Calm. I have yet to finish understanding the old one.
Il profilo digitale è una forma di rappresentazione digitale dell'individuo. Esso è il risultato di processi automatici in cui dati relativi all'individuo vengono prelevati da grandi database e sottoposti a processi inferenziali con lo scopo di individuare caratteristiche personali che aiutino a prendere decisioni che riguardano l'individuo stesso. La 'profilazione' è un processo che impiega algoritmi per trovare correlazioni tra dati riguardanti l'individuo, che possano essere usate per "rappresentare" un soggetto umano o non umano, individuale o gruppale. Viceversa, dei profili possono essere usati per individuare degli individui come appartenenti ad un gruppo o ad una categoria. L'individuo non deve essere identificato quando i suoi dati vengono aggiunti al profilo, ma solo riconosciuto (per il momento) , per esempio usando dei cookies. Anche se non c'è una connessione diretta ad uno specifico soggetto, un profilo può essere connesso ad un individuo successivamente alla sua creazione. La connessione avviene quando l'individuo viene riconosciuto come possessore di uno o più attributi appartenenti ad un profilo.
Il profilo digitale, viene trattato nella pagina "dall'identità personale all'identità digitale", alla sezione profilo digitale.



Siamo convinti che il merito principale di Bronfenbrenner sia stato quello di cercare di scoprire e documentare le interconnessioni sistemiche che legano lo sviluppo individuale e il contesto sociale in cui vive. L'autore è sempre stato fortemente convinto che le possibilità di crescita, di evoluzione e di benessere dell'uomo non dipendano da una causa singola ma siano piuttosto legate a una complessa rete di strutture che comprendono gli individui con le loro specificità biologiche e psicologiche, l'ambiente, i gruppi, la cultura, la società nel suo insieme.
- Microsistema: è l’ambiente più immediato e vicino all'individuo, un luogo in cui le persone interagiscono faccia-a-faccia. La casa, l’asilo nido o la scuola, il campo-giochi, il gruppo di amici, il luogo di lavoro, l’associazione sportiva o ricreativa frequentata quotidianamente, il quartiere e così via sono alcuni esempi di microsistema. L’attività svolta in tale contesto, il ruolo, la relazione interpersonale costituiscono - secondo Bronfenbrenner gli elementi, o i blocchi costitutivi di questa prima realtà ambientale. In questo contesto lo stress viene alimentato nella famiglia da: violenze/turbolenze, separazioni o divorzi, richieste o critiche eccessive; o nell'ambiente di lavoro da: mancanza di autonomia lavorativa, eccessive richieste, instabilità lavorativa, squilibrio sforzi/ricompense; o dalle caratteristiche del gruppo di pari: benestanti/poveri.
- Mesosistema: è costituito dalle interrelazioni tra due o più situazioni ambientali alle quali l’individuo in via di sviluppo partecipa attivamente (per un bambino, ad esempio, le relazioni tra casa, scuola e gruppo di coetanei che abitano nelle vicinanze di casa sua; per un adulto, quelle tra famiglia, lavoro e vita sociale), cioè è un insieme di microsistemi che si forma o si estende ogni qualvolta l’individuo che cresce entra a far parte di una nuova situazione ambientale.
- Esosistema: è costituito da una o più situazioni ambientali di cui l’individuo in via di sviluppo non è un partecipante attivo, ma in cui si verificano degli eventi che determinano, o sono determinati da ciò che accade nella situazione ambientale che comprende l’individuo stesso.” Nel caso del bambino piccolo esempi di esosistema potrebbero essere il posto di lavoro dei genitori, le loro amicizie, la classe frequentata dal fratello più grande, le attività del consiglio scolastico locale, il consiglio di quartiere. In questo contesto lo stress viene alimentato dalle caratteristiche dell'ambiente di vita: rurale/urbano, tipo di vicinato, affollamento, rumore ambientale, mancanza di alloggi; e dall'esistenza di supporti sociali: legami con amici/vicini, posizione sociale, supporti emotivi.
- Macrosistema: consiste delle congruenze di forma e di contenuto dei sistemi di livello più basso (micro- meso- ed esosistema) che si danno, o si potrebbero dare, a livello di subcultura o di cultura considerate come un tutto, nonché di ogni sistema di credenze o di ideologie che sottostanno a tali congruenze. In ogni società i vari ambiti sociali - scuole, negozi, luoghi di svago, ecc - funzionano secondo schemi simili ma possono differire in accordo ai sistemi di credenze dei vari gruppi sociali.In questo contesto lo stress viene alimentato dalle caratteristiche socioeconomiche e spirituali: istruzione, reddito, stato occupazionale, mobilità sociale; oppure da partecipazione religiosa, motivazione, razza, ecc.
L'habitus è una capacità infinita di generare liberamente prodotti, cioè pensieri, percezioni, espressioni, azioni ― che hanno sempre come limite le condizioni storiche e sociali situate nella loro produzione. Quindi, l'habitus è una capacità.
L'habitus è un insieme di disposizioni trasferibili durevoli, che funzionano come principi che generano e organizzano percezioni, pratiche e rappresentazioni, e come strutture motivazionali e cognitive che costituiscono il mondo pratico come un mondo dimete già raggiunte e oggetti dotati di carattere teleologico permanente. […] Come sistema di disposizioni, l'habitus è un insieme di virtualità, potenzialità ed eventualità.
