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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Marzo 2022
NEWSLETTER
Newsletter 25
pensierocritico.eu
Focus della newsletter 25

Il focus di questa newsletter è il concetto di "esperienza" e il nuovo interesse per esso che prenderà corpo quando il Metaverso avrà acquistato una forma immersiva. In ogni caso, le esperienze di realtà virtuale ci obbligheranno a riflettere sulle nostre esperienze nel mondo reale, tra le quali, ad esempio, quelle erotiche, che in questa newsletter vengono descritte dal punto di vista neurobiologico; o quelle  di tipo psicopatologico che vengono approfondite nella relativa pagina; o quelle di tipo respiratorio, che vengono trattate dal punto di vista antropologico, con una digressione, infine, sull'uso dei "feromoni" nella specie umana.

Ecco i temi trattati in questa Newsletter:

  1. Abbiamo bisogno di una macchina dell'esperienza?: Il concetto di esperienza sta per diventare più importante in vista della nuova stagione che sta per aprirsi con l'evoluzione di Internet verso la realtà virtuale, cioè verso quell'ambiente che è stato chiamato "Metaverso" dallo scrittore Neil Stephenson nel romanzo "Crash Snow". Il Metaverso è in fase di creazione e molte aziende stanno investendo sforzi e capitali enormi per crearlo, tra loro uno dei più famosi è Mark Zuckerberg che sta trasformando Facebook in Meta, cioè in un'azienda completamente dedicata alla realtà virtuale. L'essere umano si autocostruisce, e/o si fa costruire da altri, con le esperienze che vive nel proprio ambiente: esse creano le sue conoscenze, sia che si tratti di esperienze dirette che l'individuo vive personalmente nel mondo, sia che si tratti di esperienze indirette (la maggior parte delle nostre esperienze) che l'individuo apprende da altri (libri, conversazioni, mezzi di comunicazione, social media, ecc.). Il filosofo Robert Nozick aveva già anticipato il tema nel 1974 nel libro "Anarchia, stato e utopia", proponendo una "macchina dell'esperienza" che viene descritta e valutata in questa pagina. La domanda al centro della Experience Machine è: il piacere è tutto ciò che conta? Con l'intento di capire se l'essere umano è guidato, nella sua azione, solo dalla ricerca del piacere personale, come ipotizzato da Sigmund Freud nel 1920 nel libro "Al di là del principio di piacere", che avviò la sua riflessione psicoanalitica o ci sono altre "spinte" mentali (diverse da quella proposta da Freud). Robert Nozick aveva descritto la macchina dell'esperienza in questo modo "Immagina una macchina che possa darti qualsiasi esperienza (o sequenza di esperienze) tu possa desiderare. Quando sei connesso a questa macchina dell'esperienza, puoi avere l'esperienza di scrivere una grande poesia o di portare la pace nel mondo o di amare qualcuno ed essere amato in cambio. Puoi provare i piaceri "provati" di queste cose, come si sentono "dall'interno". Puoi programmare le tue esperienze per... il resto della tua vita. Se la tua immaginazione è impoverita, puoi utilizzare la biblioteca di suggerimenti estratti da biografie e arricchiti da romanzieri e psicologi. Puoi vivere i tuoi sogni più cari "dall'interno". Sceglieresti di farlo per il resto della tua vita?... Entrando, non ricorderai di averlo fatto; quindi nessun piacere verrà rovinato dal rendersi conto che sono prodotti dalla macchina". Si tratta di una domanda che si porrà a tutti gli utenti del Metaverso se, come pare probabile, esso mira a diventare il grande "videogioco planetario". Qual è stata la risposta di Nozick? Robert Nozick ha risposto "NO", cioè ha risposto che la maggior parte degli esseri umani non riterrebbe conveniente dare in pasto la propria vita alla macchina dell'esperienza. Ciò principalmente per tre motivi: (1) perchè le persone ritengono ci sia una differenza enorme tra "fare un'esperienza" in una realtà (solo positiva) costruita artificialmente, piuttosto che "fare delle azioni in una realtà vera" soggetta a tutte le potenziali variabili (positive o negative) della vita reale; (2) perchè le persone vogliono "essere" delle persone "vere" piuttosto che dei fantocci che galleggiano in un serbatoio della macchina dell'esperienza; (3) perchè le persone vogliono vivere nella realtà (misteriosa e incerta) piuttosto che suicidarsi all'interno di una macchina indirizzata da qualcun altro. Infatti sembra che, per apprezzare la macchina dell'esperienza, bisognerà essere psicopatici, sociopatici, ludopatici, o peggio..., cioè quella parte degli esseri umani minoritaria e limitata, che secondo uno meta-analisi di 15 studi della psichiatra Ana Sanz-Garcia e dei suoi colleghi, ammonta al 4,5% della popolazione adulta generale (prevalenza inferiore a quella riscontrata nella popolazione che ha commesso reati o carceraria, che di solito oscilla tra il 10 e il 35% ).

