
Nessuno desidera epidemie, ma alla fine possono avere effetti adattativi sulle società. L'epidemia di COVID-19, per quanto dolorosa, porterà a migliorare il nostro mondo? Potrebbe renderci consapevoli del modo in cui abbiamo trattato i nostri privilegi democratici e le disuguaglianze del nostro sistema sanitario. Potrebbe portarci ad amarci meglio, nonostante le nostre differenze. Le reazioni irrazionali non scompaiono, ma quando le riconosciamo, siamo più in grado, se proviamo, di usare la nostra intelligenza e buona volontà per aiutarci a vicenda.
Per Stanovich e West, trascurare di prendere in considerazione euristiche e biases significa votarsi all'infelicità. Essi infatti scrivono:
I test d'intelligenza misurano cose importanti, ma non queste - essi non misurano l'estensione del pensiero razionale. Questa potrebbe non essere un'omissione se non fosse che l'intelligenza era considerata un predittore eccezionalmente forte del pensiero razionale. Tuttavia, la ricerca ha scoperto che essa è al massimo un predittore moderato e che alcune capacità del pensiero razionale possono essere dissociate dall'intelligenza.
Come reagire? Stanovich e West sostengono che vi sono differenze individuali sistematiche che portano il pensiero individuale nella direzione sbagliata, ad esempio le seguenti:
Essere razionali significa agire per raggiungere i propri obiettivi di vita usando i migliori mezzi possibili. Violare le regole di pensiero esaminate da Kahneman e Tversky ha la conseguenza pratica che finiamo per essere meno soddisfatti della nostra vita.
- tendenza a mostrare preferenze inconsistenti a causa dell'effetto framing (farsi influenzare dalle scelte suggerite dal contesto)
- default bias (per evitare il disagio di scelte difficili si ripiega sulle scelte abituali o suggerite dall'impostazione della domanda)
- adottare sentimenti viscerali quando occorre prendere decisioni difficili
- farsi influenzare da scelte caratterizzate da stimoli vivaci (colori, suoni, caratteri, ecc)
- prendere decisioni condizionate da contesti irrilevanti
Gli psicologi Keith Stanovich e Richard West, che hanno rilevato l'assenza, negli attuali test di misura dell'intelligenza (IQ test), di una serie di abilità non-cognitive che allontanano il risultato di tali test dalla realtà dell'essere umano, scrivono in "What intelligence tests miss" (ved. bibliografia):
L'articolo di Stanovich e West, è stato tradotto in italiano ed è disponibile in formato PDF: "Cosa manca ai test d'intelligenza IQ".
Il nostro gruppo di ricerca ha mostrato che ci sono sistematiche differenze tra gli individui nella tendenza a fare errori di giudizio e di decisione. Il fatto che ci siano delle sistematiche differenze individuali nelle situazioni di giudizio e decisione studiate da Kahneman e Tversky significa che ci sono variazioni in importanti attributi della cognizione umana correlati alla razionalità – quanto siamo efficienti nel raggiungere i nostri obiettivi. É curioso che nessuno di questi attributi critici del pensiero umano vengano valutati dai test IQ (o dai loro delegati quali i test di abilità accademica) dato che il tipo di "pensiero corretto" studiato da Kahneman e Tversky è stato ritenuto degno del Premio Nobel.
Gli psicologi cognitivi suddividono la razionalità in due categorie, così descritte da Keith Stanovich (ved. bibliografia 2011 pp. 344-345):
- Razionalità epistemica (si occupa di ciò che è vero): riguarda quanto le credenze dell'individuo incontrano l'effettiva struttura del mondo. E' quella che indirizza la formazione di "opinioni vere" sul mondo che circonda l'individuo. Questo tipo di razionalità non tiene conto delle emozioni e dell'effetto che esse producono nei comportamenti umani; quindi se si impiegasse questo tipo di razionalità per interagire con altre persone forse si agirebbe in modo "logico", ma non si otterrebbero grandi risultati. E' chiamata a volte "razionalità teoretica" o "razionalità probatoria" (vedere Audi 1993, 2001; Foley 1987; Harman, 1995; Manktelow 2004; Over, 2004).
