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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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06/11/2024
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La rete delle nostre connessioni cerebrali è un labirinto (connettoma) nel quale è facile perdersi. Non è così per questo sito, che sembra complesso e navigare in esso può dare la sensazione di non trovare la pagina, per noi, essenziale. Per agevolare la navigazione vengono proposti alcuni "percorsi tematici". Tali percorsi riguardano i temi più importanti per ogni persona critica, ma ognuno può costruire i percorsi che preferisce, assemblando le singole pagine. (Cliccare sui titoli per andare direttamente alle pagine)


Il nostro cervello
E' ormai scientificamente che la nostra realtà è quantistica (vedi pagina "Il corpo quantico") e bisogna quindi adeguare le valutazioni critiche che si fanno su di essa. E' inoltre dimostrato che la rete delle nostre connessioni cerebrali è un labirinto prevalentemente inconscio (vedere la pagina "nascita dell'inconscio") nel quale è facile perdersi. Inoltre sappiamo che il nostro scopo è quello di esaminare i vari modi in cui il mondo sembra tenersi insieme (cioè quando persegue la causalità), e questo esame passa anche e "soprattutto" per i modi in cui esso si sgretola (cioè quando accetta il dionisiaco che è in noi e rifiuta la realtà). E qui conviene ricordare le parole del filosofo della scienza Karl Popper che nel suo libro "Le fonti della conoscenza e dell'ignoranza" (p.9) scrisse: "Invece di posare a profeti, è nostro compito fare le cose nel miglior modo possibile - e andare alla ricerca dei nostri errori."


L'interpretazione del mondo
Il mondo sta cambiando più rapidamente del passato, ad esempio la fisica moderna ha ormai modificato la visione della realtà attraverso l'adozione del paradigma quantistico, ormai comprovato da prove scientifiche inoppugnabili (per approfondire qui).
Un'ipotesi sulla nascita psicologica della mente umana, è stata fatta dallo psicologo evoluzionista Michael Tomasello, il quale nel libro "Dalle lucertole all'Uomo" ha argomentato a favore dell'agentività che, nel Paleolitico ha permesso all'essere umano arcaico di fronteggiare l'incertezza prendendo decisioni informate e dirigendo le sue azioni conseguentemente. Poi, secondo i sociologi, l'essere umano ha affrontato la sfida dell'interpretazione del mondo, incorniciando mentalmente il mondo (framing) e rinnovando continuamente questa attività (re-framing). Questa è la sfida alle credenze universali e radicate sulla natura del mondo e della nostra esperienza. Una sfida che si chiama progresso. E progresso significa anche rendersi conto dei paradigmi (di varia natura: scientifici, sociali, economici, tecnologici, ecc.) nei quali siamo immersi, quindi capirli, accettarli e agire secondo le proprie idee.
Le persone che consultano questo sito formano virtualmente una comunità (resa tangibile dall'iscrizione alla newsletter, che oggi conta circa 1300 iscritti). Una comunità che raduna persone con una visione del mondo diversa da quella segnalata dal Censis nel suo rapporto del 3 dicembre 2021, immediatamente successivo alla pandemia di Covid19, che ritrae un paese che esce dalla cupezza del 2020 e nel 2021 invia segnali di fiducia, e tuttavia descrive una società infiltrata di irrazionalità da una minoranza sragionante (consulta il 55° rapporto: IL CENSIS RITRAE UN’ITALIA IN FUGA NELL’IRRAZIONALE CON UNA DIETA MEDIATICA DOMINATA DA TV E SOCIAL), e che invece riesce a mantenersi critica riguardo ai valori e ai diritti che la società dovrebbe, secondo me, esprimere. L'interpretazione del mondo viene messa a dura prova dagli importanti "cambi di paradigma" che stanno avvenendo, in particolare: il paradigma quantistico, il paradigma ambientale e il paradigma sociale del patriarcato.

Percorsi tematici che aiutano nella navigazione
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A chi si rivolge questo sito web
critical thinking
Do you believe in the Afterlife?
No, but I don't believe in the Presentlife either.
Questo sito web è destinato a coloro i quali sono scettici nei confronti di mass/social media e rifiutano l'informazione che tenta di usare le emozioni.

