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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Sun Tzu e l'Arte della guerra tra strategia e tattica, nel mondo antico e moderno
TEORIE > CONCETTI > CERVELLO E MENTE
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Tutte le persone, nel corso della propria vita si trovano a dover affrontare dei conflitti, ma spesso non sanno cosa e come fare per risolverli. Nei casi più complessi, quali i conflitti sul lavoro, ci si trova a dover decidere quale strategia scegliere e quali passi compiere (cioè che tattiche applicare). Un libro che conviene leggere anche se ci si ritrova ad essere di cultura occidentale anzichè orientale, è "L'arte della guerra" di Sun Tzu, un libro che è diventato famoso anche in Occidente, negli ultimi cinquant'anni, nell'ambiente manageriale. I motivi per cui questo libro ha avuto successo, benchè sia molto antico (è del V secolo a.C.), sono almeno due: (1) è molto breve; (2) presenta principi universali, validi ancora oggi per i quali, chiede al lettore di 'fare lo sforzo di adattarli alle proprie circostanze' e alla propria specifica situazione. Si può dire che Sun Tzu proponga una strategia di vita all'essere umano, cioè come comportarsi saggiamente nell'affrontare la propria esistenza, decidendo il proprio percorso (strategia) e perseguendolo con comportamenti appropriati (tattica). Il testo di Sun Tzu ha un legame con il Taoismo soprattutto per la sua insistenza sulla concentrazione mentale che, quando raggiunge la massima intensità, si traduce spontaneamente nell'azione, evitando l'intellettualismo talvolta paralizzante della cultura occidentale. Scrive Alessandro Corneli nella prefazione al libro di Sun Tzu: "La guerra di informazioni costituisce il nucleo della startegia indiretta che, afferma Sun Tzu, consente di "conquistare il territorio nemico senza combattere", ma soprattutto "anticipa" (a livello di rappresentazione mentale e di calcolo razionale) l'esito stesso del conflitto per cui 'l'impiego della forza, che Sun Tzu raccomanda di esercitare solo in condizioni di assoluta superiorità, diviene una formalità che "sanziona la vittoria prima del combattimento". Strategia o tattica? Tutti sappiamo che la strategia è il piano d'azione da attuare per conseguire il proprio obiettivo, e che la tattica consiste nei passaggi e nelle azioni che ci permetteranno di raggiungerlo. Se utilizziamo l'analogia con il gioco degli scacchi, la strategia è posizionare i propri pezzi sulla scacchiera in un certo modo per conseguire la vittoria. La tattica è l'atto di spostare i pezzi, in relazione alle mosse dell'avversario, nelle posizioni più adatte a confermare la strategia. Ne L'arte della guerra, Sun Tzu ha scritto: "Tutti possono vedere la mie tattiche, nessuno può conoscere la mia strategia". L'autore spiega che mentre le tattiche sono più concrete e più facili da vedere, una strategia globale è essenziale. Il punto non è strategia o tattica, bensì strategia e tattica. Bisogna pensare alla strategia come se fosse la propria 'filosofia', e alla tattica come se fosse la propria 'tecnica' per intervenire nella realtà del conflitto (o del gioco). Infatti strategia e tattica sono due facce della stessa medaglia: sono entrambe necessarie per raggiungere i propri obiettivi. Sun Tzu ha scritto:  “La strategia senza tattica è la via più lenta per la vittoria. La tattica senza strategia è il rumore prima della sconfitta". Chi cerca di raggiungere i propri obiettivi esclusivamente con la strategia, non andrà da nessuna parte, poiché le tattiche sono le azioni che ci fanno ottenere ciò che vogliamo. Quando una persona usa solo la strategia, l'unica cosa che farà è pianificare il raggiungimento degli obiettivi, invece di svolgere il lavoro necessario per raggiungerli. D'altra parte, non si possono raggiungere i propri obiettivi, sia personali, che aziendali, che bellici, solo con la tattica. La tattica senza strategia è come un lavoro senza scopo. Quando ciò succede, le persone compiono azioni arbitrarie senza un obiettivo strategico prestabilito. Se si vuole sviluppare una strategia forte per il lungo termine, è importante raccogliere informazioni sulle esperienze passate per migliorare il nostro processo decisionale sulla base dei dati acquisiti. Per esempio, nel caso di obiettivi aziendali, sappiamo che l'attività economica vive di picchi in certe stagioni. Utilizzare i dati storici per capire come sfruttare al meglio quelle stagioni è un esempio di pensiero strategico. Le migliori strategie sono messe a punto intorno a obiettivi chiaramente definiti. Obiettivi chiaramente definiti sono una parte fondamentale del processo di pianificazione generale per la strategia a lungo termine. Alcuni pianificano la strategia e stabiliscono al contempo gli obiettivi aziendali, semplificando il processo. Senza un obiettivo finale, creare una strategia è come partecipare a una gara senza conoscere il percorso. Le tattiche danno risultati migliori se non si prolungano nel tempo. Come nella maggior parte delle strategie di definizione degli obiettivi, una durata limitata assicura che le tattiche vengano effettivamente portate a termine entro un determinato periodo di tempo.  Concludendo: "La strategia definisce i nostri obiettivi di lungo termine e il modo in cui intendiamo raggiungerli, cioè ci offre il percorso di cui abbiamo bisogno per raggiungere la missione della nostra organizzazione. Invece Le tattiche sono molto più concrete e sono spesso orientate verso passi più piccoli e un lasso di tempo più breve lungo il percorso. Utilizzano best practice, piani specifici, risorse, ecc. Scrive l'analista Alessandro Corneli: "Quando si parla di comunicazione, informazione e strategia indiretta, si parla necessariamente anche dell'attività di spionaggio (o di intelligence), cui Sun Tzu e Sun Pin attribuivano un ruolo fondamentale perchè la "conoscenza" dell'avversario è un elemento indispensabile per "vincere ancora prima di combattere". Riflettere sulle strategie e tattiche suggerite da Sun Tzu, e sui modi di applicarle alla propria realtà può essere un esercizio utile a sollecitare intelligenza e razionalità umane (cioè il Sistema2 di ogni individuo). E infine, un suggerimento di Sun Tzu, per ognuno di noi: "Essere invincibili è una qualità che possedete dentro di voi; essere sconfitti è invece una condizione insita nel nemico". Puro taoismo... Lo scrittore Damien Walter, nell'analizzare l'analogia tra il sistema binario Yin-Yang che ha anticipato di 2500 anni quello dell'odierna informatica ci dà una chiave per capire la filosofia cinese, scrivendo: "Nella filosofia dell'I-Ching, la realtà non è interamente reale. È qualcosa di più simile a un sogno o un'illusione. Questo sogno della realtà nasce dalla realtà binaria di Yin e Yang, mentre giocano le loro infinite combinazioni. Non sorprende quindi, dal punto di vista dell'I-Ching, che qualsiasi cosa nel sogno della realtà possa essere rappresentata come un modello dei suoi costituenti binari, in una stringa di 1 e 0, elaborata da un computer. Con l'Intelligenza Artificiale possiamo creare strati sempre più profondi e complessi del sogno della realtà in cui perderci. La vera domanda è: possiamo svegliarci dal sogno in cui ci troviamo già?
All'origine delle strategie di Sun Tzu c'è...l'I Ching
Otto trigrammi
Gli otto trigrammi, costituiti da linee orizzontali spezzate (Yin) o intere (Yang), presentano uno svariato numero di corrispondenze, fra cui spiccano quelle con gli elementi della natura, le direzioni dello spazio, le stagioni e i rapporti familiari.
cooperazione interpretativa
Ogni battaglia viene vinta prima che essa venga combattuta
Punto chiave di questa pagina
SUN TZU, L'ARTE DELLA GUERRA E IL MONDO ODIERNO: Tutto il pensiero cinese antico deriva dalle idee sul lavoro umano e sulla natura (cielo, terra, spazio, tempo) dell'I Ching: dal Taoismo di Lao Tzu (VI secolo a.C.) al Confucianesimo, ma gli attuali governanti cinesi si sono distaccati dal pensiero 'acausale' delle loro origini e affidati al pensiero causale della cultura occidentale. Il grande valore del libro di Sun Tzu risiede nella leggerezza con cui egli pone ogni individuo di fronte al compito più impegnativo, cioè quello di individuare senza troppi indugi il proprio percorso di vita (cioè la propria strategia), che è quell'attività psicologica che Gustav Jung ha denominato 'individuazione'. E noi sappiamo quanto questa scelta sia difficile e sofferta e sappiamo anche che molte persone non la fanno mai costringendosi a vivere una vita monca e insoddisfacente. Se non si fa una scelta personale ci si costringe a vivere una vita affidata alle strategie altrui (indifferenziazione) o al caso, che non consente di elaborare le proprie tattiche...
Punti di riflessione
Nel complesso, la regola empirica per comprendere la differenza tra strategia e tattica è: "Pensa in modo strategico, agisci in modo tattico". (Clearpoint Strategy)
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Nessuna decisione è stata presa a meno che eseguirla in fasi specifiche non sia diventata l'incarico di lavoro e la responsabilità di qualcuno. Fino ad allora ci sono solo buone intenzioni. (Peter Drucker)
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La strategia é quella che individua la direzione che l'azienda deve prendere, la tattica quella che la fa muovere e avanzare all'interno della direzione stabilita. La prima é una visione di lungo periodo, la seconda di breve-medio. Si può sbagliare tattica e sopravvivere ugualmente, ma se si sbaglia strategia é sicuramente la fine. E, come diceva appunto Sun Tzu, "la strategia senza tattica é la strada più lenta per la vittoria, ma la tattica senza strategia é la confusione prima della sconfitta" (Marco Parlangeli)
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Dire strategia, fino a poco tempo fa, equivaleva a dire guerra: lo strategos greco, da cui viene il nome, era semplicemente il comandante di una schiera di opliti (fanti pesantemente armati) che formavano il nerbo dell'esercito. (Alessandro Corneli p.14)
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Nel cap.6 del testo di Sun Tzu, “Vacuità e Sostanza”, si dice che, se posso concentrare le mie forze quando il nemico è frazionato, devo però farlo quando io stesso sono “senza forma”, sono cioè il Tao che si adatta, come l’acqua, alla immediata realtà del Pieno e del Vuoto. (Elia Valori)
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La vita del cosmo è un flusso, uno scorrimento interminabile e ciclico fondato sul dao (tao), che rappresenta il senso di questo flusso e contemporaneamente la Via da percorrere per adeguarsi a esso. Il dao (tao) è il programma formativo di tutta la creazione come legge determinante di tutti i fenomeni naturali ed è anche la norma da rispettare per perseguire la salute e la felicità. Il dao (tao) è quindi la Via per  arrivare alla conoscenza e anche il metodo da seguire per poter conoscere: è contemporaneamente un contenuto, cioè la conoscenza, e un evento dinamico di conoscenza, cioè la strada, la via, il percorso. (Lucio Sotte)
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Chi consulta lo I:Ching entra in sintonia con i ritmi universali, ne penetra il battito misterioso e ne impara la sapienza regolatrice di ogni vita sulla terra. Non si può aprire troppo spesso questo dialogo, certo, perchè i moti cosmici con i quali si accordano quelli della vita umana non variano se non su lunghe distanze temporali; quindi la maggior parte delle volte il testo non dice nulla di particolarmente importante, o addirittura tace, anche se il consultante crede di ascolarne la voce. Yang, Yin, Yin, Yang... le linee componendosi e alternandosi per scomporsi di nuovo combinano trigrammi ed esagrammi che sono il testo originale dello I:Ching. (Elena Judica Cordiglia p.27)
Cosa significa 'vincere senza combattere'
Cosa significa 'vincere senza combattere'? Un esempio ce lo dà la guerra fredda e il collasso dell'Unione Sovietica determinato (anche ma non solo) dalle enormi spese militari necessarie all'URSS per sostenere il confronto bellico con gli USA. Scrive l'analista Alessandro Corneli nella prefazione al libro di Sun Tzu e Sun Pin "Arte della guerra e Metodi Militari" (pp. 23-24):

