
Risolvere l'incertezza è un principio unificante che permea tutta la biologia, ed è il compito insito nell'evoluzione, nello sviluppo di ogni individuo e nell'apprendimento. E' una cosa molto positiva. Come l'esperienza vi avrà insegnato, la vita è intrinsecamente incerta perchè il mondo e tutti i suoi costituenti sono in perenne cambiamento. (Beau Lotto)
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Lo psicologo Gregg Henriques (ved. bibliografia 2003) ha proposto un quadro unificato della psicologia (vedi immagine), che mostra l'evoluzione della conoscenza umana. Secondo Henriques, a differenza delle scienze fisiche e biologiche che hanno raggiunto una certa maturità, la psicologia ha ancora troppi paradigmi in conflitto l'uno con l'altro. Attualmente agli studenti che scelgono di studiare psicologia vengono proposte scelte che vanno dalla psicologia comportamentista a quella cognitivista, sociale, psicodinamica, evoluzionistica, ecc.
L'obiettivo di Henriques è quello di offrire un sistema epistemologico che permetta di studiare le relazioni tra la psicologia e le altre scienze. Cliccando sullo schema si accede al website di Henriques e ai suoi contributi scientifici che argomentano nei dettagli il suo proposito. Questa pagina è dedicata a una delle branche della psicologia che negli ultimi decenni ha avuto un forte sviluppo: la psicologia evoluzionistica. Questa psicologia sostiene che le funzioni psicologiche sono il punto di congiunzione tra le basi biologiche del comportamento e le condizioni ecologiche in cui questo si manifesta ai fini della sopravvivenza dell'individuo e dell'attività riproduttiva.
La psicologia evoluzionistica sostiene che il cervello umano è stato "costruito" dalla selezione naturale per risolvere i problemi adattivi incontrati nel Paleolitico dai primi ominidi.
Già William James, uno dei fondatori della psicologia sperimentale, nel 1890 (ved. bibliografia) aveva ribaltato l'ingenua visione ottocentesca della mente che associava l'intelligenza umana al distacco dagli istinti e all'assunzione di un pensiero razionale.
James sosteneva un'idea che andava contro il senso comune allora (ma anche oggi), e cioè che "l'essere umano è più intelligente degli animali proprio perchè ha più istinto, non meno". Secondo James ciò che la psicologia avrebbe dovuto studiare era il "comportamento normale" dell'essere umano anzichè le sue meravigliose capacità analitiche, logiche, matematiche, ecc.

Secondo lo psicologo David Buss (ved. bibliografia), questi adattamenti mentali sono dovuti alla plasticità del cervello.

La psicologa evoluzionista Leda Cosmides e l'antropologo John Tooby, considerati tra i fondatori della psicologia evoluzionistica, sostengono (ved. bibliografia) che un approccio evoluzionista corregge la cecità del vecchio approccio. L'immagine a fianco mostra i 3 livelli complementari (le frecce indicano le inferenze possibili tra i vari livelli) che dovrebbero guidare la ricerca psicologica. La tradizionale visione della mente umana che ancora oggi permea, non solo il senso comune ma soprattutto gli ambienti della ricerca scientifica, propone che la mente umana sia un foglio bianco che verrà riempito dall'esperienza individuale. Nel corso degli anni la metafora tecnologica è stata aggiornata da "foglio bianco" a "computer per uso generale", ma non è cambiata nell'attribuire il funzionamento della mente a contenuti provenienti dall'esterno. Scrivono Cosmides e Tooby:
Gli ultimi decenni hanno visto una lunga serie di ricerche convergenti in psicologia cognitiva, biologia evolutiva e neuroscienze che stanno cambiando la visione scientifica della mente umana. Secondo la visione evoluzionistica tutte le normali menti umane sviluppano una raccolta standard di circuiti di ragionamento e normativi funzionalmente specializzati e, spesso, specifici. Per approndire andare alla pagina Mondo e cervello.
In accordo con l'ortodossia dominante, buona parte dei contenuti specifici della mente umana provengono "da fuori" , dall'ambiente e dal mondo sociale, e l'architettura evoluta della mente consiste solo o prevalentemente di un piccolo numero di meccanismi di uso generale, indipendenti dai contenuti, denominati "apprendimento", "induzione", "intelligenza", "imitazione", "razionalità" o, semplicemente, "cultura".