In particolare si rivolge a studiosi, insegnanti, studenti, e lettori in genere che vogliono migliorare l'analisi e l'interpretazione di testi (giornalistici, scientifici, economici, ecc.), impiegando i metodi del pensiero critico (critical thinking): cioè persone disposte a mettere in discussione le proprie opinioni.
Se questi lettori decidono di verificare autonomamente la credibilità delle notizie, dei documenti, delle fonti e dei messaggi che ricevono, troveranno in questo sito metodi e strumenti utili a farlo.
Compiti di un pensatore critico secondo il pedagogista Robert Ennis


  1. Giudicare la credibilità delle fonti
  2. Identificare conclusioni, motivazioni e presupposti
  3. Giudicare la qualità di un argomento, incluso l'accettabilità delle sue motivazioni, presupposti e prove
  4. Sviluppare e difendere una posizione su un tema
  5. Fare domande appropriate per chiarire temi controversi
  6. Pianificare esperimenti e giudicare l'assetto degli esperimenti stessi
  7. Definire la terminologia in modo appropriato al contesto
  8. Avere una mente aperta
  9. Cercare di essere ben informati
  10. Tirare delle conclusioni se giustificate, ma con cautela


Per approfondire andare alla pagina Cos'è il pensiero critico.

Questo sito si rivolge a coloro i quali vogliono migliorare l'analisi e l'interpretazione di testi (o discorsi), impiegando i metodi del pensiero critico: cioè persone disposte a mettere in discussione le proprie opinioni
Scopo di questo sito
Questo sito propone concetti, metodi e strumenti per il miglioramento del pensiero critico ( Critical Thinking ) sia nelle attività quotidiane sia nell'uso del Web. In questo sito vengono riportati gli esiti delle ricerche più autorevoli e aggiornate in campo psicologico, neuroscientifico e sociologico riguardanti l'apprendimento e l'insegnamento. I riferimenti ad articoli scientifici, ricerche e studi credibili (di cui spesso viene mostrato il "citation index") possono essere utili per ricerche personali.

Il Web può creare l'illusione di essere un "mondo a parte" rispetto alla "vita reale" ma, quando andiamo a verificare (nella vita reale) le rappresentazioni che esso ci offre, rischiamo di avere delle brutte sorprese, cioè di constatare che si tratta del 'nostro mondo', quello che abbiamo creato!

L'essere umano ha sempre avuto l'esigenza psicologica di adottare delle maschere di fronte agli altri, e la stessa cosa accade sul web. A causa di ciò e per contrastare la manipolazione del Web questo sito propone Applicazioni che consentono di effettuare valutazioni di credibilità, oltre a fornire le basi teoriche che supportano tali valutazioni. In particolare questo sito offre alcune risposte a domande che ogni "pensatore critico" dovrebbe farsi.
Cos'è la credibilità
credibility
Con quali criteri attribuiamo credibilità alle persone che incontriamo o alle nostre fonti informative (giornali, TV, libri, siti web, ecc.)?
La credibilità dipende sia dalla fonte emittente sia dal soggetto che deve valutarla; in altre parole "la credibilità non è una caratteristica intrinseca della fonte, ma è una relazione". Ciò significa che essa dipende dalle caratteristiche (culturali, analitiche, emotive) della persona che deve attribuirla (il ricevente). Questo è il motivo per cui ognuno può migliorare le proprie valutazioni di credibilità: basta lavorare su se stessi invece di lamentarci di ciò che il mondo ci scarica addosso.
Le maschere sociali che indossiamo ogni giorno
L'essere umano, quotidianamente, indossa delle maschere, anche sul web
(Saul Steinberg- Foto: Inge Morath Fonte: Magnumphotos.com)
Credenze e illusioni nella mente umana
La nostra mente ha una forte tendenza a formare credenze per dare un senso all'esistenza. L'essere umano non può fare a meno di avere credenze che orientano il suo pensiero e la sua azione, ma vive oggi in un mondo sempre più artefatto e manipolato nel quale spesso, le credenze si rivelano illusioni.

Nonostante la rivoluzione conoscitiva avviata dal metodo scientifico, vi è una persistenza di credenze false e contraddittorie nella mente di tutti noi. Sembra proprio che le credenze appartengano costitutivamente al nostro stile di pensiero.