  2. Metaverso futuro: Il 2021 ha inaugurato una nuova tendenza: è scoppiato il Metaverso e vengono continuamente descritte le mirabolanti aspettative sui suoi effetti. Esse riguardano l'attuazione di esperienze di realtà virtuale con la sua massiccia estensione a Internet e ai social networks. Uno dei principali testimoni del Metaverso è Mark Zuckerberg che ha cambiato il nome di Facebook in "Meta" e  ha descritto i primi servizi che la sua società renderà disponibili a breve. A riguardo del futuro del Metaverso il filosofo Mauro Carbone scrive: "Ma forse non sarà come l'ha pensata Zuckerberg, una realtà puramente digitale in cui l'individuo si estranea: al posto di un'immersione virtuale si potrebbe delineare un mondo fisico aumentato da informazioni multimodali condivise. " Sarà comunque un cambiamento epocale i cui effetti saranno visibili nei prossimi decenni e, riguardo a ciò che ci attende, il giornalista Luca Pierattini scrive: "un nuovo universo fatto di esperienze, film, concerti, incontri, giochi e tutto ciò che riesci ad immaginare in forma digitale. Pensa alla tua routine quotidiana e declinala in formato virtuale: riunioni, incontri, pranzi, sport, fitness, film, fiere, videogiochi e acquisti saranno convertiti per essere disponibili nel nuovo ambiente 3D in via di costruzione. Serviranno anni (e miliardi di visori e occhiali smart) per poter vedere il metaverso in azione alla massima potenza. Eppure, c’è chi ci crede a tal punto da dedicargli il nome dell’azienda, come ha fatto l’ex gruppo Facebook, ora Meta, che ha presentato di recente la propria ipotesi di mondo virtuale esteso, spiegando agli utenti come sarà possibile invitare amici a casa, giocare, fare surf, incontrare i colleghi o partecipare ad un concerto senza spostarsi dal salotto di casa, in un batter d’occhio". Si tratta di un mondo senza contatti umani reali di cui aveva parlato la giornalista Naomi Klein, descrivendo lo scenario no touch imposto dalla pandemia di Covid e denominandolo "Screen New Deal". Ella scrive: "sta cominciando a emergere qualcosa di simile a una dottrina coerente dello shock pandemico. Chiamalo il New Deal dello schermo. Molto più hi-tech di qualsiasi cosa abbiamo visto durante i disastri precedenti, il futuro che si sta precipitando a esistere mentre i corpi si accumulano tratta le nostre ultime settimane di isolamento fisico non come una dolorosa necessità per salvare vite umane, ma come un laboratorio vivente per un futuro senza contatto permanente e altamente redditizio". E, a proposito di questo tipo di mondo, il filosofo Mauro Carbone scrive: "E' piuttosto all'interno dello scenario prospettato da Naomi Klein che mi pare vada collocata la futura costruzione dell'ultra-universo digitale, l'interesse per il quale  è stato rafforzato appunto dalle esperienze pandemiche prima ancora che dal fatale annuncio di "Zuck". In ogni caso, proprio perchè tale annuncio e la relativa campagna pubblicitaria hanno fatto credere il contrario, è importante ribadire che attualmente la fisionomia del metaverso è ancora tutta da precisare. Al momento, infatti, esso si presenta più o meno come una galassia di mondi 3D tra loro connessi, per frequentare i quali si prevede che in futuro saranno richieste identità accettate e non fittizie. Malgrado questa sostanziale indefinitezza, sembra chiaro che il metaverso dovrà combinare, tra le altre tecnologie, realtà virtuale e realtà aumentata. Ma le prestazioni proposte o promesse dall'una e dall'altra tendono a delineare relazioni ben diverse  tra il mondo