La guerra fredda, resa tale dalla presenza delle armi nucleari che da un lato non  rendevano più conveniente (razionale) il conflitto nemmeno per il vincitore e, dall'altro lato, con il passare del tempo e il potenziamento degli arsenali, prevedevano la "mutua distruzione assicurata" (MAD) di entrambi i contendenti e quindi rendevano "impensabile" (in quanto irrazionale) un conflitto generalizzato, è stata vinta da una delle due parti "senza combattere", applicando la strategia indiretta di Sun Tzu. [...] Pur fredda, la competizione internazionale del cinquantennio successivo al 1945 è stata tuttavia sempre una guerra, in cui gli armamenti, anche se non sono stati usati, hanno giocato un ruolo "diretto", come forza di dissuasione, ma sorattutto indiretto in quanto il loro costo ha pesato di più su una delle due parti (l'URSS) e l'ha squilibrata - economicamente, socialmente e politicamente - fino al punto di costringerla alla resa. [...] In effetti il progetto SDI, annunziato da Reagan nello stesso 1983, fu un'operazione di strategia indiretta: gli Stati Uniti non avevano nulla di realizzato, ma di fronte ai dirigenti sovietici avevano la "credibilità" - economica e tecnologica - di poter costruire lo "scudo spaziale", che avrebbe loro consentito di conquistare una nuova superiorità strategica: come aveva suggerito Nixon. Questo bastò per "influenzare" Mosca, facendole emmettere di non avere le risorse per reggere la sfida e spingerla poi, con l'arrivo di Gorbaciov al potere, a rinunziare allo stesso sistema politico-economico marxista-leninista dimostratosi incapace di tenere il passo con il sistema pluralistico fondato sull'economia di mercato.
La guerra fredda e il conflitto tra URSS e USA sono stati vinti dagli USA, probabilmente anche per la strategia 'indiretta' degli USA, mutuata da Sun Tzu, in cui gli USA presentarono la costruzione di un loro "Scudo spaziale" come possibile, spiazzando l'URSS che non aveva risorse per opporsi dopo le enormi spese affrontate per creare il proprio arsenale nucleare.
Dove nasce e come si sviluppò l'opera di Sun Tzu?
In quale contesto storico (tra il V e il IV secolo a.C.) nacque l'opera di Sun Tzu? L'analista, traduttore e studioso del pensiero cinese Ralph D. Sawyer nella prefazione al libro scrive (p. 35):

