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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Incitamento all'odio (Hate Speech) in Italia sul Web
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L'odio online (Hate Speech) è in crescita in tutta Europa e sfrutta il web appellandosi alla libertà d'espressione (art.10 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo), ma rifiutando il divieto di discriminazione (art.14 della stessa Convenzione). Il giurista Giovanni Ziccardi ha chiarito, nel suo ultimo libro "L'odio online - Violenza verbale e ossessioni in rete", la differenza tra free speech e hate speech nella giurisprudenza statunitense e in quella europea. Tale differenza ha lo scopo di non soffocare il dibattito tra cittadini e garantire pluralismo e democrazia. Egli scrive: "Negli Stati Uniti d'America le espressioni d'odio sono protette per quanto riguarda la difesa da interventi legislativi, dal Primo emendamento della Costituzione federale. [...] Tale tutela non è considerata applicabile al settore privato, ma solo all'azione censoria del governo. [...] I grandi operatori online sui quali circolano i discorsi d'odio - Facebook, Twitter, WhatsApp, Reddit, Google - potrebbero adottare politiche censorie dei contenuti senza incorrere nella violazione dei principi costituzionali. Il tema delle espressioni d'odio ha, nel contempo, guadagnato rilevanza in Europa, con una prospettiva di analisi che gli studiosi definiscono contrapposta a quella nordamericana: ciò che negli Stati Uniti d'America sarebbe permesso, in Europa verrebbe, invece, vietato. L'azione dei legislatori sarebbe inquadrata in un processo di riforma volto a limitare le espressioni d'odio con la convinzione, legata alla tradizione europea, che le stesse non siano elementi utili per la vivacità della società e della democrazia e vadano combattute per tutelare la dignità dell'essere umano."  Nel suo libro Giovanni Ziccardi riporta molti esempi e varianti di diffusione dell'odio in rete. Dato che il web è invaso dall'odio indirizzato prevalentemente verso ebrei, afroamericani, omosessuali, ecc, secondo lo storico Raphael Cohen Almagor l'odio online si configura come un'attività di propaganda volta a supportare attività di organizzazioni offline. Egli propone l'inutilità di contrastarlo con una contro-propaganda (speech vs speech) e propone invece l'adozione di regolamenti (policy) nelle scuole primarie e secondarie, nelle università e nei luoghi di lavoro che vietino le espressioni d'odio e vengano accettati dagli utenti che verrebbero messi a conoscenza di controlli online e offline. Egli propone anche un'azione sugli algoritmi dei motori di ricerca per filtrare (meglio di quanto avviene adesso) i discorsi d'odio mascherati da fonti storiche. Un'ipotesi sulle cause dell'incitamento all'odio l'ha fatta in Italia il sociologo Davide Bennato commentando il caso dei messaggi indirizzati a Pierluigi Bersani colpito da ictus. Bennato ha sostenuto che i messaggi sono spiegabili con la teoria chiamata "spirale del silenzio". Scrive Bennato: "I commentatori violenti hanno espresso apertamente ed in forma non anonima il proprio odio verso Bersani, perché hanno “sentito” nell’aria che la propria opinione era legittima. E’ stata legittimata dalla violenza dei commenti verbali quotidiani, dalla violenza della narrazione giornalistica, dalla violenza di alcuni movimenti politici o di alcune frange di movimenti politici (non solo Grillo….), da alcune trasmissioni televisive. Insomma per questa tipologia di commentatori, esprimere violenza verbalmente non è socialmente sanzionato, anzi è socialmente legittima, poiché hanno la percezione che il mondo intorno a loro sia violento."  Strumenti privilegiati dell'hate speech sono i mass media e i social media, e l'uso che ne fanno determinate fazioni politiche.
hate speech
I don't know how to hate.
You are fucked.
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L'ODIO E' UNA QUESTIONE CULTURALE: Dato che il WEB è invaso dall'odio indirizzato prevalentemente verso ebrei, afroamericani, omosessuali, ecc, secondo lo storico Raphael Cohen Almagor l'odio online si configura come un'attività di propaganda volta a supportare attività di organizzazioni offline. Egli propone l'inutilità di contrastarlo con una contro-propaganda (speech vs speech) e propone invece l'adozione di regolamenti (policy) nelle scuole primarie e secondarie, nelle università e nei luoghi di lavoro che vietino le espressioni d'odio e vengano accettati dagli utenti che verrebbero messi a conoscenza di controlli online e offline. Egli propone anche un'azione sugli algoritmi dei motori di ricerca per filtrare (meglio di quanto avviene adesso) i discorsi d'odio mascherati da fonti storiche. Ad esempio se si fa una ricerca su Google digitando "Martin Luther King" si trova nelle prime pagine il sito www.martinlutherking.org che, dietro la maschera di fonte storica, trasuda odio verso gli afroamericani e promuove una visione razziale che vede la supremazia della razza bianca e altre amenità simili.
Punti di riflessione
L'incitamento all'odio (hate speech) è una categoria della giurisprudenza USA (e da pochi anni anche di quella europea) che indica un genere di parole e discorsi che hanno lo scopo di esprimere odio e intolleranza verso una persona o un gruppo (razziale, etnico, religioso, di genere o orientamento sessuale).

