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Apprendimento futuro
TEORIE > CONCETTI > INSEGNAMENTO
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Agli inizi di questo millennio un documento dell'UNESCO riportava: "Il primo decennio del secondo millennio ha mostrato con enfasi che dobbiamo prepararci all'impreparabile e dobbiamo prevedere l'imprevisto. Il mondo sta cambiando rapidamente e con maggiori livelli di complessità (Harari, 2015), quindi reazioni rapide e strategie resilienti sono una necessità per le imprese e per i responsabili politici". La realtà ha confermato questa previsione nel 2020, scatenando l'imprevista pandemia di Covid19 che, inaspettatamente, ha devastato, sanitariamente ed economicamente, l'intero pianeta e della quale non si intravede ancora la conclusione. L'anticipazione del futuro sta diventando dunque un tema essenziale per le conseguenze che gli imprevisti possono avere su un mondo sempre più interallacciato e globalizzato. I neuroscienziati Hugo D. Critchley, Christopher J. Mathias e Raymond J Dolan hanno condotto uno studio sperimentale su soggetti sani, in cui l'eccitazione anticipatoria è stata indicizzata dalla conduttanza galvanica della pelle, Essi scrivono: " Il comportamento adattivo richiede la capacità di prendere decisioni vantaggiose prevedendo la probabilità di successo futuro in base all'esperienza precedente. [...] L'eccitazione anticipatoria è un indice di  apprendimento implicito correlato al rischio che può influenzare direttamente il comportamento.


Apprendimento rizomatico
Apprendimento rizomatico
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UN NUOVO PARADIGMA PER L'APPRENDIMENTO: Dave Nicchols ha scritto (Metafore del pensiero rizomatico - 2015): "Deleuze ha detto 'Siamo stanchi degli alberi. Dovremmo smettere di credere negli alberi, nelle radici e nelle radichette. Ci hanno fatto soffrire troppo. Su di esse si fonda tutta la cultura arborescente, dalla biologia alla linguistica» (Deleuze & Guattari, Mille altipiani - 1987 p.15). Deleuze propose un modo alternativo di pensare che era, come lui lo chiamava, rizomatico. L'apprendimento e la conoscenza, ha detto, erano molto più disordinati. Le idee in realtà non avevano né inizio né fine e tu eri sempre nel mezzo, in una forma o nell'altra. In effetti ci sono più "mezzi" - ogni punto è solo un altro "mezzo". Dave Holmes e Denise Gastaldo hanno scritto (in 'Pensiero rizomatico in infermieristica' che a differenza degli alberi il rizoma è aperto ad entrambe le estremità. Non ha una struttura centrale o di governo; non ha né inizio né fine. Poiché un rizoma non ha centro, si estende continuamente senza inizio né fine ed esiste fondamentalmente in uno stato di gioco costante. Non è conforme a un ragionamento unidirezionale o lineare» (Holmes e Gastaldo, 2004, p.261). Il punto è che la metafora del rizoma potrebbe fornire un modo più utile per pensare al futuro dell'apprendimento e offrire qualcosa di più rilevante per il modo in cui l'apprendimento sta emergendo come attività distributiva e comunitaria nel 21° secolo. Potrebbe essere il momento di allontanarsi dagli alberi e concentrarsi invece sui funghi."
Punti di riflessione
L'apprendimento implicito produce una base di conoscenza tacita che è astratta e rappresentativa della struttura dell'ambiente; tale conoscenza è acquisita in modo ottimale indipendentemente dagli sforzi coscienti di apprendimento; e può essere utilizzata implicitamente per risolvere problemi e prendere decisioni accurate su nuove circostanze di stimolo. (Arthur S. Reber)
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L'apprendimento implicito sembra essere un processo fondamentale e onnipresente nella cognizione. Sebbene definire e rendere operativo l'apprendimento implicito rimanga una sfida teorica centrale, la comprensione dell'apprendimento implicito da parte degli scienziati è progredita in modo significativo. Oltre a stabilire l'esistenza di "apprendimento senza consapevolezza", la ricerca attuale cerca di identificare i processi cognitivi che supportano l'apprendimento implicito e affronta la relazione tra apprendimento e consapevolezza di ciò che è stato appreso. (Peter A. Frensch)
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L'apprendimento del 21° secolo sembra sempre più destinato a sovvertire l'idea del pensiero lineare e arborescente, creando studenti molto più flessibili e adattivi a un futuro tutt'altro che certo. I fisioterapisti devono capire questo e trovare metafore migliori per l'apprendimento rispetto a una semplice dipendenza secolare dagli alberi. È qui che potrebbe entrare in gioco Deleuze. (Dave Nicchols)
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Alla concezione arborescente della conoscenza basata su principi totalizzanti, binari e dualistici, Deleuze e Guattari oppongono il rizoma, che lavora con connessioni orizzontali, non gerarchiche e transspecie e resiste alla struttura organizzativa del sistema radice-albero che traccia erroneamente un causalità cronologica e ricerca il valore nell'origine delle cose. (Michael A. Peters)
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Un rizoma è un fusto sotterraneo ricco di gemme che cresce orizzontalmente generando dai suoi nodi radici e germogli che hanno funzione di sostanze di riserva. Questo modello di sviluppo è presente nella rete di circolazione delle città sia stradale che sotterranea. Un altro esempio di rete rizomatica è internet. L'estesa comunicazione virtuale che diffonde continuamente notizie all'istante ci conduce a sperimentare uno spazio senza distanza e un tempo senza tempo. (Nera Prota)