Inoltre, la mente umana è soggetta, per motivi evoluzionistici, a illusioni cognitive, come gli studi degli psicologi cognitivisti degli ultimi 20-30 anni hanno dimostrato (ad esempio Daniel Kahneman). Le illusioni cognitive distorcono la nostra percezione del mondo inducendo molti pregiudizi o errori (bias cognitivi), tra i quali l'illusione del controllo, l'eccesso di sicurezza di sè (overconfidence) e il pregiudizio di conferma (confirmation bias). Uno studio degli psicologi Lauren Alloy, Lyn Abramson e Gerald Metalsky ha evidenziato come le persone depresse siano meno soggette a illusioni cognitive perchè esse non pensano di controllare il mondo con le loro azioni, mentre le persone "sane" hanno una supersicurezza delle loro credenze che le spinge all'azione.

riconoscersi
For carnival I disguise myself as a clown.
You want to be recognized?
Rapporti tra i concetti di manipolazione, credibilità e pensiero critico
L'essere umano non può fare a meno di avere credenze che orientano il suo pensiero e la sua azione, ma vive oggi in un mondo sempre più artefatto e manipolato nel quale, spesso, le credenze si rivelano illusioni
Un popolo di navigatori ma non di lettori
Cliccare per approfondire
Come è cambiato l'ambiente dell'informazione in cui siamo immersi
La digitalizzazione delle informazioni ha portato l'ecosistema mediatico ad affrontare una profonda trasformazione. Secondo il 15° rapporto Censis sulla comunicazione in dieci anni (dal 2007 al 2018):

  • l'utenza della TV tradizionale è diminuita dal 93,1 all'89,9%
  • l'utenza della Mobile TV è aumentata dall'1 al 26%
  • la Radio da telefono cellulare è aumentata da 3,6 al 21%
  • i quotidiani cartacei sono diminuiti da 67 al 37,4%
  • i quotidiani online sono circa stabili dal 21,1 al 26,3%
  • le vendite di libri sono diminute dal 59,4 al 42%

La digitalizzazione in corso e il progresso tecnologico sono pilotati prevalentemente da "dati".

Metamorfosi dell'ambiente informativo
Social Media
Big Data: il lubrificante della società moderna
I Big Data sono diventati la fonte principale dei più importanti processi informativi e comunicativi. Essi governano già la nostra comunicazione e la nostra economia.

I Big Data sono stati definiti "Dati che sono troppo grandi, troppo rapidi, o troppo complessi per gli attuali strumenti di calcolo". Secondo l'esperto di organizzazione Tobias M. Scholz i Big Data stanno trasformando l'intero processo comunicativo agendo come lubrificante nella società moderna e fluttuando liberamente sia nel mondo digitale (ad esempio nei social media) che in quello analogico (ad esempio Radio, TV e giornali cartacei).
Scrive Scholz: "Le barriere tra questi due mondi sono sfocate e si ritiene che scompariranno a breve" (Mayer-Schönberger & Cukier 2013, Kucklick 2014, Pasquale 2015). I Big Data sono intrecciati in modo complesso con molte tecnologie quali: Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Data Mining, Algoritmi, e prendono nuove forme durante questi processi.
Essi contribuiscono a creare un ciclo tecnologico che rende l'informazione che perviene a ogni cittadino sempre più "personalizzata" (creando la sua "bolla" personale),  e sempre più soggetta al rischio di "manipolazione" di tipo commerciale o politico. Per ridurre questi rischi ogni cittadino sarà costretto a fare uno sforzo intellettivo superiore al passato, dotandosi di metodi e prospettive cognitive sempre più razionali.

I Big Data stanno trasformando l'intero processo comunicativo agendo come lubrificante nella società moderna e fluttuando liberamente sia nel mondo digitale (ad esempio nei social media) che in quello analogico (ad esempio Radio, TV e giornali cartacei)
Cos'è il cervello umano
Nel libro "Pensieri lenti e veloci", l'economista premio Nobel Daniel Kahneman, descrive il cervello umano come "una macchina per saltare alle conclusioni"
Pensiero razionale e pensiero intuitivo (euristico)
L'essere umano ha una razionalità limitata. Negli ultimi decenni, infatti, la psicologia cognitiva ha dimostrato che è impossibile adottare un pensiero esclusivamente razionale. La mente umana ha incorporato, durante l'evoluzione, una serie di comportamenti intuitivi che hanno consentito all'homo sapiens di sopravvivere in ambienti ostili prendendo decisioni euristiche. Oggi l'essere umano è immerso in un ambiente meno ostile dal punto di vista fisico, ma più ostile dal punto di vista psichico (sovraccarico informativo e manipolazione mediatica sono infatti ormai alla base della vita quotidiana).
Il pensiero intuitivo è prevalentemente inconscio e questa caratteristica costituisce la sua forza, infatti le sue decisioni sono rapide e, in certe condizioni, efficaci. Possiamo attribuire questa efficacia alle euristiche che lo psicologo Gerd Gigerenzer ha definito "veloci e frugali", dato che consentono di prendere decisioni immediate senza sforzi cognitivi. Ad esempio, è stato sperimentalmente dimostrato dalla psicologa Gitte Landgaard che, quando si guarda per la prima volta un sito web, la mente umana ne dà un giudizio inconscio (positivo o negativo) in 50 millesimi di secondo. Soltanto dopo qualche secondo questo giudizio viene validato dalla coscienza del pensiero razionale che, come un notaio mentale, "mette a verbale" la decisione presa dal pensiero intuitivo.