Uno sguardo equilibrato dovrebbe permettere di concludere  che Sun Wu fu un personaggio storico realmente esistito e che non solo fu un generale e uno stratega, ma anche l'autore del nucleo fondamentale dell'opera che porta il suo nome. In seguito i suoi insegnamenti fondamentali probabilmente si tramandarono all'interno della sua famiglia o in un ristretto gruppo di allievi, per poi essere sviluppati e rivisti con il trascorrere dei decenni, mentre, gradualmente, la loro diffusione si faceva più ampia. È anche possibile che il testo originario sia stato rivisto dal suo famoso discendente Sun Pin, che ne utilizzò larghe porzioni nella redazione dei suoi "Metodi militari" e che contribuì a rendere più celebre il nome dei Sun. [...] Il potente stato di Wu pretendeva di essere molto più antico di quello dei Chou stessi, essendo stato fondato, secondo la leggenda, dal primogenito di un antenato dei Chou. Poichè la maggior parte del suo territorio era occupato dalla pianura alluvionale formata dal fiume Yangtze, lo stato di Wu non possedeva che qualche collinetta e circa il 15% della sua regione era bagnato e formato da un insieme di acquitrini, fiumi, laghi e paludi. Furono questi ostacoli naturali, probabilmente, che stimolarono Sun Tzu a elaborare le sue tattiche basate sulle diverse configurazioni del terreno.
Non c'è nulla di certo sulla reale esistenza di un generale di nome Sun Tzu, tuttavia, come scrive il sinologo Ralph Sawyer:  "Uno sguardo equilibrato dovrebbe permettere di concludere che Sun Tzu fu un personaggio storico realmente esistito e che non solo fu un generale e uno stratega, ma anche l'autore del nucleo fondamentale dell'opera che porta il suo nome. In seguito i suoi insegnamenti fondamentali probabilmente si tramandarono all'interno della sua famiglia o in un ristretto gruppo di allievi, per poi essere sviluppati e rivisti con il trascorrere dei decenni, mentre, gradualmente, la loro diffusione si faceva più ampia"
Il pensiero cinese dal Tao-Te-Ching fino all'arte della guerra di Sun Tzu
La storia della Cina è una storia fatta di guerre: in tremila anni sono davvero pochi i periodi che non hanno visto conflitti interni o esterni, ribellioni, invasioni con il seguito di saccheggi e massacri. In questa realtà storica è stato naturale per il popolo cinese sviluppare una lunga riflessione sulla guerra, sulle tattiche e sulle strategie vincenti che, unita alla millenaria predisposizione filosofica (il Tao), ha dato vita a una serie di trattati teorici e manuali pratici. Il più famoso trattato sulla guerra è quello di Sun Tzu 'L'arte della guerra', il cui principio base che distingue la strategia del generale Sun Tzu, e che determinò tutti i suoi successi bellici è valido ancora oggi ed è diventato così famoso, anche in Occidente, in virtù della sua efficacia. Esso è il seguente: 'Ogni battaglia può essere vinta solo se si sono preparate a lungo le condizioni in cui verrà combattuta e, se non vi sono le condizioni favorevoli, è meglio non affrontare la battaglia o rimandarla e preparare condizioni più favorevoli'. In virtù della modernità, ancora attuale, di tale principio, del quale, ad esempio, pur conoscendolo, Vladimir Putin non ha tenuto conto nello scatenare l'invasione dell'Ucraina, in questa pagina, non terrò conto di altri validi libri, difficili ma troppo tecnici, quali "Della guerra" di Carl von Clausewitz e "Il Principe" di Machiavelli. Ma il libro di Sun Tzu si basa sul pensiero cinese, cioè sull'I:Ching, libro all'origine di tutta la riflessione filosofica successiva, e sul Tao-Te-Ching del quale il sinologo Marcel Granet ha scritto: "Bisogna confessare che questo libro, tradotto e ritradotto, è propriamente intraducibile. Le brevi sentenze che lo compongono erano apparentemente destinate a servire come temi di meditazione. Sarebbe inutile cercare di attribuire loro un senso unico o anche un senso in qualche modo definito". Questa interpretazione viene confermata dal sinologo J.J.L. Duyvendak, il quale scrive nel libro "Tao Te Ching": "Tao, la Via, è l'idea dominante di tutta la filosofia cinese, fondamentale per l'antica concezione cinese del mondo. Era considerato come un assioma il fatto che l'uomo e il mondo formassero un'unità indissolubile e si influenzassero vicendevolmente. Ogni sorta di nozioni, per noi di ordine completamente diverso, erano associate, a volte in virtù di una rassomiglianza esteriore di suono, numero o di forma. [...] Come il lavoro dell'uomo, nel giusto momento, è necessario per far crescere le messi quanto la fertilità della terra e la pioggia del cielo, così c'è una stretta correlazione in ogni ambito della vita. [...] Tutti i fenomeni partecipano a certe categorie il cui rapporto è espresso da un simbolismo numerico, e tra queste le principali sono i cinque "elementi", le cinque direzioni (il "centro" conta come una direzione), le cinque stagioni, i cinque pianeti, i cinque colori, i cinque gusti, le cinque note, i cinque intestini, eccetera. Ora, le qualità proprie a ciascuna cosa, l'influenza che in questa lunga catena s'irraggia di anello in anello, è quel che si chiama 'Te', la Virtù, la Forza spirituale. Mi attengo alla traduzione "Virtù" perchè sotto l'influenza confuciana il significato della parola è passato nella sfera morale. Tuttavia, in origine, non bisogna comprendere questa parola in senso etico ma in senso magico. 'Te' è potenza magica. [...] Il Principe deve severamente controllarsi in tutte le sue azioni. Più precisamente egli non deve agire, cioè non deve fare coscientemente niente che possa contravvenire alla natura delle cose. Questo è chiamato 'Wu wei', il Non-agire, l'Inattività." [...] Il mondo non è più concepito in termini statici ma in termini dinamici. Qui c'è una parentela stretta con le idee sviluppate in un altro notevole libro di origini oscure, lo I-ching, o 'Libro dei Mutamenti' . [...] In questo mondo degli esagrammi non c'è permanenza: tutto è in perpetua mutazione. Fra queste alternanze ci sono due poli: Yin, l'oscurità, il freddo, la femmina, la passività, il pari, la linea spezzata, e Yang, la luce, il calore, il maschio, l'attività, il dispari, la linea intera. Si legge nella Grande Appendice, una parte dello I-ching di epoca piuttosto tarda: "Una alternanza di Yin e di Yang si chiama la Via"