(Immagine tratta da Cosmides e Tooby - Evolutionary Psychology: A Primer)

Per gli scienziati cognitivi, il cervello e la mente sono termini che si riferiscono allo stesso sistema, che può essere descritto in due modi complementari, cioè sia nei termini delle sue proprietà fisiche (il cervello), sia in quelli del funzionamento processuale (la mente). L'organizzazione fisica del cervello si è evoluta per favorire quei processi che offrivano vantaggi adattivi. I nostri circuiti non sono stati progettati per risolvere qualsiasi tipo di problema. Essi sono stati progettati per risolvere problemi di adattamento.
I problemi adattivi hanno due caratteristiche:
- sono quelli che si sono presentati più spesso nel corso della storia evolutiva di una specie
- sono problemi la cui soluzione ha influenzato la riproduzione di singoli organismi (indipendentemente da quanto piccolo fosse l'effetto sul numero di figli prodotto)
Questo perché il tasso di riproduzione (e non la sopravvivenza di per sé) è il motore che spinge la selezione naturale.
La maggior parte dei problemi di adattamento ha a che fare con il modo in un organismo vive: ciò che mangia, cosa mangia, con chi si accoppia, con chi socializza, come comunica, e così via. La selezione naturale può progettare solo circuiti per risolvere i problemi di adattamento (ad esempio rischiare la morte per salvare i figli).
Agli psicologi è noto da tempo che la mente umana contiene circuiti specializzati per le diverse modalità di percezione, come vedere e ascoltare. Ma fino a poco tempo fa, si pensava che la percezione e il linguaggio fossero le uniche attività causate da processi cognitivi specializzati (Fodor, 1983 ved. bibliografia).
Si pensava che altre funzioni cognitive, quali: apprendimento, ragionamento, il processo decisionale, venissero realizzate da circuiti di "carattere generale". I principali candidati erano gli algoritmi "razionali": quelli che implementano metodi formali per il ragionamento induttivo e deduttivo, come la regola di Bayes o il calcolo proposizionale (una logica formale). Questa impostazione è stata modificata dalla prospettiva evoluzionistica (ved. bibliografia 1992 Tooby & Cosmides).
La visione evoluzionistica della mente umana infatti sostiene che non esiste una "Intelligenza generale" umana, ma che essa è una facoltà ipotetica dal carattere mitico che si è trascinata fino ai nostri giorni. Il modo convenzionale di pensare alla logica umana la vede invece composta da semplici circuiti di ragionamento, pochi di numero, indipendenti dal contenuto e di uso generale. Questo modo di vedere è arrivato fino a noi perchè la nostra capacità di risolvere molti diversi tipi di problemi (la nostra mitica flessibilità razionale) l'ha tenuta in vita.
L'ambiente dove la mente umana si è evoluta era molto diverso da quello odierno. I nostri antenati ominidi hanno vissuto per il 99% della vita evolutiva della nostra specie (circa 10 milioni di anni), in società di cacciatori-raccoglitori costituite da piccoli gruppi. Per 10.000 anni la selezione naturale ha modellato il cervello umano scegliendo quei circuiti che favorivano la risoluzione di problemi quotidiani (accoppiarsi, cacciare animali, raccogliere germogli, negoziare con gli amici, difendersi dagli aggressori, allevare bambini, scegliere l'habitat più adatto, ecc). Le priorità dell'Età della Pietra hanno modellato cervelli più abili a risolvere certi problemi ma meno abili a risolverne altri, ad esempio è più facile per noi vivere in gruppi poco numerosi (ved. numero di Dunbar) piuttosto che tra grandi folle, oppure è più facile temere i serpenti piuttosto che le prese elettriche.
I meccanismi biologici sono calibrati per gli ambienti in cui si sono evoluti, e incarnano informazioni sulle proprietà stabilmente ricorrenti nei nostri mondi ancestrali. Ad esempio, i meccanismi di costanza del colore umano visibile sono calibrati dall'evoluzione sulle caratteristiche dell'illuminazione terrestre "naturale". Come risultato, l'erba sembra verde sia a mezzogiorno che al tramonto, anche se le proprietà spettrali della luce che riflette sono cambiate drasticamente. Gli algoritmi razionali non lo fanno, perché sono indipendenti dai contenuti.
