
-
Noi abbiamo l'intinseca "necessità" di essere validati dagli altri. Senza questa validazione, noi tendiamo a credere che qualcosa sia intrinsecamente sbagliato in noi. (Linda Elder)
_
Si è giunti a ritenere che esistesse una realtà indipendente dai soggetti, e che la "realtà fisica" fosse costituita sia da spazio e tempo, sia da "punti materiali, in permanenza esistenti, in moto rispetto allo spazio e al tempo".[...] Quando si accarezza il corpo dell'amante o si contempla il sole che tramonta sul mare è veramente difficile credere che gli oggetti corporei siano reificazioni o che la differenza tra il prima e il dopo sia un'illusione sensoriale.
Sappiamo che avere a disposizione miliardi di informazioni non equivale a comprenderle, né a saperle usare correttamente: al contrario, il “rumore di fondo” può diventare un ostacolo all’uso dell’intelligenza critica, la “fondamentale capacità dell'uomo di comprendere al tempo stesso in che mondo si trova a vivere ed a partire da quali condizioni la rivolta contro questo mondo diventa una necessità morale. [...] Nessuna laurea protegge dall’aumento vertiginoso della complessità della vita quotidiana, dalla mancanza di punti di riferimento che fino a ieri davamo per scontati. La nostra percezione del mondo si affida sempre più ai mass media e questo ci rende confusi, incerti, angosciati, una condizione assai pericolosa per la democrazia.
Un giorno il semiologo Alfred Korzybski, mentre teneva una lezione ad un gruppo di studenti, s'interruppe per prendere dalla sua borsa un pacchetto di biscotti avvolto in un foglio bianco. Borbottò che aveva solo bisogno di mandar giù qualcosa, e offrì i biscotti agli studenti seduti nella prima fila. Alcuni ne accettarono uno. – Buoni questi biscotti, non vi pare? – disse Korzybski dopo averne preso un secondo. Gli studenti masticavano vigorosamente. Poi tolse il foglio bianco mostrando il pacchetto originale. Sul quale c'era l'immagine di una testa di cane e le parole “biscotti per cani”. Gli studenti videro il pacchetto e rimasero scioccati. Due di loro si precipitarono fuori dall'aula verso i bagni tenendo le mani davanti alle bocche. – Vedete signori e signore? – commentò Korzybski – ho appena dimostrato che la gente non mangia solo il cibo, ma anche le parole, e che il sapore del primo è spesso influenzato dal sapore delle seconde -. La sua burla mirava ad illustrare come certe sofferenze umane vengano originate dalla confusione tra la rappresentazione linguistica della realtà e la realtà stessa.
(Fonte: R. Diekstra, Haarlemmer Dagblad, 1993, citato da L. Derks & J)

- Razionalizzazione: consiste nel dare una forma razionale a pensieri e decisioni che in realtà abbiamo preso con l'intuito, come ha scritto il filosofo Edgar Morin: "La razionalità è il dialogo incessante tra la nostra mente che crea delle strutture logiche, che le applica al mondo, e questo mondo reale. Quando questo mondo non è d'accordo con il nostro sistema logico, bisogna ammettere che il nostro sistema logico è insufficiente, che incontra solo parte del reale. [...] La razionalizzazione consiste nel voler rinchiudere la realtà in un sistema coerente. E tutto ciò che, nella realtà, contraddice quel sistema coerente viene scartato, dimenticato, messo da parte, visto come illusione o apparenza."
- Proiezione: è un meccanismo mentale di difesa che ogni soggetto attua per attribuire ad altri desideri che rifiuta di attribuire a se stesso. Sigmund Freud ha scritto: "Attribuzione ad altri di un proprio aspetto ritenuto negativo, per cui il soggetto può biasimarlo in altri ritenendosi immune. I propri impulsi e sentimenti inaccettabili sono attribuiti al mondo esterno, e di conseguenza percepiti come appartenenti ad un'altra persona. La proiezione agisce in ogni momento della vita psichica, sia in fasi molto primitive dello sviluppo infantile, sia in fenomeni non patologici (animismo e superstizione). Diventa evidente e patologica quando comporta una perdita dell'esame di realtà come nella paranoia."
