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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Perchè la rappresentanza politica è entrata in crisi?
TEORIE > CONCETTI > DEMOCRAZIA E WEB
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Negli ultimi vent'anni, le difficoltà della politica nel mediare i conflitti sociali hanno ridotto il ruolo del Parlamento nel farsi carico della mediazione tra i soggetti sociali: altre istituzioni (autorità indipendenti sovranazionali come quelle europee o internazionali) hanno sostituito il Parlamento nel ruolo di mediatore. Si è avuta, dunque, una riduzione del ruolo del rappresentante alla quale si è aggiunta una crescente indeterminatezza del ruolo del rappresentato dovuta alla volatilità dei ruoli sociali e alla perdità di identità collettive.
Le lobby dentro al parlamento italiano esistono da molti anni e non con personaggi esterni ma, come fa notare il politologo Gianfranco Pasquino, elette nelle file dei partiti. Scrive Pasquino: "Quanto al Parlamento italiano, per decenni alcune lobby, che mai avrebbero accettato questa definizione, che mai avrebbero volute essere iscritte in un albo contenente rappresentanti di interessi a loro sgraditi, alla strada della pressione dall'esterno hanno preferito l'ingresso diretto in parlamento dai portoni principali. La Coldiretti mandava 70/80 parlamentari nei banchi democristiani e dava indicazioni vincolanti sulla nomina del Ministro dell'Agricoltura. I sindacati eleggevano non pochi parlamentari, nient'affatto sindacalisti a fine carriera. Il cislino Donat Cattin diventò  anche Ministro del Lavoro. Notata l'assenza dei preti (non c'è bisogno di interrogarsi sul perché), non sono mai mancati i magistrati nelle file dei parlamentari. "Presente" potevano rispondere molti medici. Dal canto loro, alcuni notai, categoria numericamente ristretta, ma potentissima, presidiavano, quanto era di loro interesse nei procedimenti legislativi. In nessuno dei parlamenti post-1994 sono mancati magistrati e sindacalisti e chi esplorasse più a fondo troverebbe che non pochi parlamentari sono essi stessi lobbisti neanche tanto travestiti." Resta la necessità sempre più impellente di inasprire la lotta alla corruzione e il contrasto alle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione. Solo il 56% degli italiani denuncia episodi di corruzione cui assiste o dei quali è a conoscenza, a fronte del 71% delle segnalazioni registrate mediamente nel resto d'Europa.
Rappresentato e Rappresentante
ombrello berlusconi
Punto chiave di questa pagina
I LOBBISTI SONO GIA' DENTRO LE ISTITUZIONI: Le lobby dentro al parlamento italiano esistono da molti anni e non con personaggi esterni ma, come fa notare il politologo Gianfranco Pasquino, elette nelle file dei partiti. Scrive Pasquino (ved. blibliografia 2016): "Quanto al Parlamento italiano, per decenni alcune lobby, che mai avrebbero accettato questa definizione, che mai avrebbero volute essere iscritte in un albo contenente rappresentanti di interessi a loro sgraditi, alla strada della pressione dall'esterno hanno preferito l'ingresso diretto in parlamento dai portoni principali. La Coldiretti mandava 70/80 parlamentari nei banchi democristiani e dava indicazioni vincolanti sulla nomina del Ministro dell'Agricoltura. I sindacati eleggevano non pochi parlamentari, nient'affatto sindacalisti a fine carriera. Il cislino Donat Cattin diventò  anche Ministro del Lavoro. Notata l'assenza dei preti (non c'è bisogno di interrogarsi sul perché), non sono mai mancati i magistrati nelle file dei parlamentari. "Presente" potevano rispondere molti medici. Dal canto loro, alcuni notai, categoria numericamente ristretta, ma potentissima, presidiavano, quanto era di loro interesse nei procedimenti legislativi. In nessuno dei parlamenti post-1994 sono mancati magistrati e sindacalisti e chi esplorasse più a fondo troverebbe che non pochi parlamentari sono essi stessi lobbisti neanche  tanto travestiti."
Punti di riflessione
I partiti non sono più in grado di rappresentare gli interessi degli elettori perchè più forte si è fatta l'influenza di  Istituzioni sovranazionali (UE, BCE, FMI, ecc.) e la presenza in Parlamento di gruppi di interesse (lobby), all'interno degli stessi partiti oltre che all'esterno.
Motivi della crisi della democrazia rappresentativa

