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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Credibilità dei sondaggi politico-elettorali
TEORIE > CONCETTI > CREDIBILITA'
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Il sociologo Francesco Marrazzo dell'AGCOM evidenzia che i sondaggi politico-elettorali sono un fenomeno nuovo in Italia, dato che il loro uso (e abuso) è stato lanciato nel 1984 da Silvio Berlusconi come strumento di marketing politico. La spettacolarizzazione dell'uso dei sondaggi da parte di politici e mass media li rende inaffidabili, come scrive Marrazzo: " I risultati dei sondaggi vengono utilizzati come strumento di comunicazione in campagna elettorale, ovvero per confermare l’andamento vincente di un determinato partito/candidato. In questo senso, il sondaggio rischia non solo di manipolare l’imparzialità e la correttezza dell’informazione, ma anche di scatenare un effetto band wagon (ovvero di salita sul carro del vincitore) da parte dei cittadini: proprio da questo rischio trae l’origine il divieto di diffusione di sondaggi politico-elettorali nella fase finale del periodo elettorale, presente nelle legislazioni di alcune democrazie occidentali."  Il problema dell'inattendibilità dei sondaggi elettorali non è solo italiano, ad esempio negli USA, secondo i politologi statistici Andrew Gelman e Gary King, che hanno analizzato i dati di 45 sondaggi privati nella campagna elettorale USA del 1988 (Dudakis vs Bush) e molti altri sondaggi nelle campagne dal 1952 al 1992 (ved. bibliografia), i sondaggi non riescono a dare un'indicazione attendibile del voto finale perchè, semplicemente, si tratta di due fenomeni diversi. Il primo fenomeno è che l'andamento della campagna è utile all'elettore per  formarsi un'idea delle opinioni dei candidati sui temi importanti, ma il secondo fenomeno è che le intenzioni di voto non sono indicative di quella che sarà la scelta finale in occasione del voto. Secondo Gelman e King una buona parte dell'elettorato è volubile e ha la memoria corta, quindi viene influenzata dalla parte della campagna più prossima al voto e dalle opinioni espresse dai candidati in quest'ultima fase. Il ruolo dei media diventa particolarmente importante nell'ultima fase perchè i candidati possono fare delle dichiarazioni "sorprendenti" o indurre l'avversario a dire qualcosa che lo danneggi.
A causa della scarsa attendibilità dei sondaggi tradizionali una soluzione potrebbe venire, secondo Francesco Marrazzo, dall'uso di tecniche che impieghino i giudizi espressi sui social media (dati non strutturati) per l'analisi predittiva degli atteggiamenti. I sondaggi del futuro saranno probabilmente realizzati con l'analisi automatica dei testi che gli utenti/elettori immettono spontaneamente in rete (blog post, facebook posts, tweets, commenti, online research, ecc). L'uso di strumenti per l'analisi del linguaggio naturale (natural language processing) consente infatti di determinare l'atteggiamento di una persona verso un candidato, una situazione sociale, una azienda, un prodotto, ecc. In particolare l'analisi dei testi consente di classificare l'atteggiamento della persona "inferendo" i suoi stati emotivi, ad esempio "arrabbiato", "triste", "felice", "impaurito", ecc.
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MONTORAGGIO DELLE CAMPAGNE ELETTORALI CON I SOCIAL MEDIA E LA SENTIMENT ANALISI: I sondaggi politici tradizionali (basati su interviste telefoniche a un campione rappresentativo della popolazione) non sono mai stati attendibili e saranno probabilmente sostituiti da metodi di "emotional web anaysis" e "sentiment analysis" basati sui social media. Sono attualmente in corso esperimenti tesi a perfezionare gli algoritmi necessari. Uno di questi esperimenti è stato condotto nel 2015 dai politologi Andrea Ceron, Luigi Curini e Stefano Iacus che hanno così concluso il loro studio: "Tirando le somme, nonostante i noti limiti e le difficoltà affrontate dall'analisi dei social media, i nostri risultati forniscono ragioni essere ottimisti sulla capacità della sentiment analysis di diventare (se non di esserlo già) un utile supplemento dei tradizionali sondaggi off-line. Ma il metodo conta: Shi, Agarwal, Agrawal, Garg, e Spoelstra (2012) hanno osservato che "il semplice utilizzo del volume dei tweet non è sufficiente per catturare opinioni pubbliche. Abbiamo bisogno di elaborare un algoritmo e un modello sofisticati per fare la previsione con successo.""
Punti di riflessione
I sondaggi politici tradizionali (basati su interviste telefoniche a un campione rappresentativo della popolazione) non sono mai stati attendibili e stanno per essere sostituiti da metodi di "emotional web anaysis" e "sentiment analysis" basati sui social media.
Differenza tra intenzioni di voto e voto
Il sociologo Francesco Marrazzo dell'AGCOM (ved. bibliografia 2014) evidenzia che i sondaggi politico-elettorali sono un fenomeno nuovo in Italia, dato che il loro uso (e abuso) è stato lanciato nel 1984 da Silvio Berlusconi come strumento di marketing politico. La credibilità dei sondaggi dipende dalla metodologia statistica impiegata, e a questo proposito scrive Marrazzo (p.103-104)

