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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Chi determina l'Agenda Setting in Italia
TEORIE > CONCETTI > ECOSISTEMA MEDIATICO
Tre agende in conflitto permanente

Una generica agenda è una lista di azioni da fare o una lista di temi ai quali dare la priorità, ma vi sono agende collettive la cui importanza si estende a un'intera nazione e che i sociologi hanno così definito:

  • l'agenda dei media (temi rilevanti per i mass media)

  • l'agenda pubblica (temi rilevanti per l'opinione pubblica)

  • l'agenda politica (temi rilevanti per le organizzazioni politiche)


Queste tre agende si influenzano reciprocamente e i suoi attori cercano di esercitare il massimo potere di cui dispongono per condizionare le altre, cioè per trasferire le proprie priorità sulle altre agende.

politica
And the detachment from politics?
I try, but that sticks like a crab.
Punti chiave
Dosi massicce di tv di intrattenimento consumate da ragazzini creano adulti meno coinvolti nella sfera civica e sociale. (Robert Putnam)
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I giovani che avevano guardato i programmi Mediaset negli anni della loro formazione erano meno evoluti dal punto di vista cognitivo e mostravano meno impegno civile dei loro coetanei che in quel periodo avevano avuto accesso solo alla TV pubblica e alle emittenti locali (…) da una serie di test psicologici e cognitivi a cui è stato sottoposto un gruppo di reclute è emerso che i giovani che vivevano in zone dove l’esposizione alle reti del gruppo Mediaset era maggiore avevano dall’8 al 25% di probabilità in più di ottenere un punteggio più basso. Da una indagine internazionale condotta nel 2012 è emerso che, in matematica e capacità di lettura, i punteggi degli adulti italiani esposti ai canali Mediaset prima dei 10 anni erano significativamente inferiori a quelli dei loro coetanei. Davano anche prova di un minor impegno civile ed erano meno attivi politicamente. (Guido Romeo)

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Le povere pecore dicono al loro pastore:"Va pure sempre avanti e non ci mancherà mai il coraggio di venirti dietro". Ma il povero pastore pensa fra sè:"Venitemi pure sempre dietro e a me non mancherà mai il coraggio di condurvi" (Friedrich Nietzsche)

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Secondo Reporter senza frontiere, nella classifica mondiale 2019 della libertà di stampa l'Italia si colloca al 43° posto, poco prima del Botswana e di Tonga.


Dosi massicce di tv di intrattenimento, consumate quando si è ancora adolescenti, creano adulti meno coinvolti nella sfera civica e sociale
Chi condiziona chi?
agenda setting
L'inconsistenza dell'agenda politica e la censura invisibile

Walter Lippmann ha scritto pagine significative (ved.bibliografia) sui criteri che, in ogni paese, formano l'agenda politica; egli scrive (p.150):


Quando i partiti politici o i giornali si dichiarano a favore dell'americanismo [nel nostro caso potremmo sostituire tale termine con europeismo], del progressismo, della legge e dell'ordine, della giustizia, dell'umanità, sperano di amalgamare il sentimento di fazioni in contrasto che sicuramente si dividerebbero se, invece di questi simboli, venissero invitate a discutere uno specifico programma. Infatti, quando è stata realizzata una coalizione intorno al simbolo, il sentimento confluisce verso il conformismo sotto il simbolo piuttosto che verso il vaglio critico dei provvedimenti.

Lippmann evidenzia la distanza esistente tra la nebulosità delle dichiarazioni politiche (che poi formano l'agenda politica e conseguentemente quella dei media) e la discussione dei provvedimenti politici che avviene dietro le quinte, nascosta all'opinione pubblica. Infatti, scopo delle dichiarazioni politiche è quello di mascherare intenti contraddittori delle forze politiche, spesso in contrasto con l'opinione pubblica.


Sebbene oggi, con la proliferazione dei social media, non si parli più di censura, tuttavia essa esiste, come scrive lo storico Robert Darnton nel libro "I censori all'opera" (p.14):