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Il negazionismo, l'odio politico, l'apologia di regimi, la discriminazione etnica o basata sulle abitudini sessuali, l'odio religioso e razziale, l'attacco al diverso in ogni sua accezione, la propaganda terroristica sono i temi che vengono affrontati e che variano a seconda della tradizione del paese che legifera. (Giovanni Ziccardi)
Libertà d'espressione
Non bisogna permettere che la libertà di espressione venga degradata dalla possibilità di esprimere discorsi di incitamento all'odio. Così come un pugno può rompere un naso, un discorso d'odio può danneggiare l'autostima delle persone alle quali è rivolto e innescare comportamenti violenti nei loro confronti.
L'odio è un diritto? Quali limiti pongono le leggi?
L'odio online (Hate Speech) è in crescita in tutta Europa e sfrutta il web appellandosi alla libertà d'espressione (art.10 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo), ma rifiutando il divieto di discriminazione (art.14 della stessa Convenzione). Nel corso delle Elezioni Europee del 25 maggio 2014, l'Associazione ENAR (European Network Against Racism) ha monitorato le dichiarazioni discriminatorie segnalate dai cittadini: su 30 episodi segnalati di discorsi d'odio contro le minoranze, i due terzi (21 segnalazioni) riguardavano l'incitamento implicito all'odio, pregiudizi o discriminazioni. I candidati, o altri politici non candidati, hanno attaccato migranti, stranieri e richiedenti asilo (da 5 a 10 volte), persone LGBTI (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender e Intersexual) (3 volte su 10), musulmani (2 su 10). Un incidente in Ungheria indirizzato sia a LGBTI che a migranti, e uno in Svezia che ha implicitamente preso di mira i Rom. Il report completo è scaricabile qui. L'Italia si è distinta per il maggior numero di dichiarazioni discriminatorie (verso migranti, richiedenti asilo e musulmani), prevalentemente sulle pagine facebook dei candidati o in interviste alla TV. Questo è frutto di strategie elettorali che creano confusione sulla differenza tra clandestini e rifugiati politici: il diritto di asilo è tra i diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla nostra Costituzione. L’articolo 10, terzo comma, della Costituzione prevede, infatti, che lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Il giurista Giovanni Ziccardi ha chiarito, nel suo ultimo libro "L'odio online - Violenza verbale e ossessioni in rete", la differenza tra free speech e hate speech nella giurisprudenza statunitense e in quella europea (ved. bibliografia R.A.Khan 2013). Tale differenza ha lo scopo di non soffocare il dibattito tra cittadini e garantire pluralismo e democrazia. Egli scrive (p.12):
Negli Stati Uniti d'America le espressioni d'odio sono protette per quanto riguarda la difesa da interventi legislativi, dal Primo emendamento della Costituzione federale. [...] Tale tutela non è considerata applicabile al settore privato, ma solo all'azione censoria del governo. [...] I grandi operatori online sui quali circolano i discorsi d'odio - Facebook, Twitter, WhatsApp, reddit, Google - potrebbero adottare politiche censorie dei contenuti senza incorrere nella violazione dei principi costituzionali.
Il tema delle espressioni d'odio ha, nel contempo, guadagnato rilevanza in Europa, con una prospettiva di analisi che gli studiosi definiscono contrapposta a quella nordamericana: ciò che negli Stati Uniti d'America sarebbe permesso, in Europa verrebbe, invece, vietato. L'azione dei legislatori sarebbe inquadrata in un processo di riforma volto a limitare le espressioni d'odio con la convinzione, legata alla tradizione europea, che le stesse non siano elementi utili per la vivacità della società e della democrazia e vadano combattute per tutelare la dignità dell'essere umano.