fisico e quello digitale: diciamo un rapporto per cui essi si pongono in alternativa nel primo caso, mentre tendono a integrarsi nel secondo". I ricercatori di Grayscale, che opera nelle criptovalute, hanno individuato una serie di dinamiche chiave che potrebbero contribuire in modo significativo alla crescita del settore dei metaversi, tra cui l'aumento del tempo libero medio e l'aumento del denaro speso per gli hobby digitali, un passaggio culturale dai giochi premium a quelli free-to-play. La necessità di indossare dei wearables per usare il Metaverso costituisce un forte ostacolo per l'esperto di intelligenza artificiale Alex Firssoff, che scrive: "I dispositivi indossabili sono scomodi. Questi dispositivi in ​​generale possono sembrare geniali, ma l'idea di indossare un pesante vaso di plastica sulla testa è piuttosto difettosa. I dispositivi indossabili sono buoni fino a quando il Metaverse non è eccessivamente complicato. Una volta che migliora, occhiali e cuffie non possono più simulare un mondo quasi reale prodotto dal Metaverse. Il che porta a una conclusione ovvia: il futuro sarà molto più sorprendente e inquietante, non avendo spazio per attrezzature ingombranti lì dentro. I guanti aptici possono far sudare le mani. Gli occhiali o le cuffie AR sono in grado di rovinare la vista e, inoltre, sono dannatamente scomodi. Hai mai provato a passare l'intera giornata con l'Oculus? Una specie di tortura sofisticata, vero? Il cervello umano ha i cosiddetti nervi cranici. I nervi cranici trasmettono informazioni tra il cervello e parti del corpo, principalmente da e verso le regioni della testa e del collo, inclusi i sensi speciali della vista, del gusto, dell'olfatto e dell'udito. La nostra area di interesse sono i nervi olfattivi, ottici, vestibolococleari e facciali". Ma a parte questi problemi tecnici, il vero rischio è di natura etica, come scrive il filosofo Slavoj Žižek: "La grande conquista della modernità, lo spazio pubblico, sta scomparendo. Zuckerberg ha annunciato che la sua azienda cambierà nome da "Facebook" a "Meta" e ha delineato la sua visione del "metaverso" in un discorso che è un vero manifesto neofeudale: Zuckerberg vuole che il metaverso alla fine comprenda il resto della nostra realtà, collegando frammenti di spazio reale qui a spazio reale là, mentre sussume totalmente ciò che pensiamo come il mondo reale. Nel futuro virtuale e aumentato che Facebook ha pianificato per noi, non è che le simulazioni di Zuckerberg saliranno al livello della realtà, è che i nostri comportamenti e le nostre interazioni diventeranno così standardizzati e meccanici che non avrà nemmeno importanza. Invece di creare espressioni facciali umane, i nostri avatar potranno eseguire iconici gesti con il pollice in su. Invece di condividere aria e spazio insieme, potremo collaborare su un documento digitale. Impareremo a declassare la nostra esperienza di stare insieme a un altro essere umano, per vedere la loro proiezione sovrapposta nella stanza come una figura di Pokemon in realtà aumentata"