Se sul numero di persone sentite si può discutere se questo sia sufficiente o insufficiente (in Italia la media degli intervistati varia da 500 a 1.000 persone; in Inghilterra è quasi il doppio; ma negli Stati Uniti, dove la popolazione è maggiore rispetto al nostro paese, le persone interpellate sono sempre un migliaio) si può invece discutere meno sul fatto che all’origine degli errori dei sondaggi, e all’origine anche delle notevoli differenze che esistono tra un sondaggio e un altro, c’è una questione legata al modo con cui vengono scelte le persone che fanno parte del campione. [...] Ancora, altri motivi per cui non fidarsi troppo dei sondaggi sono relativi, secondo Natale (2009), al fatto che ogni sondaggio passa per una serie di interviste che vengono rivolte ad un campione di individui, e quindi è necessario tener presente l’effetto clima di opinione (in particolare nel contesto di acceso scontro politico tipicamente italiano), ovvero la desiderabilità sociale delle risposte, nonchè la problematica dell’autoselezione dei rispondenti, che deriva dal fenomeno delle non risposte e della relativa sostituzione degli intervistati, motivo per il quale anche se il campione iniziale è probabilistico, il campione finale spesso non lo è.

Inoltre la spettacolarizzazione dell'uso dei sondaggi da parte di politici e mass media li rende inaffidabili, come scrive Marrazzo (p.100):

I risultati dei sondaggi vengono utilizzati come strumento di comunicazione in campagna elettorale, ovvero per confermare l’andamento vincente di un determinato partito/candidato. In questo senso, il sondaggio rischia non solo di manipolare l’imparzialità e la correttezza dell’informazione, ma anche di scatenare un effetto band wagon (ovvero di salita sul carro del vincitore) da parte dei cittadini: proprio da questo rischio trae l’origine il divieto di diffusione di sondaggi politico-elettorali nella fase finale del periodo elettorale, presente nelle legislazioni di alcune democrazie occidentali.

Il problema dell'inattendibilità dei sondaggi elettorali non è solo italiano, ad esempio negli USA, secondo i politologi statistici Andrew Gelman e Gary King, che hanno analizzato i dati di 45 sondaggi privati nella campagna elettorale USA del 1988 (Dudakis vs Bush) e molti altri sondaggi nelle campagne dal 1952 al 1992 (ved. bibliografia), i sondaggi non riescono a dare un'indicazione attendibile del voto finale perchè, semplicemente, si tratta di due fenomeni diversi.
Il primo fenomeno è che l'andamento della campagna è utile all'elettore per  formarsi un'idea delle opinioni dei candidati sui temi importanti, ma il secondo fenomeno è che le intenzioni di voto non sono indicative di quella che sarà la scelta finale in occasione del voto.
Secondo Gelman e King una buona parte dell'elettorato è volubile e ha la memoria corta, quindi viene influenzata dalla parte della campagna più prossima al voto e dalle opinioni espresse dai candidati in quest'ultima fase. Il ruolo dei media diventa particolarmente importante nell'ultima fase perchè i candidati possono fare delle dichiarazioni "sorprendenti" o indurre l'avversario a dire qualcosa che lo danneggi.
Manipolazione delle indagini statistiche
Per ridurre il rischio di manipolazione delle indagini statistiche, o anche solo delle distorsioni non intenzionali, Darrell Huff ("Mentire con le statistiche" pp.42-52) suggerisce di farsi almeno due domande:


  1. Come è stato costruito il campione rappresentativo? (infatti un campione non è la realtà, e più è piccolo e focalizzato meno riflette la realtà che vuole rappresentare)

  2. Come sono state costruite le domande del questionario? (infatti la tipologia, la sequenza ed il modo in cui sono proposte le domande può non essere neutro ma, anzi, indirizzare le persone verso certe risposte)

Le intenzioni di voto non sono indicative di quella che sarà la scelta finale in occasione del voto. I risultati dei sondaggi vengono utilizzati come strumento di comunicazione in campagna elettorale, ovvero per confermare l’andamento vincente di un determinato partito/candidato. In questo senso, oggi, il sondaggio rischia di manipolare l’imparzialità e la correttezza dell’informazione
Negli USA un nuovo metodo di rilevazione delle intenzioni di voto
Nel 2014 Wang, Gelman et Al. (ved. bibliografia) hanno pubblicato la sperimentazione dell'esito di un nuovo metodo (con mezzi tradizionali tranne l'impiego di Internet per le comunicazioni) per svolgere sondaggi elettorali utilizzando dei campioni non-rappresentativi della popolazione (nelle elezioni USA del 2012), facendo delle correlazioni tra questi dati e altri dati rappresentativi della stessa area geografica e trovando dei risultati molto prossimi all'esito del voto (un giorno prima del voto pari a una probabilità del 88%) pur con una tecnica poco costosa come quella messa in atto (basata su un totale di 750.148 interviste con 345.858 rispondenti unici). L'impiego di Internet e della console Xbox Live per le risposte al sondaggio, ha consentito la riduzione dei costi e, per questo motivo, gli autori ritengono che il metodo possa fornire dei buoni risultati anche per altre tipologie di sondaggi.


Lo scopo del sondaggio era il seguente: se le elezioni si tenessero oggi, per chi voterebbe? Barack Obama\Mitt Romney\Altri\Non sicuro


Ecco le domande non-rappresentative fatte all'elettore:


  1. Per chi ha votato alle elezioni presidenziali del 2008? Barack Obama\ John McCain\ Altri candidati\ Non ho votato nel 2008
  2. Parlando di politica oggi, come descriverebbe il suo punto di vista politico? Liberale\ Moderato\ Conservatore\ Non sicuro
  3. Generalmente parlando, lei si ritiene . . . ? Democratico\ Republicano\ Indipendente\ Altro
  4. E' attualmente registrato per il voto? Si \ No\ Non sicuro
  5. Lei è maschio o femmina? Maschio\ Femmina
  6. Qual è il suo livello scolastico? Non diplomato\ Diplomato\ Laureato (breve)\ Laureato (laurea magistrale)
  7. Dove vive? Indicare lo stato
  8. In quale anno è nato? 1947 o precedente\ 1948–1967\1968–1982\ 1983–1994
  9. Qual è la sua razza o gruppo etnico? Bianco\ Nero\ Ispanico\ Altro

La campagna elettorale USA 2012 su Twitter
Twitter ha avuto un ruolo nella campagna americana durante le elezioni del 2012. Entrambe le campagne (quella tradizionale e quella su Twitter) sono state costruite per essere profondamente integrate nell'ambito della strategia complessiva. (Cliccare per approfondire)

