Questo è un mondo in cui enormi quantità di dati e matematica applicata sostituiscono ogni altro strumento che potrebbe essere utilizzato. Fuori da ogni teoria del comportamento umano, dalla linguistica alla sociologia. Dimenticate la tassonomia, l'ontologia e la psicologia. Chissà perché le persone fanno quello che fanno? Il punto è che lo fanno, e possiamo monitorarlo e misurarlo con una fedeltà senza precedenti. Con dati sufficienti, i numeri parlano da soli. [...] Il metodo scientifico è costruito attorno a ipotesi verificabili. Questi modelli, per la maggior parte, sono sistemi visualizzati nella mente degli scienziati. I modelli vengono quindi testati e gli esperimenti confermano o falsificano i modelli teorici di come funziona il mondo. Questo è il modo in cui la scienza ha funzionato per centinaia di anni.
I petabytes ci permettono di dire: "La correlazione è sufficiente". Possiamo smettere di cercare modelli. Possiamo analizzare i dati senza ipotesi su cosa potrebbero mostrare. Possiamo inserire i numeri nei più grandi cluster di computing che il mondo abbia mai visto e lasciare che gli algoritmi statistici trovino strutture dove la scienza non riesce.

Il provocatorio articolo del 2008 di Chris Anderson ha sollecitato l'attenzione del tecnologo e filosofo David Weinberger, il quale, esaminando i risultati del confronto tra intelligenza umana e intelligenza artificiale, di fronte alla maggiore correttezza dei risultati della AI ma anche alla sua inspiegabilità umana, conclude che la AI cambierà anche il "metodo scientifico" così come noi lo conosciamo. Weinberger scrive (vedi bibliografia):
Se "conoscere" ha sempre comportato essere in grado di spiegare e giustificare le nostre credenze vere - idea di Platone [dal Teeteto], che si è protratta per più di duemila anni - cosa ce ne facciamo di un nuovo tipo di conoscenza in cui il compito della giusticazione è non solo difficile o scoraggiante, ma impossibile? Per migliaia di anni abbiamo agito come se la semplicità dei nostri modelli riflettesse la semplicità - l'eleganza, la bellezza, la pura razionalità - dell'universo. Adesso le nostre macchine ci lasciano vedere che anche se le regole sono semplici, eleganti, belle e razionali, il dominio che esse governano è così granulare, così intricato, così interconnesso, con ogni cosa che causa ogni altra cosa, tutto in una volta e per sempre, che i nostri cervelli e la nostra conoscenza non può iniziare a comprenderla. Ci vuole una rete di esseri umani e computer per conoscere un mondo così ben governato dalla contingenza, un mondo nel quale è caos fino in fondo.
La promessa del machine learning è che ci sono volte in cui i modelli imperscrutabili delle macchine saranno molto più predittivi di quelli costruiti manualmente. In questi casi la nostra conoscenza, se scegliamo di usarla, dipenderà da giustificazioni che non saremo in grado di capire.

Le conseguenze sociali dei mutamenti indotti dall'avvento delle correlazioni (scoperte dalle macchine sui Big Data) nelle decisioni umane vengono descritte dal sociologo William Davies in un articolo sul Guardian (How statistics lost their power and why should fear what comes next). Davies mette in rilievo l'importanza di poter analizzare statisticamente, per scopi di utilità pubblica, i dati generati da società private quali Facebook, Google, ecc. Ciò perchè tali dati propongono "evidenze" e non semplici, per quanto importanti, "emozioni".
Negli ultimi anni, sostiene Davies, la fiducia nella statistica è in declino nelle democrazie liberali, ad esempio, in Gran Bretagna, una ricerca della Cambridge University e di YouGov ha scoperto che il 52% della popolazione crede che la UE stia gradualmente cercando di impadronirsi di tutti i poteri legislativi della UK (tale credenza è poi culminata nella Brexit), e che il 55% della popolazione crede che il governo stia nascondendo la verità sul numero di immigrati che vivono in UK. L'intera lista delle domande del sondaggio e delle risposte favorevoli è riportata a fianco. L'antipatia per la statistica è diventata il cavallo di battaglia della destra populista che si sforza di far credere agli elettori che gli aggregati numerici e le medie violino il senso comune di decenza politica.
Negli ultimi anni un nuovo modo di quantificare e visualizzare è emerso, mettendo ai margini l'uso della statistica. La digitalizzazione della società ha consentito di accumulare una quantità enorme di dati sulle attività umane attraverso le interazioni dei singoli utenti, ad esempio i commenti du Facebook, le ricerche su Google, gli acquisti con carta di credito, ecc. Anche su questi dati sarebbe possibile effettaure analisi alla ricerca di trend, correlazioni o mode emergenti, ma ciò non è possibile perchè essi rimangono a disposizione solo delle società private che li hanno generati e che li proteggono gelosamente. Infatti non esiste l'equivalente degli Istituti nazionali di statistica per i dati raccolti per scopi commerciali, e quindi questa grande quantità di dati non può essere analizzata per scopi di pubblico interesse o per alimentare il dibattito pubblico.