Tutti questi princìpi, sul vuoto e la pienezza, esprimono la filosofia cinese, così come le opere di Platone, Aristotele e altri filosofi dell'antica Grecia esprimono la filosofia occidentale. Il pieno e il vuoto sono i simboli di un modo di pensare al conflitto, diverso, nel Taoismo, da quello della filosofia occidentale. Ad esempio, il sinologo Krzysztof Galwlikowski, nella presentazione al libro di Sun Tzu (Giunti editore) scrive: "I carri armati, gli aeroplani, l'artiglieria sembrano assai più potenti delle spade e delle lance dei guerriglieri, ma bisogna scoprirne i punti deboli per mutare la pienezza in vuoto. I carri armati possono essere impiegati solo in pianura: sulle montagne, nelle foreste, nei territori irti e con profonde vallate sono inutili e, in più, senza carburante non hanno forza: se si riesce a interrompere il trasporto di carburante i carri armati sono sconfitti. [...] Il Vuoto e la Pienezza, dunque, sono doppiamente relativi, l'uno in relazione all'altra e l'uno come trasformazione dell'altra. La "forza" che pur esiste ed è reale, può essere posta a confronto con qualcosa che non le permette di manifestarsi, perciò nella comprensione del termine Pienezza occorre tener presenti tutti i molteplici significati racchiusi in esso. La teoria della lotta elaborata da Sun Tzu può essere definita come l'arte del compimento del Vuoto e della Pienezza e delle loro trasformazioni reciproche. In guerra bisogna sapersi servire non solo della Pienezza, ma anche del Vuoto, attraverso il quale si può erodere la Pienezza del nemico. Va anche ricordato che la filosofia taoista, con cui la teoria di Sun ha dei legami, afferma chiaramente la superiorità della cedevolezza sulla rigidità e della debolezza sulla forza."  Il traduttore sinologo Thomas Cleary, nell'introduzione all'edizione Astrolabio scrive: "E' una questione di pieno e di vuoto. Se ci sono screzi tra superiori e subordinati, se c'è inimicizia tra generali ed ufficiali, se è presente scontentezza nell'animo della truppa, questo è chiamato vuoto. Se i governanti civili sono intelligenti e i capi militari abili, se superiori e subordinati sono in armonia, se la volontà e la forza operano concordemente, questo è chiamato pieno. Abili governanti trasmettono al popolo forza per prevalere sul vuoto degli avversari. Se benessere e giustizia sono distribuiti a tutto il popolo, se le opere pubbliche sono adeguate per affrontare l'emergenza nazionale, se la scelta dei funzionari compiace gli intelligenti, se i piani tengono conto delle forze e delle debolezze, questa è la via infallibile della vittoria".
La teoria della lotta elaborata da Sun Tzu può essere definita come l'arte del compimento del Vuoto e della Pienezza e delle loro trasformazioni reciproche. La "forza" che pur esiste ed è reale, può essere posta a confronto con qualcosa che non le permette di manifestarsi. In guerra bisogna sapersi servire non solo della Pienezza, ma anche del Vuoto, attraverso il quale si può erodere la Pienezza del nemico. Va anche ricordato che la filosofia taoista, con cui la teoria di Sun ha dei legami, afferma chiaramente la superiorità della cedevolezza sulla rigidità e della debolezza sulla forza. Se torniamo alla nostra epoca storica ci rendiamo conto della 'verità' inoppugnabile di questo principio: tuttae le politiche (di pace e di guerra) sono una questione di Pieno e di Vuoto, e chi lavora per sfruttare questo principio a proprio beneficio, alla lunga vince i propri conflitti...
Il Tao è indefinibile ma guida l'adattamento umano
Cos'è il Tao? Il libro della sinologa Ester Bianchi "Taoismo" scrive (p.160):

Il concetto di Tao (o Dao) è indefinibile, come stabilisce in modo inequivocabile l'esordio del "Daode jing". I limiti della ragione e del linguaggio nel coglierlo sono ribaditi dal Zhuangzi, che spiega tuttavia come le parole siano ancora l'unico mezzo per condurre le idee dove desideriamo; le diverse definizioni servono quindi a indicare la Verità che non è possibile afferrare nell sua interezza. Se il Dao come principio metafisico è è immutabile e immoto, attraverso la sua "potenza (De) si dispiega nel mondo ed è allora descritto  come "madre delle diecimila entità"; tra i nomi che gli vengono attribuiti spicca il termine 'xuan' ("mistero, oscuro, profondo") che ben si presta a illustrare l'ineffabilità del Dao e il suo essere antecedente alla nascita di Cielo e Terra. Esso è inoltre paragonato nel "Daode jing" al blocco grezzo da cui si ricavano gli oggetti, al vuoto della valle, alla cavità all'interno del vaso e al mozzo a cui volvono i raggi della ruota, ossia allo"spirito" che permette alle cose di esistere. Il taoismo successivo erediterà queste metafore, affiancandole alle immagini più definite  delle supreme divinità del pantheon, intese come personificazioni del Dao o come sue progressive trasformazioni di diversa sottigliezza. Dal momento che il Dao pervade allo stesso tempo tutto l'esistente, il compito del taoista è sia di farvi ritorno sia di sapersi adeguare al suo ciclo spontaneo attraverso il non-agire; il santo è colui che, essendosi ricongiunto al Dao, sa tornare a vivere nel mondo sentendosi "uno" con tutto ciò che lo circonda.  

Dal momento che il Tao (o Dao) pervade allo stesso tempo tutto l'esistente, il compito del taoista è sia di farvi ritorno sia di sapersi 'adeguare' al suo ciclo spontaneo attraverso il non-agire; il santo è colui che, essendosi ricongiunto al Tao, sa tornare a vivere nel mondo sentendosi "uno" con tutto ciò che lo circonda

Origine della "Via"
carattere
Il carattere cinese dào con il suo ordine di scrittura.
Il carattere 'Tao' è costituito da due componenti distinte: la testa di un uomo e la "radice" che indica il movimento "andare"; si tratta dell'ideogramma di una persona che cammina, da cui deriva il suo primo significato di "via", "sentiero" o "percorso". La calligrafia moderna è in corsivo, una forma che emerse nel periodo Han Orientale e che si presta più di ogni altra a "liberare le emozioni" del letterato.
Yin e Yang
taoismo
Il concetto di yin (nero) ([ín]) e yang (bianco) ([jǎŋ]) ha origine dall'antica filosofia cinese, molto probabilmente dalla dualità notte-giorno. I concetti di "yin" e "yang" si riflettono anche in ogni aspetto della natura. Questa è una concezione presente nel Taoismo e nella religione tradizionale cinese.
Perchè nasce l'I:Ching, il libro dei Mutamenti di Cielo e Terra
L'origine de "I:Ching" affonda nella notte dei tempi e sembra la risposta cinese alla nascita dell'agricoltura in un territorio geologicamente difficile come quello della pianura settentrionale e degli altipiani occidentali, formato da terra arrivata dal deserto del Gobi e accumulatasi nel corso dei millenni a coprire le formazioni geologiche più antiche con uno strato di terreno polveroso e friabile ma fertile. Un terreno buono da coltivare purchè vi siano piogge frequenti. La filosofa e sinologa Elena Judica Cordiglia scrive nell'introduzione al suo libro "I:Ching" Edizioni Mediterranee (pp. 14-15):