Cose orribili
I thought horrible things!
Do it now, to get something off your chest.
Hate speech e Coronavirus
Con l'epidemia di Covid-19 l'odio online ha potuto esprimersi con nuovi termini, come ha fatto notare la giornalista Zahera Harb (vedi bibliografia 2020):


L'odio può anche manifestarsi in un linguaggio stereotipato e discriminatorio, compresi quelli basati sul genere. Un glossario globale dei termini del discorso dell'odio del Coronavirus include "il virus cinese", "il virus Wuhan", "il virus giallo", "il virus sciita", "il virus musulmano".  La parola "Corona" in molti paesi, è stata usata come un termine dispregiativo dell'odio.

Dichiarazioni discriminatorie (Incidents) nel corso della campagna elettorale delle Elezioni Europee del 25 maggio 2014.
Come contrastare l'odio online
Nel suo libro Giovanni Ziccardi riporta molti esempi e varianti di diffusione dell'odio in rete. Dato che il web è invaso dall'odio indirizzato prevalentemente verso ebrei, afroamericani, omosessuali, ecc, secondo lo storico Raphael Cohen Almagor (ved. bibliografia) l'odio online si configura come un'attività di propaganda volta a supportare attività di organizzazioni offline (pp.81-86). Egli propone l'inutilità di contrastarlo con una contro-propaganda (speech vs speech) e propone invece l'adozione di regolamenti (policy) nelle scuole primarie e secondarie, nelle università e nei luoghi di lavoro che vietino le espressioni d'odio e vengano accettati dagli utenti che verrebbero messi a conoscenza di controlli online e offline. Egli propone anche un'azione sugli algoritmi dei motori di ricerca per filtrare (meglio di quanto avviene adesso) i discorsi d'odio mascherati da fonti storiche. Ad esempio se si fa una ricerca su Google digitando "Martin Luther King" si trova nelle prime pagine il sito www.martinlutherking.org che, dietro la maschera di fonte storica, trasuda odio verso gli afroamericani e promuove una visione razziale che vede la supremazia della razza bianca e altre amenità simili.


Differenze tra odio online e odio offline
Giovanni Ziccardi esamina le differenze tra odio online e odio tradizionale (offline) raggruppandole in quattro tipologie (pp.78-82):


  1. Permanenza: l'odio online rimane attivo per lunghi periodi di tempo
  1. Possibile Ritorno: l'odio rimosso dal web può facilmente ritornare online sotto diversa forma o titolazione
  1. Anonimato: la possibilità di rimanere anonimi sulla rete dà alle persone la sensazione (errata) di poter evitare conseguenze
  1. Transnazionalità: complica l'individuazione dei meccanismi legali per combattere l'hate speech

Analisi semantica e sentiment analysis per l’individuazione di hate speech in rete
il gruppo di ricerca SWAP del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari ha realizzato la quarta edizione del Progetto Mappa Italiana dell’Intolleranza. (Cliccare per approfondire)
Relazione tra Hate Speech e Cyberbullismo
Cliccare per approfondire
Differenze tra odio online e odio offline
Nuove categorie comportamentali connesse all'hate speech, soprattutto riguardanti l'odio ad personam, sono esaminate da Giovanni Ziccardi (pp.186-209). Esse sono:


  1. Cyberbullismo: diffamazione, ingiurie, percosse, lesioni, interferenze illecite nella vita privata di un determinato individuo
  1. Cyberstalking: condotte reiterate volte a determinare un grave stato d'ansia o paura in un determinato individuo
  1. Grooming online: adescamento di minori a fini sessuali
  1. Sexting: invio o ricezione di email, messaggi di testo e altre forme di comunicazione contenenti materiale sessuale
  1. Revenge Porn: pubblicazione online di immagini o video con scene di sesso esplicito riprese nel corso di una normale relazione intima e diffuse senza il consenso del partner