Le figure nei due box (Modus Ponens e Modus Tollens) mostrano due regole di inferenza del calcolo proposizionale molto note e applicate costantemente dall'essere umano, cioè due metodi che permettono di dedurre conclusioni vere da premesse vere, non importa quale sia l'oggetto delle premesse. Anche la Regola di Bayes, un'equazione per il calcolo della probabilità di una data di ipotesi, è indipendente dai contenuti. Essa può essere applicata indifferentemente a una diagnosi medica, a giochi di carte, al successo nella caccia, o qualsiasi altro argomento. Essa non contiene alcuna conoscenza specifica, in modo che non può sostenere inferenze che si applicherebbero, ad esempio, all'accoppiamento umano ma non alla caccia. Peccato che l'essere umano, intuitivamente e costantemente sbaglia nell'applicazione del Modus Tollens: questo sembra il prezzo da pagare per l'indipendenza dai contenuti.
Non P
___________
Allora Non Q
Non sognavi
______________________
Allora non dormivi
P
___________
Allora Q
Dormivi
______________________
Allora sognavi
La razionalità umana è una caratteristica universale della mente, indipendente da obiettivi sociali, norme e valori oppure dipende dal contesto sociale e si è formata nel corso dell'evoluzione? Lo psicologo Gerd Gigerenzer (ved. bibliografia) sostiene una visione della logica umana, alternativa a quella tradizionale, cioè fondata sulla teoria del contratto sociale (Cosmides e Tooby): una logica darwiniana guidata dal contenuto del compito piuttosto che dalla sua struttura formale. Scrive Gigerenzer (ved. bibliografia 2001):
Voglio argomentare contro un sogno bello e vecchio. Era il sogno di Leibniz, ma non solo suo. Leibniz sperava di ridurre il ragionamento razionale a un calcolo universale, che egli denominò "Caratteristica Universale". Il piano era semplice: stabilire caratteristiche numeriche per ogni idea, così ogni questione si sarebbe ridotta a un calcolo. Ciò avrebbe messo fine alle dispute tra gli studiosi; se una disputa fosse sorta, le parti contendenti avrebbero potuto rapidamente e pacificamente sedersi a un tavolo e calcolare. Per qualche tempo, i probabilisti dell'Illuminismo credettero che la teoria matematica della probabilità avesse trasformato questo sogno in realtà.
Secondo Gigenrenzer, le ricerche psicologiche sul ragionamento umano sono state influenzate e fuorviate dalla convinzione illuministica che esso potesse ridursi a un calcolo.
La secolare convinzione che la logica umana fosse indipendente dai contenuti venne messa in discussione da un certo numero di fattori tra i quali la "selezione di Wason" introdotta nel 1966 dallo psicologo Peter Wason (ved. bibliografia). Peter Wason sosteneva che la relazione tra il fattore cognitivo e quello affettivo nel ragionamento non è ancora stato chiarito del tutto. Nella selezione di Wason (Selection Task) al soggetto viene chiesto di cercare informazioni che possano violare o falsificare una condizione specifica. Il risultato di questa ricerca è che il ragionamento è influenzato dal contenuto del compito, piuttosto che dalla sua struttura formale come sostenuto dalla logica proposizionale. Nonostante il contenuto sia cruciale per capire come l'essere umano ragiona, la logica proposizionale (indipendente dai contenuti) era ritenuta negli anni '70 - '80 l'unica logica in base alla quale il ragionamento dell'essere umano dovesse essere giudicato. I giudizi umani venivano esaminati secondo quella logica e le deviazioni, chiamate fallacie o bias, venivano attribuite a deficit umani nel processo logico quali il confirmation bias o il matching bias. Il contenuto del compito non aveva nessun interesse in se stesso ed era visto solo come un facilitatore del processo. Quale dovrebbe essere la struttura teorica che utilizzi il contenuto come concetto primario, piuttosto che solo come facilitatore del ragionamento logico? Per il selection task esistono due proposte:
- Teoria del contratto sociale (Cosmides e Tooby 1985, 1989)
- Teoria dello schema pragmatico (Chung e Holyak, Nisbett e Oliver 1985, 86, 89).
Entrambe le teorie si basano su processi di ragionamento applicabili a domini specifici, piuttosto che di carattere generale.