  3. Realtà virtuale: Le nuove tecnologie "immersive" di realtà virtuale promettono di risolvere molti problemi umani in vari campi: formazione, apprendimento, manutenzione, giornalismo, riabilitazione motoria e cognitiva, terapia, review design, ecc. e, se si aggiungono gli imminenti Metaversi, nelle intenzioni dei costruttori e fornitori di servizi, tutte le attività umane sarebbero interessate. Secondo i filosofi Michael Madary e Thomas Metzinger "la realtà virtuale è la rappresentazione di "possibili mondi" e di "possibili sé" con lo scopo di creare un "senso di presenza" nell'utilizzatore. La realtà virtuale immersiva, ma più in generale qualunque tecnologia che attui l'illusione dell'incorporazione, distrugge le nostre relazioni con il mondo naturale. [...] Ciò che è storicamente nuovo nella realtà virtuale è che essa crea non solo nuovi rischi, ma anche nuove dimensioni etiche e legali dovute al fatto che una realtà virtuale [la mente umana] viene profondamente incorporata in un'altra realtà virtuale [in avvenire il Metaverso]. La mente umana, che si è formata in specifiche condizioni in milioni di anni, adesso diventa causalmente e informativamente intrecciata con sistemi tecnici per la rappresentazione di possibili realtà". I rischi di questa tecnologia riguardano l'illusione di essere incorporati in qualcosa che non ha una consistenza materiale, ad esempio in un avatar di varia dimensione, età o colore della pelle (come quelli previsti dal Metaverso di Zuckerberg). La realtà virtuale immersiva, ma più in generale qualunque tecnologia che attui l'illusione dell'incorporazione, come pensano i filosofi citati, distrugge le nostre relazioni con il mondo naturale. I tradizionali paradigmi di psicologia sperimentale non possono indurre illusioni così forti, così come guardare un film o un videogioco "non immersivo" non riesce a provocare l'illusione di possedere e controllare un corpo che non sia il proprio. Come hanno evidenziato Madary e Metzinger, nella realtà virtuale la mente umana (che crea virtualmente la nostra esperienza del mondo reale) viene profondamente incorporata in un'altra realtà virtuale. Ma la realtà virtuale potrebbe provocare altri rischi, quali: il (1) disturbo di depersonalizzazione/derealizzaione (citato nel DSM-5 300.14), (2) l'accesso a contenuti rischiosi quali il sesso (pedofilia virtuale, stupro virtuale), la violenza e la triade oscura (narcisismo, machiavellismo, psicopatia), (3) la negligenza verso gli altri nel mondo reale, (4) l'assenza di limiti temporali di permanenza nella realtà virtuale, (5) la manipolazione mentale, (6) l'effetto Proteus per la manipolazione comportamentale. Vi sono rischi anche nella realtà aumentata, infatti i fornitori vogliono vendere la possibilità di fare nuove esperienze. Ad esempio Magic Leap sostiene di poter generare, trasmettere, quantificare, raffinare, personalizzare, ingrandire, scoprire, condividere, delle "esperienze". Le esperienze di realtà aumentata prevedono l'inserimento di oggetti o persone nel proprio ambiente reale, invece quelle di realtà virtuale l'inserimento di se stessi in ambienti virtuali. Lo spostamento dalla "informazione" (creazione, trasmissione e consumo) alla "esperienza" (creazione, trasmissione e consumo) definisce questa nuova piattaforma. Il fondatore di Magic Leap, l'ingegnere biomedico Rony Abovitz, dice: "Il nostro è un percorso nell'interiorità umana. Stiamo costruendo l'internet della presenza e della esperienza". Madary e Metzinger propongono la necessità di un diritto costituzionale all'autodeterminazione mentale, che limiti l'autorità dei governi e salvaguardi la libertà individuale e l'autonomia mentale (almeno nelle democrazie liberali che prevedono la separazione dei poteri). Essi hanno condensato in un documento il codice etico di condotta da impiegare nella ricerca e progettazione di applicazioni di realtà virtuale. Tale misura dovrebbe essere presa per evitare i rischi di reazioni mentali avverse che possano incrementare i costi psicosociali a carico della collettività.