La storia dei libri e dei tentativi di tenerli sotto controllo non darà luogo a  conclusioni direttamente applicabili alle politiche che governano la comunicazione digitale, ma è importante per altri motivi, dal momento che svelando l'attività dei censori ci mostra come ragionava chi prendeva le decisioni politiche, come lo Stato valutava le minacce al suo monopolio del potere e come tentava di sventare tali minacce.
Walter Lippmann ha evidenziato la distanza esistente tra la nebulosità delle dichiarazioni politiche (che poi formano l'agenda politica e conseguentemente quella dei media) e la discussione dei provvedimenti politici che avviene dietro le quinte, nascosta all'opinione pubblica
Libertà di stampa: Italia al 43° posto nel mondo nel 2019
Rispetto a ciò che succede nel mondo può stupire che si parli dell'Italia riguardo alla libertà di stampa. A questo riguardo il giornalista Flavio Fabbri, in occasione della pubblicazione del report 2019 di Reporter senza Frontiere (RsF) scrive (vedi bibliografia):


Secondo RsF, solo il 9% circa della popolazione umana vive in Paesi in cui la libertà di stampa è pienamente riconosciuta o quasi. Con tale percentuale ci si riferisce, sostanzialmente, alle poche decine di milioni di persone che vivono soprattutto nel Nord Europa. Il 74% dell’umanità vive in regioni e nazioni in cui, invece, l’informazione è imbavagliata e i giornalisti minacciati e non in grado di svolgere al meglio il loro lavoro.
L’Italia, invece, quest’anno guadagna 3 posizioni e si porta al 43° posto, scalando verso l’alto di tre posizioni. Il miglior risultato dal 2013 (nel 2016 eravamo al 77° posto). Molti giornalisti continuano ad essere minacciati e aggrediti, questo è certo, ma le autorità nazionali migliorano la rete di protezione e di difesa degli operatori dell’informazione. Le grandi città, tra cui Roma, e le terre del Mezzogiorno (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) continuano ad essere territori sempre più difficili e pericolosi per i giornalisti. Non solo i gruppi criminali, però, sono una minaccia per il giornalista, spesso anche le forze dell’ordine non facilitano il lavoro del reporter, anzi lo ostacolano, con minacce e perquisizioni, che arrivano fino alla confisca di materiale, strumenti e documenti di lavoro. Spesso anche i politici al Governo non mancano di rivolgersi alla stampa con toni violenti, se non proprio minacciosi, con la revoca della scorta, il taglio dei finanziamenti pubblici alle testate e la continua delegittimazione della professione.


Il setting dell'agenda dei media è correlato al livello della libertà di stampa di un paese. In Italia, secondo Reporter senza Frontiere, la libertà di stampa nel 2019 continua ad essere quella di un paese del Terzo Mondo e vede il nostro paese piazzarsi al 43° posto.

Nel 2013 Frank La Rue
, relatore speciale dell’Onu sulla promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione, aveva presentato il 18 novembre 2013 una relazione sullo stato di salute della libertà di stampa in Italia. “La priorità per l’Italia – ha detto La Rue ai giornalisti - è la deconcentrazione dei media che va di pari passo con la concentrazione del potere politico e limita la diversità e il pluralismo della libertà di espressione.” Un'altra importante raccomandazione che La Rue ha indicato nella sua relazione: "La mia raccomandazione è che la RAI sia sottoposta a un ente indipendente dallo Stato, come un fondo fiduciario o un ente di Teleradiodiffusione, e che sia amministrata come bene pubblico."

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L'inconsistenza dei discorsi politici

I politici italiani usano i mezzi di comunicazione principalmente per due scopi:

  • Dialogare tra di loro

  • Rendersi noti al grande pubblico


L'influenza politica della TV commerciale
Di solito si pensa che la Tv abbia un'influenza sulle scelte politiche solo quando trasmette telegiornali "orientati" politicamente, ma non è così. Uno studio dell'Università Bocconi, della Queen Mary di Londra e dell'Università Pompeu Fabra di Barcellona (vedi bibliografia Guido Romeo Sole24Ore) ha ricostruito il clima politico italiano degli anni '80 misurando l'impatto dei programmi d'intrattenimento delle TV commerciali sugli orientamenti politici degli italiani.  Le conclusioni dello studio, scrive Guido Romeo, sostengono che "chi ha consumato alte dosi di TV d'intrattenimento da bambino, sperimenta un abbassamento delle capacità cognitive dall'8 al 25%."
Uno studio dell'Università Bocconi, della Queen Mary di Londra e dell'Università Pompeu Fabra di Barcellona  ha ricostruito il clima politico italiano degli anni '80 misurando l'impatto dei programmi d'intrattenimento delle TV commerciali sugli orientamenti politici degli italiani.  Le conclusioni dello studio sostengono che "chi ha consumato alte dosi di TV d'intrattenimento da bambino, sperimenta un abbassamento delle capacità cognitive dall'8 al 25%."

