacità di relazione con altri; quindi un aumento della dimensione AFFETTIVA della saggezza che si traduce in una maggiore empatia, simpatia e compassione per gli altri. Una descrizione più dettagliata di questo processo può essere trovata nell'articolo della Ardelt: "Antecedents and Effects of Wisdom in Old Age" (vedi bibliografia 2000).
Punti di riflessione
Non ci viene fornita la saggezza, dobbiamo scoprirla da soli, dopo un viaggio attraverso il deserto che nessun altro può fare per noi e uno sforzo che nessuno può risparmiarci. (Marcel Proust)
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Lo stupido non perdona e non dimentica. L'ingenuo perdona e dimentica. Il saggio perdona, ma non dimentica. (Thomas Szasz)

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Tienimi lontano dalla saggezza che non piange, dalla filosofia che non ride e dalla grandezza che non si piega davanti ai bambini. (Khalil Gibran)
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Chuang Tzu racconta che il saggio taoista Shih nan tzu visse conforme a queste parole: "rendi minimi i tuoi consumi e scarse le tue brame ed anche senza provviste ne avrai a sufficienza". (Giangiorgio Pasqualotto)
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Oltre alle esperienze infantili, la capacità di sviluppare la saggezza tende a dipendere dall'ambiente sociale di una persona, definito come una combinazione di aspetti fisici, culturali e intellettuali dell'ambiente di un individuo. L'ambiente sociale di un giovane è fortemente legato allo stato socioeconomico dei genitori, che spesso determina la qualità del quartiere, delle scuole frequentate, e del clima intellettuale nella famiglia. (Monika Ardelt)
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Anche se una persona saggia è più probabile che sia vecchia, non abbiamo trovato alcuna indicazione che la saggezza aumenti automaticamente con l'età. La relazione tra saggezza ed età può essere più forte in società in cui l'aspettativa di vita generale è molto più bassa. (Monika Ardelt)
La saggezza nella piramide DIKW
Sulla cima della piramide è confinata la SAGGEZZA che presuppone un livello conoscitivo che esula dall'ambito di una specifica applicazione.
Cos'è la saggezza secondo la psicologia contemporanea
Negli ultimi 40 anni, psicologi e altri ricercatori hanno dedicato notevoli sforzi allo sviluppo di diversi modelli di saggezza che illustrano le varie componenti. Questi "Modelli di saggezza", che propongono le idee dei principali esperti di saggezza, sono riuniti nell'articolo "Models of Wisdom from Leading Wisdom Experts".

Un modello di saggezza che è diventato il ​​"modello standard" con cui vengono confrontati altri modelli è stato sviluppato negli anni '90 dagli psicologi Paul Baltes e Ursula Staudinger presso l'Istituto Max Planck per lo sviluppo umano di Berlino, ed è quindi chiamato "Il Paradigma della saggezza di Berlino”. Baltes e Staudinger definiscono la saggezza come "una competenza nella condotta e nel significato della vita". Il loro approccio attinge alla storia della letteratura sapienziale nel corso dei secoli e la combina con la ricerca moderna. È importante notare, tuttavia, che il loro paradigma della saggezza è "de scriptive", non "pre  scriptive". Spiega cos'è la saggezza in dettaglio, ma non spiega come "ottenere saggezza" e come prendere effettivamente decisioni sagge nella vita reale. Bates e Staudinger hanno illustrato il paradigma della saggezza di Berlino con questo diagramma, che viene descritto nel seguito:




Al centro del diagramma c'è il nostro contesto di vita (Life Context). Questo è dove siamo adesso. Possiamo sperimentare e organizzare la nostra vita attraverso diversi processi come la pianificazione della vita, la gestione della vita e la revisione della vita, a seconda di dove ci troviamo nel corso della nostra vita e delle circostanze. Sul lato sinistro ci sono i diversi fattori relativi a ogni singola persona che è impegnata in uno di questi "processi organizzativi", in altre parole, "da dove viene la saggezza". Questi fattori personali rientrano in tre categorie:

  • Fattori generali della persona cioè il modo in cui la persona pensa (atteggiamento cognitivo e stile di pensiero), salute mentale, creatività, apertura all'esperienza e forza dell'ego.

  • Fattori specifici della competenza cioè l'esperienza in questioni di vita, l'apprendimento organizzato (tutela o competenza in un campo specifico  come ad esempio la letteratura, la matematica, la psicologia, ecc.), tutoraggio nell'affrontare i problemi della vita, cioè in che modo abbiamo imparato a risolvere i problemi attraverso l'esperienza pratica o per tentativi ed errori (euristica cognitiva) e le nostre motivazioni come la ricerca dell'eccellenza o la trasmissione della conoscenza alla generazione successiva (generatività).

