
Ah! then we're fucked up.
La prima persona che ha proposto una teoria completa e coerente della personalità umana fu Sigmund Freud, e molti altri psicologi dopo di lui hanno proposto la loro visione della personalità (tra i tanti: Carl Gustav Jung, Alfred Adler, Karen Horney, Erik Erikson, Carl Rogers, ecc.). Data la vastità del tema lasciamo ai lettori la possibilità di approfondirlo sul libro "Theories of personality" di Duane Schultz (gratuito ma in inglese), oppure su "Introduzione alla psicologia della personalità" di Gennaro Accursio.
Questa pagina web tratta di un aspetto particolare della personalità, oltremodo importante nella società dell'informazione, che la ricerca psicologica ha chiamato "Need for cognition (NFC)". Gli psicologi Richard Petty e John Cacioppo, nel corso di diverse ricerche sperimentali (vedi bibliografia 1996, 1982, 1984), hanno dimostrato l'esistenza di differenze individuali stabili nella tendenza delle persone a impegnarsi in attività richiedenti sforzi cognitivi e a goderne, piuttosto che a evitare questi sforzi. Queste differenze spaziano da una forte riluttanza a impegnarsi in compiti intellettualmente difficili, a un forte interesse e godimento nel farlo. Da cosa derivano queste differenze?
Le differenze di atteggiamento tra individui con bassa o alta NFC sembrano derivare in gran parte dalle passate esperienze, dall'essere sostenute dalla memoria, e da comportamenti tenuti in passato. La NFC deriva da fattori multipli di natura familiare ed educativa che vanno a formare la personalità dell'individuo. Nella fase di formazione della personalità si mettono le basi per le attività cognitive dell'individuo (pensare, analizzare, riflettere, ecc.). La predisposizione a "riflettere" si acquisisce nell'infanzia per poi manifestarsi in esperienze che, nella vita adulta, influenzeranno l'acquisizione o l'elaborazione di informazioni rilevanti per risolvere problemi o dilemmi.
Scrivono Petty e Cacioppo (vedi bibliografia 1996 p.198):
Gli individui con alta NFC tendono naturalmente a cercare, acquisire, pensare, e riflettere sulle informazioni in loro possesso per dare un senso a stimoli, relazioni, ed eventi nel loro mondo. Gli individui a bassa NFC sono caratterizzati, più probabilmente, come individui che si basano su opinioni altrui (ad esempio, celebrità ed esperti), su euristiche o su processi di confronto sociale.
Nella prima infanzia il bambino acquisisce le tendenze cognitive che lo accompagneranno per tutta la vita, tra cui anche quelle negative:
- tendenza a distorcere informazioni
- tendenza a non riconciliare prospettive diverse
- tendenza a pensare che la libertà sia: "fare quello che ti pare"
- tendenza ad annoiarsi nel discutere con altri
A questo proposito scrivono Petty e Cacioppo (vedi bibliografia 1996 p.246):
I bambini imparano, attraverso l'osservazione e l'esperienza, che possono far fronte ai loro problemi attraverso il ragionamento e l'influenza verbale piuttosto che attraverso la forza fisica. In tal modo essi dovrebbero tendere a sviluppare più alti livelli di NFC a causa della constatazione dell'importanza di buone capacità di problem-solving e dell'abitudine di tracciare percorsi attraverso i rischi della vita.
Ma è compito dei genitori favorire certe tendenze perchè, dopo l'infanzia, secondo Petty e Cacioppo, la NFC rimane piuttosto stabile nel tempo e nelle situazioni.
La NFC può essere affidabilmente misurata (vedi box), e viene ritenuta un importante predittore dei risultati nella vita e nella carriera accademica delle persone.

un fattoide può essere definito come un “fatto che non esiste prima di essere veicolato da un media”: da quel momento, e solo da quel momento, per il pubblico, diventa un fatto reale. La straordinaria crescita dei social sottolinea la particolare importanza di questo principio e si affianca all’esplosione del fenomeno delle fake news, le notizie false.