Nel corso del XX secolo, via via che le ricerche neurologiche avanzavano nella direzione della connessione tra l'inconscio cognitivo e la coscienza, è diventato evidente come tutto l'apprendimento umano sia indirizzato da tale connessione. L'intero processo è ancora sotto studio ma sembra assomigliare al pensiero arborescente anticipato nel 1987 dal filosofo Gilles Deleuze e dallo psicoanalista Felix Guattari nel loro libro "Mille piani".

Deleuze e Guattari hanno paragonato l'evoluzione culturale a un 'rizoma', ovvero a una struttura aperta la cui crescita può avvenire, come quella biologica dei rizomi, in qualunque direzione "Non ci sono punti o posizioni in un rizoma, come quelli che si trovano in una struttura, albero o radice. Ci sono solo righe.' (Deleuze & Guattari, 1987, Mille piani p. 8).

Michael Peters, analizzando le idee sulla cultura di Deleuze e Guattari scrive: «il libro non è un'immagine del mondo.
Forma un rizoma col mondo, c'è un'evoluzione aparallela del libro e del mondo»
Due tipi di memoria a lungo termine, la memoria cosciente (dichiarativa) e la memoria inconscia (procedurale), giocano un ruolo sulle prestazioni e l'acquisizione del linguaggio (COWAN, 2008; DYKE, 2012). Ogni tipo di sistema di memoria produce diversi tipi di conoscenza: la memoria dichiarativa elabora la conoscenza esplicita (informazioni che possono essere apprese e accessibili consapevolmente) mentre la memoria procedurale elabora la conoscenza implicita (informazioni che vengono apprese inconsciamente e non possono essere ragionate) (ELLIS, 2009). Allo stesso modo, anche l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue possono essere classificati come impliciti o espliciti
Il cervello è un organo predittivo
Il linguista Patrick Rebuschat scrive:

L''apprendimento implicito è una caratteristica fondamentale della cognizione umana. Molte abilità essenziali, tra cui la comprensione e la produzione del linguaggio, il processo decisionale intuitivo e l'interazione sociale, dipendono in gran parte dalla conoscenza implicita (inconscia).
Data la sua rilevanza, non sorprende che lo studio dell'apprendimento implicito svolga un ruolo centrale nelle scienze cognitive.