La logica proposizionale si occupa delle inferenze che consentono di derivare una conclusione da una serie di premesse, ma la media degli esseri umani non sembra in grado di effettuare inferenze corrette. Ad esempio, scrive Buss (pp. 202-203):L'altruismo reciproco può evolversi solamente se gli organismi possiedono un meccanismo per individuare ed evitare gli imbroglioni. Se chi coopera è in grado di scoprire chi imbroglia e di interagire solo con chi come lui coopera , l'altruismo reciproco può prendere piede ed evolversi. In questo caso gli imbroglioni saranno svantaggiati perchè non entrano negli scambi cooperativi. Cosmides e Tooby (1992) hanno individuato cinque capacità cognitive che permettono di evolvere meccanismi che motivino alla formazione di contratti sociali e che consentono di evitare la minaccia costituita dagli imbroglioni:
- Capacità di riconoscere molti individui umani
- Capacità di ricordare la storia delle interazioni con diversi individui
- Capacità di comunicare agli altri le cose che si ritengono importanti
- Capacità di capire cosa è importante per gli altri
- Capacità di rappresentare costi e benefici indipendentemente dal particolare oggetto di scambio
Di situazioni come questa se ne incontrano tante nella vita e dobbiamo fermarci a pensare a lungo per arrivare alla conclusione corretta perchè non ci arriviamo con l'intuizione.Immaginate che in una stanza ci siano alcuni biologi, archeologi e giocatori di scacchi (Pinker, 1977). Nessuno degli archeologi è biologo, ma tutti i biologi sono giocatori di scacchi. Che cosa deriva da ciò? Più della metà degli studenti intervistati nello studio ha concluso che nessuno degli archeologi gioca a scacchi, un'inferenza chiaramente non valida perchè la frase "tutti i biologi giocano a scacchi" non implica che nessun archeologo gioca a scacchi. Nessun partecipante allo studio ha tratto la conclusione corretta che "alcuni giocatori di scacchi non sono archeologi", che si può trarre logicamente dalle premesse. E circa il 20% ha affermato che non si può trarre alcuna inferenza valida dalle premesse precedenti, il che è chiaramente sbagliato.
Sono state fatte molte critiche al modo evoluzionistico di concepire la logica umana. Alcune di queste si trovano in bibliografia: David Buller, Scott Atran, Dan Sperber e Vittorio Girotto, Michael Shermer.

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- Gregg Henriques (2003), The Tree of Knowledge System and the Theoretical Unification of Psychology (PDF)
- Gregg Henriques (2014), Mapping Cosmic Evolution with the ToK System - Energy, matter, life, mind, culture
- William James (1890), Principles of Psychology (PDF)
- David M. Buss (2007), Evolutionary Psychology - The new science of the mind (PDF) Libro completo (in inglese)
- Leda Cosmides, John Tooby (1997), Evolutionary Psychology: A Primer, Leda Cosmides, John Tooby (1997) Articolo introduttivo di carattere generale
- Leda Cosmides, John Tooby (1997), Better than Rational: Evolutionary Psychology and the Invisible Hand (PDF)
- Leda Cosmides (1989), The logic of social exchange: Has natural selection shaped how humans reason? (PDF) Articolo sulla genesi evoluzionistica del ragionamento umano
- Leda Cosmides, John Tooby (2005), Conceptual Foundations of Evolutionary Psychology (PDF)
- Leda Cosmides, John Tooby (1994), Origins of domain specificity: The evolution of functional organization (PDF)
- Leda Cosmides, Johm Tooby et al. (2005), Detecting cheaters (PDF)
- Dan Sperber, Vittorio Girotto (2002), Does the selection task detect cheater detection? (PDF)
- Gerd Gigerenzer (2001), Rationality: why social context matters
- Jerry A. Fodor (1985), The modularity of mind (PDF)
- Michael Shermer (2008), The Brain Is Not Modular: What fMRI Really Tells Us - Scientific American
- David J. Buller (2000), Evolutionary Psychology, Meet Developmental Neurobiology: Against Promiscuous Modularity
- Robert Campbell (2012), Intuition and logic in human evolution
- Peter Wason (1966), Reasoning (PDF)
- Scott Atran (2001), A Cheater–Detection Module? (PDF) Articolo critico sull'applicabilità del test di Wason alle asserzioni della psicologia evoluzionistica
- Gerd Gigerenzer, Klaus Hug (1992), Domain-specific reasoning: Social contracts, cheating, and perspective change (PDF)
- Carlo M. Cipolla (1988), Le leggi fondamentali della stupidità umana (PDF)
- Inferenze logiche
- Pregiudizio di conferma
- Intelligenza euristica
- Fisiologia della visione
- Evoluzione del linguaggio
a chi non è convinto che l'essere umano sia il risultato dell'evoluzione
Pagina aggiornata il 21 gennaio 2021