Nel box seguente viene mostrata la composizione dei due modelli di pensiero intuitivo e razionale (two system view), nella rappresentazione fatta dallo psicologo Daniel Kahneman. Questo sito propone alcune modalità per applicare il pensiero critico alle situazioni della vita quotidiana, riducendo l'effetto dei bias e orientando le euristiche verso decisioni migliori.
Ma oltre alle euristiche sono inconsci anche i bias cognitivi, cioè le distorsioni del giudizio che compromettono la correttezza di molte decisioni umane. La natura inconscia di euristiche e bias rende difficile intervenire su di essi:

il compito del pensiero critico (critical thinking) è quello di decidere in quali situazioni o compiti si possono lasciare "agire" le euristiche, e in quali altre bisogna sforzarsi di "mitigare" l'azione dei bias impegnando razionalmente il cervello solo in quelle circostanze che richiedono uno sforzo cognitivo.
Relazione tra euristiche, bias e pensiero critico
Lo psicologo Daniel Kahneman ha scritto che il pensiero razionale è quello che pensiamo di essere. Il pensiero intuitivo, composto da euristiche, articola i giudizi e compie le scelte, e spesso appoggia o razionalizza idee e sentimenti che sono stati generati dal pensiero intuitivo stesso. Ma il pensiero razionale non è lì solo per giustificare quello intuitivo: ci impedisce di esprimere apertamente molti pensieri stupidi e di dare sfogo a impulsi inappropriati, cercando di mitigare l'effetto dei bias cognitivi (ma non sempre ci riesce).
Il compito del pensiero critico è quello di decidere in quali situazioni si possono lasciare "agire" le euristiche, e in quali altre bisogna  "mitigare"  l'azione dei bias, impegnando razionalmente il cervello (Sistema 2)
Quale tipo di pensiero usiamo quando leggiamo, riflettiamo, calcoliamo?

Secondo lo psicologo Daniel Kahneman la memoria di lavoro ha un ruolo determinante per l'attivazione di quello che egli ha denominato il Sistema2, cioè quello sforzo mentale che viene richiesto quando entra in gioco il pensiero razionale (lettura, riflessione, calcolo, ecc.).

Nella figura riportata sono evidenziate le caratteristiche dei due sistemi di pensiero descritti da Daniel Kahneman nel libro "Pensieri lenti e veloci". Il libro descrive, con ampiezza di dettagli ed esempi, i conflitti tra i due tipi di pensiero che albergano in ogni essere umano:

Il funzionamento del Sistema 1 (pensiero intuitivo o euristico) è: veloce, automatico, senza sforzo, associativo e difficile da controllare o modificare

Il funzionamento del Sistema 2 (pensiero razionale) è: lento, sequenziale, faticoso e deliberatamente controllato; questo pensiero mette sotto sforzo la memoria di lavoro dalla quale ricava gli algoritmi (precedentemente appresi) per la risoluzione del problema



Pensiero razionale, pensiero intuitivo e azione dei bias cognitivi
Composizione dei modelli di pensiero intuitivo (sistema 1) e razionale (sistema 2), nella rappresentazione fatta da Daniel Kahneman e tratta dal libro 'Pensieri lenti e pensieri veloci' (cliccare per ingrandire).
Test sull'atteggiamento critico

L'influsso esercitato dal sistema mediatico sulla singola persona dipende sia dall'efficacia comunicativa dei media sia dalla vulnerabilità del singolo. La mancanza di fiducia o l'eccesso di fiducia rientrano tra le patologie della credibilità, e si collocano ai due estremi dell'asse della fiducia. In tali patologie le persone possono avere un atteggiamento di sospetto generalizzato o, all'opposto, un atteggiamento di credulità senza limiti.
Il pensiero critico è faticoso ma adagiarsi su un atteggiamento critico carente porta la persona verso uno dei due estremi dell'asse della fiducia.
Per valutare il vostro atteggiamento critico andate alla pagina "atteggiamento critico personale" mediante il seguente pulsante:

I vari gradi della fiducia si trovano tra due estremi: il sospetto generalizzato e la credulità senza limiti
Pensiero critico e Democrazia

Secondo la filosofa statunitense Martha Nussbaum la democrazia non sopravvive quando le persone delegano le loro decisioni alle autorità oppure si lasciano influenzare dalla pressione del gruppo sociale al quale appartengono.