  4. Psicopatologia e Sociopatia: E' noto che la patologia mentale è un problema di disadattamento al proprio ambiente. Spesso scopriamo con sorpresa, in qualche particolare occasione, che alcune delle persone che frequentiamo assumono regolarmente psicofarmaci. Eppure, a uno sguardo superficiale, sembravano persone equilibrate... Le malattie mentali sono dunque alterazioni psicologiche e/o comportamentali relative alla personalità dell'individuo che causano pericolo o disabilità e non fanno parte del normale sviluppo psichico della persona. Il temperamento delle persone è stato esaminato in uno studio durato tre decenni da un gruppo di psicologi e ricercatori tra i quali Alva Tang che hanno scritto: "I ricercatori hanno a lungo considerato le qualità temperamentali come predisposizioni biologiche; sono tratti duraturi che non semplicemente scompaiono; e che hanno posto le basi per lo sviluppo di una personalità più ricca. Questo studio longitudinale prospettico utilizza le osservazioni comportamentali della BI (Behavioral Inibition) infantile a 14 mesi di età e dati che coprono 26 anni per esaminare come il temperamento modella i risultati del corso della vita degli adulti. Man mano che le persone invecchiano, la personalità può diventare sempre più stabile a causa dell'accumulo e del rinforzo di esperienze coerenti selezionate o create dagli individui". La psicologa Ana Sanz-Garcia e i suoi colleghi, hanno effettuato nel 2021 una meta-analisi di 15 studi allo scopo di individuare il tasso di psicopatia nella popolazione mondiale, e hanno ipotizzato che esso sia del 4,5%. Essi scrivono: "Come ci si poteva aspettare, questa prevalenza è molto inferiore a quella riscontrata nei campioni ottenuti in contesti forensi o carcerari. Ad esempio, nella meta-analisi di (Fox e DeLisi - 2019), è stato riscontrato che la prevalenza media della psicopatia tra i criminali di omicidio potrebbe essere stimata al 27,8 o al 34,4%. Tuttavia, sebbene la prevalenza media della psicopatia nella popolazione generale sia chiaramente inferiore a quella riscontrata nella popolazione del reato o carceraria, i tassi di prevalenza della psicopatia nella popolazione generale ottenuti negli studi esaminati in questo lavoro mostrano notevoli variazioni, che vanno da un minimo dello 0% fino a un massimo del 21%. Un altro risultato interessante di questo lavoro ha a che fare con la scoperta di differenze nella prevalenza della psicopatia tra diversi gruppi di adulti nella popolazione generale. In particolare, questa revisione ha rilevato che la prevalenza della psicopatia è significativamente più alta tra i lavoratori di alcune organizzazioni e aziende (dirigenti, professionisti degli appalti e delle forniture, addetti alla pubblicità) che tra gli studenti universitari o tra le persone della comunità generale (12,9 vs. 8,1% e 1,9% rispettivamente). A sua volta, la prevalenza tra gli studenti universitari è significativamente superiore a quella tra le persone della comunità generale (8,1 vs 1,9%). La più alta prevalenza di psicopatia tra i lavoratori di alcune organizzazioni e aziende si basa sui dati di soli tre studi con un campione totale di 668 persone e dovrebbe, quindi, essere presa con una certa cautela. Tuttavia, questo risultato è coerente con la letteratura scientifica che propone che la psicopatia sia più prevalente in alcune professioni (es. imprenditori, manager, politici, investitori, venditori, chirurghi, avvocati, impiegati di telemarketing) in cui le caratteristiche di personalità che definiscono la psicopatia potrebbero anche facilitare il loro successo in queste professioni". Vi è un'estesa presenza di tre tratti malevoli nella personalità di individui apparentemente normali. Questi tratti a volte si mescolano tra loro e vanno a costituire uno stile interpersonale definibile come "insensibile-manipolativo". Tali tratti individuano la Triade oscura della personalità. Questo termine popolare è stato coniato nel 2002 dagli psicologi Delroy L Paulhus e Kevin M Williams. La Triade oscura (Dark Triad) si riferisce a tre tratti della personalità insolitamente negativi: narcisismo, psicopatia e machiavellismo.