- Suscettibilità al "framing" (Framing susceptibility): l'effetto del framing si verifica quando ci si trova di fronte a due scelte equivalenti dal punto di vista logico ma che portano a una decisione in direzione di una opzione solo in virtù del modo in cui vengono presentate. Un esempio citato da Kahneman e Tversky (vedi bibliografia 1981), descrive il caso di una malattia infettiva per la quale ci si aspettano 600 morti, chiedendo di scegliere tra due programmi medici d'intervento: uno che prevede la salvezza di 200 persone, l'altro che prevede 1/3 di probabilità che 600 persone si salvino e 2/3 di probabilità che nessuno si salvi. La possibilità di salvare 200 vite risulta più attrattiva della probabilità, in 2/3 dei casi, di perderne 600. Le due opzioni hanno degli effetti, probabilisticamente, identici, ma l'avversione alle perdite indirizza la scelta, nella maggior parte dei casi, verso la prima opzione.
- Calibrazione della fiducia (Confidence calibration): l'eccessiva sicurezza ha contribuito a prendere decisioni catastrofiche quali il disastro del Challenger e l'incidente nucleare di Chernobyl. La calibrazione della fiducia viene definita nella misura in cui la fiducia corrisponde alla precisione misurata in molti giudizi. Le persone, di solito presentano livelli di fiducia del 20% più alti rispetto a quanto misurato. Questo è un errore molto diffuso che pochi riescono ad evitare calibrando i loro livelli di fiducia (ad esempio nelle previsioni metereologiche, o nel gioco del bridge, o nel trading online).
- Coerenza nella percezione del rischio (Consistency in risk perception): la percezione del rischio della maggior parte delle persone è piuttosto imprecisa a causa di assenza di familiarità con i concetti probabilistici o per la presenza di condizionamenti emotivi. La coerenza nella percezione del rischio viene definita come la coerenza logica dei giudizi in tre ambiti: ambito temporale (per esempio giudizio del rischio per il prossimo anno vs. i prossimi cinque anni), ambito sociale (ad esempio rischio di morire per attacco terroristico piuttosto che per ogni altra causa), complementarità (ad esempio probabilità di avere un incidente d'auto vs. probabilità di non avere incidenti).
- Sensibilità ai costi irrecuperabili (Sensitivity to sunk costs): i responsabili di decisioni prese mostrano una disposizione a intensificare gli sforzi, una volta che le risorse sono già state investite, indipendentemente dall'evoluzione della situazione. In tal modo si cerca di negare che le risorse sono state spese a causa delle loro decisioni errate.
Gli psicologi Richard Petty, John Cacioppo e ChuanFeng Kao hanno messo a punto una checklist per la valutazione della NFC, basata su 18 punti (vedi bibliografia).
Il maggior punteggio possibile del test sarà +72, il minore -72. Il tempo di esecuzione del test 5-10 minuti. Ovviamente il valore assoluto di tale test non ha alcun senso, mentre il valore relativo di un gruppo di partecipanti ce l'ha.+4 : molto forte accordo+3 : forte accordo+2 : moderato accordo+1 : lieve accordo0 : incerto-1 : lieve disaccordo-2 : moderato disaccordo-3 : forte disaccordo-4 : molto forte disaccordo
Le conseguenze sulla persuasione delle persone che hanno un'alta piuttosto che una bassa NFC sono notevoli come molte ricerche hanno dimostrato. Ad esempio:
- Efficacia nelle ricerche online: gli informatici Jingjing Liu e Xiangmin Zhang (vedi bibliografia) hanno mostrato differenze significative nell'efficacia delle ricerche online: coloro che hanno un'alta NFC tendono ad essere più efficaci nel trovare documenti utili ai loro scopi in virtù del miglior uso delle informazioni di contesto, quali le descrizioni della pagina sul motore di ricerca google.
- Condizionamento della Televisione: gli psicologi Berndt Henning e Peter Vorderer (vedi bibliografia 2001) in uno studio finalizzato a individuare le cause delle differenze individuali in termini di ore di visione della TV (in Germania da 1,5 h/gg a 8h/gg), hanno ipotizzato che la NFC sia la causa principale che spinge a guardare più a lungo la TV. (vedi box).
- Influenza della Pubblicità: gli psicologi Richard Petty e Curtis Haugtvedt (vedi bibliografia 1992) hanno notato che le persone con alta NFC sono meno influenzabili dalla pubblicità, nel senso che non cambiano rapidamente la loro opinione se ricevono brevi messaggi contrari.