Nel 2008, il co-fondatore di Twitter Ev Williams è entrato nella piccolissima sala conferenze dell'allora minuscolo ufficio di Twitter e ha visto qualcosa di straordinario: un modo per Twitter di tenere traccia di ciò che la gente diceva sulle imminenti elezioni presidenziali in tempo reale. "Se i quadranti puntano in direzioni diverse, le persone dicono una cosa ai sondaggisti e un'altra durante la conversazione". --Adam Sharp, capo delle notizie governative e dell'innovazione sociale di Twitter. La società aveva incaricato Small Batch di Jeff Veen di costruire un sito che potesse mostrare come la gente parlava delle elezioni. E quel giorno, Veen era in ufficio per mostrare quello che aveva escogitato, un sottodominio su Twitter --elezione.twitter.com --che potesse tenere traccia dei termini di tendenza e seguire i volumi dei messaggi sui vari candidati politici.
Insieme, Twitter e Topsy hanno creato un motore di parole chiave e, tramite ripetuti controlli a campione da parte di osservatori umani, hanno scoperto che il loro algoritmo avrebbe generato risultati accurati per gli elettori il 90% delle volte.
L'INDICE DI TWITTER SEGUE MOLTO DA VICINO I RISULTATI DEI SONDAGGI GALLUP, MA È DOVE I RISULTATI DIVERGONO CHE LE COSE SI FANNO INTERESSANTI.
Dai sondaggi tradizionali alla sentiment analysis
A causa della scarsa attendibilità dei sondaggi tradizionali una soluzione potrebbe venire, secondo Francesco Marrazzo, dall'uso di tecniche che impieghino i giudizi espressi sui social media (dati non strutturati) per l'analisi predittiva degli atteggiamenti, scrive Marrazzo (p. 110):

Tra le tecniche implementate per l’analisi del contenuto sul web, emotional web analysis e sentiment analysis appartengono al filone che tenta la massimizzazione dell’efficacia emotiva della comunicazione al fine di analizzare l’emotività collettiva espressa in rete nei confronti di specifici oggetti/soggetti, secondo le specifiche logiche che guidano gli utenti nell’uso dei social media, nella gestione dei diversi target di pubblico a cui si rivolgono, nella narrazione di specifici argomenti, e nella ricerca della massima autenticità (Marwick, Boyd 2010); in questo senso il web si presta ad essere eletto quale contesto relazionale che possa far emergere correlazioni tra oggetti emotivamente in relazione nello stesso contesto. [...] La sentiment analysis consiste operativamente nell’attuazione di una suddivisione di testo e nella sua traduzione in polarità positive o negative, e si serve pertanto degli sviluppi del text mining (Kennedy 2012) e dell’unione con tecniche di connessione, afferenti alla social network text analysis, che si dimostra un ottimo strumento per l’individuazione di utenti leader o influenzatori ed utenti seguaci, determinandone anche la forza e il raggio di azione attraverso la posizione assunta da tali soggetti all’interno della rete, e diventando quindi assai utile in caso di studi predittivi.

I sondaggi del futuro (ved. bibliografia Umberto Grandi) saranno quindi realizzati con l'analisi automatica dei testi che gli utenti/elettori immettono spontaneamente in rete (blog post, facebook posts, tweets, commenti, online research, ecc).
L'uso di strumenti per l'analisi del linguaggio naturale (natural language processing) consente di determinare l'atteggiamento di una persona verso un candidato, una situazione sociale, una azienda, un prodotto, ecc. In particolare l'analisi dei testi consente di classificare l'atteggiamento della persona inferendo i suoi stati emotivi, ad esempio "arrabbiato", "triste", "felice", "impaurito", ecc.
L'uso politico dei sondaggi si modificherà ulteriormente con lo sviluppo di un campo di ricerca che estenderà l'efficacia predittiva della sentiment analysis e l'applicazione delle sue tecniche ai Big Data (ved. bibliografia Shinde-Pawar).
Un promettente esperimento preliminare sull'uso di Twitter per sondaggi elettorali
I politologi Andrea Ceron, Luigi Curini e Stefano Iacus dell'Università di Milano, hanno condotto nel 2015 uno studio (vedi bibliografia 2015) per valutare l'efficacia della sentiment analysis, nel valutare le intenzioni di voto degli utenti Twitter in due diversi contesti: (1) le elezioni presidenziali USA del 2012; (2) Primarie del centrosinistra in Italia nel 2012. Nelle conclusioni essi scrivono:

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un drammatico aumento del numero di opere che analizzano i social media al fine di valutare le opinioni degli internauti e verificare se gli atteggiamenti espressi online possono essere eventualmente utilizzato per il nowcasting e la previsione del comportamento di voto dell'intera popolazione di elettori. Pertanto, poter contare su tecniche atte a misurare l'opinione pubblica online diventa un argomento urgente. In questo articolo, in due (molto) diversi scenari politici abbiamo applicato un metodo statistico di recente introduzione in letteratura che effettua una sentiment analysis supervisionata sui social network. Le nostre analisi, tutte condotte prima che si verificassero le elezioni, mostrano una notevole capacità dei social media per trasmettere una campagna elettorale anche per prevedere i risultati elettorali. Inoltre, le Tabelle 3 e 6 illustrano che il MAE della previsione HK è sempre inferiore rispetto alle misure basate o sul volume di dati (menzioni) pubblicati sui social network o su altre tecniche di analisi automatizzata del sentiment. Impiegare il metodo HK sembra, quindi, un modo promettente per analizzare i social media rispetto alle campagne elettorali. Tuttavia, qui si pone un rompicapo tradizionale. Per trasmettere e prevedere le elezioni, dobbiamo fare affidamento su un campione rappresentativo e non vi è alcuna garanzia che si tratti di qualcosa che può essere ottenuto analizzando i social media. Al contrario, i tratti socioeconomici dei social media degli utenti non corrispondono esattamente ai dati demografici effettivi dell'intera popolazione (Bakker & de Vreese, 2011; Tjong Kim Sang & Bos, 2012; Wei e Hindman, 2011): Le persone sui social media sono generalmente più giovani (sebbene la percentuale di anziani sia in rapido aumento) e più istruiti, concentrati nelle aree urbane, nonché complessivamente più attivi politicamente (Conover et al. 2011; Jensen, Jorba, & Anduiza, 2012). Ma abbiamo bisogno di un campione rappresentativo quando, ad esempio, il 22% degli elettori ha dichiarato spontaneamente il proprio comportamento di voto sui siti di social network, come è avvenuto durante gli Stati Uniti Campagna presidenziale (Pew Research Center, 2012b)? Forse l'enorme quantità di dati disponibili sui social media, cioè la “saggezza delle folle” (Franch, 2013), può compensare in parte queste informazioni non rappresentative. Dopotutto, la folla per essere saggia deve essere diversa, indipendente, mentre la sua procedura decisionale deve essere decentrata (Surowiecki, 2004). E questo è qualcosa che è solitamente raggiunta nel mondo dei Big Data. Inoltre, per fare una previsione precisa, dovremmo preoccuparci maggiormente della distribuzione delle preferenze politiche sul web. Analisi precedenti (anche se piuttosto datate) hanno mostrato che l'inclinazione a sinistra è sovrarappresentata, anche se solo marginalmente (Best & Krueger, 2005). Abbiamo chiaramente bisogno di più (aggiornate) analisi al riguardo. Di conseguenza, un modo per migliorare le previsioni sui social media sarebbe farlo sviluppando una serie appropriata di pesi basata sulla rappresentatività di determinati gruppi di utenti (Choy, Cheong, Laik, & Shung, 2011, 2012), o, meglio ancora, secondo le preferenze politiche degli utenti dei social media, a condizione che questo tipo di informazioni sia disponibile (e affidabile). Tuttavia, alcuni dei potenziali pregiudizi che derivano dall'analisi dei social media possono essere attenuati nel medio (breve?) periodo, come aumenta l'uso dei social network (vedi Lenhart, Purcell, Smith, & Zickuhr, 2010, su questo punto). Ad esempio, la Tabella 7 [vedi articolo] confronta la distribuzione dell'autocollocazione ideologica di un campione di