  • I contesti esperienziali facilitativi che si riferiscono a esperienze che potrebbero facilitare l'acquisizione di saggezza da parte di qualcuno, come l'età, l'istruzione, la genitorialità, il tutoraggio di altre persone, la professione o l'esperienza lavorativa e il periodo storico in cui viviamo.

Sul lato destro del diagramma ci sono diversi esempi di "come viene usata la saggezza" attraverso la risoluzione di problemi di vario tipo. Questi esempi non si escludono a vicenda ma in una certa misura si sovrappongono, tra questi:

  • Quadro generale: saggezza come eccellenza nella mente e virtù (comportamento che mostra standard morali elevati)
  • Quadro psicologico: saggezza come eccellenza nella condotta e nel significato della vita
  • Paradigma della saggezza di Berlino: saggezza come conoscenza esperta e giudizio nella pragmatica fondamentale (aspetti pratici) della vita
  • Criteri di base : inclusa la conoscenza fattuale e la conoscenza procedurale (come fare)
  • Meta Criteri: combinare questi diversi quadri e altri approcci per la risoluzione dei problemi in modo da considerare il contestualismo della durata della vita (il contesto in cui si trova la persona nella sua durata di vita), il relativismo del valore (rendendosi conto che persone diverse hanno valori diversi) e il riconoscimento/gestione dell'incertezza (la vita è piena di incertezze e dobbiamo affrontarla).

Gli autori notano anche: "Altrettanto centrali per la conoscenza e il giudizio legati alla saggezza sono le incomprensibilità 'spirituali' della vita, come le dinamiche mente-corpo o l'esistenza di un essere divino". Questi aspetti non fanno parte del paradigma della saggezza di Berlino.
La sociologa Monika Ardelt ha criticato il paradigma della saggezza di Berlino perché troppo concentrato sulla cognizione o sul pensiero e non sufficientemente concentrato sull'affetto o sul sentimento.
Gli psicologi Paul Baltes e Ursula Staudinger definiscono la saggezza come "una competenza nella condotta e nel significato della vita". Il loro approccio attinge alla storia della letteratura sapienziale nel corso dei secoli e la combina con la ricerca moderna
La saggezza occidentale e orientale convergono nell'individuare lo scopo della saggezza nel "decidere a cosa rinunciare"
Quando qualcuno ci chiede cosa sia la saggezza pensiamo di saper rispondere, ma diamo poi delle risposte insoddisfacenti che non ne chiariscono l'essenza. Infatti ogni cultura, in Occidente e in Oriente, ha dato delle risposte diverse a questa domanda e il filosofo Giangiorgio Pasqualotto le ha radunate nel libro "Oltre la filosofia - Percorsi di saggezza tra Oriente e Occidente". In questo libro egli presenta le molte analogie tra il pensiero orientale e quello occidentale. Ad esempio tra il pensiero di Eraclito e quello dei saggi taoisti, riguardo alla rinuncia di un mondo in cui gli individui vivono in nome di qualcosa o di qualcuno e che considerano le etichette come la verità delle cose, egli scrive (p.48):

Il quadro generale, in cui questa rinuncia alla vita comunitaria va inserita, è pertanto definito dalle parole: "Per l'uomo sommo non esiste l'io, per l'uomo sovrannaturale non esiste il merito, per l'uomo santo non esistono i nomi". E' chiaro allora il motivo per cui Chuang Tzu può affermare che "gli uomini santi si vergognano di governare" non perchè in generale  la politica è sporca, ma perchè in alcune circostanze storiche essa è praticata da uomini per i quali esiste solo il loro io, da persone che agiscono solo per acquistare meriti in forma di denaro o di gloria, ossia da individui che vivono in nome di qualcosa o qualcuno, e che considerano i nomi, le forme, le etichette come la verità delle cose. I saggi taoisti, al pari di Eraclito, non abbandonano la convivenza sociale e la vita politica sulla base di una motivazione ontologica o metafisica, ma perchè, a un verto punto, quando dominano i signori dell'io, i fanatici del merito, i drogati dai nomi, la socialità e la politica diventano invivibili.