Determinate fazioni politiche usano mass media e social media per fare Hate Speech
Strumenti privilegiati dell'hate speech sono i mass media e i social media, e l'uso che ne fanno determinate fazioni politiche. Ad esempio, negli USA, il Tea Party è ritenuto responsabile del crescente comportamento discriminatorio verso l'immigrazione messicana. In Italia la Lega, in Francia l'UMP di Marine Le Pen, e in Gran Bretagna l'UKIP di Nigel Farage hanno ottenuto un notevole successo elettorale alle Elezioni Europee del 25 maggio 2014 con una serie di messaggi allarmanti sul rischio immigrazione, e fuorvianti sull'integrazione europea. A seguito della crescita dell'Hate Speech in Italia, nel 2013 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha avviato un'iniziativa (NoHateSpeech) che permette di segnalare episodi di hate speech in rete.
Mappa dei messaggi d'odio (verso disabili, omosessuali e altre etnie) su Twitter negli USA nel 2012-2013
La geografia dell'odio è un progetto di Monica Stephens della Humboldt State University che ha identificato le origini geografiche dell'odio verso disabili, omosessuali e altre etnie analizzando, tra giugno 2012 e aprile 2013, più di 150.000 tweets contenenti parole d'odio. Cliccare per andare alla versione interattiva della mappa
Razzismo
A simple click and you can do Racism easily from home
Revenge Porn: una variante del Cyberstalking
Alla ricerca delle cause dei messaggi d'odio
Un'ipotesi sulle cause dell'incitamento all'odio l'ha fatta in Italia il sociologo Davide Bennato commentando il caso dei messaggi indirizzati a Pierluigi Bersani colpito da ictus. Bennato ha sostenuto che i messaggi sono spiegabili con la teoria chiamata spirale del silenzio. Scrive Bennato:

I commentatori violenti hanno espresso apertamente ed in forma non anonima il proprio odio verso Bersani, perché hanno “sentito” nell’aria che la propria opinione era legittima. E’ stata legittimata dalla violenza dei commenti verbali quotidiani, dalla violenza della narrazione giornalistica, dalla violenza di alcuni movimenti politici o di alcune frange di movimenti politici (non solo Grillo….), da alcune trasmissioni televisive. Insomma per questa tipologia di commentatori, esprimere violenza verbalmente non è socialmente sanzionato, anzi è socialmente legittima, poiché hanno la percezione che il mondo intorno a loro sia violento.



Alcuni esperimenti neuroscientifici condotti negli USA da Chon Noriega (ved.bibliografia) hanno dimostrato che l'esposizione a programmi commerciali radiofonici trasmettenti messaggi violenti nei confronti degli immigrati clandestini messicani provocava, negli ascoltatori statunitensi, un aumento dei livelli di stress e ansia misurabili attraverso marcatori quali cortisolo e testosterone presenti nella saliva.


Spirale del silenzio
Coloro i quali hanno un'opinione conforme a quella da loro percepita come maggioritaria non hanno remore ad esprimerla perchè immaginano di non rischiare l'isolamento sociale.
(Cliccare per ingrandire)
razzismo
I'm anti-racist: I hate all races.
Hate Speech verso Pierluigi Bersani
Razzismo
I discorsi d'odio possono trasformarsi in comportamenti se le circostanze lo permettono, ad esempio allo stadio (insulti ai giocatori neri o alle squadre del sud italia), alle elezioni (voto alle formazioni politiche xenofobe), nelle scuole (con episodi di cyberbullismo), alle manifestazioni di piazza, ecc.
futuro