Tra i vari tipi di rappresentanza (politica, legale, organica, diretta, indiretta, ecc.), quella politica si distingue per avere un particolare valore etico. Come ha scritto il giurista Massimo Luciani (ved.bibliografia):

è immanente alla rappresentanza politica un elemento di rappresentazione simbolica, un'aspirazione a 'rendere presente' il rappresentato, sia pure attraverso il filtro della fictio, nella globalità del suo essere pubblico.


Negli ultimi vent'anni, le difficoltà della politica nel mediare i conflitti sociali hanno ridotto il ruolo del Parlamento nel farsi carico della mediazione tra i soggetti sociali: altre istituzioni (autorità indipendenti sovranazionali come quelle europee o internazionali) hanno sostituito il Parlamento nel ruolo di mediatore. Si è avuta, dunque, una riduzione del ruolo del rappresentante alla quale si è aggiunta una crescente indeterminatezza del ruolo del rappresentato dovuta alla volatilità dei ruoli sociali e alla perdità di identità collettive.

Nonostante ciò, scrive Massimo Luciani (p.117 ved.bibliografia):

Proprio questa crisi, tuttavia, rafforza — paradossalmente — la necessità della rappresentanza, poichè, nello sfaldamento del rappresentato, la sede parlamentare diventa il luogo in cui si tenta, in qualche modo, di ridurre ad unità i dispersi brandelli di un pluralismo troppo disarticolato. Perduta la pretesa di rappresentare nella sua interezza una società troppo complessa, la rappresentanza può almeno servire a darle una forma politica.


Inoltre, secondo il politologo Gianfranco Pasquino (ved.bibliografia) negli ultimi decenni, nelle democrazie occidentali, il ruolo dei partiti non è stato più in grado di rappresentare gli interessi degli elettori perchè più forte si è fatta la presenza in Parlamento di gruppi di interesse (lobby), presenti all'interno degli stessi partiti oltre che all'esterno. La pressione di questi gruppi d'interesse è cresciuta enormemente negli ultimi anni (es: energia, armamenti, gestione del web, ecc.) facendo sì che gli interessi di natura socioeconomica prendessero il sopravvento su quelli di natura sociale (diritti delle categorie sociali più svantaggiate, diritti umani, diritti dei consumatori, ecc.).

Questa crisi, tuttavia, rafforza — paradossalmente — la necessità della rappresentanza. Perduta la pretesa di rappresentare nella sua interezza una società troppo complessa, la rappresentanza può almeno servire a darle una forma politica
Declino dell'affluenza elettorale in Italia dal 1948 al 2013
aumento astensionismo in Italia
Fonte: Giornalettismo
Il ruolo dei partiti non è stato più in grado di rappresentare gli interessi degli elettori perchè più forte si è fatta la presenza in Parlamento di gruppi di interesse (lobby), presenti all'interno degli stessi partiti oltre che all'esterno
Gli obblighi all'Italia dovuti al Fiscal Compact
Il Fiscal Compact”, cioè il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell’Unione Europea è stato firmato da 25 paesi il 2 marzo 2012. Il Fiscal Compact è stato un tema ricorrente del dibattito politico negli ultimi anni e probabilmente lo sarà ancora a lungo: formalmente si tratta di un accordo europeo che prevede una serie di norme comuni e vincoli di natura economica che hanno come obbiettivo il contenimento del debito pubblico nazionale di ciascun paese; sostanzialmente è diventato sinonimo dell’austerità. (Cliccare sull'immagine per approfondire)
Parlamento esautorato
“PAREGGIO DI BILANCIO” SIGNIFICA ESAUTORARE LA COSTITUZIONE — Un diritto al lavoro poco percorso dalla politica e ancor meno nell’ultimo periodo vista l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, con la modifica dell’articolo 81 imposta all’Italia dalla Commissione Europea (organo non eletto da nessuno), e imposta alla Commissione dalle lobby di Bruxelles. (cliccare sull'immagine per approfondire)
Il Fiscal Compact”, cioè il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell’Unione Europea è stato firmato da 25 paesi il 2 marzo 2012. Fortunatamente è stato sospeso nel 2020, in occasione dell'epidemia di Coronavirus
Lobby nel Parlamento italiano