Un vero e proprio testo è stata la prima scrittura dello I:Ching, un Libro dei Mutamenti di Cielo e Terra, che, secondo l'intenzione del leggendario compilatore (chiunque egli fosse), disegnava il variare delle stagioni allineato con semplicità geometrica perchè fosse immedaitamente chiaro al contadino, che dal cielo e dalla terra faceva dipendere la sua sopravvivenza. [...] L'imperatore Fu-Hsi voleva capire il muoversi delle stagioni, leggere le indicazioni del cielo, rilevare lo stato del terreno e cogliere i "segnali" degli animali che istintivamente prevedono i mutamenti della natura. Dopo lunghe, pazienti attese tracciò finalmente uno schema del ciclo solare; forse ci vollero anni di errori e di deduzioni imprecise per fermare almeno in linea di massima quei corsi e ricorsi stagionali che pare non abbiano mai una regola e che, invece, seguono leggi fissate da una sapienza diversa dalla nostra. Alla fine il tempo fu diviso, non in mesi o in giorni, ma in avvenimenti naturali alla cui base c'erano fenomeni fisici abbastanza difficili da spiegare per chi viveva in un mondo sconosciuto dove ogni "potenza" era presumibilmente ostile, come lo era la geografia di quell'immenso paese, dai tanti orizzonti estremamente diversi e dal cielo ancora misterioso. Allora l'imperatore Fu-Hsi scrisse:

I primi due esagrammi, su un totale di 64, sono:

1- il Cielo (Attività creatrice che costantemente conduce a termine l'anno agricolo)

2- la Terra (Passività ricettiva che attende di essere fecondata dal moto del Cielo per avviare il processo produttivo)
Cosa rappresentano Yin e Yang: il sogno della realtà?
La sinologa Ester Bianchi scrive (p.182):

Da un punto di vista cosmogonico Yin e Yang costituiscono una prima diversificazione dell'Unità o del Soffio Primordiale, a cui impongono delle direzioni determinando la graduale manifestazione delle diecimila entità. Nella cosmologia Yin e Yang classificano la realtà secondo un sistema binario in cui gli opposti non sono intesi come due poli inconciliabili, bensì come complementari e interdipendenti; contenendo ciascuno il germe dell'altro, essi si trovano immersi in uno stato di costante mutamento caratterizzato da fasi di espansione e contrazione. Yin è messo in relazione con il femminile e la Terra, mentre Yang è correlato con il maschile e il Cielo, fino a includere tutti gli aspetti sottili e grossolani del mondo, legati gli uni agli altri sulla base del principio della rispondenza.

Questo passo mostra la modernità del concetto binario di Yin e Yang che ha anticipato di duemila anni (filosoficamente) la logica booleana. Nel 2014 lo scrittore Damien Walter scrive su The Guardian (vedi bibliografia 2014):

Gottfried Wilhelm von Liebniz era un filosofo e matematico alla ricerca di un modello. Alla fine del 1600 Leibniz decise che c'era bisogno di una nuova aritmetica più pura del nostro comune sistema decimale. Leibniz scoprì il modello di questa nuova aritmetica nel libro vecchio di cinque millenni che è al centro della filosofia cinese: l'I-Ching, o Libro dei Mutamenti. Questo antico testo ebbe una tale influenza su Liebniz che intitolò il suo articolo sulla nuova aritmetica: "Spiegazione dell'aritmetica binaria, che usa solo i caratteri 1 e 0, con alcune osservazioni sulla sua utilità, e sulla luce che getta sulla antiche figure cinesi di Fu Xi". Fu Xi è stato il leggendario primo autore dell'I-Ching. L'aritmetica descritta da Liebniz era il codice binario, utilizzato in quasi tutti i computer moderni, dagli iPhone al  supercomputer cinese Tihane-2. Per capire cosa Liebniz ha intravisto nell'I-Ching, dobbiamo disimparare qualcosa che, nell'era digitale, la maggior parte di noi dà per scontato. Quando ascoltiamo un MP3, guardiamo una foto digitale o guardiamo l'ultimo cofanetto DVD di Game of Thrones, stiamo vivendo una rappresentazione digitale della realtà. Quella rappresentazione è fondamentalmente solo una stringa di segnali binari che comunemente notiamo come 1 e 0. L'intuizione di Liebniz era che anche l'aspetto più complesso della realtà poteva potenzialmente essere rappresentato in forma binaria come 1 e 0.
L'I-Ching rappresenta i poli binari della realtà come Yin e Yang. Come 1 e 0, questi sono concetti astratti che possono rappresentare i poli di qualsiasi insieme binario, ma nel testo dell'I-Ching sono spesso discussi come femminile e maschile. Sono annotati con una linea spezzata per Yin e una linea continua per Yang. Queste linee sono combinate in gruppi di tre per produrre gli otto trigrammi di base, che sono a loro volta combinati per dare i 64 esagrammi, che sono al centro del sistema di divinazione dell'I-Ching. [...] Gli insegnamenti dell'I-Ching contengono motivi per diffidare della nostra rivoluzione digitale. Il codice binario, alimentato dai moderni computer, ha una straordinaria capacità di rappresentare la realtà, che Gottfried Wilhelm von Leibniz avrebbe potuto a malapena concepire. Gli antichi autori dell'I-Ching potrebbero aver compreso il suo potenziale - e le sue insidie ​​- anche meglio di noi. Nella filosofia dell'I-Ching, la realtà non è interamente reale. È qualcosa di più simile a un sogno o un'illusione. Questo sogno della realtà nasce dai binari di Yin e Yang, mentre giocano le loro infinite combinazioni. Non sorprende quindi, dal punto di vista dell'I-Ching, che qualsiasi cosa nel sogno della realtà possa essere rappresentata come un modello dei suoi costituenti binari, in una stringa di 1 e 0, elaborata da un computer. Quindi, quando i pensatori scientifici - inclusi molti dei miei scrittori di fantascienza preferiti - chiedono se i computer possono creare "realtà virtuali" o "intelligenza artificiale", non capiscono. Naturalmente possiamo creare strati sempre più profondi e complessi del sogno della realtà in cui perderci. La vera domanda è: possiamo svegliarci dal sogno in cui ci troviamo già?
Ogni epoca esprime un 'pensiero artistico' e un 'pensiero strategico' che si scoprono in filigrana in ogni aspetto della vita sociale e culturale
Una guida psicologica all'arte della guerra di Sun Tzu
Domanda di cultura strategica
La domanda di cultura strategica chiede risposte all'angoscia della morte e del tempo. Con l'arte sfida il tempo, con la guerra sfida la morte. Alessandro Corneli, nella prefazione al libro "L'arte della guerra e Metodi militari" di Sun Tzu e Sun Pin, scrive:

Il modo di pensare/fare la guerra e l'espressione artistica scavano i lineamenti più profondi di un popolo: così ogni epoca esprime un 'pensiero artistico' e un 'pensiero strategico' che si scoprono in filigrana in ogni aspetto della vita sociale e culturale.
2. Come si conduce una guerra (Sun Tzu - Arte della guerra)
Sun Tzu disse:

In generale la strategia per guidare l'esercito è questa: Se vi sono mille carri da guerra da quattro cavalli, mille carri di supporto con armature in cuoi, mille soldati con la cotta di maglia, e le provviste devono essere trasportate per mille chilometri, le spese interne ed esterne per la campagna, per i salaari dei consiglieri e per gli ospiti, per materiali come colla e lacca, per i carri di approvvigionamento e le armature consisteranno in mille pezzi d'oro al giorno. Solo se disponete di questa somma potrete mobilitare un esercito di mille uomini.
COMMENTO
Praticamente l'intero capitolo è dedicato a un'unico concetto: una guerra prolungata non è solo dannosa per lo stato, ma potrebbe perfino condannarlo alla sconfitta da parte di altre potenze non coinvolte direttamente nel conflitto. [...] In questo capitolo Sun Tzu identifica due dei più importanti stimoli al valore militare, sebbene in seguito ne vengano elencati molti altri. Le implicazioni riguardanti le organizzazioni gerachiche e i comandanti alla ricerca di sempre nuovi metodi per stimolare i loro sottoposti in un mondo privo di ideali e dominato dal materialissmo sono ovvie e non richiedono altri commenti.
1. Valutazioni iniziali (Sun Tzu - Arte della guerra)
Sun Tzu disse:

La guerra è il compito più importante che uno stato possa intraprendere, la base sulla quale si decide la vita o la morte del paese, il Tao che può determinare la sua sopravvivenza o la sua estinzione. Per questa ragione si tratta di un'attività che dev'essere ponderata e analizzata.

COMMENTO
L'idea fondamentale che emerge da questo capitolo (la cruciale importanza della guerra) è già stat discussa nell'introduzione. Tuttavia nel testo è anche suggerita la necessità di prepararsi al conflitto in maniera rigorosa, di valutare con grande cura il potenziale sviluppo di ogni azione intrapresa, e di iniziare la guerra solo se visia una reaalistica possibilità di successo. Ciò richiede un'accurata autoanalisi, ma anche questa, in se stessa, rimane uno strumento inefficace poichè solo un'esaustiva, dettagliata conoscenza del nemico (o dei rivali negli affari e del mercato che si intende affrontare) sarà in grado di rivelarvi l'intera gamma delle possibilità. In sostanza Sun Tzu suggerisce di assumere un atteggiamento caratterizzato da un consapevole determinismo piuttosto che affidarsi all'intuizione. Perciò sostiene che è possibile sopravvivere e vincere solo se guidati dalla saggezza che nasce dall'approfondita conoscenza dei fatti. Questo capitolo introduce due concetti per i quali Sun Tzu divenne famoso: l'inganno quale essenza della guerra, e la necessità di manipolare il nemico.
4. Disposizione dell'esercito (Sun Tzu - Arte della guerra)
Sun Tzu disse:

Nell'antichità, coloro che eccellevano nella guerra per prima cosa facevano in modo che il nemico non potesse conquistare le loro roccaforti, poi aspettavano il momento in cui sconfiggerlo. Essere invincibili è una qualità che possedete dentro di voi; essere sconfitti è invece una condizione insita nel nemico. Chi eccelle nella guerra è in grado di rendersi invincibile, ma non necessariamente può far sì che il nemico sia in condizione di essere sconfitto. Si dice che è necessario conoscere una stregia per sconfiggere il nemico, ma non è possibile migliorarla più di tanto.

COMMENTO
Questo capitolo si occupa essenzialmente di approfondire il concetto fondamentale che impone di combattere solo quando ci si può assicurare la vittoria, e perciò consiglia di assumere una posizione fortemente difendibile se il successo non può essere conseguito in campo aperto.
3. Programmare un'offensiva (Sun Tzu - Arte della guerra)
Sun Tzu disse:

Chi guida un esercito deve agire tenendo presenti questi principi: conquistare un regno senza produrre danni è preferibile; distruggerlo è solo una seconda opzione. Allo stesso modo catturare integro l'esercito nemico è l'obiettivo primario, mentre distruggerlo è secondario. Perciò catturare i battaglioni avversari è più importante ch distruggerli. Lo stesso concetto è valido per le compagnie e le squadre. Per questa ragione ottenere cento vittorie in cento battaglie non è dimostrazione di grandissima abilità. Soggiogare il nemico senza combattere rappresenta la vera vetta dell'arte militare.

COMMENTO
I primi passaggi di questo capitolo propongono una succinta visione dell'offensiva in battaglia consona all'idea di Sun Tzu, secondo cui la vittoria dovrebbe essere acquisita con il minor sacrificio possibile di uomini e materiali. Di conseguenza, l'ideale sarebbe soggiogare il nemico senza combattere, frustrando le sue iniziative, mandando in fumo i suoi preparativi e minando le sue alleanze, perchè le "vittorie" così conseguite preservano intatto lo stato aumentando nel contempo il suo potere e il suo prestigio. [...] La raccomandazione tattica di vanificare i piani dell'avversario piuttosto che distruggerne le forze conserva la sua validità anche al giorno d'oggi in numerosi ambiti, al pari del suggerimento di indebolire il nemico privandolo delle sue alleanze.
6. Vacuità e sostanza (Sun Tzu - Arte della guerra)
Sun Tzu disse:

In generale chi per primo occupa il campo di battaglia e si predispone in attesa del nemico sarà in vantaggio. Chi invece raggiungerà il campo in un momento successivo e sarà costretto a correre per occupare le posizioni di battaglia vi arriverà esausto. Perciò chi eccelle nell'arte della guerra costringe gli avversari a fare ciò che desidera e non il contrario.

COMMENTO
"Chi eccelle nell'arte della guerra costringe gli avversari a fare ciò che desidera e non il contrario". I restanti paragrafi possono essere interpretati come espansioni di questo concetto ai quali vengono aggiunte spiegazioni concrete per raggiungere la vittoria finale.

5. Potenza militare strategica (Sun Tzu - Arte della guerra)
Sun Tzu disse:

In generale comandare un gran numero di uomini è come comandarne pochi. È  una questione di divisione dei numeri. Combattere con molti uomini è come combattere con pochi. È una questione di configurazione delle truppe e di assegnazione degli incarichi.