Purtroppo queste parole ci ricordano quanto la politica odierna, almeno in Italia, sia diventata "invivibile" a causa della densità di egocentrismo e narcisismo individuale dei politici scelti dai partiti.
Secondo il saggio taoista Chuang Tzu "gli uomini santi si vergognano di governare" non perchè in generale  la politica è sporca, ma perchè in alcune circostanze storiche essa è praticata da uomini per i quali esiste solo il loro io, da persone che agiscono solo per acquistare meriti in forma di denaro o di gloria, ossia da individui che vivono in nome di qualcosa o qualcuno, e che considerano i nomi, le forme, le etichette come la verità delle cose
E' possibile misurare la saggezza delle persone? Gli psicologi lo fanno.
Sebbene si pensi che la saggezza sia un forte predittore di molti attributi dell'invecchiamento, il concetto di saggezza mancava ancora di una scala di misura completa e direttamente verificabile. Si può misurare qualcosa di così soggettivo come la saggezza così come si misura lo stress o il colesterolo? Alcuni ricercatori hanno cercato di fare proprio questo. Tra di loro c'è la sociologa Monika Ardelt. La Ardelt ha sviluppato un questionario che tenta di valutare quanto siano sagge le persone. Il questionario contiene 39 affermazioni in tre dimensioni: cognitiva, riflessiva e affettiva. I ricercatori Judith Gluck et Al. (vedi bibliografia 2013), nella loro ricerca di un modo per misurare la saggezza scrivono:

La saggezza è un campo di interesse crescente sia all'interno che all'esterno della psicologia accademica, e i ricercatori sono sempre più interessati a utilizzare misure di saggezza nel loro lavoro. Tuttavia, la saggezza è un costrutto molto complesso e le sue varie operazionalizzazioni si basano su definizioni abbastanza diverse. La misura scelta da un ricercatore per un particolare progetto di ricerca può avere una forte influenza sui risultati. Questo studio confronta quattro misure di saggezza consolidate: la Self-Assessed Wisdom Scale (Webster, 2003, 2007), la Three-Dimensional Wisdom Scale (Ardelt, 2003), l'Adult Self-Trascendence Inventory (Levenson et al., 2005) e il paradigma della saggezza di Berlino (Baltes e Smith, 1990; Baltes e Staudinger, 2000), rispetto al contenuto, affidabilità, struttura fattoriale e validità costruttiva (relazioni con la nomina del giudizio, valutazioni della saggezza basate su interviste e correlazioni della saggezza).

La Scala della "saggezza tridimensionale" fu sviluppata dalla psicologa Monika Ardelt negli anni '90. La struttura della saggezza dominante all'epoca era il paradigma della saggezza di Berlino, che considerava la saggezza come "esperienza nella pragmatica fondamentale della vita". C'era la sensazione tra molti nel campo che qualche aspetto emotivo della saggezza venisse trascurato. La ricerca della Ardelt l'ha portata a lavorare con di Vivian Clayton, una psicologa pioniera che negli anni '70 aveva gettato le basi per gran parte della ricerca sulla saggezza. Ciò ha portato a un modello di saggezza a tre dimensioni e ha consentito l'inclusione dell'elusivo aspetto emotivo della saggezza.

Le tre dimensioni sapienziali individuate dalla Ardelt, posssono essere così descritte, riguardo ai temi di questo sito:

  1. Dimensione riflessiva:  valuta la riduzione dell'egocentrismo della persona, descritto nelle pagine "Cos'è il pensiero critico", "Differenziazione del sé"

  2. Dimensione cognitiva: valuta le capacità di relazione intrapersonale (cioè la meditazione) e interpersonale (cioè la capacità di relazionarsi), descritte nelle pagine "Mindfulness", "Intelligenza sociale"

  3. Dimensione affettiva: valuta la capacità empatica e compassionevole verso gli altri, descritte nelle pagine "Intelligenza emotiva",  "Emozioni e Comunicazione"


Tre dimensioni per la saggezza
Il modello della psicologa Monika Ardelt descrive le tre dimensioni della saggezza come segue:

  1. Dimensione riflessiva: guardare i fenomeni da diverse prospettive, incluso te stesso, che tende a ridurre l'egocentrismo e consente alle persone di superare soggettività e proiezioni

  2. Dimensione cognitiva: la capacità di vedere la realtà così com'è, di comprendere verità più profonde, in particolare come si relaziona agli aspetti intrapersonali e interpersonali della vita