Per comprendere la nozione di habitus è necessario ritornare alla nozione di " campo " e di " capitale", alla base stessa dell'analisi di Bourdieu di " struttura sociale". Egli, infatti, coglie il mondo sociale come diviso in quelli che chiama "campi". Che sia religioso, politico, medico o anche artistico, il “campo” è un “microcosmo sociale” in cui i partecipanti occupano posizioni diverse e gerarchiche secondo la loro dotazione di “capitale”. Che siano di natura economica (corrispondente a tutte le risorse e patrimonio), culturale (tutte le risorse e gli assetti culturali) o anche sociale (tutte le relazioni sociali possono essere utilmente mobilitate), i vari capitali a disposizione degli individui sono più o meno valorizzati in un campo. Ogni campo, infatti, risponde a regole proprie e per scopi precisi (“ non si può far correre un filosofo con la posta in gioco di un geografo "). Inoltre, a ciascun campo corrisponde un habitus collettivo che gli è specifico; Pierre Bourdieu chiama "eredi", gli agenti il cui habitus corrisponde naturalmente al campo, vale a dire coloro che sono più dotati nella capitale di questo campo. Le dinamiche di ogni campo derivano da una lotta perpetua tra gli agenti sociali per occupare le posizioni più dominanti. L' habitus si riferisce a un sistema di preferenze, stile di vita particolare per tutti. Non nasce da un automatismo ma da una predisposizione all'azione che condiziona quotidianamente le pratiche degli individui: il loro modo di vestire, di parlare, di percepire. Queste predisposizioni vengono interiorizzate inconsciamente durante la fase di socializzazione , durante la quale l'individuo si adatta e si integra in un ambiente sociale. Durante questo periodo l'individuo viene poi condizionato in modo invisibile e costruisce un modo di essere e di agire nei confronti del mondo e del mondo. [...]
Infine, Pierre Bourdieu specifica che l'abitudine è al centro della riproduzione delle strutture sociali. Indica che quest'ultimo, essendo incorporato, assicura la presenza attiva in ogni individuo, in ogni corpo, della storia dei rapporti di dominio e di ordine sociale. L'habitus assicura così che le aspirazioni di tutti siano adeguate alla probabilità che ognuno debba vedere realizzate le proprie speranze. Fornisce così agli agenti una valutazione dei loro probabili destini e "porta tutti a prendere la realtà per i propri desideri". Tuttavia, va notato che le disposizioni dell'habitus non sono definitive. La traiettoria sociale degli individui può infatti evolvere e, quindi, trasformare parzialmente il loro habitus. È così che l'habitus non traduce mai una situazione immutabile; è un processo che evolve adeguandosi alle condizioni dell'azione.
Iniziamo dunque a vedere le caratteristiche degli habits e a vedere se e come siano accostabili alla categoria più comune di habitus e se siano compatibili e produttivi per un’analisi semiotica delle culture.
a) gli habits nel senso più proprio sono dunque interpretazioni acquisite, e acquisite grazie alla loro ripetizione o alla ripetizione di date catene associative o dissociative. Poiché danno corso ad azioni, potrebbero essere identificati come disposizioni, ma disposizioni non naturali: su questo, come abbiamo visto, Peirce è molto netto.
b) non sempre sono coscienti, tutt’altro, però possono diventarlo. In questo, mi pare, sta la differenza e il complesso rapporto della categoria di habit con la categoria di credenza. Una credenza dà sempre corso a un abito, perché – nell’orizzonte del pragmaticismo peirciano – le interpretazioni, gli interpretanti logici, si fanno sempre disposizioni ad agire, cioè abiti. «La funzione del pensiero è produrre abiti d’azione»
Gli artefatti, i prodotti e gli strumenti attraverso cui cerchiamo di rendere la nostra vita più agevole, una volta immessi nel circuito socio-culturale, non sono affatto oggetti neutri, opere da contemplare; sono dei quasi-soggetti che si comportano come trasmettitori di valori e in quanto tali danno forma, in the long run, ai nostri sistemi culturali e valoriali. Gli artefatti sono "organismi semiotici" in grado di condizionare le nostre rappresentazioni mentali. gusti e credenze, giudizi e pregiudizi, modi di pensare e di agire.
Gli artefatti sono "organismi semiotici" in grado di condizionare le nostre rappresentazioni mentali, i nostri gusti e credenze, giudizi e pregiudizi, modi di pensare e di agire

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- Giuliana Mandich (2017), L’habitus e lo spazio degli stili di vita di Pierre Bourdieu (PDF)
- Anna Maria Lorusso (2014), L’abito in Peirce. Una teoria non sociologica per la semiotica della cultura (PDF)
- Partageons L'Eco (2019), L’Habitus, Pierre Bourdieu (Fiche concept)
- Carlos Belvedere (2013), The Habitus Made Me Do It: Bourdieu’s Key Concept as a Substruction of the Monad (PDF)
- Steven Martin Turnbull (2019), Bourdieu, networks, and movements: Using the concepts of habitus, field and capital to understand a network analysis of gender differences in undergraduate physics - PLOS ONE
- Raffaele De Luca Picione (2015), LA MENTE COME FORMA. LA MENTE COME TESTO. UNA INDAGINE SEMIOTICO-PSICOLOGICA DEI PROCESSI DI SIGNIFICAZIONE - ResearchGate
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Pagina aggiornata il 13 maggio 2022