Per diversi decenni, psicologi e scienziati politici si sono bombardati a vicenda con prove di parzialità, errori, ignoranza, irrazionalità da parte di individui comuni. Più di un autore ha considerato assiomatico che le persone siano cittadini democratici scarsamente informati e maestri di autoinganno, costituzionalmente incapaci di obiettività, specialmente quando si tratta di controversie sociali, morali o politiche (ad es. Haidt, 2012; Shermer, 2011). Pochissimi, a parte a Gigerenzer(2008) si sono presi la responsabilità di difendere le virtù epistemiche del pubblico di massa. Ci sembra che ci sia una lunga lista di differenze psicologiche tra liberali e conservatori da non sottovalutare (vedi anche Hibbing et al., 2014; Jost & Amodio, 2012; Jost et al., 2003a, 2003b,2007, 2009a, 2009b, 2009c; Kandler et al., 2012; Mooney, 2012; Giovane,2009). Abbiamo dimostrato che le differenze ideologiche nella motivazione epistemica, così come la necessità di cognizione (NFC) e la necessità di condividere la realtà, possono aiutare a spiegare le differenze negli stereotipi e nel comportamento di gruppo. Più specificamente, abbiamo scoperto che il maggiore bisogno di conoscenza dei liberali li porta a fare meno affidamento su segnali di apparenza fisica. I conservatori hanno più bisogno di condividere la realtà con altri affini a loro per percepire più consenso all'interno del loro gruppo, e sentire un senso più forte di efficacia collettiva e per impegnarsi maggiormente nel raggiungimento degli obiettivi del gruppo.
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Gabriella Giudici (2013), Le teorie della personalità
Arthur Cohen, Ezra Stotlan, Donald Wolfe (1955), An experimental investigation of need for cognition [540 citazioni]
Richard Petty, John Cacioppo (1982), The need for cognition (PDF) [6234 citazioni]
Richard Petty, John Cacioppo, Chuan Feng Kao (1984), The efficient assessment of need for cognition (PDF) [7212 citazioni]
John T. Cacioppo, Richard E. Petty, Jeffrey A. Feinstein, W. Blair G. Jarvis (1996), Dispositional Differences in Cognitive Motivation: The Life and Times of Individuals Varying in Need for Cognition (PDF) [2047 citazioni]
Anne Bost (2007), The Need for Cognition Scale [8 citazioni] - Descrive la nascita della checklist a 18 item per la valutazione NFC e i criteri per valutarne i risultati
Richard Petty, Curtis Haugtvedt (1992), Personality and Persuasion: Need for Cognition Moderates the Persistence and Resistance of Attitude Changes (PDF) [491 citazioni]
Jingjing Liu, Xiangmin Zhang (2008), The Effect of Need for Cognition on Search Performance (PDF) [2 citazioni]
Bernd Henning, Peter Vorderer (2001), Psychological Escapism: Predicting the Amount of Television Viewing by Need for Cognition (PDF) [137 citazioni]
Bing Pan et Al. (2007), In Google We Trust: Users’ Decisions on Rank, Position, and Relevance (PDF) [381citazioni]
Teresa L. Davis, Lawrence J. Severy, Stephen J. Kraus, J. Michael Whitaker (1993), Predictors of Sentencing Decisions: The Beliefs, Personality Variables, and Demographic Factors of Juvenile Justice [66 citazioni]
Jessica Carnevale, Yoel Inbar, Jennifer Lerner (2011), Individual Differences in Need for Cognition and Decision-Making Competence among Leaders (PDF) [47 citazioni]
Robert W. Service, David Loudon (2012), A Global Leadership Quotient—GLQ: Measuring, Assessing, and Developing (PDF)
Amos Tversky, Daniel Kahneman (1981), The Framing of Decisions and the Psychology of Choice (PDF) [14789 citazioni]
Gianluca Merlino (2016), Bufale e fattoidi: le notizie false possono essere “sconfitte” dai fatti? Una risposta sistemica
- Ana-Maria Cazana, Simona Elena Indreica (2013), Need for cognition and approaches to learning among university students (PDF) [4 citazioni]
- John T. Jost, Margarita Krochik (2014),Ideological Differences in Epistemic Motivation: Implications for Attitude Structure, Depth of Information Processing, Susceptibility to Persuasion, and Stereotyping (PDF) [39 Citazioni]
- Differenziazione del sé
- Pubblicità e illusione
- Fact Checking
- Credenze e dissonanza cognitiva
- Razionalità e razionalizzazione
- Intelligenza umana
- Framing
Pagina aggiornata il 4 marzo 2021