- Razionalità strumentale (si occupa di come agire): è quella che indirizza i comportamenti che soddisfano nel modo più efficace gli scopi o i desideri di un "agente". In altre parole essa è quella che ogni persona impiega per raggiungere in modo ottimale i propri scopi tenendo conto delle risorse (fisiche e mentali) a sua disposizione. Gli economisti e gli scienziati cognitivi hanno affinato il concetto di ottimizzazione del raggiungimento di un obiettivo nella nozione tecnica di "utilità attesa". Il modello di giudizio razionale usato dagli scienziati decisionali (Chater & Oaksford Capitolo 2; Le Boeuf e Shafir Capitolo 16) è quello in cui una persona sceglie l'opzione che ha la maggiore utilità prevista (vedere Baron 2008; Dawes 1998; Hastie & Dawes 2010; Wu, Zhang & Gonzalez, 2004). Questo tipo di razionalità ha la priorità rispetto a quella epistemica e anzi, il più delle volte, viene ritenuta l'unica razionalità di cui convenga occuparsi.
- Opzioni possibili
- Possibili stati del mondo
- Valutazione delle conseguenze di ogni possibile azione in ogni possibile stato del mondo
Se non per inerzia professionale e investimento psicologico nel concetto di IQ, noi potremmo scegliere domani di valutare più formalmente le capacità di pensiero razionale, focalizzandoci più sul loro insegnamento e la riprogettazione del nostro ambiente in modo da limitare i danni del pensiero irrazionale. Mentre trent'anni fa conoscevamo molto di più riguardo all'intelligenza che alla razionalità, questo sbilanciamento è stato colmato nelle ultime decadi da diversi limportanti lavori nella teoria delle decisioni comportamentali, nelle scienze cognitive, e nelle aree correlate della psicologia. Nelle ultime due decadi, gli scienziati cognitivi hanno sviluppato compiti di laboratorio e indicatori di prestazione tratti dalla vita reale per misurare tendenze del penziero razionale come la ragionevole priorità degli obiettivi, la riflessività, e l'appropriata calibrazione delle evidenze. Le persone hanno mostrato differenze su questi indicatori. Questi indicatori sono strutturati differentemente da quelli usati per i test d'intelligenza. Noi abbiamo riunito in questo libro tutto questo lavoro producendo la prima esaustiva misura per il pensiero razionale, il CART.
- La "tenacia" di chi si rifiuta di mettere in discussione le proprie idee
- la "autorità" che esclude le altre opinioni
- il metodo a priori o metafisico che procede in base al puro ragionamento
- il metodo scientifico che si basa sul procedimento sperimentale


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Keith Stanovich (2011), On the Distinction Between Rationality and Intelligence: Implications for Understanding Individual Differences in Reasoning (PDF) [68 citazioni]
Keith Stanovich (1999), Who is rational? [2040 citazioni]
- Keith Stanovich (2009), Distinguishing the reflective, algorithmic, and autonomous minds: Is it time for a tri-process theory? (PDF) [460 citazioni]
Alain Samson (2016), The Behavioral Economics Guide 2016 (PDF) [59 citazioni]
Keith Stanovich, Richard West (2014), What intelligence tests miss - The psychologist (PDF) [340 citazioni]
Maggie E. Toplak, Richard F. West, Keith E. Stanovich (2011), The Cognitive Reflection Test as a predictor of performance on heuristics-and-biases tasks (PDF) [426 citazioni]
Shane Frederick (2005), Cognitive Reflection and Decision Making (PDF) [2392 citazioni]
David Wiggins (20000), Riflessioni su Ricerca e Verità Derivanti dal Metodo di Peirce per il Fissarsi della Credenza (PDF)
David Shenk (2009), The Truth About IQ - The Atlantic
Michael Paul Young (2017), The myth of a superhuman AI - Wired
Richard West, Maggie Toplak, Keith Stanovich (2008), Heuristics anf Biases as measures of critical thinking: associations with cognitive ability and thinking dispositions (PDF) [216 citazioni]
Richard West, Keith Stanovich (2000), Individual differences in reasoning: implication for the rationality debate? [3414 citazioni]
Marco Ruffino (2007), Teoria delle decisioni e dei processi cognitivi - UNIBO
Thomas Kelly (2003), Epistemic rationality as instrumental rationality: a critique [229 citazioni]
Mark Ashton Smith (2013), The framing effect bias: improving decision making skills for cognitive misers
Kurt Kleiner (2009), Why Smart People Do Stupid Things
Giancarlo Livraghi (1996), Il potere della stupidità (PDF)
Giancarlo Livraghi (2002), La stupidità del potere (PDF)
Beniamino Andrea Piccone (2011), La non sottile differenza tra furbizia e intelligenza - Linkiesta
Gianfranco Ravasi (2011), La furbizia e gli italiani - Avvenire
- Mark J. Blechner (2020), Irrationality in the Time of Coronavirus - Psychology Today
- Euristiche e Bias
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Framing
Pagina aggiornata il 20 maggio 2022