  5. Naso e respirazione: Il naso e la sua estetica sul volto umano, talvolta, sono al centro dell'attenzione, riguardo all'estetica degli individui. Questa attenzione si sta trasferendo dagli USA e dalla UE  anche in Asia (forse seguendo la moda del Feng Shui facciale, o le riviste femminili, o la moda in genere). Molti luoghi comuni nei paesi occidentali e orientali attribuiscono al naso una relazione con la personalità dell'individuo. Si tratta di assurdità senza senso che attribuiscono alla fisiognomica delle proprietà senza fondamento, come l'oroscopo cinese che scrive: "Essendo la parte più prominente del viso, il naso rappresenta la propria autostima, capacità, stato sociale e personalità. Nella lettura del viso, gli occhi sono il simbolo del rango mentre il naso è il simbolo della ricchezza. Molte persone credono che il naso indichi la fortuna per la carriera e la ricchezza ufficiali". Di fronte a simili prospettive mediatiche e alla disponibilità anche su Youtube, di diseducativi Test della personalità che includono il naso, vediamo che gli interventi di rinoplastica ammontano a circa il 15% del totale degli interventi estetici, si stanno estendendo a tutto il mondo e si prevede un loro incremento del 1% annuo fino al 2028. Per capire se il "Face Reading" ha un fondamento scientifico il sociologo ZhiZhong Kai dell'Università di Toronto ha svolto un esperimento, le cui "conclusioni" sono state che la teoria della fisionomia tradizionale che spiega la personalità attraverso le forme del viso non è supportata dai risultati, e i valutatori tendono a esprimere un giudizio sulla personalità delle persone in base ai loro stereotipi delle forme del viso. Il successo crescente della rinoplastica indica un fenomeno (sia maschile che femminile) di rifiuto della propria identità e di vergogna rispetto alla propria immagine che si vorrebbe conformare ai modelli sociali più accettati (si veda il culto crescente globalizzato dei modelli proposti dal cinema, dalla pubblicità, dalla TV, dalle riviste di moda, ecc.). Ci si vergogna di non essere come gli altri, anzi...più belli degli altri, e si è disposti a buttare alle ortiche i tratti familiari ereditati. Tranne quando i propri tratti siano particolarmente sgradevoli o si abbiano problemi funzionali come una cattiva respirazione... conviene tenersi il naso di famiglia. Se accantoniamo il cumulo di fake news che riguardano il naso e la sua forma, esso è un importante elemento della fisiologia umana, soprattutto perchè favorisce la nostra "respirazione". Una funzione importante del naso e della cavità nasale è quella di condizionare l'aria inspirata prima che raggiunga il tratto respiratorio inferiore. Per questo motivo, si pensa che le differenze osservate nella forma del naso tra le popolazioni non siano semplicemente il risultato di una deriva genetica, ma possano essere adattamenti al clima. L'antropologo Mark Shriver ha svolto uno studio in cui ha mappato la forma del naso su più di 2.500 persone provenienti da quattro regioni del mondo con climi diversi. Egli scrive: "I nostri risultati supportano l'affermazione che l'adattamento locale al clima potrebbe aver avuto un ruolo nell'evoluzione delle differenze di forma del naso tra le popolazioni umane". Ma esiste una nuova ipotesi dal confronto con gli attuali scimpanzè e macachi. Il farmacologo e biologo Takeshi Nishimura autore insiems ad altri di uno studio nel quale ha confrontato le cavità nasali di uomini, scimpanzè e macachi, scrive: "Perché i nostri antenati hanno sviluppato un naso sporgente prominente quando la maggior parte dei primati ha aperture nasali piatte? Questo studio suggerisce che il nostro naso insolito potrebbe aver acquisito la sua forma semplicemente come sottoprodotto di altri cambiamenti più importanti nella struttura del nostro viso, anche se altri ricercatori insistono sul fatto che alcuni nasi umani sono stati modellati direttamente dalla selezione naturale". Cosa successe nel Pleistocene? I periodi dal tardo Pliocene al Pleistocene inferiore sono stati caratterizzati da un clima altamente fluttuante e da un graduale passaggio da ambienti caldi e umidi ad ambienti freschi e aridi, soprattutto nell'emisfero settentrionale. Questi