- Framing: il sociologo Erving Goffman definì l'importanza di "incorniciare" le situazioni sociali al fine di comprenderne il significato. Secondo Goffman se ognuno di noi non facesse questo "lavoro di inquadramento" della realtà quotidiana, non sarebbe in grado di capire il mondo in cui si trova. Questa capacità non è innata ma si costruisce lentamente, utilizzando esperienze precedenti e interagendo con altre persone. Il framing non ha, di per sè, caratteristiche negative e fraudolente, tuttavia è potenzialmente in grado di manipolare la mente delle persone mediante l'attribuzione a entità di diverso tipo, quali situazioni, notizie, ambienti, ecc, di significati appropriati agli scopi dei soggetti manipolatori. Ad esempio il framing mediante il linguaggio e la narrazione (che nella società multimediale è diventato il digital storytelling), è molto usato per scopi politici. La costruzione narrativa delle campagne elettorali è uno dei tratti che caratterizzano le scelte dei politici con lo scopo di indirizzare il consenso degli elettori.
- Pensiero egocentrico patologico: l'egocentrismo infantile, secondo lo psicologo Jean Piaget è la condizione naturale (inconscia) che ogni bambino attraversa e che determina la sua capacità di differenziarsi e percepirsi come un soggetto pensante. Quando la tendenza a vedere ogni cosa solo in relazione a se stessi, prosegue nell'età adulta essa può diventare il segno di patologie quali: volontà di dominio, desiderio di controllo degli altri, tirannia, crudeltà, stalking, ecc. Le incrementate possibilità di condivisione consentite dai social media hanno molti aspetti positivi per l'intera società, ma anche potenziali aspetti negativi sui singoli individui. I social media favoriscono l'egocentrismo dei singoli individui, come scrive lo scrittore Marco Belpoliti "Mentre un tempo lo smisurato egocentrismo era patrimonio solo di alcuni rari individui, la maggior parte delle persone era disciplinata e contenuta da istituzioni politiche, sociali e religiose oggi scomparse [preda quindi di un forte sociocentrismo]. Oggi invece l'egocentrismo/narcisismo è diventato, non solo un aspetto consueto nelle società occidentali, ma anche un motore delle trasformazioni in corso, così che appare ipoteticamente possibile che possano nascere e svilupparsi individui dotati di ego smisurati, potenziali protagonisti di avventure inattese."
Secondo la psicologa Linda Elder (pp.146-152), le tendenze egocentriche e quelle sociocentriche si intersecano nel comporre tendenze nell'intera società utilizzando due differenti forme patologiche di pensiero egocentrico:
- L'arte di dominare gli altri: un mezzo diretto per una persona di ottenere ciò che vuole
- L'arte di sottomettersi agli altri: un mezzo indiretto per una persona di ottenere ciò che vuole
- Pensiero sociocentrico patologico: secondo la psicologa Linda Elder (pp.154-156), se si vuole vivere una vita razionale e creare società razionali occorre correggere una serie di patologie mentali che il sociocentrismo provoca, impegnandosi in un processo strategico di lungo termine. Le principali patologie sociocentriche (vedi libro) sono: memoria, miopia, cecità, giustizia, ipocrisia, ipersemplificazione, immediatezza, assurdità. Scrive la Elder: "Ognuno dei richiami segnalati non dovrebbe essere preso come un semplice consiglio, ma piuttosto come come una formulazione strategica di obiettivi di lungo termine." Secondo la Elder vi sono almeno quattro forme distruttive di pensiero sociocentrico (pp.11-12):
- Egoismo di gruppo: la tendenza dei gruppi a ottenere il massimo per il proprio gruppo senza riguardo per le necessità degli altri
- Validazione di gruppo: la tendenza dei gruppi a credere di stare dalla parte giusta e l'inclinazione a validare le credenze del gruppo
- Controllo di gruppo: la tendenza dei gruppi ad assicurarsi che i membri su comportino secondo le aspettative del gruppo
- Conformità di gruppo: l'adattamento dei membri alle regole stabilite da coloro che guidano il gruppo e la consapevolezza di punizioni
Queste quattro tendenze sociocentriche si sovrappongono e si interallacciano in molteplici modi componendo un puzzle interconnesso.
- Bias: i Bias cognitivi sono il rovescio della medaglia delle euristiche, nel senso che hanno lo scopo di rendere l'essere umano "cieco" rispetto a certe informazioni per favorire rapidità e frugalità decisionali. Molti lettori, poco critici con se stessi, probabilmente tenderanno a rifiutare l'idea che anch'essi, in certe situazioni, possano commettere tali errori. Infatti, i dati che minacciano l'autostima delle persone, vengono ignorati: "la mente non li digerisce" scrive Kahneman (p.238 Pensieri lenti e veloci). La percezione di errori cognitivi negli altri si accoppia con la negazione dei propri errori, infatti accade molto raramente di sentir dire a qualcuno "mi sono sbagliato". Ma gli errori sono inevitabili e la psicologia ha dimostrato che tutti, anche persone intelligenti e aperte, li commettono.
