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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Anticorpi digitali
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Stiamo entrando in un'era nella quale le applicazioni di intelligenza artificiale iniziano a sollecitare la nostra attenzione con informazioni e decisioni sulla cui correttezza e finalità è il caso di interrogarsi (dalle scelte di Alexa conseguenti alle nostre domande all'esito delle nostre ricerche Google). Ma non abbiamo 'anticorpi digitali' per difenderci e gli anticorpi 'naturali' della nostra intelligenza tendiamo a non utilizzarli perchè il pensiero razionale è  troppo faticoso e dirottiamo inconsciamente le nostre decisioni sui nostri bias cognitivi che, euristicamente, e con poco sforzo ci fanno accettare qualunque cosa. Ma poi non controlliamo se l'esito sia corretto perchè non abbiamo 'pensiero critico' e....preferiamo fidarci. Viviamo circondati e collegati a social media pervasivi, usiamo i telefonini come pacemaker, le telecamere di sorveglianza ci spiano nei nostri spazi pubblici e privati, deleghiamo agli algoritmi le nostre decisioni e affidiamo ai Big Data e all’intelligenza artificiale l’interpretazione del presente e la previsione del futuro. Gli esperti di management Andrea Prencipe e Michele Costabile, recensendo la mostra (al MAXXI di Roma) 'Digital Antibodies', centrata sul rapporto tra Arte e Tecnologia, evidenziano l'esigenza umana di creare 'anticorpi digitali' che tutelino la nostra autonomia dalle macchine, prima che sia troppo tardi e scrivono: "L'intelligenza naturale (cioè umana) va adeguatamente allenata per produrre l'equilibrio del giudizio morale, esercitato di continuo, seppure in modo implicito, per risolvere i paradossi che la tecnologia sempre produce. Ancora, solo l'intelligenza naturale genera l'ironia spinta fino ai motti di spirito, grazie alla consapevolezza dei tanti sé con cui giocare. Attraverso l'intelligenza naturale gli esseri umani obliano e vanno oltre idee e soluzioni valide solo per contesti passati ed inappropriate invece, per quelli correnti e futuri". Digital Antibodies è una mostra in cui larte aspira a creare uno spazio di libertà e resistenza all’inesorabile dittatura della tecnologia e così i lavori di tre artisti italiani Danilo Correale, Irene Fenara e Invernomuto presentano nuove relazioni tra i nostri corpi digitalizzati e la realtà contemporanea. A proposito di una elle artiste rappresentate, la curatrice scrive: "Nel suo lavoro Irene Fenara indaga e interpreta il modo in cui le macchine “guardano”. In particolare, l’artista si concentra sugli sguardi meccanici delle telecamere di sorveglianza, dispositivi introdotti per motivi di controllo e sicurezza che innescano però una serie di contraddizioni. Le immagini che mostrano sono spesso poco chiare, e con bassa risoluzione o con un’evidente alterazione cromatica. Proprio come i nostri occhi, essi (ri)vedono e trasformano la realtà, catapultandoci in un universo alternativo e misterioso". Come fa notare Andrea Prencipe, la vera differenza tra le macchine e gli umani è che le macchine hanno un solo sé (virtuale, ma nella realtà nessuno) e ogni umano ha vari 'sé' maturati con le esperienze fatte nel corso  della sua vita.
Altan
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NATURALE VS ARTIFICIALE: L'intelligenza naturale (cioè umana) va difesa dalla intelligenza artificiale (delle macchine) e per far ciò, Andrea Prencipe e Michele Costabile scrivono: "[l'Intelligenza naturale] va adeguatamente allenata per produrre l'equilibrio del giudizio morale, esercitato di continuo, seppure in modo implicito, per risolvere i paradossi che la tecnologia sempre produce. Ancora, solo l'intelligenza naturale genera l'ironia spinta fino ai motti di spirito, grazie alla consapevolezza dei tanti sé con cui giocare. Attraverso l'intelligenza naturale gli esseri umani obliano e vanno oltre idee e soluzioni valide solo per contesti passati ed inappropriate invece, per quelli correnti e futuri".
