La televisione ha una forza da leone, la televisione non ha paura di nessuno, la televisione t'addormenta come un coglione. (Enzo Jannacci)
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Negli ultimi anni la TV è stata disintermediata dal Web (ved. bibliografia), inoltre nuove tecnologie sono apparse all'orizzonte (Augmented Reality) e sono in fase di sperimentazione.
Ma i suoi obiettivi non cambiano (vendere qualcosa allo spettatore medio). Probabilmente la TV permarrà ancora alcuni anni nelle abitudini di consumo della popolazione italiana (che invecchia e non ama cambiare le proprie abitudini). Tutti sappiamo che l'effetto della televisione sulla costruzione delle opinioni delle persone è enorme in tutti i paesi del mondo, ma quel che forse non sappiamo è che essa lo fa in modo lento, subdolo, quasi inavvertibile non per mezzo dei telegiornali ma attraverso i programmi d'intrattenimento. In Italia tale fenomeno è stato ampiamente dimostrato dall'avvento delle TV commerciali di Berlusconi, di cui Carlo Freccero è stato, agli inizi, l'ideatore responsabile dei palinsesti televisivi di Canale 5.
Secondo Carlo Freccero (ved. bibliografia), in Italia (p.11):
la televisione ha avuto un ruolo centrale nel plasmare la coscienza politica delle persone e nel formare la nostra opinione pubblica.

Nel lontano 1961, Umberto Eco scrisse un famoso saggio (nel libro "Diario Minimo") sul personaggio televisivo dell'epoca intitolato "Fenomenologia di Mike Bongiorno" nel quale descriveva così il personaggio:
Per leggere il saggio completo cliccare qui.
Il caso più vistoso di riduzione del superman all'every man lo abbiamo in Italia nella figura di Mike Bongiorno e nella storia della sua fortuna. Idolatrato da milioni di persone, quest'uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere traspare una mediocrità assoluta unita (questa è l'unica virtù che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica: sembra quasi che egli si venda per quello che è, e che quello che è sia tale da non porre in stato di inferiorità nessuno spettatore, neppure il più sprovveduto. Lo spettatore vede glorificato e insignito ufficialmente di autorità nazionale il ritratto dei propri limiti.

I answer her.

Secondo il sociologo e filosofo Jean Baudrillard, la televisione ha avviato (e il web sta oggi completando) il lavoro di trasformazione di tutti i nostri atti e di tutti gli eventi in pura informazione. Egli scrive (ved. bibliografia, p.31):
Il delitto perfetto consiste in una realizzazione incondizionata del mondo attraverso l'attualizzazione di tutti i dati. [...] Insomma: la soluzione finale, la risoluzione anticipata del mondo mediante la clonazione della realtà e lo sterminio del reale col suo doppio.

Con il web e con i dispositivi ad esso connessi, le possibilità di creare iperrealtà sono cresciute perchè non c'è più bisogno di schermi.
Come dice il designer Keiichi Matsuda (ved.bibliografia):
La Hyper-reality per me è la nuova condizione della città contemporanea, una situazione in cui reale e virtuale sono mondi interconnessi, anzi, complementari, e quindi la tecnologia è il ponte che li unisce: con la tecnologia non abbiamo già più bisogno di schermi, tutto può diventare fonte d’informazione grazie all’Hyper-Reality, quindi un parco può diventare a piacere un ufficio, perché se ogni luogo è connesso non esiste più il contesto.
L’unico modo per capire veramente di cosa parla [Matsuda] è guardare il video di “Città Aumentata”, dove vari personaggi si muovono in ambienti urbani saturati di piattaforme digitali, interagendo con oggetti e quadri informativi tipo ologrammi… mentre camminano, prendono il treno, cucinano, come fossero immersi in una cloud, una nuvola gassosa che pulsa d’iperrealtà. Quando a Matsuda chiediamo se questa sua visione sia una conseguenza dell’essere già un “nativo digitale”, ci guarda quasi senza afferrare. Solo adesso scrivendo capiamo perché: la questione posta così è assurdamente dualistica. In realtà per lui non esiste un mondo reale opposto a quello virtuale.
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- Rana Foroohar (2013), The End of TV as We Know It - Time.com
- Jean Baudrillard (1996), Il delitto perfetto - La televisione ha ucciso la realtà? - Cortina editore
- Il virtuale ha assorbito il reale - Intervista a Jean Baudrillard (1999), RAI Media Mente
- Franco Freccero (2013), Televisione - Bollati Boringhieri
- Eco compie 80 anni, rileggiamo la Fenomenologia di Mike - (2012) Linkiesta
- Gianfranco Bertagni, La banalità come crimine perfetto (Jean Baudrillard)
- Francesco Lamendola (2012), Nell’era del virtuale, per Baudrillard, la realtà scompare e diviene il suo contrario - Arianna editrice
- Chung Chin-Yi (2007), Hyperreality, the Question of Agency, and the Phenomenon of Reality Television (PDF)
- Paul Virilio (2000), Desert Screen: War at the Speed of Light (PDF) - Recensione di Jim Sinclair
- Giampaolo Fabris (2007), L'Iperrealtà dove il valore non è più soltanto d'uso - LaRepubblica
- Keiichi Matsuda (2014), L’iperrealtà diventa reale - Nova Sole24ore
- Keiichi Matsuda (2015), Future ways of living - Meet the Media Guru
- Melissa Goldin (2014), Augmented Reality TV System Mixes Programming and Web Content - Mashable
- Mark J. Miller (2015), VR TV Arrives as Virtual Reality Crashes 2015 Digital Ad NewFronts
- Karl R. Popper, John Condry, Charles S. Clark (1994), Cattiva maestra televisione (PDF) - Reset
Pagina aggiornata il 21 aprile 2021