Alcuni Hate Speech della Lega

"Non sono razzista, chi mi conosce lo sa. Mi sono semplicemente limitata a inoltrare un post trovato sulla rete. Poi mi sono scusata per quel certo livello di offensività che indiscutibilmente c'è". Si difende così Barbara Beggi, la consigliera leghista di Castelfranco Veneto che aveva condiviso (e poi rimosso) sul suo profilo Facebook un post offensivo su Cécile Kienge, neo eletta al Parlamento europeo.
Lega
L’assessore della Lega Nord a Coccaglio (BS) Agostino Pedrali ha condiviso sul proprio profilo di Facebook un’immagine contro il Ministro dell’Integrazione, riprendendo la recente affermazione di Roberto Calderoli sulla somiglianza tra la donna ed un orango.
Lega
Matteo Salvini e Marine Le Pen. Parte “l’alleanza per le identità”, il fronte anti euro, per fermare l’immigrazione di massa e per la difesa dei popoli.
Giancarlo Gentilini, vicesindaco di Treviso e candidato sindaco di Lega Nord e Popolo delle Libertà alle prossime comunali (2013) è stato condannato per istigazione all'odio razziale dalla Corte D'Appello di Venezia. I giudici hanno nella sostanza confermato la sentenza di prima grado, inflittagli per un suo intervento contro nomadi, musulmani e immigrati alla “Festa dei popoli padani”, un raduno leghista che si tenne a Venezia nel 2008.
"Immigrati? Föra da i ball", dice Umberto Bossi parlando della crisi a Lampedusa, ovvero i clandestini vanno rimpatriati
Lega
Mario Borghezio della Lega Nord che riferendosi sempre al Ministro Kyenge ha parlato di un “governo del bonga bonga“ oltre ad aver appiccato il fuoco sotto i pagliericci sui quali alcuni immigrati stavano dormendo sotto un ponte a Torino (reato per il quale è stato condannato in via definitiva)
Lega
Roberto Calderoli della Lega Nord ha invitato i mussulmani a “tornare giù nel deserto a parlare con i cammelli o nella giungla con le scimmie“ ed è stato condannato dal tribunale di Bergamo a un annno e sei mesi per aver insultato il Ministro Kyenge paragonandolo ad un orango

Alcuni Hate Speech del M5S

Il deputato M5S Massimo De Rosa ha insultato alcune deputate PD in Parlamento, con grande rilievo mediatico che ha consentito un'escalation di messaggi d'odio nei confronti di tutte le deputate, e larvatamente nei confronti di tutte le donne, ritenute abili a far carriera facendo pompini.
hate speech pompini
Il deputato M5S Claudio Messora ha insultato, utilizzando argomenti sessisti sempre molto apprezzati dai mass media, la presidente della Camera Laura Boldrini. Così, anche se nel caso specifico (applicazione della tagliola per l'approvazione di un provvedimento economicamente scandaloso) avrebbe potuto avere ragione, si è posto dalla parte del torto diffondendo in rete un messaggio di incitamento all'odio.
M5S: A MIRANDOLA VI MERITATE IL TERREMOTO
Mirandola, attivisti grillini scatenati sul web: "Vi meritate il terremoto" Alcuni attivisti hanno postato online un curioso messaggio che taccia i mirandolesi di irriconoscenza: “Domenica si è votato anche a Mirandola in provincia di Modena. Uno dei comuni colpiti dal sisma a cui il Movimento aveva donato 425.000 euro risparmiati dalla campagna elettorale per ricostruire una scuola distrutta dal terremoto. Su altri post si legge anche: “Facciamoci restituire il denaro! Cialtroni arraffoni!”, “Meritate di essere presi a sberle”, “Giuda, sudici”, “Io andrei a riprenderli quei soldi...tenetevi le case inagibili” e un altra litania di sciocchezze in ordine sparso.

Hate Speech vario...