cambiamenti collegati nelle regioni nasale e faringea avrebbero in parte contribuito al modo in cui gli ominidi dalla faccia piatta, cioè i membri di Homo, dovevano essere sopravvissuti a tali fluttuazioni climatiche, prima di trasferirsi "fuori dall'Africa" ​​nel Pleistocene inferiore per esplorare i più climi severi e gli ambienti ecologici dell'Eurasia. Il giornalista scientifico James Nestor scrive nel suo libro "L'arte di respirare": "L'innovazione di pestare e cucinare il cibo non mancò di provocare delle conseguenze. Il cervello in rapida crescita aveva bisogno di spazio per espandersi, e lo sottrasse alla parte inferiore delle nostre facce, che ospitava fosse nasali, bocca e vie respiratorie. Nel corso del tempo, i muscoli al centro della faccia si ammorbidirono, e le ossa della mascella si indebolirono e assottigliarono. Il volto si accorciò e il cavo orale rimpicciolì, lasciandosi dietro una ossuta sporgenza che rimpiazzava il grugno schiacciato dei nostri antenati. Questa nuova caratteristica apparteneva solo a noi e ci distingueva da altri primati, il naso prominente". Poi vi fu lo sviluppo della capacità umana più importante per la nostra specie e per lo sviluppo del cervello: il linguaggio. Per poterlo sviluppare occorreva modificare la forma della glottide come scrive James Nestor nel libro "L'arte di respirare": "A mano a mano che gli esseri umani sviluppavano l'eloquio, la laringe si abbassò, liberando uno spazio nella parte posteriore del cavo orale e consentendo una gamma più ampia di vocalizzazioni e volumi. Labbra più piccole erano più facili da muovere, e le nostre si erano evolute diventando più sottili e meno bulbose. Lingue più agili e flessibili rendevano più facile controllare le sfumature e la struttura dei suoni, e così la lingua scivolò ancora più in basso nella gola, spingendo la manibola più in avanti." Questi adattamenti del cavo orale, dovuti alla necessità di creare lo spazio necessario ad accogliere un cervello più grande e, contemporaneamente, a permettere il linguaggio complesso, sono stati esaminati approfonditamente dal giornalista scientifico James Nestor nel libro "L'arte di respirare" che scrive: "L'aspetto triste della faccenda è che gli stessi adattamenti che permettevano ai nostri antenati di superare in scaltrezza, intelligenza e longevità gli altri animali, congestionavano le nostre bocche e gole, rendendoci molto più difficile respirare. Parecchio tempo dopo, questa crescita "al contrario" avrebbe favorito la nostra abitudine di soffocarci da soli mentre dormiamo, ovvero a russare (carlini, mastini, boxer e altri cani brachicefali sono stati fatti accoppiare in modo da sviluppare musi piatti e cavità sinusali più piccole, e per questo soffrono di una gamma simile di problemi respiratori cronici).

  6. Feromoni e Allomoni: Circa duecento anni fa, l'anatomista Ludvig Levin Jacobson descrisse un organo anatomicamente distinto all'interno della cavità nasale piena di cellule chemorecettive e, senza produrre prove, lo soprannominò il "naso sessuale" come potenziale mediatore della risposta ai feromoni. Esperimenti successivi hanno suggerito che il naso sessuale, ora denominato "organo vomeronasale", risponda ai feromoni mentre i neuroni chemorecettivi che risiedono nell'epitelio olfattivo principale, avviano la percezione degli odori. Non è ancora stato chiarito scientificamente se i feromoni agiscano ancora nella specie umana, mentre sono sicuramente attivi nelle specie con un sistema nervoso più semplice, quale quello degli insetti. E a causa di questo motivo vengono usati dall'uomo, in agricoltura, per il monitoraggio delle infestazioni e per la gestione dei trattamenti insetticidi. I feromoni sembrano gestire la comunicazione chimica in specie quali insetti, anfibi e serpenti nelle quali, oltre al compito riproduttivo, hanno anche il compito di segnalare i predatori. A questo proposito il biologo Edward O Wilson scrive: "Più del 99 per cento delle specie - animali, piante, funghi e microrganismi - affida la comunicazione tra i propri membri esclusivamente, o quasi esclusivamente, a un certo numero di sostanze chimiche (i feromoni). Vengono distinte anche altre sostanze chimiche (gli allomoni), così