Punti di riflessione
Un anticorpo è una proteina del sangue che può identificare le tossine e quindi tentare di neutralizzarle o cancellarle. Oltre al loro ruolo ampiamente noto come molecole coinvolte nello sviluppo dell'immunità e nel funzionamento dei vaccini, gli anticorpi sono diventati strumenti centrali nella biotecnologia e nella biomedicina. (Lynn Hershmann Leeson)
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[Gli artisti della mostra Digital Antibodies] ci aiutano a capire  che gli anticorpi digitali, quali ironia, orizzontamento e sense making, sono in grado di proteggerci  dai rischi del digitale e dell'intelligenza artificiale. (Andrea Prencipe, Michele Costabile Sole24Ore del 15 gennaio 2023)
Digital Antibodies
L’arte aspira a creare uno spazio di libertà e resistenza all’inesorabile dittatura della tecnologia e così i lavori di tre artisti italiani Danilo Correale, Irene Fenara e Invernomuto, riuniti in Digital Antibodies, presentano nuove relazioni tra i nostri corpi digitalizzati e la realtà contemporanea.
Strategie per produrre Anticorpi digitali
Andrea Prencipe e Michele Costabile, a proposito della mostra 'Digital Antibodies' e dei suoi effetti, scrivono (vedi bibliografia 2023):

Digital Antibodies è il titolo di una mostra snella e per questo godibile con la profondità che solo il tempo della meditazione consente. [...] Gli artisti selezionati dalle curatrici, Danilo Correale, Irene Fenara e Invernomuto, offrono un autentico lusso. [...] Grazie al gioco dei paradossi della tecnologia evidenziano, per esempio, che la sicurezza della sorveglianza è sempre connessa all'invasione della privacy/limitazione della libertà percepita (Fenara); con una massiccia dose di ironia presentano infografiche 'post-impressioniste', su dati che sarebbero invece di una granularità 'puntinista' (Correale); spingono fino alla nausea l'esasperazione delle auto-narrazioni sui social, con abissi di senso e simultanei eccessi di sensazioni (Invernomuto). E in questo modo ci aiutano a capire  che gli anticorpi digitali, quali ironia, orizzontamento e sense making, sono in grado di proteggerci  dai rischi del digitale e dell'intelligenza artificiale. Senza estremismi, e quindi senza dover rinunciare alle tante e straordinarie opportunità di cui l'intelligenza naturale grazie alla tecnologia può godere. Ci aiutano a capire, insomma, che l'intelligenza naturale, se adeguatamente allenata; produce l'equilibrio del giudizio morale, esercitato di continuo, seppure in modo implicito, per risolvere i paradossi che la tecnologia sempre produce. Ancora, solo l'intelligenza naturale genera l'ironia spinta fino ai motti di spirito, grazie alla consapevolezza dei tanti sé con cui giocare. Attraverso l'intelligenza naturale gli esseri umani obliano e vanno oltre idee e soluzioni valide solo per contesti passati ed inappropriate invece, per quelli correnti e futuri; è l'intelligenza naturale, infatti, che genera modelli di 'problem framing' per scrutare e interpretare le sfide attuali e quelle future. Ed è solo la consaapevolezzadel fine che consente di produrre visioni (cosa ben diversa dalle previsioni delle piattaforme di AI) dal senso autentico e condividerle.