Il neuroscienziato Karl John Friston, insieme ad altri colleghi, ha studiato l'anatomia funzionale del cervello umano arrivando a concludere che le abitudini emergono in modo naturale e vengono selezionate dalle inferenze attive, come scrive (vedi bibliografia 2016) :


Conclusioni (provvisorie): come migliorare la nostra capacità di sfruttare l'emergere di novità che ci ha sempre circondati?
Agli inizi di questo millennio un documento dell'UNESCO riportava: "Il primo decennio del secondo millennio ha mostrato con enfasi che dobbiamo prepararci all'impreparabile e dobbiamo prevedere l'imprevisto. Il mondo sta cambiando rapidamente e con maggiori livelli di complessità (Harari, 2015), quindi reazioni rapide e strategie resilienti sono una necessità per le imprese e per i responsabili politici". La realtà ha confermato questa previsione nel 2020, scatenando l'imprevista pandemia di Covid19 che, inaspettatamente, ha devastato, sanitariamente ed economicamente, l'intero pianeta e della quale non si intravede la conclusione. L'anticipazione del futuro sta diventando dunque un tema essenziale per le conseguenze che gli imprevisti possono avere su un mondo sempre più interallacciato e globalizzato. Negli ultimi anni è emersa una visione secondo cui la previsione o l'anticipazione rappresenta un principio fondamentale del funzionamento cerebrale che è “al centro della cognizione”. L'attesa per il futuro conferisce grandi benefici al benessere umano e alla salute mentale. Questa conclusione è l'esito proposto dallo psicologo Yangmei Luo et al., scaturito da uno studio sperimentale che ha valutato con risonanza magnetica funzionale (fMRI) il benessere e l'attesa per futuri eventi positivi. Egli scrive: "Anticipare il futuro consente di allocare risorse cognitive ed emotive e pianificare strategie comportamentali per far fronte agli eventi imminenti. [...]  Utilizzando la risonanza magnetica funzionale correlata all'evento, 40 partecipanti sono stati scansionati mentre stavano svolgendo un compito di anticipazione delle emozioni, in cui sono stati istruiti ad anticipare gli eventi positivi o neutri. I risultati hanno mostrato che la corteccia prefrontale mediale bilaterale (MPFC) è stata attivata durante l'anticipazione di eventi positivi rispetto a eventi neutri, e l'attivazione cerebrale potenziata in MPFC è stata associata a un livello più elevato di benessere. I risultati suggeriscono un meccanismo neurale mediante il quale il processo di anticipazione di futuri eventi desiderati è correlato al benessere umano". Infatti il neuroscienziato Andreja Bubic aveva già scritto nel 2010: "Il termine "cervello predittivo" descrive uno dei concetti più rilevanti nelle neuroscienze cognitive che sottolinea l'importanza di "guardare al futuro", vale a dire previsione, preparazione, anticipazione o aspettative in vari domini cognitivi. Analogamente, è stato suggerito che l'elaborazione predittiva rappresenta uno dei principi fondamentali dei calcoli neurali e che gli errori di previsione possono essere cruciali per guidare i processi neurali e cognitivi, nonché il comportamento". Considerato come un "modo di conoscere", il Design of Anticipation (DoA) affronta la codificazione della miriade di sistemi di anticipazione, sia consci che inconsci. Il DoA sviluppa, ordina e diffonde descrizioni dei processi/sistemi di anticipazione o di come il dopo-di-adesso entra nella realtà. I recenti progressi nella comprensione della complessità, dell'incertezza e dell'emergenza hanno aperto nuovi modi di definire e utilizzare il futuro. La domanda quindi non è come far fronte a un universo che sembra diventare più complesso, ma come migliorare la nostra capacità di sfruttare l'emergere di novità che ci ha sempre circondati.
per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 10 dicembre 2021

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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