Da «morirete come scarafaggi» a «terremoto pensaci tu». Sono soltanto alcune delle offese, dei macabri auguri di morte e degli insulti che razzisti e “xenofobi da tastiera” hanno pubblicato in rete, dopo il sisma che ha colpito ieri sera Campania e Molise.
Hate speech nei confronti dei bambini autistici o delle persone obese
Ricerche Google: gli stessi suggerimenti di ricerca (die) sono ancora proposti per le ricerche che cominciano con autistic children should (“i bambini autistici dovrebbero”) o anche fat people should (“le persone grasse dovrebbero”).
Bologna-Napoli: cori razzisti "Lavali col fuoco, Vesuvio lavali col fuoco"
A fare da apripista è stato “Tuttiicriminidegliimmigrati.com”, un sito che raccoglie gravi fatti di cronaca, ma solo se hanno come protagonisti cittadini stranieri, migranti, rom e sinti. Il tutto condito da slogan e titoli di stampo razzista: “Integrazione: aiuti l’immigrato e poi muori”
hate speech
I hate you all! If I forgot someone, tell me!
Conclusioni (provvisorie): Strumenti privilegiati dell'hate speech sono i mass media e i social media, e l'uso che ne fanno determinate fazioni politiche
L'odio online (Hate Speech) è in crescita in tutta Europa e sfrutta il web appellandosi alla libertà d'espressione (art.10 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo), ma rifiutando il divieto di discriminazione (art.14 della stessa Convenzione). Il giurista Giovanni Ziccardi ha chiarito, nel suo ultimo libro "L'odio online - Violenza verbale e ossessioni in rete", la differenza tra free speech e hate speech nella giurisprudenza statunitense e in quella europea. Tale differenza ha lo scopo di non soffocare il dibattito tra cittadini e garantire pluralismo e democrazia. Egli scrive: "Negli Stati Uniti d'America le espressioni d'odio sono protette per quanto riguarda la difesa da interventi legislativi, dal Primo emendamento della Costituzione federale. [...] Tale tutela non è considerata applicabile al settore privato, ma solo all'azione censoria del governo. [...] I grandi operatori online sui quali circolano i discorsi d'odio - Facebook, Twitter, WhatsApp, Reddit, Google - potrebbero adottare politiche censorie dei contenuti senza incorrere nella violazione dei principi costituzionali. Il tema delle espressioni d'odio ha, nel contempo, guadagnato rilevanza in Europa, con una prospettiva di analisi che gli studiosi definiscono contrapposta a quella nordamericana: ciò che negli Stati Uniti d'America sarebbe permesso, in Europa verrebbe, invece, vietato. L'azione dei legislatori sarebbe inquadrata in un processo di riforma volto a limitare le espressioni d'odio con la convinzione, legata alla tradizione europea, che le stesse non siano elementi utili per la vivacità della società e della democrazia e vadano combattute per tutelare la dignità dell'essere umano."  Nel suo libro Giovanni Ziccardi riporta molti esempi e varianti di diffusione dell'odio in rete. Dato che il web è invaso dall'odio indirizzato prevalentemente verso ebrei, afroamericani, omosessuali, ecc, secondo lo storico Raphael Cohen Almagor l'odio online si configura come un'attività di propaganda volta a supportare attività di organizzazioni offline. Egli propone l'inutilità di contrastarlo con una contro-propaganda (speech vs speech) e propone invece l'adozione di regolamenti (policy) nelle scuole primarie e secondarie, nelle università e nei luoghi di lavoro che vietino le espressioni d'odio e vengano accettati dagli utenti che verrebbero messi a conoscenza di controlli online e offline. Egli propone anche un'azione sugli algoritmi dei motori di ricerca per filtrare (meglio di quanto avviene adesso) i discorsi d'odio mascherati da fonti storiche. Un'ipotesi sulle cause dell'incitamento all'odio l'ha fatta in Italia il sociologo Davide Bennato commentando il caso dei messaggi indirizzati a Pierluigi Bersani colpito da ictus. Bennato ha sostenuto che i messaggi sono spiegabili con la teoria chiamata "spirale del silenzio". Scrive Bennato: "I commentatori violenti hanno espresso apertamente ed in forma non anonima il proprio odio verso Bersani, perché hanno “sentito” nell’aria che la propria opinione era legittima. E’ stata legittimata dalla violenza dei commenti verbali quotidiani, dalla violenza della narrazione giornalistica, dalla violenza di alcuni movimenti politici o di alcune frange di movimenti politici (non solo Grillo….), da alcune trasmissioni televisive. Insomma per questa tipologia di commentatori, esprimere violenza verbalmente non è socialmente sanzionato, anzi è socialmente legittima, poiché hanno la percezione che il mondo intorno a loro sia violento." Strumenti privilegiati dell'hate speech sono i mass media e i social media, e l'uso che ne fanno determinate fazioni politiche.
per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Libri consigliati
a chi vuole capire quali provvedimenti legali si possono attuare contro i messaggi d'odio online
Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 2 luglio 2023

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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