- "Indipendentemente da chi è ufficialmente responsabile di governi, organizzazioni dei media e aziende, esiste un gruppo segreto di persone potenti che controllano realmente eventi mondiali come guerre e crisi economiche" (34%)
- "Il governo sta deliberatamente nascondendo la verità su quanti immigrati vivono davvero in questo paese" (55%)
- "Gli umani hanno preso contatto con gli alieni ma questo fatto è stato deliberatamente nascosto al pubblico" (14%)
- "I funzionari dell'Unione europea stanno gradualmente cercando di impadronirsi di tutti i poteri legislativi in questo paese" (52%)
- "Il governo degli Stati Uniti ha partecipato agli attacchi terroristici dell'11 settembre in America l'11 settembre 2001" (11%)
- "Alcuni tribunali del sistema legale del Regno Unito stanno scegliendo di adottare la legge islamica" Sharia " (18%)
- "Il virus dell'AIDS è stato creato e diffuso in tutto il mondo di proposito da un gruppo o un'organizzazione segreta" (8%)
- "L'idea del riscaldamento globale provocato dall'uomo è uno scherzo che è stato deliberatamente inventato per ingannare le persone" (18%)
Nel confronto pubblico degli ultimi mesi si è parlato tanto di immigrazione e mai dell’emigrazione dei giovani, del vero e proprio youth drain cui siamo soggetti. Nessuno sembra preoccuparsi del declino demografico del nostro Paese. Gli italiani sottostimano la quota di popolazione sopra i 65 anni e sovrastimano quella di immigrati e di persone con meno di 14 anni. Questo avviene anche in altri Paesi, ma la deviazione fra percezione e realtà è molto più accentuata da noi che altrove. Non sono solo pregiudizi. Si tratta di vera e propria disinformazione. Diversi esperimenti dimostrano come sia possibile migliorare in modo sostanziale la cosiddetta demographic literacy degli italiani. Basta dire loro la verità. Purtroppo è anche possibile peggiorare la consapevolezza demografica, ad esempio agitando continuamente lo spettro delle invasioni via mare quando gli sbarchi sono in via di diminuzione. La classe dirigente del nostro Paese dovrebbe essere impegnata in prima fila nel promuovere consapevolezza demografica. Chi si trova a governare con una popolazione così disinformata fa molta fatica a far accettare all’opinione pubblica le scelte difficili che la demografia ci impone. [...] Tutti sono d’accordo sul fatto che bisogna contrastare l’immigrazione irregolare. Bene, ma si dimentica un fatto importante: per ridurre l’immigrazione clandestina il nostro Paese ha bisogno di aumentare quella regolare.Tanti i lavori per i quali non si trovano lavoratori alle condizioni che le famiglie possono permettersi nell’assistenza alle persone non-autosufficienti, tanti i lavori che gli italiani non vogliono più svolgere.
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- Chris Anderson (2008), The end of theory: the data deluge makes the scientific method obsolete - Wired
- Fulvio Mazzocchi (2015), Could Big Data be the end of theory in science? [24 citazioni]
- Mark Graham (2012), Big data and the end of theory? - The Guardian
- Rob Kitchin (2014), Big Data, new epistemologies and paradigm shifts (PDF) [606 citazioni]
- Peter V. Coveney, Edward R. Dougherty, Roger R. Highfield (2016), Big data need big theory too - The royal society
- Ansgar Thiel, Klaus Seiberth & Jochen Mayer (2018), Why does theory matter? Reflections on an apparently self-evident question in sport sociology (PDF)
- Justin Fox (2012), Why Data Will Never Replace Thinking - Harvard Business Review
- William Davies (2017), How statistics lost their power – and why we should fear what comes next
- (2018), 21 Big Data Statistics & Predictions on the Future of Big Data
- David Weinberger (2017), Alien Knowledge - Backchannel
- (2015), Are conspiracy theories for (political) losers? - YouGov-Cambridge Programme
- (2015), YouGov Survey Results (PDF)
- Aldo Fontanarosa (2018), Salvini: "Servono immigrati? Boeri fa politica". Il presidente Inps: dati non puoi intimorirli - La Repubblica
- Tito Boeri (2018), Relazione annuale del presidente Inps (PDF)
- (2014): Think Tanks: ecco i 10 più importanti al mondo - Smart Weeks
Pagina aggiornata il 31 ottobre 2018