Le lobby dentro al parlamento italiano esistono da molti anni e non con personaggi esterni ma, come fa notare il politologo Gianfranco Pasquino, elette nelle file dei partiti. Scrive Pasquino (ved. blibliografia 2016):


Quanto al Parlamento italiano, per decenni alcune lobby, che mai avrebbero accettato questa definizione, che mai avrebbero volute essere iscritte in un albo contenente rappresentanti di interessi a loro sgraditi, alla strada della pressione dall'esterno hanno preferito l'ingresso diretto in parlamento dai portoni principali. La Coldiretti mandava 70/80 parlamentari nei banchi democristiani e dava indicazioni vincolanti sulla nomina del Ministro dell'Agricoltura. I sindacati eleggevano non pochi parlamentari, nient'affatto sindacalisti a fine carriera. Il cislino Donat Cattin diventò  anche Ministro del Lavoro. Notata l'assenza dei preti (non c'è bisogno di interrogarsi sul perché), non sono mai mancati i magistrati nelle file dei parlamentari. "Presente" potevano rispondere molti medici. Dal canto loro, alcuni notai, categoria numericamente ristretta, ma potentissima, presidiavano, quanto era di loro interesse nei procedimenti legislativi. In nessuno dei parlamenti post-1994 sono mancati magistrati e sindacalisti e chi esplorasse più a fondo troverebbe che non pochi parlamentari sono essi stessi lobbisti neanche  tanto travestiti.

lobby italiane
Strong resistance to changes from lobbies and corporations.
Every crisis is beautiful to his mother.
La lobby del gioco d'azzardo in Parlamento
Il peso delle lobbies dei giochi elettronici è molto grande. Il perché sta nei numeri: solo tre anni fa (2010) le entrate dai giochi avevano già raggiunto i 61 miliardi di euro, qualcosa come il 4 per cento del Pil. Nel frattempo il fenomeno è cresciuto di ulteriori 9 miliardi di euro. Il mercato attuale (2013) in Italia vale circa 70 miliardi di euro ed è in continua crescita: nel 2012 è aumentato del 14 per cento, generato soprattutto da slot che nel Paese superano le 400mila unità. Cifre impressionanti che rendono in maniera inequivocabile l’idea di un settore che si amplia proprio a causa della crisi.
Abbiamo dimenticato che i faccendieri in Parlamento esistono ancora?
faccendieri in parlamento
Una casta nella casta, l'una nascosta dentro l'altra. Come in una matrioska. Si fa presto a dire lobby. Sono partiti, pezzi interi di Parlamento, a farsi consorteria, a curare interessi, a schermare affari. Lobbisti sono gli stessi onorevoli. Anche se a invadere i corridoi di Montecitorio sono sempre più stormi di faccendieri. Li chiamano «sottobraccisti». Pronti a prendere sotto braccio il parlamentare e spiegare, ammansirlo. (cliccare sull'immagine per approfondire)
Che fare?
Resta quindi la necessità sempre più impellente di aggiungere alla rappresentanza degli strumenti nuovi di partecipazione politica, che lo sviluppo del web 2.0 rende facilmente disponibili (consultazioni online, petizioni online, ecc.), oltre che inasprire la lotta alla corruzione e il contrasto alle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione.
Resta la necessità sempre più impellente di inasprire la lotta alla corruzione e il contrasto alle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione. Solo il 56% degli italiani denuncia episodi di corruzione cui assiste o dei quali è a conoscenza, a fronte del 71% delle segnalazioni registrate mediamente nel resto d'Europa
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Libri consigliati
a chi vuole capire perchè la rappresentanza è ormai una parola vuota
Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 10 novembre 2023

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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