- Pregiudizi: ogni persona, incorpora pregiudizi acquisiti durante la sua formazione nell'ambiente culturale in cui è nato e cresciuto. Ciò che è stato scoperto recentemente è che tali pregiudizi si trasferiscono nei nuovi mezzi di comunicazione, attraverso gli algoritmi che determinano le correlazioni nei Big Data, come scrive il ricercatore Ricardo Baeza-Yates, autore di una ricerca sul tema scrive: "La presenza di pregiudizi ha causato parzialità nei big data per diventare una tendenza e un argomento controverso negli ultimi anni. Le minoranze, in particolare, hanno subito gli effetti dannosi della distorsione dei dati nel perseguire obiettivi di vita, con esiti governati principalmente da algoritmi, a partire dalla concessione di mutui fino alla personalizzazione della pubblicità. Mentre gli ostacoli che essi incontrano rimangono un punto importante, il pregiudizio riguarda tutti noi, sebbene la maggior parte delle volte siamo inconsapevoli o non sappiamo come potrebbe (negativamente) influenzare il nostro giudizio e comportamento."
- La costruzione di una "mente critica" richiede un approccio interdisciplinare, infatti un pensatore critico deve superare i limiti delle singole discipline che trattano dell'essere umano e del suo ambiente socioculturale, per integrare e amalgamare i concetti di diverse discipline scientifiche ed umanistiche
- La costruzione di una "società critica" richiede la diffusione all'intera società dei criteri che rendono autonoma una mente. A questo proposito scrive Linda Elder nel libro "Liberating the mind" (P.162):
Società critiche possono emergere ed emergeranno nella misura in cui le persone matureranno un interesse primario verso il proprio modo di pensare, e verso il pensiero altrui. Società critiche emergeranno quando la gente arriverà a riconoscere il pensiero come un fenomeno complesso che deve essere regolarmente illuminato, discusso, e criticato in ogni relazione, famiglia, affare, organizzazione, disciplina, e davvero in ogni parte della vita umana. In breve, dato che la mente umana è piena di problemi, la creazione di società critiche dipende dalle persone, all'interno della società che prendono il pensiero sul serio, studiano i suoi problemi, i suoi trucchi e stratagemmi, le sue debolezze e forze, le sue tendenze native, e le sue capacità razionali.

Iscriviti alla Newsletter di pensierocritico.eu per ricevere in anteprima nuovi contenuti e aggiornamenti:
- William Samuelson, Richard Zeckhauser (1988), Status Quo Bias in Decision Making (PDF) [4848 citazioni]
- Richard Paul, Linda Elder (2006), The miniature guide to Critical Thinking - Concept and Tools (PDF) [999 citazioni]
- Daniel Kahneman, Jack L. Knetsch, Richard H. Thaler (1991), Anomalies: The Endowment Effect, Loss Aversion, and Status Quo Bias (PDF)
- Stephen J. Hoch, Young-Won HA (1986), Consumer Learning: Advertising and the Ambiguity of Product Experience (PDF)
- Cass R. Sunstein (2015), Why free markets make fools of us (PDF) - The New York Review of Books
- Jean Piaget (2009), La teoria di Piaget sullo sviluppo intellettuale (PDF) Appendice del libro "Come ragionano i bambini" di Margaret Donaldson
- Helen G. M. Vossen, Jessica Taylor Piotrowski, Patti M. Valkenburg (2014), Media Use and Effects in Childhood (PDF)
- Jeffrey G. Johnson et al (2007), Extensive Television Viewing and the Development of Attention and Learning Difficulties During Adolescence
- M.D. Lieberman, D. Rock, C.L. Cox (2014), Breaking Bias - NeuroLeadership Journal (PDF) [16 citazioni]
- Silvia Bencivelli (2017), La realtà non esiste, è (quasi) tutta un'illusione - La Repubblica
- Fabrizio Tonello (2012), L’età dell’ignoranza (PDF)
- Framing
Bias cognitivi
- Bias Blind Spot
Razionalità e razionalizzazione
- Differenziazione del sé
- Insegnamento e pensiero critico
- Ecologia dello sviluppo umano
a chi vuole capire i filtri mentali che guidano la percezione
Pagina aggiornata il 18 gennaio 2021