In altre parole: le nazioni che hanno a cuore la democrazia educano i cittadini al pensiero critico e ne salvaguardano la capacità di decidere autonomamente.
La maggior parte delle persone, quando affronta un tema specifico, si limita a studiarlo da una sola prospettiva (di solito quella che gli è più congeniale), ad esempio storica, sociologica, psicologica, ecc.
La costruzione di una mente critica richiede un approccio interdisciplinare: un pensatore critico deve superare i limiti delle singole discipline che trattano dell'essere umano e del suo ambiente socioculturale, per integrare e amalgamare i concetti di diverse discipline scientifiche ed umanistiche.

Scopo di questo sito
QUESTO SITO PROPONE DI COSTRUIRE E APPLICARE NELLA PROPRIA VITA UN PENSIERO MULTIDISCIPLINARE E INTERDISCIPLINARE: Infatti l'assimilazione di prospettive multisciplinari e interdisciplinari rafforza gradualmente le abilità metacognitive, il pensiero critico e la costruzione di una epistemologia personale. Questo tipo di apprendimento significativo contribuisce all'assimilazione di conoscenza che gli studenti sono in grado poi di trasferire ad altri contesti, questioni, problemi. In tal modo, forse, essi possono ridurre il rischio di diventare dei perfetti conformisti...
Per approfondire andare alla pagina: "Libri consigliati"
Approccio interdisciplinare al pensiero critico
Cliccare sull'immagine per andare alla pagina "Libri per un pensiero critico".
La democrazia non sopravvive quando le persone delegano le loro decisioni alle autorità oppure si lasciano influenzare dalla pressione del gruppo sociale al quale appartengono. Le nazioni che hanno a cuore la democrazia educano i cittadini al pensiero critico e ne salvaguardano la capacità di decidere autonomamente
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Fonte: www.pensierocritico.eu


Cosa si può fare per diventare "pensatori critici"
E' stato ampiamente dimostrato negli ultimi 30-40 anni da parecchi psicologi tra i quali Amos Tversky, Daniel Kahneman, Gerd Gigerenzer e altri, che l'essere umano crede di essere razionale ma non lo è. Quando un individuo si trova a prendere decisioni in condizioni di incertezza il più delle volte usa un "pensiero intuitivo" facendo ricorso alle euristiche, cioè a scorciatoie mentali maturate nel corso dell'evoluzione. Nella maggior parte delle situazioni della vita quotidiana le decisioni euristiche si rivelano giuste ma in situazioni più complesse, apparse solo con la modernità, le euristiche portano a distorsioni del giudizio (bias) che danno luogo a decisioni errate.
Secondo Daniel Kahneman (pp.464-465 di Pensieri lenti e veloci - Mondadori) il nostro pensiero intuitivo non è facilmente educabile e ostacola il riconoscimento dei segnali ambientali che in certi casi renderebbero necessario il passaggio a un pensiero razionale e critico. Un osservatore esterno è sempre meno coinvolto emotivamente di colui che prende decisioni e compie azioni. Occorre quindi impegnarsi a costruire una "società critica", nella quale ci siano "osservatori critici" che sappiano avvertirci dei pericoli insiti in certe situazioni decisionali. Questo è un compito primario delle Istituzioni che devono investire in programmi di formazione al "pensiero critico" degli educatori scolastici. A livello individuale, ecco alcune attività perseguibili:

  1. Atteggiamento critico: sforzarsi di assumere un atteggiamento critico contrastando la tendenza umana innata di saltare subito alle conclusioni ed evitare di prendere decisioni impulsive. Per approfondire andare alla pagina: Atteggiamento critico

  2. Lettura: diversi studi confermano che l'attività di lettura migliora l'attività del cervello contrastando i deficit cognitivi e l'invecchiamento cerebrale. Per approfondire andare alla pagina: Lettura e Cervello. Inoltre, il  miglioramento cerebrale viene potenziato dalla lettura critica dei testi (non narrativi).

  3. Apprendimento linguistico: recenti studi hanno confermato che imparare lingue diverse dalla propria (anche in età avanzata) migliora il rendimento cerebrale. Per approfondire andare alla pagina: Bilinguismo e incremento cognitivo

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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