COMMENTO
In questo capitolo ricevono una prima definizione molti importanti concetti tattici, compreso quello che spiega il non ortodosso e l'ortodosso e quello che riguarda la potenza strategica, ambedue ampiamente discussi nell'introduzione. Tuttavia le basi per sviluppare con successo qualsiasi startegia risiedono unicamente nell'efficace controllo e comando delle truppe che, negli eserciti della Cina antica, erano dotate di un'organizzazione gerachica rigidamente imposta  la quale divideva i soldati in squadre e brigate organizzate in multipli di cinque.
8. Nove variabili (Sun Tzu - Arte della guerra)
Sun Tzu disse:

"La strategia per guidare l'esercito è questa. Quando il generale ha ricevuto il mandato dl suo sovraano, ha riunito gli eserctìiti e mobilitato le truppe:

Non deve accamparsi su un terreno pericoloso.
Si riunirà con gli alleati nel punto in cui si incrociano le strade dei rispettivi eserciti.
Non dovrà rimanere su un territorio isolato.
Stabilirà dei piano strategici per poter muovere l'esercito anche su un terreno dove sarebbe facile accerchiarlo.
Dovrà combattere sul terreno fatale.
Ci sono strade che non bisogna seguire.
Ci sono eserciti nemici che non bisogna attaccare.
Ci sono città fortificate che non bisogna assalire.
Ci sono terreni sui quali non bisogna ingaggiare battaglia.
Ci sono terreni per ottenere il controllo dei quali non ci si deve impegnare.
Ci sono ordini del sovrano che non devono essere accettati.

COMMENTO
Il capitolo è interamente dedicato al suggerimento di valutare attentamente il campo di battaglia e di eseguire sempre delle manovre difensive che evitino di venir colti di sorpresa.

7. Combattimento tra eserciti (Sun Tzu - Arte della guerra)
Sun Tzu disse:

In generale la strategia per guidare l'esercito è questa: dal momento in cui il generale riceve gli ordini dal sovrano, riunisce gli eserciti e assembla le truppe per confrontarsi con il nemico e stbilire la posizione degli accampamenti, non vi è nulla di più difficile del combattimento. In quest'attività la cosa più complicata è trasformare ciò che è tortuoso in ciò che è diritto e mutare le avversità in vantaggi. Perciò se riuscite a far muovere il nemico su una strada tortuosa e a sfruttare questo vantaggio, anhe se siete partiti in ritardo arriverete prima. Ciò vi sarà possibile se conoscete le tattiche che riguardano le manovre tortuose e dirette.

COMMENTO
La breve dichiarazione "il combattimento tra eserciti professionisti è vantaggioso; quello in cui si fa ricorso a truppe prive di addestramento è pericoloso" costituisce il punto focale di questo capitolo.

10. Configurazioni del terreno (Sun Tzu - Arte della guerra)
Sun Tzu disse:

Le principali configurazioni del terreno sono: accessibile, insidioso, angusto, accidentato ed esteso. Se il terreno permette ai due eserciti nemici di avanzare, si definisce accessibile. In una configurazione di territorio accessibile, prima occupate le alture e i posti soleggiati (yang) e migliorate le strade adibite al trasporto dei rifornimenti. A quel punto, quando ingaggerete battaglia, sarete in condizioni di vantaggio...

COMMENTO
Sun Tzu sembra essere stato il primo teorico militare a prendere in considerazione le caratteristiche del terreno e a sviluppare sistematicamente dei principi  per affrontare le difficoltà e le situazioni gnerali da  esse derivate.

9. Manovrare l'esercito (Sun Tzu - Arte della guerra)
Sun Tzu disse:

Per quanto riguarda lo schieramento dell'esercito e la valutazione delle forze nemiche sappiate questo:

Per attraversare le montagne seguite le valli, cercate il terreno solido e occupate le alture. Se il nemico vi precede e si attesta sui monti, non scalateli per ingaggiare battaglia. Questo è il modo per schierare l'esercito in montagna.

COMMENTO
Gran parte del capitolo si concentra sull'analisi dei tipi di terreno favorevoli o sfavorevoli sui quali mobilitare o piazzare le proprie forze, e contiene numerose, anche se succinte, linee guida per orientarsi in differenti tipi di topografia quali possono essere fiumi o paludi.

Un esempio manageriale
Cos'è Strategia e cos'è Tattica
Un esempio manageriale di Peter Drucker (dal libro'The effective Executive') Cliccare per approfondire
Differenza tra strategia e tattica (senza Sun Tzu)
Sulla differenza tra strategia e tattica scrive il promoter finanziario Marco Pietrangeli (vedi bibliografia 2016):

La strategia é la costruzione della strada, la tattica la guida dell'auto che in quella strada si muove. I due momenti non devono mai confondersi e in linea generale devono essere coerenti. É però possibile che per un breve periodo la tattica, pur entro certi limiti, si muova in maniera autonoma o apparentemente incoerente: essa deve, infatti, avere la necessaria flessibilità per adattarsi ai cambiamenti, anche imprevisti, del contesto.
Tattica
  1. La tattica sta mettendo l'intento in azione
  2. Determina come ciò deve essere fatto concentrandosi sull'efficienza (costo, impegno, risorse)
  3. Comporta azioni concrete e passaggi per l'implementazione in linea con la direzione da prendere
  4. In linea con la strategia
  5. Richiede l'esecuzione quotidiana diretta verso una strategia specifica
  6. È molto facile cambiare offrendo molta flessibilità nel determinare i passaggi per rendere la strategia vincente
  7. Ha bisogno di una visione interiore che può essere eseguita con le risorse dell'organizzazione
  8. Tipicamente definito ed eseguito dai manager
  9. L'obiettivo principale è l'efficienza , facendo tutto bene con meno risorse, tempo e denaro
  10. Facile da valutare attraverso metriche ben definite
  11. I piani tattici includono tempistiche e dettagli di implementazione, quando e dove verranno applicati
  12. Le tattiche sono tangibili

(Peter Drucker in 'The Effective Executive')
Strategia
  1. La strategia è l'intento
  2. Determina cosa deve essere fatto, e perché, mettendo in discussione la sua efficacia
  3. Implica un pensiero di alto livello intenzionale e mirato che definisce la direzione da prendere
  4. Allineato con gli obiettivi e l'ampia visione che si vuole raggiungere
  5. Richiede concentrazione sulla definizione del futuro
  6. È difficile cambiare, anche se del tutto possibile
  7. Ha bisogno di una prospettiva esterna, che guardi all'esterno nella concorrenza, nelle condizioni di mercato
  8. Tipicamente formato da leader all'interno dell'organizzazione
  9. L'obiettivo principale è l'efficacia, fare la cosa giusta
  10. Difficile da misurare e valutare
  11. La pianificazione strategica non include i dettagli di esecuzione
  12. La strategia è immateriale