da riconoscere specie diverse i cui membri possono essere prede, predatori o partner simbiotici". I ricercatori medici Jeffrey Pedersoli e Serge Wunsch scrivono: "Il mercato economico dei feromoni umani, per molti laboratori e profumieri, è potenzialmente molto importante. Infatti le pubblicità promettono che la seduzione di un partner andrà a buon fine in modo semplice, rapido ed efficace. E per dare massima credibilità all’efficacia dei prodotti, i responsabili commerciali utilizzano i risultati scientifici più esaurienti, ma omettono generalmente di citare nei riferimenti scientifici presentati sui loro siti Internet o nei loro opuscoli commerciali i lavori che invalidano i loro risultati. Per esempio il sito internet del Dr. Winnifred Cutler pone particolarmente l’accento sui risultati del suo laboratorio pubblicati nelle riviste scientifiche. Ma non vi è nessuna indicazione dei lavori che suggeriscono che i feromoni avrebbero ormai un ruolo solo marginale nella sessualità umana, come la pubblicazione che evoca dei problemi metodologici nell’analisi statistica dei due esperimenti chiave del Dr. Cutler, o l'importante sintesi realizzata da uno specialista dell’olfattazione". Comunque ognuno di noi può togliersi lo sfizio di verificare personalmente l'effetto dei feromoni umani per attrarre dei partner, sfruttando l'ampia disponibilità di prodotti sul mercato.

  7. Neurobiologia dell'Erotismo: In che modo l'essere umano si è distaccato dalle altre specie nell'uso della sessualità? I neuroscienziati Jeffrey Pedrazzoli e Serge Wunsch scrivono: "Nei mammiferi non-primati (roditori, canidi, ovini …), il comportamento sessuale è un vero e proprio comportamento riproduttivo. È specificatamente organizzato per realizzare la copulazione eterosessuale, che consente il deposito dello sperma nella vagina, ottenendo così la fecondazione". Inizia quindi una fase di "proto-erotismo" che Wunsh descrive così: "A partire dagli ominidi (grandi scimmie: oranghi, gorilla, scimpanzé, bonobo, esseri umani), i  principali fattori biologici che controllano la copulazione eterosessuale (riflessi sessuali, feromoni, ormoni, sistema di ricompensa e cognizione) sono modificati". A seguito della lenta modifica dei principali fattori biologici, dal proto-erotismo si arriva all'erotismo, come scrivono Pedreazzoli e Wunsch: "L’essere umano può quindi avere, a differenza dei roditori, delle attività sessuali in tutti i periodi dei cicli ormonali e in tutte le stagioni. Questi fattori biologici non orientano più il comportamento sessuale verso la copulazione “riflesso” ed eterosessuale, ma piuttosto verso la ricerca delle ricompense cerebrali (i piaceri erotici), che arrivano tramite la stimolazione « appresa » delle zone erogene. Questi cambiamenti sono all’origine dell’erotismo". I filosofi Ferdinand Fellmann e Rebecca Walsh addirittura estendono l'importanza dell'erotismo alla creazione della mente moderna, scrivendo: "L'effetto di eccitazione dell'intimità trasforma i bisogni sessuali in rappresentazioni erotiche, e l'erotismo, quindi, è considerato la fonte della creazione della mente. L'erotismo, o l'amore ad alta energia di Eros, ha plasmato la psiche umana; è più che fare sesso per divertimento, poiché è una disposizione mentale a prendere coscienza della tenerezza tra i sessi. Molti mammiferi conducono una vita completamente asessuata al di fuori del loro breve periodo di calore; normalmente non vivono “con” l'altro sesso. Per gli esseri umani, al contrario, l'altro sesso è presente praticamente in ogni momento, poiché le fantasie erotiche rimangono sempre". Sull'importanza della cultura nel determinare le scelte erotiche, infine, Jeffrey Pedersoli e Serge Wunsh scrivono: "È questo sistema di ricompensa associato alle zone erogene, che pare sia diventato negli esseri umani il fattore principale all’origine della sessualità e dell'erotismo.  E sono poi la cognizione e la cultura che sembrano essere invece all’origine del divieto o dello sviluppo delle forme sofisticate - sia concrete che simboliche o artistiche - di eccitazione, di piacere e di attaccamento sessuale".

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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