elettori italiani nel febbraio 2012 e il sottocampione che si dichiara attivo sui social. COME si può vedere, la differenza tra i due campioni è abbastanza banale. Infine, sebbene la popolazione dei social media, finora, non sia ancora sempre rappresentativa di uno cittadinanza del paese, ci sono ancora alcuni dubbi sul fatto che tale distorsione possa influenzare la previsione della capacità di analisi dei social media. In effetti, quest'ultimo aspetto (le capacità predittive dell'analisi dei social media) non ha necessariamente bisogno che il fattore precedente (cioè la questione della rappresentazione) sia valido per essere effettivamente applicato. Ciò può accadere, ad esempio, se assumiamo che gli utenti di Internet si comportino come opinion makers in grado di influenzare (quindi spesso anticipando) le preferenze di un pubblico più ampio (O'Connor, Balasubramanyan, Routledge, & Smith, 2010), compresi quelli dei media più ampi dell'ecosistema (Farrell & Drezner, 2008).  Lo stesso vale se le discussioni sui social media sono in grado di riprodurre tutte le (più generali) opinioni pubbliche. Ad esempio, questo può essere vero se si considera che le comunicazioni di Twitter funzionino come un sistema di interazione criticamente impegnato (Ampofo, Anstead, & O'Loughlin, 2011) le cui comunicazioni su temi specifici (come i concorsi elettorali) sono tematicamente rappresentative di correnti più ampie di conversazioni e distribuzioni di preferenze (Jensen & Anstead, 2013). Questo è chiaramente un altro argomento affascinante che merita un'ulteriore indagine. Tirando le somme, nonostante i noti limiti e le difficoltà affrontate dall'analisi dei social media (Gayo-Avello, Metaxas, & Mustafaraj, 2011; Goldstein & Rainey, 2010), i nostri risultati forniscono ragioni essere ottimisti sulla capacità della sentiment analysis di diventare (se non di esserlo già) un utile supplemento dei tradizionali sondaggi off-line. Ma il metodo conta: Shi, Agarwal, Agrawal, Garg, e Spoelstra (2012) hanno osservato che "il semplice utilizzo del volume dei tweet [ ... ] non è sufficiente per catturare opinioni pubbliche. Abbiamo bisogno di elaborare un algoritmo e un modello sofisticati per fare la previsione con successo.'' Come abbiamo sostenuto in questo articolo, le tecniche supervisionate aggregate, come il uno avanzato da HK, sembra garantire più accuratezza rispetto all'analisi del sentimento vecchio stile, appunto sotto quest'ultimo aspetto.
Le conclusioni dei politologi Andrea Ceron, Luigi Curini e Stefano Iacus nel loro studio del 2015 sono:  "Tirando le somme, nonostante i noti limiti e le difficoltà affrontate dall'analisi dei social media, i nostri risultati forniscono ragioni essere ottimisti sulla capacità della sentiment analysis di diventare (se non di esserlo già) un utile supplemento dei tradizionali sondaggi off-line. Ma il metodo conta: Shi, Agarwal, Agrawal, Garg, e Spoelstra (2012) hanno osservato che "il semplice utilizzo del volume dei tweet non è sufficiente per catturare opinioni pubbliche. Abbiamo bisogno di elaborare un algoritmo e un modello sofisticati per fare la previsione con successo."
I sondaggi del futuro saranno probabilmente realizzati con l'analisi automatica dei testi che gli utenti/elettori immettono spontaneamente in rete (blog post, facebook posts, tweets, commenti, online research, ecc). L'uso di strumenti per l'analisi del linguaggio naturale (natural language processing) consente infatti di determinare l'atteggiamento di una persona verso un candidato, una situazione sociale, una azienda, un prodotto, ecc.
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Pagina aggiornata il 14 luglio 2023

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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