(Peter Drucker in 'The Effective Executive')
L'I Ching e la cultura occidentale
L'I Ching e la cultura orientale
strategy and tactics
La strategia senza tattica è la via più lenta verso la vittoria, la tattica senza strategia è il rumore prima della sconfitta.
Conclusioni (provvisorie): Essere invincibili è una qualità che possedete dentro di voi; essere sconfitti è invece una condizione insita nel nemico
Tutte le persone, nel corso della propria vita si trovano a dover affrontare dei conflitti, ma spesso non sanno cosa e come fare. Nei casi più complessi, quali i conflitti sul lavoro, ci si trova a dover decidere quale strategia scegliere e quali passi compiere (cioè che tattiche applicare). Un libro che conviene leggere anche se ci si ritrova ad essere di cultura occidentale anzichè orientale, è "L'arte della guerra" di Sun Tzu, un libro che è diventato famoso anche in Occidente, negli ultimi cinquant'anni, nell'ambiente manageriale. Il motivo per cui questo libro ha avuto successo, benchè sia molto antico (è del V secolo a.C.), è perchè molto breve e non dettagliato: esso presenta dei principi universali, validi ancora oggi, e chiede al lettore di 'fare lo sforzo di adattarli alle proprie circostanze' e alla propria specifica situazione. Il testo di Sun Tzu ha un legame con il Taoismo soprattutto per la sua insistenza sulla concentrazione mentale che, quando raggiunge la massima intensità, si traduce spontaneamente nell'azione, evitando l'intellettualismo talvolta paralizzante della cultura occidentale. Scrive Alessandro Corneli nella prefazione al libro di Sun Tzu: "La guerra di informazioni costituisce il nucleo della startegia indiretta che, afferma Sun Tzu, consente di "conquistare il territorio nemico senza combattere", ma soprattutto "anticipa" (a livello di rappresentazione mentale e di calcolo razionale) l'esito stesso del conflitto per cui 'l'impiego della forza, che Sun Tzu raccomanda di esercitare solo in condizioni di assoluta superiorità, diviene una formalità che "sanziona la vittoria prima del combattimento". Strategia o tattica? Tutti sappiamo che la strategia è il piano d'azione da attuare per conseguire il proprio obiettivo, e che la tattica consiste nei passaggi e nelle azioni che ci permetteranno di raggiungerlo. Se utilizziamo l'analogia con il gioco degli scacchi, la strategia è posizionare i propri pezzi sulla scacchiera in un certo modo per conseguire la vittoria. La tattica è l'atto di spostare i pezzi, in relazione alle mosse dell'avversario, nelle posizioni più adatte a confermare la strategia. Ne L'arte della guerra, Sun Tzu ha scritto: "Tutti possono vedere la mie tattiche, nessuno può conoscere la mia strategia". L'autore spiega che mentre le tattiche sono più concrete e più facili da vedere, una strategia globale è essenziale. Il punto non è strategia o tattica, bensì strategia e tattica. Bisogna pensare alla strategia come se fosse la propria filosofia, e alla tattica come se fosse la propria tecnica per intervenire nella realtà del conflitto (o del gioco). Infatti strategia e tattica sono due facce della stessa medaglia: sono entrambe necessarie per raggiungere i propri obiettivi. Sun Tzu ha scritto:  “La strategia senza tattica è la via più lenta per la vittoria. La tattica senza strategia è il rumore prima della sconfitta". Chi cerca di raggiungere i propri obiettivi esclusivamente con la strategia, non andrà da nessuna parte, poiché le tattiche sono le azioni che ci fanno ottenere ciò che vogliamo. Quando una persona usa solo la strategia, l'unica cosa che farà è pianificare il raggiungimento degli obiettivi, invece di svolgere il lavoro necessario per raggiungerli. D'altra parte, non si possono raggiungere i propri obiettivi, sia personali, che aziendali, che bellici, solo con la tattica. La tattica senza strategia è come un lavoro senza scopo. Quando ciò succede, le persone compiono azioni arbitrarie senza un obiettivo strategico prestabilito. Una buona strategia è ben congegnata, pianificata ed estremamente ben studiata. Se vuoi sviluppare una strategia forte per il lungo termine, è importante raccogliere informazioni sulle esperienze passate per migliorare il nostro processo decisionale sulla base dei dati acquisiti. Per esempio, nel caso di obiettivi aziendali, sappiamo che l'attività economica vive di picchi in certe stagioni. Utilizzare i dati storici per capire come sfruttare al meglio quelle stagioni è un esempio di pensiero strategico. Le migliori strategie sono messe a punto intorno a obiettivi chiaramente definiti. È molto più facile elaborare una buona strategia quando si sa esattamente cosa vogliamo ottenere. Obiettivi chiaramente definiti sono una parte fondamentale del processo di pianificazione generale per la strategia a lungo termine. Alcuni pianificano la strategia e stabiliscono al contempo gli obiettivi aziendali, semplificando il processo. Senza un obiettivo finale, creare una strategia è come partecipare a una gara senza conoscere il percorso. Le tattiche danno risultati migliori se non si prolungano nel tempo. Come nella maggior parte delle strategie di definizione degli obiettivi, una durata limitata assicura che le tattiche vengano effettivamente portate a termine entro un determinato periodo di tempo.  Concludendo: "La strategia definisce i nostri obiettivi di lungo termine e il modo in cui intendiamo raggiungerli, cioè ci offre il percorso di cui abbiamo bisogno per raggiungere la missione della nostra organizzazione. Invece Le tattiche sono molto più concrete e sono spesso orientate verso passi più piccoli e un lasso di tempo più breve lungo il percorso. Utilizzano best practice, piani specifici, risorse, ecc. Sono anche chiamate 'iniziative'. Scrive l'analista Alessandro Corneli: "Quando si parla di comunicazione, informazione e strategia indiretta, si parla necessariamente anche dell'attività di spionaggio (o di intelligence), cui Sun Tzu e Sun Pin attribuivano un ruolo fondamentale perchè la "conoscenza" dell'avversario è un elemento indispenzabile per "vincere ancora prima di combattere". Riflettere sulle strategie e tattiche suggerite da Sun Tzu, e sui modi di applicarle alla propria realtà può essere un esercizio utile a sollecitare intelligenza e razionalità umane (cioè il Sistema2 di ogni individuo). E infine, un suggerimento di Sun Tzu, per ognuno di noi: "Essere invincibili è una qualità che possedete dentro di voi; essere sconfitti è invece una condizione insita nel nemico". Puro taoismo... Lo scrittore Damien Walter, nell'analizzare l'analogia tra il sistema binario Yin -Yang che ha anticipato di 2500 anni quello dell'odierna informatica ci dà una chiave per capire la filosofia cinese, scrivendo: "Nella filosofia dell'I-Ching, la realtà non è interamente reale. È qualcosa di più simile a un sogno o un'illusione. Questo sogno della realtà nasce dai binari di Yin e Yang, mentre giocano le loro infinite combinazioni. Non sorprende quindi, dal punto di vista dell'I-Ching, che qualsiasi cosa nel sogno della realtà possa essere rappresentata come un modello dei suoi costituenti binari, in una stringa di 1 e 0, elaborata da un computer. Con l'Intelligenza Artificiale possiamo creare strati sempre più profondi e complessi del sogno della realtà in cui perderci. La vera domanda è: possiamo svegliarci dal sogno in cui ci troviamo già?

per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 5 giugno 2023

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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