A partire dalla unicità poliedrica dell'intelligenza naturale dovremmo progettare, quindi, percorsi di allenamento (educazione) allo sviluppo di anticorpi digitali che ci aiutino a governare le dinamiche tecnologiche per goderne, amplificandone i benefici e mitigandone i rischi. Per esempio educando al senso di fine, che la tecnologia, priva di un interruttore naturale, non potrà mai sviluppare (gli inventori dell'automobile e del transistor non immaginavano che queste invenzioni sarebbero diventate la base di vere e proprie rivoluzioni socio-antropologiche scandendo addirittura ere diverse); educando l'intelligenza narrativa, che nessun algoritmo potrà replicare nella definizione e nella dinamica dei fini; migliorando empatia, orientamento e visione, che neuroni e 'neuroni GPS' incorporati nella mente umana naturalmente sviluppano; allenando a giocare con le incertezze e la causalità da cercare, investigare e gestire alla ricerca delle grandi o piccole 'serendipità' di cui siamo circondati. La produzione di anticorpi digitali rappresenta una nuova sfida. L'obiettivo è trasformare le doti naturali in dot-azioni individuali e sociali, che di fronte alla digitalizzazione del quotidiano e alla artificialità delle intelligenze che ci circondano riaffermi il principio ben sintetizzato da Carl Gustav Jung: 'nature must not win the game but she cannot lose'.
Conclusioni (provvisorie): Dovremmo sviluppare anticorpi digitali per difendere la nostra intelligenza naturale
Stiamo entrando in un'era nella quale le applicazioni di intelligenza artificiale diventano numerose e iniziano a sollecitare la nostra attenzione con informazioni e decisioni sulla cui correttezza e finalità ci interroghiamo (dalle scelte di Alexa alle ricerche Google). Ma non abbiamo 'anticorpi digitali' per difenderci e gli anticorpi 'naturali' della nostra intelligenza tendiamo a non utilizzarli perchè il pensiero razionale è  troppo faticoso e dirottiamo inconsciamente le nostre decisioni sui nostri bias cognitivi che, euristicamente, e con poco sforzo ci fanno accettare qualunque cosa. Viviamo circondati e collegati a social media pervasivi, usiamo i telefonini come pacemaker, le telecamere di sorveglianza ci spiano nei nostri spazi pubblici e privati, deleghiamo agli algoritmi le nostre decisioni e affidiamo ai Big Data e all’intelligenza artificiale l’interpretazione del presente e la previsione del futuro. Gli esperti di management Andrea Prencipe e Michele Costabile, recensendo la mostra 'Digital Antibodies', centrata sul rapporto tra Arte e Tecnologia, evidenziano l'esigenza umana di creare 'anticorpi digitali' che tutelino la nostra autonomia dalle macchine, prima che sia troppo tardi e scrivono: "L'intelligenza naturale (cioè umana va adeguatamente allenata per produrre l'equilibrio del giudizio morale, esercitato di continuo, seppure in modo implicito, per risolvere i paradossi che la tecnologia sempre produce. Ancora, solo l'intelligenza naturale genera l'ironia spinta fino ai motti di spirito, grazie alla consapevolezza dei tanti sé con cui giocare. Attraverso l'intelligenza naturale gli esseri umani obliano e vanno oltre idee e soluzioni valide solo per contesti passati ed inappropriate invece, per quelli correnti e futuri". Digital Antibodies è una mostra in cui larte aspira a creare uno spazio di libertà e resistenza all’inesorabile dittatura della tecnologia e così i lavori di tre artisti italiani Danilo Correale, Irene Fenara e Invernomuto presentano nuove relazioni tra i nostri corpi digitalizzati e la realtà contemporanea. A proposito di una elle artiste rappresentate, la curatrice scrive: "Nel suo lavoro Irene Fenara indaga e interpreta il modo in cui le macchine “guardano”. In particolare, l’artista si concentra sugli sguardi meccanici delle telecamere di sorveglianza, dispositivi introdotti per motivi di controllo e sicurezza che innescano però una serie di contraddizioni. Le immagini che mostrano sono spesso poco chiare, e con bassa risoluzione o con un’evidente alterazione cromatica. Proprio come i nostri occhi, essi (ri)vedono e trasformano la realtà, catapultandoci in un universo alternativo e misterioso".
per scaricare le conclusioni (in pdf):
Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)


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a chi è interessato a capire come sviluppare anticorpi digitali
Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 24 febbraio 2023

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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