Silvio Berlusconi

Dichiarazioni e smentite
Un flusso continuo di dichiarazioni e di immediate smentite da molti anni satura l'informazione italiana. In questo modo Berlusconi ha intasato l'agenda dei media occupando la maggior parte degli spazi disponibili
Il caso Berlusconi

Berlusconi è un soggetto politico con un notevole potere mediatico e una capacità mediatica personale che non hanno eguali nel panorama politico italiano.
La sua tenacia e il disprezzo per le leggi e le regole gli hanno permesso di mantenere un potere che non ha riscontro in nessun'altra nazione democratica.

Sarà ricordato per le "sue" TV
agenda setting e berlusconi

Romano Prodi

Non è sufficiente sembrare una persona seria
Per essere convincenti nel raccontare panzane ci vuole arte e Romano Prodi non ce l'ha
Economia ed Europa

Prodi è stato il fautore dell'introduzione della moneta unica in Europa, magnificandone fin dall'inizio (2002) i futuri benefici. Il tema dei vantaggi e degli svantaggi dell'Euro ha dominato l'agenda politica e quella dei media negli ultimi dieci anni e probabilmente dominerà anche i prossimi anni.
Adesso che sono stati evidenziati i difetti strutturali delle modalità di introduzione dell'Euro, Prodi insiste nel rivendicarne l'efficacia.

Sarà ricordato per l'introduzione dell'Euro
prodi ed euro

Mario Monti

Parole di plastica
Per essere un politico esordiente ha imparato in fretta a parlare in modo fumoso anche di fronte a domande dirette.
Tasse per tutti (tranne i ricchi)

Monti è stato il rigido applicatore della disciplina del rigore nei conti pubblici italiani (rispetto dei vincoli di bilancio europei). Avrebbe fatto di più ma PDL e PD glielo hanno impedito. Godeva di una buona reputazione personale che ha buttato a mare decidendo di "salire in politica".

Sarà ricordato per l'introduzione dell'IMU...
monti e tasse

Beppe Grillo

Un comico che sembra un politico (e non il contrario)
Beppe Grillo si è allenato per vent'anni a contrastare il populismo di Berlusconi con mezzi analoghi
Sarà ricordato per l'introduzione del Vaffanculo nel gergo politico
grillo e ingovernabilità
L'utopia che Internet rafforzi la democrazia

Nel vuoto politico italiano dominato, dopo Tangentopoli, da un lato da un centro-destra affarista (Forza Italia-PDL) e razzista (Lega) e dall'altro da un centro-sinistra inconsistente (Margherita-Ulivo) e rinunciatario (DS-PD), è stato possibile per Beppe Grillo offrire alla delusione degli elettori un messaggio nuovo (annullare la partitocrazia) ma fraudolento (democrazia diretta attraverso Internet). Per un'analisi del Movimento 5stelle del sociologo Evgeni Morozov cliccare qui.

Matteo Renzi

Sarà ricordato per il tentativo di modificare la Costituzione
Renzi
La Riforma contestata
La conquista del Potere

Dopo aver conquistato senza essere mai stato eletto, la Presidenza del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi si è affrettato a cercare di mettere al sicuro al sua conquista approvando una nuova legge elettorale (Italicum) che, alla Camera, assegnerebbe un premio di maggioranza alla lista che prendesse il 37% dei voti (o la vittoria al ballottaggio). Inoltre ha varato una Riforma Costituzionale che, se fosse stata approvata, avrebbe trasformato il Senato in una camera che non avrebbe più potuto dare la fiducia al Governo.

Matteo Salvini

Sarà ricordato per la chiusura dei porti e il sequestro dei migranti
Slvini
Cliccare per ingrandire
A giudizio per sequestro di persona
La Strategia mediatica dell'odio

Dal giugno 2018 all'agosto 2019 Salvini è stato ministro dell'interno nel primo governo Conte. Ha approfittato del suo ruolo per svolgere una campagna elettorale permanente a favore delle sue posizioni sovraniste con dei provvedimenti che sono stati giudicati razzisti come la chiusura dei porti, il divieto di attracco alle navi delle ONG e l'impedimento allo sbarco dei migranti, che gli sono costate le denunce della magistratura. La strategia mediatica di Salvini è proseguita anche dopo il passaggio all'opposizione, in occasione dell'epidemia di Coronavirus che ha colpito l'Italia nel febbraio 2020.

In attesa di essere valutati: Giorgia Meloni, Giuseppe Conte, Elly Schlein
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Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 17 maggio 2023

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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