  3. Dimensione affettiva: empatia e compassione per gli altri.

Le dimensioni non sono indipendenti e non si sviluppano separatamente l'una dall'altra. Piuttosto, c'è un'interazione critica tra loro man mano che un individuo cresce in saggezza. Man mano che si diventa più RIFLESSIVI, le distorsioni autoindotte si riducono e si può ottenere un più chiaro apprezzamento della realtà e una riduzione del proprio egocentrismo,  Poi c'è la crescita della dimensione COGNITIVA, un apprezzamento più profondo della complessità del comportamento umano che consiste nel vedere la realtà quale essa è allontanando le illusioni, essa consiste nel trascendere la propria soggettività e le proprie proiezioni determinando sia una maggiore introspezione sia una maggiore capacità di relazione con altri; quindi un aumento della  dimensione AFFETTIVA della saggezza che si traduce in una maggiore empatia, simpatia e compassione per gli altri. Una descrizione più dettagliata di questo processo può essere trovata nell'articolo della Ardelt: "Antecedents and Effects of Wisdom in Old Age" (vedi bibliografia 2000).

La ricerca della Ardelt ha anche evidenziato la relazione tra avversità e saggezza. Il suo lavoro suggerisce, forse prevedibilmente, che le esperienze traumatiche sono affrontate con maggiore successo da persone che ottengono punteggi elevati per la saggezza. La scala della saggezza tridimensionale è solo una delle scale di misurazione della saggezza efficaci in uso oggi. Tuttavia, è stata ampiamente adottata dalle comunità di ricerca come una scala affidabile e uno strumento valido, che restituisce alle emozioni un ruolo centrale nella misurazione della saggezza. È possibile accedere a una versione online del 3DWS della Ardelt facendo clic qui.
Scala della saggezza tridimensionale
Il modello della psicologa Monika Ardelt descrive le tre dimensioni della saggezza come segue: (1) Dimensione riflessiva: guardare i fenomeni da diverse prospettive, incluso te stesso, che tende a ridurre l'ego-centredità e consente alle persone di superare soggettività e proiezioni (2) Dimensione cognitiva: la capacità di vedere la realtà così com'è, di comprendere verità più profonde, in particolare come si relaziona agli aspetti intrapersonali e interpersonali della vita (3) Dimensione affettiva: simpatia e compassione per gli altri. Le dimensioni non sono indipendenti e non si sviluppano separatamente l'una dall'altra. Piuttosto, c'è un'interazione critica tra loro man mano che un individuo cresce in saggezza
Qual è il futuro degli studi sulla saggezza
Un gruppo di psichiatri guidati da Dilip Jeste ha recentemente effettuato una ricerca (vedi bibliografia 2020) che ha evidenziato come in passato della saggezza se ne siano tradzionalmente occupate solo la filosofia e la teologia mentre, negli ultimi decenni essa sia diventata oggetto di studio da parte di discipline scientifiche quali neurobiologi, genetisti, gerontologi ma anche ingegneri e informatici. Essi hanno scritto nelle conclusioni del loro studio:

La saggezza è stata un costrutto importante nella religione e filosofia per millenni, nelle scienze umanistiche accademiche per secoli, e negli ultimi decenni, in psicologia e gerontologia. Negli ultimi anni ha iniziato ad attrarre anche scienziati dalle scienze biologiche, come la medicina, la genetica, le neuroscienze, l'evoluzione, nonché l'ingegneria e l'informatica. Questi sviluppi sono entusiasmanti perché essendo uno dei pinnacoli dell'umanità, la saggezza merita davvero di essere studiata da tutte le scienze incentrate sull'uomo. Non solo le scienze aiuteranno a comprendere meglio la saggezza, ma nel processo quelle stesse scienze possono diventare più sagge.
La saggezza è stata un costrutto importante nella religione e filosofia per millenni, nelle scienze umanistiche accademiche per secoli, e negli ultimi decenni, in psicologia e gerontologia. Negli ultimi anni ha iniziato ad attrarre anche scienziati dalle scienze biologiche, come la medicina, la genetica, le neuroscienze, l'evoluzione, nonché l'ingegneria e l'informatica
Conclusioni (provvisorie): Si può misurare qualcosa di così soggettivo come la saggezza così come si misura lo stress o il colesterolo?
Tutti noi sperimentiamo sfide nella nostra vita e probabilmente la maggior parte di noi sente di aver imparato qualcosa dalle sfide che abbiamo incontrato. Ma perché alcune (poche) persone imparano cose che le rendono più sagge nel corso della loro vita, mentre altre diventano (o rimangono) rigide, amareggiate, depresse, superficialmente contente o eccessivamente autosufficienti?
Negli ultimi 40 anni, psicologi e altri ricercatori hanno dedicato notevoli sforzi allo sviluppo di diversi modelli di saggezza per illustrare i suoi componenti e su come essa funziona. Un modello di saggezza che è diventato in effetti il ​​"modello standard" con cui vengono confrontati altri modelli è stato sviluppato negli anni '90 da Paul Baltes e Ursula Staudinger presso l'Istituto Max Planck per lo sviluppo umano di Berlino, ed è quindi chiamato "Il Paradigma della saggezza di Berlino”. Baltes e Staudinger definiscono la saggezza come "una competenza nella condotta e nel significato della vita". Il loro approccio attinge alla storia della letteratura sapienziale nel corso dei secoli e la combina con la ricerca moderna e con il loro pensiero. Quando qualcuno ci chiede cosa sia la saggezza pensiamo di saper rispondere, ma diamo poi delle risposte insoddisfacenti che non ne chiariscono l'essenza. Infatti ogni cultura, in Occidente e in Oriente, ha dato delle risposte diverse a questa domanda e il filosofo Giangiorgio Pasqualotto le ha radunate nel libro "Oltre la filosofia - Percorsi di saggezza tra Oriente e Occidente". In questo libro egli presenta le molte analogie tra il pensiero orientale e quello occidentale. Sebbene si pensi che la saggezza sia un forte predittore di molti attributi dell'invecchiamento, il concetto di saggezza manca ancora di una scala di misura completa e direttamente verificabile. Si può misurare qualcosa di così soggettivo come la saggezza così come si misura lo stress o il colesterolo? Alcuni ricercatori hanno cercato di fare proprio questo. Tra di loro c'è la sociologa Monika Ardelt. La Scala della "saggezza tridimensionale" fu sviluppata dalla psicologa Monika Ardelt negli anni '90. La struttura della saggezza dominante all'epoca era il paradigma della saggezza di Berlino, che considerava la saggezza come "esperienza nella pragmatica fondamentale della vita". C'era la sensazione tra molti nel campo che qualche aspetto emotivo della saggezza venisse trascurato. La ricerca della Ardelt l'ha portata a lavorare con di Vivian Clayton, una psicologa pioniera che negli anni '70 aveva gettato le basi per gran parte della ricerca sulla saggezza. Ciò ha portato a un modello di saggezza a tre dimensioni e ha consentito l'inclusione dell'elusivo aspetto emotivo della saggezza. La Ardelt ha sviluppato un questionario che tenta di valutare quanto siano sagge le persone. Il questionario contiene 39 affermazioni in tre dimensioni: cognitiva, riflessiva e affettiva. Il modello della psicologa Monika Ardelt descrive le tre dimensioni della saggeezza come segue: (1) Dimensione riflessiva: guardare i fenomeni da diverse prospettive, incluso te stesso, che tende a ridurre l'ego-centredità e consente alle persone di superare soggettività e proiezioni (2) Dimensione cognitiva: la capacità di vedere la realtà così com'è, di comprendere verità più profonde, in particolare come si relaziona agli aspetti intrapersonali e interpersonali della vita (3) Dimensione affettiva: simpatia e compassione per gli altri. Le dimensioni non sono indipendenti e non si sviluppano separatamente l'una dall'altra. Piuttosto, c'è un'interazione critica tra loro man mano che un individuo cresce in saggezza. Man mano che si diventa più RIFLESSIVI, le distorsioni autoindotte si riducono e si può ottenere un più chiaro apprezzamento della realtà. Questa è la crescita della dimensione COGNITIVA. Questo apprezzamento più profondo della complessità del comportamento umano si traduce in una maggiore empatia, simpatia e compassione, quindi un aumento della dimensione AFFETTIVA della saggezza. La ricerca della Ardelt ha anche evidenziato la relazione tra avversità e saggezza. Il suo lavoro suggerisce, forse prevedibilmente, che le esperienze traumatiche sono affrontate con maggiore successo da persone che ottengono punteggi elevati per la saggezza. La scala della saggezza tridimensionale è solo una delle poche scale di misurazione della saggezza efficaci in uso oggi. Tuttavia, è stata ampiamente adottato dalle comunità di ricerca come una scala affidabile e uno strumento valido, che restituisce alle emozioni un ruolo centrale nella misurazione della saggezza. Quindi sembra che la saggezza possa essere effettivamente misurata in modo affidabile.
per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Libri consigliati
a chi vuole approfondire i vari significati della saggezza
Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 24 giugno 2023

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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